Film > Le 5 Leggende
Segui la storia  |       
Autore: alice frost    11/03/2014    1 recensioni
E se Jack Frost avesse avuto una gemella? Se Pitch Black fosse tornato per avere la sua vendetta e avesse riportato in vita alcuni dei più pericolosi individui mai esistiti? Jack e la sua gemella Alice devono prepararsi ad affrontare una guerra che determinerà la vittoria del bene o del male nell'universo conosciuto.
[Dal primo capitolo]
Io e Jack ci guardammo e annuimmo, poi cominciammo a creare un po' di neve e farne delle palline, poi ci soffiammo sopra per ghiacciarle. Quando ne avemmo abbastanza presi la mira e ne tirai una addosso a Malfoy. Lo presi in piena faccia!
ps: questa è una multi crossover, ci ho messo di tutto, da harry potter agli avengers, spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sentivo delle voci intorno a me, sembravano preoccupate. Avvertii di essere distesa su di un materasso, probabilmente quello del mio letto. Riuscii a distinguere la voce di Jack e subito dopo quello di Anubi, e quella di Maggie, poi quella di Sadie. Lentamente aprii gli occhi, e vidi Anubi e Jack seduti accanto al letto su delle sedie, Maggie mi stava bagnando la fronte con un panno e Sadie mi stava fasciando la gamba destra.
-Ehi…- dissi con una voce roca. Tutti mi guardarono sorpresi, e Anubi mi guardò ancora più sorpreso
-Sei viva… sei sopravvissuta…- disse con un filo di voce
-Bhe, mi pare di sì, dato che vi sto parlando- dissi con un mezzo sorriso e facendogli l'occhiolino. A quel punto tutti urlarono di felicità e si abbracciarono.
-Ti credevamo morta, avevamo perso ogni speranza!- disse Jack
-E invece eccomi qua, viva e vegeta- dissi con un sorriso. Cercai di mettermi in piedi, ma di colpo un dolore lancinante al braccio destro e alla gamba destra mi costrinsero di nuovo a letto con un gemito. Mi guardai il braccio, e vidi che la vecchia ferita che Pitch mi aveva provocato mesi prima si era riaperta, e sulla gamba avevo una fasciatura intrisa di sangue mista a qualcosa di nero che non prometteva niente di buono.
-Che mi è successo alla gamba? Non ricordo di essere stata ferita- dissi
-Non te ne sei accorta, ma mentre combattevi sei stata sfiorata da una freccia scagliata da un guerriero incubo, che all'inizio ti ha fatto un taglio di poco valore. Ma quando sei poi svenuta dopo l'incantesimo, il taglio si è a poco a poco ingrandito e fatto più profondo, e si è colorato di un liquido nero che non abbiamo ancora identificato- mi disse Sadie con un volto preoccupato -ma non sembra aver fatto danni per ora, quindi possiamo stare tranquilli per il momento- continuò lei. Maggie e Jack mi aiutarono ad alzarmi e porsero delle stampelle. Poi, io zoppicando con le stampelle e gli altri camminando, ci dirigemmo alla Sala del Globo. Solo in quel momento mi chiesi per quanto ero stata incosciente.
-Ragazzi, ma per quanto ho dormito?- domandai
-Quasi un giorno intero, è la sera del 24 e North è ancora fuori a far le ultime consegne ma tornerà a momenti- mi disse Maggie. Entrammo nella Sala del Globo, dove gli altri Guardiani stavano chiacchierando insieme ai miei amici. Quando si voltarono verso di noi sgranarono gli occhi
-Alice!!- esclamò Chris, e corse verso di me abbracciandomi, seguito dagli altri
-Testa di elfo vuota, credevi fossi morta? Non mi conosci ancora bene allora!- gli dissi ridendo
-Sei una stupida! Potevi ucciderti!- disse lui abbracciandomi forte
-Sapevo perfettamente che le maledizioni di esilio causano solo una perdita di sensi. Dovresti saperlo anche tu- gli dissi. Sciolse l'abbraccio sorridendo e io ripresi le stampelle. Ci sedemmo tutti sui divani sotto le finestre, io poggiai la gamba fasciata su di un poggiapiedi e sgranocchiai dei biscotti appena sfornati da Roby. Ci mettemmo a parlare dei piani per il giorno dopo, dato che era Natale ci saremmo permessi una pausa tutti quanti per qualche giorno, e io e Jack avevamo in piano di passare la giornata nella Terra di Mezzo da nostro nonno Thorin e il resto dei familiari da parte di nani, e poi verso il tardo pomeriggio saremmo andati a Manhattan da un caro amico di Jack, Tony Stark, alias Iron Man, che stava organizzando una cena natalizia con gli Avengers più compagni e familiari. Poi saremmo rimasti da lui a dormire, e in seguito saremmo tornati al Palazzo, visto le mie condizioni. Mi dispiaceva rovinare il viaggio a Jack, ma lui mi disse di non preoccuparmi.
Poco dopo rientrò North, spiegammo anche a lui gli ultimi avvenimenti, poi ci coricammo.
Quella notte dormii male, sentivo che il liquido nero si stava piano piano propagando nel mio corpo, ma senza creare danni. Era davvero strano, se fosse stato veleno, sarei già in preda al dolore. Cercai di non farci caso, e mi costrinsi al sonno.
Il mattino dopo io e Jack ci svegliammo piuttosto presto per fare i bagagli, lasciammo un biglietto agli altro dove avvertivamo che eravamo usciti e chiedemmo a Manny di aprirci un portale per la Terra di Mezzo, destinazione: Montagna di Erebor. Jack aveva precedentemente avvertito il nonno del nostro arrivo, e quando apparimmo davanti alle porte le guardie ci lasciarono passare. Oltrepassato l'ingresso venimmo accolti da due nani giovani, che nel mondo terrestre avrebbero potuto avere sui trent'anni, che riconobbi come i nostri cugini di secondo grado Kili e Fili. Kili, il più giovane, aveva lunghi capelli marroni e la barba corta e gli occhi marroni, ed era poco più alto di me, il che era raro per un nano; Fili invece era biondo scuro, barba e capelli lunghi intrecciati, gli stessi occhi del fratello, ma era alto quanto me.
-Jack! Alice! Piacere di conoscervi!- disse Kili porgendoci la mano. Noi la stringemmo ricambiando il saluto, e lo stesso facemmo con Fili.
-Venite, Thorin vi sta aspettando- disse Fili con un sorriso che avrebbe steso milioni di ragazze. Devo ammettere che i miei due cugini non erano niente male, soprattutto Kili, ed ero pronta a scommettere che fossero entrambi fidanzati, se non sapessi già che solo Kili è fidanzato, con l'elfa silvana Tauriel. Mentre ci dirigevamo verso la Sala del Trono, Kili mi parlò
-Come mai hai le stampelle e la gamba fasciata?- mi chiese, curioso
-Oh, lunga storia. Sono stata colpita da una freccia, ma niente di che- dissi. Non volevo preoccuparlo il giorno di Natale. Lui lasciò cadere l'argomento e cominciammo a parlare del più e del meno insieme a Jack e Fili. Finalmente giungemmo alla Sala del Trono. Se non lo avessi saputo, a guardarlo così mio nonno Thorin non si sarebbe mai detto un Re. Vestiva un paio di pantaloni pesanti molto semplici, degli stivaloni imbottiti, un maglione nero pesante e una specie di lunga giaccia blu scuro con il pelo su tutti i margini; i capelli erano lunghi mossi e neri con delle striature bianche qua e là ed era alto quanto me e Jack. Quando si accorse della nostra presenza ci venne incontro sorridendo.
-Alice, Jack, che piacere vedervi!- ci disse, abbracciandoci. Era davvero bello incontrare uno dei tuoi parenti più stretti, e Thorin era quello più vicino rimasto per noi. Poi Thorin notò la mia fasciatura.
-Alice che ti sei fatta?- mi chiese un po' preoccupato
-Niente di che, solo un taglio da parte di una freccia- dissi. Lui si rilassò
-Bhe, che ne dite se facciamo un salto a far pranzo a casa Baggins, poi ci facciamo un giretto a Dale?- propose Kili
-Io ci sto- disse Fili. Accettammo tutti, e chiesi a Manny un portale per casa Baggins. Poco dopo eravamo davanti al cancello della casa dello Hobbit. Lo oltrepassammo e Thorin bussò alla porta. Ci venne ad aprire uno Hobbit giovane, sui 25 anni, capelli un poco lunghi marroni e occhi azzurri, alto come me e Jack.
-Thorin! Che piacere vederti!- disse lo Hobbit
-Frodo! Il piacere è tutto mio. C'è tuo nonno?- disse Thorin
-Sì è nel suo studio. Entrate!- ci accolse. Era un buco Hobbit davvero accogliente, con tante sale spaziose. Sentimmo dei passi e vidi venire verso di noi uno Hobbit anziano.
-Thorin! Kili! Fili! Che piacere rivedervi!- disse lo Hobbit, entusiasta
-Ciao Bilbo!- dissero Kili e Fili
-Salve Mastro Baggins- disse Thorin con un sorriso. Si abbracciarono, poi Bilbo si accorse di noi
-E voi siete…?- chiese
-Alice e Jack Frost. Siamo gemelli, e Thorin è nostro nonno- dissi con un sorriso. Lui sorrise e ci strinse la mano. Dopo un sostanzioso pranzo e scambi di auguri tornammo vicino a Erebor, nella cittadina di Dale. La gamba aveva cominciato a fare male, ma non dicevo niente. Thorin dovette tornare a Erebor, quindi lo salutammo. Poi io, Jack, Kili e Fili andammo da Bard, il Re di Dale. Era un signore davvero simpatico, ormai un po' anziano ma sempre vivace. Era lui che aveva ucciso il drago Smaug con l'ultima freccia nera. Dopo di che noi quattro passeggiammo per Dale, osservando le case e le persone tutte molto cordiali. Non lo davo a vedere, ma stavo sempre più male. Finché non resistetti più e collassai
-Non mi sento…- dissi e non riuscii più a reggermi in piedi. Kili mi afferrò in tempo
-Alice!- esclamò Kili. Mi mise una mano sulla fronte
-Alice scotti, hai la febbre alta! Alice com'era quella freccia??- disse Kili al colmo della preoccupazione. Io non riuscivo a parlare, così parlò Jack per me
-Lunga e nera- disse. Kili sgranò gli occhi
-Una Lingua Nera! È una freccia avvelenata! Presto, dobbiamo portarla da Tauriel, è l'unica che può curarla!- disse Fili
-Fili recupera tre cavalli, io cerco di sistemarle la fasciatura meglio che posso!- disse Kili. Fili corse via e Kili cominciò ad armeggiare con la mia benda. Jack era visibilmente agitato
-Sopravviverà?- chiese a Kili
-Se riusciamo a portarla da Tauriel in tempo, sì. Lo so per esperienza personale- rispose lui. Fece un nodo stretto alla benda ormai sporca, e in quel momento arrivò Fili con tre cavalli. Kili saltò in groppa al cavallo e mi prese tra sue le braccia, poi quando anche Jack e Fili furono in groppa ai loro cavalli, partimmo al galoppo. Manny fece apparire il portale appena fuori le mura di Dale e lo oltrepassammo veloci, per ritrovarci davanti ad un ponte che portava all’entrata del palazzo del Re degli Efli Silvani. Kili scese velocemente da cavallo con me in braccio, seguito dagli altri due. Cominciavo a vederci sfocato e a rantolare dal dolore. Le guardie vedendo Kili aprirono le porte facendoli passare. Subito si imbatterono in Legolas, il figlio del Re.
-Kili, che succede? Chi è lei?- disse preoccupato indicandomi
-È mia cugina Alice, e sta male. Lingua Nera- disse Kili ansimando
-Hai detto tutto, chiamo Tauriel! Voi intanto portatela in infermeria e disinfettatele la ferita!- disse Legolas correndo via. Kili, Fili e Jack corsero in infermeria e mi poggiarono su una brandina. Ero pallida e non riuscivo a distinguere i volti dei ragazzi. Le porte si spalancarono ed entrarono di corsa Legolas e un’elfa dai capelli rossi, Tauriel, ma non ne distinsi i particolari. Aveva in mano delle erbe. Si chinò sulla mia gamba e tolse i resti di benda. Non ebbe bisogno di alzarmi il bordo dei pantaloni, dato che erano strappati sul fondo. Poggiò le erbe sulla mia ferita e cominciò a pronunciare la formula di guarigione. Io rantolai dal dolore e Jack mi prese per mano, e io strinsi la sua. Ero in preda ad un dolore lancinante, ma ad un certo punto smesse, non sentii più nulla. Cominciai a recuperare la vista, e vidi i volti preoccupati di Kili, Fili, Jack, Legolas e Tauriel. Le sarò eternamente grata. I due elfi e Fili uscirono dalla stanza, lasciando Jack e Kili con me. Lentamente stavo recuperando le forze. Sentii Jack che usciva per andare a ringraziare Tauriel. Mi voltai verso Kili
-Mi dispiace... avrei dovuto dirtelo prima...- dissi con un filo di voce
-Non importa, quel che conta è che adesso stai bene- disse con dolcezza
-Ma vi ho rovinato la giornata...- insistetti. Mi sentivo in colpa.
-Ehi, adesso stai calma. È tutto finito, è come se non fosse successo- mi rassicurò lui. Rimanemmo un attimo in silenzio, poi Kili parlò
-Sai, successe anche a me, al tempo in cui Thorin insieme ad altri noi nani si diresse verso Erebor per riconquistarla. Ero stato colpito da una Lingua Nera alla gamba, e cominciai a stare malissimo, così quando dovemmo partire dalla Città del Lago, Thorin disse che non dovevo seguirli e di riposarmi. Fili e altri due della compagnia rimasero con me alla casa di Bard cercando di curarmi, ma venimmo attaccati dagli orchi. Ho rischiato di morire ucciso, ma sono sopraggiunti Tauriel e Legolas, mettendoli in fuga. Legolas seguì gli orchi, mentre Tauriel rimase a curarmi, salvandomi la vita. Le devo tutto-
Ascoltai assorta il suo racconto. Tauriel aveva salvato la vita di mio cugino e poi la mia. Che gran donna.
-È davvero una bella ragazza e ha un animo coraggioso, ti merita e tu meriti lei. È il tuo Zing, vero?- gli dissi
-Sì. La prima volta che mi ha salvato la vita stavo combattendo contro un ragno gigante e quando incrociai il suo sguardo rimasi incantato, e lei pure, e ci fu un lampo viola nel nostro sguardo, ma durò solo un attimo. È stato bellissimo, non so come spiegartelo- mi rispose
-Non preoccuparti, l’ho provato anch’io di recente- dissi con un sorriso, pensando ad Anubi. Kili mi sorrise. In quel momento entrò Tauriel con una tazza fumante e me la porse sorridendo
-Tieni, è cioccolata, ti rimetterà in forze- mi disse. Mi tirai a sedere e bevvi un sorso. Era squisita.
-È buonissima, l’hai fatta tu?- chiesi a Tauriel
-Con l’aiuto di tuo fratello e di Legolas, io non è che sia così brava- disse lei
-Stai scherzando? È deliziosa!- dissi io. Lei sorrise compiaciuta e si sedette accanto a Kili. Poco dopo rientrarono anche Jack, Fili e Legolas, che mi chiesero se stavo meglio. Legolas mi prestava particolari attenzioni, così lanciai uno sguardo interrogativo a Tauriel mentre Legolas era distratto a parlare con Fili. Così Tauriel prese di nuovo in mano la situazione
-Alice, che ne dici se andiamo a farci un giro per le ale del castello? Vedo che stai visibilmente meglio. Così magari ci facciamo una chiacchierata da donna a donna- disse lei, poi senza farsi vedere sussurrò qualcosa all’orecchio di Kili, che subito mi spronò ad andare
-Volentieri- dissi con un sorriso. Kili guardò eloquente Jack e Fili, che compresero al volo la situazione. Kili mi aiutò ad alzarmi e io feci comparire il mio bastone ricurvo per reggermi meglio in piedi
-Possiamo andare- dissi, e insieme a Tauriel uscii dall’infermeria, sentendomi lo sguardo di Legolas addosso. Quando fummo abbastanza lontane Tauriel parlò
-Hai già avuto il tuo Zing, Alice?- mi chiese, mentre rallentammo il passo
-Sì, di recente- dissi con un mezzo sorriso. Anche Tauriel sorrise
-E chi è il fortunato?- mi chiese
-Si chiama Anubi, è il dio della morte e dei funerali nella cultura egizia sulla Terra- dissi
-Ah però! Te lo sei scelto bene- disse facendomi l’occhiolino. Ridemmo entrambe.
-Farei meglio a dirlo a Legolas, mi sa che ti ha piantato gli occhi addosso- continuò lei
-Era quello che sospettavo. Mi sa che glielo staranno dicendo i ragazzi- dissi sospirando. Non volevo farlo soffrire, lo conoscevo a malapena e sembrava un bravo ragazzo. Parlai a Jack con la mente: “Come va lì da voi?” chiesi “Kili glielo sta dicendo” mi rispose Jack. Lo dissi a Tauriel, poi dopo qualche attimo sentii di nuovo la voce di Jack “Non sembra averla presa male per fortuna, ma mi sa che si è depresso. Faresti meglio a parlargli tu” mi disse. Comunicai a Tauriel, e insieme tornammo di nuovo all’infermeria, dove mi lasciarono sola con l’elfo. Aveva un espressione triste.
-Non avrò mai il mio Zing...- disse a mezza voce
-Questo non è vero. Era la stessa cosa che pensavo io, e invece di recente l’ho avuto con una persona fantastica. Sono più che certa che lo avrai anche tu- gli dissi. Lui alzò lo sguardo e mi fissò con quei suoi occhi azzurrissimi pieni di tristezza ma anche di speranza, e mi fece pena
-Ne sei davvero sicura?- mi chiese. Io gli poggiai le mani sulle spalle
-Sicura- gli dissi. Finalmente sorrise. Si alzò in piedi dalla sedia e mi abbracciò, e io ricambiai. Era più alto di me, ma abbracciava bene. Sciolsi l’abbraccio e in quel momento entrò Tauriel con gli altri e una guardia subito dopo.
-Cosa c’è Itar?- chiese Legolas
-Tuo padre desidera salutare i nani e i due forestieri- disse guardando me e Jack
-Sono dei parenti dei nani, e amici miei e di Tauriel. Dì a mio padre che faccia una cosa veloce, la ragazza non è in piena forma- disse lui. La guardia uscì e noi la seguimmo poco dopo. Legolas si piegò verso di me mentre entravamo nella sala del trono e mi sussurrò all’orecchio
-E scusalo se qualche volta è irritante-


Quando fummo abbastanza lontani dalla Sala del Trono esclamai
-Irritante? IRRITANTE?! È LA PERSONA PIÙ INSOPPORTABILE CHE IO ABBIA MAI CONOSCIUTO!!!-
Legolas arrossì imbarazzato
-"Re Thranduil il Magnifico", ma dico! Non sei mica il Re del Mondo!- continuai inviperita
-Senza offesa su di te Legolas, tu sei completamente il contrario di tuo padre, ma giuro che non avrò mai più a che fare con lui!!- esclamò Jack, anche lui visibilmente fuori dai gangheri. Intanto io continuavo a dirne di tutti i colori. Mi ci era voluto un autocontrollo assurdo per non trasformare il benamato Re Thranduil in una benamata statua di ghiaccio. Dopo un po' che imprecavo gli altri scoppiarono a ridere e mi unii alle loro risate. Jack chiese l'ora a Fili e scoprimmo che ci eravamo trattenuti un po' troppo alla corte degli elfi, dato che erano le 6 di sera. Jack fece comparire i nostri due bagagli e salutammo tutti. Abbracciai con particolare forza Kili, mi ero affezionata a lui anche se lo conoscevo da poco, e mi sarebbe mancato, e faceva male pensare che la prossima volta che l'avrei visto sarebbe stato sul campo di battaglia a Narnia.
-Mi mancherai Kili- gli dissi mentre lo abbracciavo
-Mancherai anche a me Alice- mi disse lui. Poi uscimmo sul ponte dalla porta principale, Manny fece comparire un portale e noi lo oltrepassammo ritrovandoci a Manhattan, ai piedi della Stark Tower
-Bhe, eccoci qua- disse Jack -Ti avverto, Tony è un campione in ironia, sarcasmo e battutine-
-Bene, la cosa si fa interessante- dissi con un mezzo sorriso. Anche io se volevo ci andavo giù pesante, ma solo se necessario. Entrammo al piano terra e Jack chiamò l'ascensore. Dopo un paio di minuti fummo in cima e l'ascensore si aprì. Ci accolse una donna poco più alta di me, bionda e tutta sorridente
-Jack! Che piacere vederti!- disse la donna
-Ciao Pepper!- disse Jack abbracciandola -Lei è la mia gemella Alice- continuò, presentandomi
-Alice, piacere di conoscerti- disse lei porgendomi la mano
-Il piacere è tutto mio- dissi sorridendo
-Siamo i primi?- chiese Jack
-Sì, ma tra poco arriveranno- disse Pepper, mentre ci accompagnava in salotto. Ci disse di lasciarle i bagagli e che a momenti sarebbe arrivato Tony. Io e Jack ci accomodammo sul divano e io appoggiai la gamba in convalescenza su di un puf
-Come va con il braccio?- chiese Jack
-Nessun problema, si è rimarginato senza far danni- dissi sorridendo. Jack sorrise a sua volta e si alzò dal divano andando alla grande vetrata che dava su Manhattan. Poi sentimmo dei passi arrivare dall'ascensore e qualcuno ci parlò
-Da quella bella vetrata sono entrati schiantandosi sul pavimento i nostri cari amici Hulk e Loki, ti conviene toglierti da lì Jack, nel caso abbiano intenzione di rifarlo stasera-
Jack si voltò e sorrise
-Vedo che non hai perso le tue abilità Tony- disse andando incontro all'uomo che aveva parlato
-Ciao Jack- disse l'uomo abbracciando amichevolmente Jack
-Ciao Tony- disse lui ricambiando. Poi Tony mi vide
-Vedo che hai compagnia- disse Tony guardandomi. Io acchiappai il mio bastone e mi alzai dirigendomi verso Tony
-Piacere, sono la sorella gemella di Jack- dissi porgendogli la mano sorridendo. Tony la strinse ricambiando il sorriso
-Il piacere è tutto mio signorina- disse lui. Jack lo prese un attimo in disparte e gli sussurrò una cosa che anche io udii chiaramente
-Con le battutine e tutto il resto devi andarci piano con lei, è piuttosto suscettibile, ma sa rispondere a modo se vuole. Ma oggi non è particolarmente in forma, e se non vuoi ritrovarti trasformato in una statua di ghiaccio per l'eternità per favore regolati, abbiamo già rischiato di ritrovarci con Re degli Elfi in meno oggi- disse, sapendo che lo avevo sentito. Sorrisi compiaciuta e tornai a sedermi sul divano. Poco dopo cominciarono ad arrivare tutti gli altri Avengers e compagnia. Per primi arrivarono Natasha Romanoff, alias Vedova Nera, e Occhio di Falco, poi arrivò Steve Rogers, alias Capitan America, che si scusò per l'assenza del Dottor Branner
-Non è riuscito a venire, e poi lo sai che Loki gli fa partire i nervi, anche se è cambiato in meglio-
Poi arrivarono Thor, Jane Foster e il figlio Jack, che subito si unì a me e Jack, dato che era un vecchio amico, e infine arrivarono Loki, Sigyn e la figlia Meg. Meg era una tra le mie migliori amiche, e quando arrivò cominciammo subito a scherzare insieme, con grande sorpresa di Loki. Non avevo mai avuto l'occasione di conoscerlo, ma lo avevo sempre ammirato, anche se all'inizio aveva fatto parte dei cattivi. Ovviamente quello che aveva combinato con i Chitauri non era assolutamente perdonabile, ma poi Sigyn era riuscita a cambiarlo in meglio, ma lasciandogli sempre un po' di quel vecchio carattere scontroso. Meg mi presentò a Loki
-Pa', lei è Alice Frost, Regina delle Nevi, Guardiana dell'Inverno eccetera eccetera- disse Meg facendomi l'occhiolino. Loki mi porse la mano con un mezzo sorriso
-Piacere di conoscerti Alice- disse lui
-Il piacere è tutto mio- dissi sorridendo e ricambiando la stretta. Lui rimase sorpreso dal mio comportamento, probabilmente si aspettava un saluto un po' più freddo, come a ricordargli del suo brutto passato.
Gli adulti si accomodarono sui divani a chiacchierare, mentre Pepper, Sigyn, Jane e Natasha preparavano la cena. Noi ragazzi ci mettemmo a parlare degli ultimi avvenimenti e facemmo loro la proposta di aiuto per la battaglia, che accettarono volentieri. Poco dopo era tutto pronto e ci accingemmo a mangiare. Devo ammettere che Loki era davvero una gran bella persona, e non solo fisicamente. Mi metteva a mio agio, anche se qualche volta con gli altri era un po' duro, ma con me parlava tranquillo e sempre sorridendo, e sinceramente, quello di Loki era uno dei sorrisi più belli che avessi mai visto. Sigyn era davvero fortunata a vivere al fianco di uomo come lui. Dopo cena, Pepper e Sigyn cominciarono a lavare i piatti mentre Jane e Natasha sparecchiavano. I maschi andarono a sedersi sui divani a chiacchierare. Noi ragazzi decidemmo di andare a fare una veloce passeggiata a Central Park. Avvertimmo gli altri, e Sigyn ci raccomandò di tenere gli occhi aperti visto che ormai era piuttosto tardi. A quel punto Tony fece una battutaccia
-Non preoccuparti Sigyn, i due Frost non sono giovani quanto sembrano-
I maschi cercarono di trattenere le risate, quando io risposi a dovere
-Infatti, con i nostri 300 e passa anni, di sicuro abbiamo più esperienza di te, Stark-
Tutti scoppiarono a ridere e Tony rimase con un palmo di naso.
-La ragazza ha stile!- sentii dire a Loki
-Mi sa che ti sei trovato una degna rivale!- disse Thor. Io sorrisi soddisfatta ed entrammo nell'ascensore. Ma mi bloccai di colpo, e tornai indietro
-Alice? C'è qualcosa che non va?- chiese Meg. Io mi guardai attorno, concentrandomi al massimo. Sentivo la presenza degli incubi
-Sono qui- dissi a Jack. Lui comprese e sfoderammo i bastoni. Gli Avengers compresero che c'era qualcosa che non andava e si alzarono i piedi, all'erta. Meg tirò fuori arco e frecce e l'altro Jack sfoderò la sua spada. Poi ad un tratto qualcosa sfondò la vetrata di Stark ed entrarono una decina di guerrieri incubo, capitanati niente meno che dalla Strega Bianca. Lei sorrise malvagia
-Bene bene, ci rincontriamo, Alice Frost, che piacere- disse tagliente
-Il piacere non è ricambiato- sbottai. Non ne potevo più, era troppo per un giorno solo, prima il veleno della Lingua Nera, ora pure la Strega Bianca! Adesso ci manca solo che arrivi Voldemort con i suoi seguaci e siamo a posto. La Strega fece un cenno e i guerrieri partirono all'attacco. Tony si mise l'armatura, Loki e Thor si fecero apparire addosso le loro, Steve chiamò il suo scudo, Natasha e Barton sfoderarono i fucili e noi altri ci lanciammo all'attacco. Io lanciavo globi da ogni parte, ghiacciando le spade dei guerrieri. Lottavo quasi disperata, guidata dalla rabbia, perché ci doveva essere sempre qualcuno che rovinava le giornate che cercavo di vivere bene. Poi ad un tratto, sentii un dolore lancinante al braccio sinistro. Mi voltai a vedere, e vidi che il mio braccio era stato mozzato fino a poco sopra il gomito. Sopra di me, la Strega Bianca sorrideva trionfante, con una spada che grondava di sangue blu, il mio sangue. Mi sentii svenire, continuavo a perdere sangue dal braccio monco. Caddi in ginocchio. In quel momento il mio gemello si voltò e mi vide, e lanciò un urlo disperato. Lanciò un globo molto potente contro le Strega, e la prese in pieno, facendole perdere i sensi. Lo guardai dolorante, e si chinò su di me. Poi vidi tutto nero e persi i sensi.

N.d.a.
Sì, sono ancora viva se ve lo stavate chiedendo! Scusatemi tanto se non ho pubblicato subito, ma ho un sacco di problemi con la scuola e internet non andava. Coooomunque, ci stiamo avvicinando sempre di più alla battaglia, e gli alleati di Pitch attaccano inaspettatamente, e purtroppo Alice ci ha rimesso un braccio. Come avete visto, adesso fanno parte della vicenda gli abitanti della Terra di Mezzo e i nostri cari Vendicatori insieme a Loki! L'ho immaginato con un po' più di senno, e, come abbiamo visto, ha una figlia di nome Meg, inventata da me, e anche Thor ha un figlio, di nome Jack, anch'esso inventato da me :) spero vivamente che continuerete a leggere la mia storia, perchè ormai siamo agli sgoccioli, ci saranno credo ancora un paio di capitoli abbastanza calmi, poi i nostri amici andranno a Narnia per affrontare definitivamente Pitch! Ci vediamo all'ottavo capitolo! E chissà, magari avremo una new entry, vi dice niente "Police Public Call Box"? ;)
-a.f.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Le 5 Leggende / Vai alla pagina dell'autore: alice frost