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Autore: albaTH    11/03/2014    11 recensioni
Fire. Una ragazza macabra, sola, che attende con ansia il termine della sua vita.
Qualcosa, o qualcuno, cambierà il suo destino; un incontro, un evento, un pensiero malsano.
"L'Essenziale è invisibile agli Occhi."
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Mi guardavo le punte dei piedi con fare molto interessato, la sigaretta stretta in mano che emetteva sbuffi grigi di fumo. La noia dipinta probabilmente sul viso, mi tormentavo le ciocche blu con poco interesse e disinvoltura. Mai nulla di nuovo, in città: come al solito, la monotonia e la solitudine mi attanagliavano le viscere, la gente intorno a me era fredda e di ghiaccio come al consueto, o almeno così la faceva apparire la mia costante sociofobia. Non so, di preciso, cosa ci facessi in giro a quell’ora tarda, tutta sola a fumarmi una cicca, ma di sicuro non dimenticai mai ciò che quella notte mi fece conoscere. Ma forse, è meglio iniziare tutto dall’inizio. Mi chiamo Fire. Il mio nome spesso incuriosisce la maggior parte della gente, e non ne capisco il perché. In fondo, è solo un nome come un altro. La mia vita, fino ai diciotto anni, l’ho trascorsa infelicemente nel piccolo paesino in cui sono nata e ho trascorso la mia infanzia. Consiglio di starci alla larga, a chiunque tenga alla propria salute; gli assassinii erano all’ordine del giorno, ma non so per quale malsano motivo, camminavo tranquillamente per le vie buie e deserte, deridendo l’idea che qualcuno potesse uccidermi: tanto meglio, mi dicevo, mettere fine alla mia inutile e insignificante vita. La Morte mi circondava sempre, come un’aura malefica e inquietante, che mi dava una sicurezza insana e tetra. La Morte, mi dicevo, mi abbracciava, mi sussurrava maligna all’orecchio che lei era la soluzione a tutto, e che era così facile, così semplice, abbandonarmi fra le sue braccia… Non capisco proprio cosa mi abbia fermata e cosa mi fermi tutt’ora dall’ascoltare le sue tentazioni e i suoi bisbiglii, so solo che la sua presenza era confortante, ma non per questo le ho mai prestato davvero ascolto. Era come un piano B, un piano di riserva, da utilizzare come ultima chance, prima che il mio sipario si chiudesse e l’opera quale è stata la mia miserabile vita finisse senza applausi.
E quella notte, nella strada buia, aspettavo solo te, ignoto e anonimo assassino, in modo che tu rubassi la mia vita e la disintegrassi, ma tu, non sei mai arrivato. Ti ho aspettato a lungo, sotto le stelle morte, sotto il cielo nero e spento, ogni fottuta notte ero lì ad attendere il tuo caldo abbraccio.
E un giorno, tutt’un tratto, senza preavviso alcuno, iniziai a termerti, a temere il tuo terribile e magnifico operato, quando sulla strada, avanti a me, comparve lui. All’inizio era null’altro che un punto lontano, che mi veniva incontro. Scocciata, feci per andarmene, affinché la mia sociofobia si mettesse a tacere; poi, poi ho incrociato il suo sguardo di ghiaccio. Uno sguardo albino, bianchissimo e opalescente, con un infinitesimale parte di pigmento azzurro, che mi ha fatto tremare nel buio. Mi ha fissato, scrutandomi l’Anima con quelle finestre bianche che recava in viso, e mi sono sentita denudata, priva di vestiti, di corazza; mi guardava come si guarda un dolce bruciato. Non riuscivo a muovere un solo muscolo, ero ancorata a quella parete, la sigaretta vincolata alla mano, la cenere sul punto di cadere, come se qualcuno avesse bloccato il tempo. E così, smisi di inseguirti, mio ipotetico assassino, perché in quel momento, in quel preciso istante, capii che la mia morte sarebbe giunta solo per mano del Ragazzo con gli Occhi di Cristallo. Da nessun altro.
Rimasi a rimirarlo mentre mi sfiorava passandomi accanto, non degnandomi più di uno sguardo. Il suo tocco mi percorse la spina dorsale di gelo, di ghiaccio bollente, finché lui si allontanava a passo della grande falcata e scompariva dietro un angolo. E guardandolo andare via, il sapore dell’amaro in bocca mi colpì forte, la cenere mi cadde improvvisa addosso imbrattandomi le scarpe. Ero già completamente, totalmente, sua. E di nuovo sola nell’oscurità. Mi sfiorai lentamente il fianco, lì dove lui mi aveva accidentalmente sfiorato, e tremavo incontrollatamente.
”Rilassati, Fire.” Odiavo parlarmi da sola, mi faceva sentire una psicopatica più di quanto già non fossi, ma mi infondeva sicurezza e calma. Nessuna persona, che non fosse immaginaria, mi aveva mai shoccato tanto solo a guardarla, a toccarla inavvertitamente.
“Beh, sì, di solito faccio questo effetto sulle ragazze.”
Sentii il mio corpo diventare di marmo. Aveva parlato una voce profonda e suadente, giovane e ferma. Lentamente, voltai il capo dietro di me ed ebbi il secondo enorme shock della serata.
Il Ragazzo con gli occhi di Cristallo mi fissava, una mano appoggiata al muro, un angolo della bocca carnosa volto verso l’alto in una sorta di sorriso di leggero scherno. Per qualche sconosciuta ragione, era tornato indietro.
Rimasi zitta, stupefatta, bloccata dal terrore puro che mi assaliva, quando dovevo parlare con qualcuno che non fosse me stessa.
“Vieni con me, Fire” disse finché si incamminava, tornando da dove era venuto.
Mi aveva ascoltato finché parlavo da sola. Mi sentivo una stupida.
Sapeva il mio nome. Mi sentivo leggera come l’aria.
Lo seguii sognante, volando a un metro da terra.



"L'universo trova spazio dentro me, ma il coraggio di vivere, quello, ancora non c'è."


Angolo dell' "autrice".

Il primo capitolo finisce qui. Se state leggendo questo vuol dire che siete sopravvissuti alla mia stupida storia. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, lasciate un recensione se vi va, mi farebbe piacere. Grazie dell'attenzione, fra pochi giorni posterò il capitolo successivo. Ciao a tutti.

  
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