Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: holls    11/03/2014    12 recensioni
Un investigatore privato, solo e tormentato; il suo ex fidanzato, in coppia professionale con un tipo un po' sboccato per un lavoro lontano dalla luce del sole; il barista del Naughty Blu, custode dei drammi sentimentali dei suoi clienti; una ragazza, pianista quasi per forza, fotografa per passione; e un poliziotto un po' troppo galante, ma con una bella parlantina.
Personaggi che si incontrano, si dividono, si scontrano, si rincorrono, sullo sfondo di una caotica New York.
Ma proprio quando l'equilibrio sembra raggiunto, dopo incomprensioni, rimorsi, gelosie, silenzi colpevoli e segreti inconfessati, una serie di omicidi sopraggiungerà a sconvolgere la città: nulla di anormale, se non fosse che i delitti sembrano essere legati in qualche modo alle storie dei protagonisti.
Chi sta tentando di mettere a soqquadro le loro vite? Ma soprattutto, perché?
[Attenzione: le recensioni contengono spoiler!]
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Nathalan'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo
 
 
27 febbraio 2005.
Ashton e Madison si erano appartati in una stanzetta un po’ più piccola, lontani dagli occhi indiscreti degli amici e degli ospiti. Nonostante fosse giunto il giorno della mostra fotografica, Ashton si era accorto che Madison mostrava il suo entusiasmo a tratti: una risata qua, un sorriso là, per poi sprofondare in un’espressione cupa e abbacchiata, non appena rimaneva da sola.
Quando si furono lasciati il chiacchiericcio alle spalle, Ashton la guardò dritto in quegli occhi chiari.
« C’è qualcosa che non va? »
Madison abbassò lo sguardo e sospirò, mentre, con l’indice, delineava l’unghia del suo pollice.
« Sono davvero felice per questa mostra, davvero. Però… » Alzò gli occhi per un momento verso Ashton, per poi riabbassarli subito dopo. « Non sono ancora andata a trovare Jack. »
Lui le accarezzò una guancia col dorso della mano, gesto a cui Madison reagì con un sorriso.
« Immaginavo fosse per causa sua. »
« Non riesco ancora a crederci, Ash. Era il mio migliore amico, siamo stati vicini tutti questi anni di università e non avevo idea di chi fosse. Se da una parte ciò che ha fatto mi spaventa, dall’altra non posso fare a meno di colpevolizzarmi per non averlo aiutato, quando avrei potuto. »
« Non avevi idea del suo passato, Mad, non potevi farci niente. »
« Ma adesso lo so, invece. In questo momento dovrei sostenerlo e invece non l’ho più rivisto, da quel giorno. »
« Forse eri presa da troppe cose. Potresti andare a trovarlo in questi giorni, dopo la mostra. Sarai sicuramente più rilassata. »
Madison arricciò le labbra, pensosa. Ashton la incalzò ancora.
« Vengo con te, se vuoi. »
Madison alzò lo sguardo da terra, finché non incontrò quello di Ashton. Gli gettò le braccia al collo, in un abbraccio subito ricambiato, poi allontanò la testa quel poco che bastò per incontrare nuovamente i suoi occhi.
« Grazie. Spero solo che Jack riesca a perdonarmi. »
Lui le diede un buffetto affettuoso su una guancia.
« Pronta per tornare di là? »
Madison annuì decisa, poi lo sguardo le cadde sul suo orologio da polso.
« Oh. Il concerto sarebbe già cominciato. »
« Sei proprio sicura di aver fatto la scelta giusta, non presentandoti? »
« Ho telefonato per disdire tutto quanto. »
Ashton emise un gemito di sorpresa. Gli dispiacque che Madison avvertisse ancora quel conflitto con lo
strumento e la sua famiglia, e si domandò se non potesse fare qualcosa per farle cambiare idea.
« Be’, almeno non lascerai una platea di invitati all’asciutto. »
« … E ho fissato per un nuovo concerto la settimana prossima. Io. »
Ashton rimase a bocca aperta, mentre le labbra di Madison si aprivano in un grande sorriso.
Il primo sincero della serata.
 
Molti degli invitati, oltre agli amici, rimasero ammaliati dalle fotografie esposte da Madison, in particolare da quelle nella categoria ‘Emozioni’. La ragazza ricordava ancora il consiglio che Ashton le aveva dato a suo tempo: quello di portare, per quella categoria, qualcosa che le facesse battere il cuore.
E così, esposte su quel muro, c’erano gigantografie di Ashton in ogni posa, dall’espressione più buffa da latin lover a quella più concentrata da poliziotto.
Dopo che si fu liberata dalle domande di ospiti curiosi, Madison raggiunse i suoi amici, intenti a chiacchierare con un flûte di spumante in mano. La accolsero tutti con un applauso affettuoso che, inevitabilmente, la fece arrossire.
« Ecco qua la nostra artista. Stai riscuotendo un bel successo, sai? »
Ashton le tirò una pacca giocosa sulla spalla, mentre gli altri ridacchiavano.
Non poteva immaginare una serata migliore: era a una mostra fotografica che la vedeva protagonista, in compagnia dei suoi amici e del suo ragazzo.
Mancava solo Jack, per renderla perfetta.
Posò lo sguardo su Alan e Nathan, di fronte a lei, quando un pensiero la travolse.
« Ah, come sta il tuo amico? Si è ripreso? »
« Per fortuna sta bene, sì. »
Nathan abbassò lo sguardo e divenne malinconico tutto d’un tratto.
« Non ne sembri particolarmente entusiasta. »
Il ragazzo si grattò un sopracciglio.
« Figurati, sono felice. È che ha ricevuto un’offerta di lavoro in Florida, a breve avrà il colloquio. Se dovessero assumerlo, non ci vedremmo più. Ci conoscevano da un paio d’anni, ormai. »
« Mi dispiace davvero. Vabbè, l’importante è che stia bene e che sia felice, no? »
Nathan annuì e sorrise, ma lei capì che, probabilmente, quella notizia era stata davvero inaspettata per lui.
All’improvviso, Ashton infilò la mano nella tasca dei pantaloni, dalla quale estrasse il cellulare.
« Scusate, una chiamata. Torno subito. »
Si allontanò e Madison lo seguì con lo sguardo. Ne osservò la silhouette, le movenze e i lineamenti del volto, così decisi e, al contempo, così dolci.
Poi, però, la sua espressione cambiò.
Divenne immobile, gli occhi fissi nel vuoto, le labbra serrate. Teneva ancora il telefono all’orecchio, ma non diceva niente. Non sembrava nemmeno ascoltare il suo interlocutore.
Madison capì che qualcosa non andava. Passarono diversi secondi, ma Ashton non dava alcun segno di reazione. Si congedò dai due ragazzi e si diresse a passo svelto verso di lui.
Non appena si avvicinò, Ashton riacquisì un contatto col mondo e riattaccò in fretta e furia, concedendo a malapena un saluto.
« Tutto bene? »
Ashton strinse i denti e incrociò lo sguardo della ragazza. Guardava i suoi occhi con la stessa fissità con cui aveva puntato il vuoto, poco prima.
Schiuse le labbra per dire qualcosa, ma la voce non uscì. Madison lo guardò senza capire.
« Che succede, Ash? Mi stai facendo preoccupare. »
Teneva ancora le labbra serrate, la fronte aggrottata. Poi sospirò e, finalmente, parlò.
« Era una chiamata dal carcere. »
Il suo pensiero volò verso il suo migliore amico. Il cuore mancò più di un battito e la sua preoccupazione crebbe a dismisura.
« È successo qualcosa a Jack? »
Madison si aggrappò al braccio dell’uomo davanti a lei e lo strinse talmente forte da far male, ma Ashton non le disse niente. Si limitò a mordicchiarsi le labbra, a guardare tutto fuorché lei, a cercare un appiglio per uscire da quella situazione.
« Madison… » Ashton emise un altro sospiro, stavolta più profondo. « Si è suicidato. »
Pietra.
Si sentì così.
Incapace di respirare, di muoversi, di pensare.
Le lacrime uscirono senza preavviso, potenti come un fiume in piena, pronte a sbaragliare ogni resistenza.
Ashton la avvolse in un abbraccio, mentre le braccia di lei erano ancora stese lungo il suo corpo. Si sentì vuota, come se le avessero strappato un pezzo della sua carne. Come se le avessero strappato via un pezzo del suo cuore.
Jack non c’era più.
Era morto.
Morto.
« Non è vero. Non è vero. Non è vero! »
Le lacrime ormai avevano scavato il loro percorso su quelle guance scarlatte, mentre Madison teneva i pugni stretti talmente forte che le unghie, ormai, si erano conficcate nella carne.
« Madison… »
Ashton le accarezzò la testa, nel tentativo di contenere i suoi sussulti.
Ma lei gridò il suo dolore con tutto il fiato che aveva in corpo, così come aveva fatto Jack, un mese prima, su quella spiaggia. E ripensò al suo sguardo, al suo ultimo sguardo, diretto verso di lei.
Uno sguardo che chiedeva perdono. Uno sguardo che chiedeva amore.
Un amore che lei, per motivi che in quel momento le apparvero futili, gli aveva negato.
Avrebbe voluto rivedere Jack, avrebbe voluto sentire il suo della sua voce e la dolcezza delle sue parole confortanti, mai come in quel momento.
Ma niente di tutto questo sarebbe più esistito.
Le sembrava di soffocare.
Ashton continuò a sussurrare il suo nome, mentre, con una mano, le carezzava la schiena. Passarono diversi minuti in cui lei non riuscì a trovare alcun tipo di conforto, in cui l’aria le mancava.
Jack le mancava.
Le immagini dei loro momenti insieme le invasero la mente, insieme alla crescente consapevolezza che non sarebbero più tornati. Lo stupore per il primo incontro con Alan, le risate al negozio di parrucche, il sostegno contro Loretta.
Effimero.
Era tutto effimero.
Perché niente e nessuno le avrebbe ridato il suo migliore amico e lei, in quel momento, non poteva fare altro che dannarsi e chiedersi il perché di quel gesto.
I suoi occhi si riaccesero per un attimo e guardarono Ashton, in cerca di risposte.
« Ha lasciato un biglietto, Madison. »
A quelle parole smise di singhiozzare, benché le lacrime non volessero arrestarsi. Le sembrò l’ultima speranza a cui aggrapparsi, come se quelle parole fossero testimonianza di vita, piuttosto che di morte.
Come se, per un momento, Jack fosse ancora lì con lei.
« Che cosa diceva? »
Fu poco più che un sussurro, spezzato dall’emozione. Ashton le passò un dito sulla guancia e le asciugò le lacrime, che ogni volta tornavano a sgorgare.
E poi, dopo un profondo respiro, le riportò le ultime parole che Jack aveva rivolto al mondo.
 
Volevo solo essere amato.
 
 



 
FINE
 

E così, dopo due lunghi anni, siamo arrivati alla fine. Terminare questa storia mi lascia una sensazione strana addosso, di gioia e malinconia allo stesso modo. Questi personaggi mi hanno accompagnato fino a oggi, sono stati parte di me per un bel po' di tempo e separarmene mi fa un effetto strano.
Ma passiamo, ora, ai dovuti ringraziamenti, sennò mi perdo in discorsi melodrammatici e vi faccio finire i fazzoletti.
Il primo "Grazie", senza ombra di dubbio, va alla mia beta Silvia. Era il maggio scorso quando ero lì lì per abbandonare questa storia, presa dallo sconforto: vedevo che c'erano dei difetti oggettivi, ma non riuscivo a capire quali. Ho dovuto contattare almeno sei, sette persone, prima di trovare quella che facesse al caso mio (e che non sparisse dopo una settimana).
Silvia, mi hai sempre aiutata con passione e dedizione e, soprattutto, costanza. Senza di te questa storia non avrebbe mai visto la parola "Fine" e probabilmente l'avrei cestinata con grande rammarico. Potrei riempire un'intera pagina di Word con centinaia di "Grazie" e penso che non sarebbe abbastanza! Quindi, come riconoscimento per il tuo encomiabile lavoro, ti offro un broccolo completamente d'oro e un appuntamento col Papa per farti proclamare Santa u.u È sufficiente? XD
Vabbè, scherzi a parte, un grosso grazie dal profondo del mio cuore! Ma sento che non sarà abbastanza :(
Un altro grazie va, sicuramente, a voi lettori. Con i vostri commenti mi avete davvero incoraggiata molto e mi avete fatto credere in questa storia, anche perché appassionare persone che non leggono né Originali né tantomeno Slash è stata una grande gratificazione per me.
Vi ringrazio tutti, quindi, per aver letto questa storia, che siate stati lettori silenziosi o meno.
Che dire? Siamo già arrivati in fondo a questo discorso d'addio.
Spero che questo epilogo vi sia piaciuto e che lo riteniate una degna conclusione per la storia. Forse a qualcuno dispiacerà, ma questa la vedevo come unica soluzione possibile :(
Sicuramente ho dimenticato di ringraziare qualcuno, sicuramente volevo dire un miliardo di altre cose, che mi verranno in mente non appena avrò pubblicato il capitolo - ovviamente.
Mi auguro di tornare presto con una nuova storia, ho già qualcosa che bolle in pentola ^^

Un gigantesco grazie a tutti e... a presto! :)
   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: holls