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Autore: MagikaMemy    29/06/2008    6 recensioni
E' arrivato il momento di dirsi addio. Il momento di capire che niente, per Sora e gli altri, tornerà ad essere come prima.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell’autrice:

Ciao a tutti! E’ da parecchio che non inizio una nuova storia a capitoli, anche perché ero totalmente presa da ‘New Kingdom Heroes’…fanfiction che attualmente non ho molta voglia di continuare XD Oh, ma la finirò, credetemi, solo che per il momento non ho in programma nessun nuovo capitolo.

Ok, ora spiego brevemente come mi è venuta in mente questa storia: prima di tutto perché avevo voglia di scrivere qualcosa di estivo e pieno di energia; poi perché stavo facendo i piatti e, visto che avevo esaurito il mio repertorio di canzoncine da cantare in queste situazioni (lavaggio dei piatti, passaggio della scopa, pulizia con lo straccio del salotto etc etc) mi sono messa a pensare a una bella storia nuova e divertente, e mi è venuta in mente questa roba.

Spero vi piacerà, comunque non penso sarà molto lunga, dipende se avrà successo o meno.

Come al solito, vi invito a recensire o a lasciarmi una critica, almeno saprò se è il caso di continuarla.

Grazie a tutti dell’attenzione, buona lettura e buon divertimento con ‘Summer time’!

p.s. Questo primo capitolo è lunghissimo, ma non penso saranno tutti così, tranquilli ^___-

NOTA: ringrazio l’autrice CaskaLangley per avermi fatto notare alcuni errori riguardanti Tokyo e la moda giapponese. Mi spiace, non era mia intenzione offenderti, avrei dovuto informarmi meglio prima di scrivere di Gals e Gotich Lolita e di Ikebukuro. Spero di aver chiarito la situazione. Ciao ciao

SUMMER TIME!

Capitolo 1: Grandi notizie, prospettive interessanti e la Chocolate Dance

Sora svoltò a sinistra, correndo, e oltretutto rischiando di inciampare sul pavimento bianco del corridoio.

Ma porca miseria, perché la sua aula doveva essere proprio l’ultima dell’ultimo corridoio dell’ultimo piano?

Sperava vivamente che il prossimo anno gli avrebbero assegnato una classe migliore.

E poi certo, sperava anche che i compagni rimanessero gli stessi, o che almeno restasse con Roxas e Kairi.

La sua bellissima, perfetta, stupenda, ma irraggiungibile Kairi.

Sbuffò, tenendo il cellulare stretto in mano.

Perché, perché lei aveva una cotta per Riku da qualcosa come cento anni?

Cos’aveva Riku più di lui?

Non che avesse qualcosa contro di lui, intendiamoci: Riku, insieme a Roxas, era il suo migliore amico dai tempi delle medie.

Ma nono sopportava l’idea che tutte le ragazze della scuola, compresa ovviamente Kairi, trovassero difficile resistere al suo fascino.

Oh, ma quell’estate sarebbe stato diverso.

Quell’estate, finalmente, avrebbe dichiarato i suoi sentimenti a Kairi.

Le avrebbe detto tutto quello che sentiva, e lei…bè, lei probabilmente o l’avrebbe mandato a quel paese oppure si sarebbe suicidata, sconvolta dalla rivelazione di quello che credeva essere il suo più grande amico.

Finalmente raggiunse la sua classe.

Da fuori si sentiva tutto il baccano che Roxas e gli altri stavano facendo.

Bè, era l’ultimo giorno di scuola, il migliore per darsi alla pazza gioia.

Quando entrò, Sora vide Roxas e Kairi al centro di un cerchio creato dagli altri compagni.

Entrambi ballavano a ritmo della musica che Wakka aveva messo in sottofondo.

Kairi sapeva la canzone a memoria, e sussurrava le parole, concentrandosi sui movimenti delle braccia che lei e Roxas facevano in simbiosi.

Oh, no!

Tutto, ma la Chocolate Dance no!

Sora si fece largo tra i suoi compagni, posizionandosi in prima fila.

Trovò Naminè e nella confusione, la prese per un braccio.

“Nami! Nami! Ho una notizia bomba!”

“Cosa?” le urlò Naminè, che non riusciva a sentire a causa della musica.

“Devo dirvi una cosa! A te e agli altri!”gridò lui, in risposta.

Naminè lo guardava.

Ok, non aveva capito niente, ma era comprensibile, in mezzo a quel casino.

Proprio in quel momento Wakka, che era l’addetto allo stereo, spense la musica per cambiare cd.

Sora guardò Kairi e Roxas, che si allontanavano dal cerchio.

Cercò di avvicinarsi, mentre Tidus e Yuna si affrettavano a prendere il posto dei suoi due amici e gli altri ragazzi e ragazze gridavano impazziti, in preda all’euforia dell’ultima ora di scuola.

“Kairi! Rox! Ma che cavolo avete combinato?” chiese quando li ebbe raggiunti., sconvolto.

Kairi si mise a ridere.

“Eddai, So, la tua danza è piaciuta a tutti! Non è vero Rox?”

“Puoi dirlo forte, cuginetta. Ha lasciato tutti a bocca aperta” rispose Roxas, scuotendo i capelli biondi, un grande sorriso che gli illuminava il viso.

Sora era terrorizzato da quei due, a volta.

Insieme erano seriamente pericolosi.

A prima vista era impossibile pensare che fossero cugini, ma in momenti come quello era facilmente comprensibile che avessero gli stessi geni.

“Sapete benissimo che quello stupido ballo l’ho inventato per la figlia dei signori Tendugii! Quella specie di strega non si addormentava, se non gliela facevoquando i suoi non c’erano! Fare da baysitter a quella specie di mostro è peggio che prendersi cura di un macaco in una stanza frigorifera con la luce spenta!”

“Bè, è risultata utile!” esclamò Kairi, entusiasta.

Roxas gli fece l’occhilino, divertito.

“Tranquillo, abbiamo sottolineato che era di tua invenzione. Non mi stupirei se, all’uscita, ti chiedessero l’autografo.”

“Vi odio.” Disse Sora con sincerità.

Kairi stava per rispondergli, ma il suono della campanella la interruppe, e l’unica cosa che sentirono tutti e tre fu l’urlo liberatorio degli studenti.

Sora sorrise, tappandosi le orecchie con le mani.

Era finita, finalmente.

Da ora era ufficialmente in vacanza.

Non vedeva l’ora di godersi l’estate.

La sua estate.

**

Il pomeriggio, Sora andò, come sempre, a Shibuya, verso la statuta di Hachiko.

Era lì che, ogni giorno, dopo le cinque, lui e gli altri si incontravano per passare un po’ di tempo insieme.

Quando arrivò, ancora col fiatone per la corsa fatta affinché prendesse la metropolitana in tempo,erano già tutti lì: Riku, Roxas, Naminè, Selphie, Tidus, Wakka, Yuna, Rikku, Paine, Wakka e, ovviamente, Kairi.

Sora, non appena riuscì a intravederla da lontano, ebbe un tuffo al cuore.

Eccola là, appoggiata alla statua, l’aria fresca del tardo pomeriggio che le accarezzava il viso e le scompigliava leggermente i capelli scuri e splendenti, dello stesso colore delle more in estate.

Dio, come poteva essere così…terribilmente perfetta??

Scosse la testa e corse verso di loro.

Riku, che era intento a leggere uno dei suoi ‘preziosissimi’ libri, alzò lo sguardo e sorrise beffardo.

“Chi non muore si rivede, So.”

Sora, riprendendo fiato, lo mandò a quel paese.

Rikku lo osservò, preoccupata: “Sora, siediti un attimo, riprendi fiato.” Propose, affabile.

Sora gli fece l’occhiolino.

“Tranquilla, Ri-chan, sto bene.”

“Allora, Sora “ cominciò Paine, con la sua solita impazienza, la voce un po’ tetra “ cos’è questa grande notizia che dovevi darci?”

Sora sorrise raggiante, come se non vedesse l’ora che qualcuno glielo chiedesse.

Si mise in una posa assurda, degna del miglior anime demenziale in circolazione, e gridò con tutto il fiato che gli era rimasto: “HO TROVATO LAVOOOOOORO!”

Silenzio.

Kairi inarcò un sopracciglio.

“E questa sarebbe una grande notizia perché…?”

Sora, che evidentemente si aspettava una simile reazione, si grattò la punta del naso, euforico.

“Perché, con le mie incredibili capacità orali, e mettendo a frutto la mia ineguagliabile conoscenza della psicologia, ho convinto il mio datore di lavoro ad assumere anche voi!”

Gridò l’ultima parola più forte che potè, sicuramente per esaltarne l’effetto.

Che, però, fu molto deludente, visto che Riku si tolse gli occhiali che usava per leggere con tono scocciato e lo guardò come fosse impazzito.

“Cosa ti è saltato in mente?? Guarda che nessuno ti aveva chiesto una cosadel genere!”

Sora sussultò.

Non aveva assolutamente previsto una reazione simile!
Che razza di ingratitudine!

“Ehi, dico, abbiamo passato tutto l’inverno a lamentarci perché non avevamo un soldo! Ho cercato per mesi un lavoro, e quando mi hanno chiamato mi è sembrata un’occasione da non perdere…”

Riku stava per ribattere, ma Roxas gli mise un braccio davanti.

“Dài, Riku, ora calmati. E tu, So” Sora lo guardò, con un’espressione simile a quella di un cagnolino a cui il padrone ha appena schiacciato la coda per gioco “perché non ci hai chiesto niente di questa storia? Voglio dire, noi siamo in dodici, non sarà facile disdire prima ancora di esserci presentati!”

“Cosa?! Volete licenziarvi?? Ma come? IO l’ho fatto perché sapevo che voi tutti avevate bisogno di soldi!”

“E questo è vero, Sora” disse Naminè, paziente “ma è anche vero che qui si parla di lavoro. Non è uno scherzo. E inoltre, nessuno di noi aveva preso seriamente in considerazione l’idea di mettersi a lavorare. Non quest’estate, almeno.”

Yuffie fece un cenno di assenso con il capo, agitando lo strano caschetto tinto con ciocche arancioni.

Kairi sembrava pensierosa, poi si alzò e andò al fianco di Sora.

“Bè, ragazzi, dài…in fondo potrebbe essere divertente!” esclamò, positiva.

Sora la guardava, senza parole.

Dio…possibile che lo appoggiasse anche in queste cavolate?!

Non avrebbe osato chiedere di più, in una persona.

Lui non si meritava una come lei, sul serio.

“Cosa?! Ka-chan, starai scherzando, spero!” pregò Wakka, seriamente confuso.

Kairi si mise a ridere: “Oh, dààài, che un po’ di lavoro non ha mai fatto male a nessuno! Riku, tu non hai bisogno di soldi, per l’università? Durante l’anno dovrai concentrarti solo sullo studio per superare gli esami, non penso avrai tempo di lavorare…”

Riku sbuffò.

Ok, forse aveva ragione.

Con aria infelice, mise gli occhiali in tasca e, acchiappando il libro, raggiunse Kairi e Sora davanti agli altri senza dire una parola.

Kairi rivolse uno sguardo d’incitamento a Roxas e Naminè, che si guardarono.

“Cosa vuoi fare?” chiese Roxas, titubante.

Naminè arrossì, e si guardò i piedi, intimidita.

“Bè…a dire il vero, ora che ci penso…il materiale per la pittura è diventato davvero costoso…”

Roxas si girò verso Kairi e le fece l’occhiolino.

“D’accordo, cuginetta.” Prese Naminè per un braccio e la portò accanto a Riku “Veniamo anche noi.”

Kairi lo osservò, scettico: “Da quando hai bisogno di soldi, tu? Lo zio è fin troppo generoso, con te!”

Roxas sghignazzò, con un’aria un po’ preoccupante.

“Oh, ma non posso certo lasciare sola la mia cuginetta, no?”

Kairi alzò gli occhi al cielo.

Bene, ci mancava solo un Roxas nella fase iper-protettiva.

Grandioso.

Un ottimo modo per iniziare le vacanze.

Yuffie emise una leggera risata, divertita dalla faccia di Sora, che sembrava essere in paradiso, ad avere tutto quell’appoggio.

Però, era davvero carino.

“D’accordo, ci sono anch’io.” Si alzò e prese per mano Rikku e Paine “Ragazze, voi venite vero?”

Paine sembrava parecchio combattuta, ma Rikku era tutta emozionata come una bambina che sta per andare al parco divertimenti.

“Bè, Yucchan, noi gals abbiamo bisogno di soldi per comprare i vestiti migliori, no?!” E, con un gesto rapidissimo, lei e Yuffie acchiapparono Paine per le braccia.

La ragazza, senza essere minimamente scossa, si fece portare tranquilla dagli altri.

Yuffie e Rikku si scambiarono un’occhiata d’intesa e, all’improvviso, lasciarono la presa.

Paine cadde per terra con un tonfo, mentre gli altri assistevano alla scena, divertiti.

Inizialmente sembrava che stesse per infuriarsi, come suo solito, ma poi scoppiò in una delle sue rare, rarissime risate.

“E va bene, e va bene, Anche noi gotich lolita abbiamo un cuore. E poi non voglio restare da sola mentre voi ve la spassate tutti quanti insieme.”

Sora sorrise, al settimo cielo, e insieme agli altri guardò Selphie, Tidu e Wakka.

I tre erano ancora lì, seduti a terra, Selphie a gambe incrociate, lo sguardo un po’ perso.

Tidu e Wakka si alzarono praticamente contemporaneamente, e sorridenti si avvicinarono a Sora e gli diedero il cinque.

Tidus gli colpì una spalla, amichevole.

Sora sentì la sua autostima risalire tutta d’un colpo.

Kairi fece qualche passo avanti a Selphie e le tese una mano.

L’altra la guardò un po’ frastornata.

“Non lo so, Kacchan. Io non…”

Kairi inarcò un sopracciglio.

Sfoderò la sua ultima risorsa.

Le schioccò uno sguardo complice.

“Sai, d’estate ci sono un sacco di ragazzi carini che lavorano.”

Selphie balzò in piedi alla velocità della luce e iniziò ad agitare il braccio verso gli altri.

“ECCOMI, SONO QUI! NON SCORDATEVI CHE CI SONO ANCHE IOOO!”

Tutti scoppiarono a ridere, elettrizzati dalla novità.

L’aspettativa di passare anche tutta l’estate insieme schiacciava ogni timore della fatica che avrebbero dovuto fare.

Qualsiasi lavoro fosse stato, ne sarebbe sicuramente valsa la pena.

Riku, nonostante tutto, era abbastanza contento, mai però come Sora, che distribuiva sorrisi e pacche sulle spalle come volantini.

Roxas gli salì sulla schiena esuberante.

“Allora, impiastro, dov’è che lavoreremo?”

Sora sorrise ancora una volta, col cuore che gli stava per scoppiare.

“All’Issho Ni Natsu Club. A Osaka. E’ un villaggio turistico, e cercavano con urgenza dei ragazzi dai quindici ai ventitrè anni. Non so bene quali mansioni dovremo svolgere, ma…”

“Qualsiasi cosa sia, l’affronteremo insieme!!” gridò Rikku con grinta, lanciando un pugno verso il cielo.

Sora socchiuse gli occhi, guardando le nuvole confondersi con i grattacieli della città.

“Già” disse, quasi tra sé “sento che sarà un estate davvero grandiosa.”

   
 
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