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Autore: sophie97    11/03/2014    1 recensioni
E se Harry, anzi che all’insopportabile famiglia dei Dursdley, fosse stato affidato ad una famiglia appartenente al mondo magico? E se fosse una delle famiglie più bizzarre presenti in esso?
Dalla storia: "Tutti sapevano che il 3 Luglio di ogni anno, ormai da decenni, una pioggia sottile bagnava il Mondo Magico poco prima dell’alba e che questa pioggia aveva lo straordinario potere di esaudire i desideri più nascosti e tormentati delle persone bagnate da essa.".
PRIMA CLASSIFICATA al contest "Another Family" indetto da B e l l e ed è la prima ff che pubblico in questo fandom.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood, Xenophilius Lovegood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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La Festa dei Desideri



 

«Harry?».
Il bambino si girò nel letto ancora una volta, voltando le spalle alla porta e coprendosi il viso con la pesante coperta, senza dare segno di volersi svegliare.
«Harry?» continuò a chiamarlo la voce femminile, non un filo di impazienza o rimprovero nel tono.
Harry aprì un occhio e sbirciò da sotto il candido lenzuolo, cercando di mettere a fuoco almeno il viso della persona che stava tentando di svegliarlo: pelle chiara, lunghi capelli biondi che le scendevano appena ondulati lungo la schiena, espressione sognante...
Il maghetto sbuffò bofonchiando qualcosa di incomprensibile e gettò le gambe fuori dal letto, assonnato: «Che ore sono, Luna?».
«Le cinque e mezza.» rispose entusiasta la bambina, prendendolo per mano e trascinandolo a forza nell’altra stanza.
«Le cinque e mezza? Ma Luna, io volevo dormire, cosa facciamo in piedi così presto?».
Lei si voltò, lo fissò per qualche istante con aria interrogativa e alzò le spalle con fare innocente: «Non ti ricordi? C’è la festa della “Nimbus Votorum” in spiaggia, papà è già là e la pioggia comincerà a scendere a momenti, prima che sorga il sole, dobbiamo muoverci.».
Harry spalancò gli occhi in un gesto di enorme sorpresa e si portò una mano alla fronte: «Hai ragione, me ne ero completamente dimenticato!» esclamò correndo a prepararsi «Un minuto e sono pronto.».
Il bambino sparì nuovamente dentro la propria camera per poi uscirne meno di cinque minuti più tardi, lavato, vestito e impaziente di uscire.
Luna sorrise, controllò di avere al collo la sua amata collana di tappi di burrobirra ed entrambi uscirono di corsa dalla casa, chiudendosi la porta alle spalle. Volevano raggiungere il padre della bambina più piccola e con lui cercare il posto più comodo per assistere alla “Nimbus”, ma non lo trovarono subito: l’enorme distesa di sabbia era infatti gremita di persone di tutte le età.
Tra queste, Harry riconobbe il Ministro della Magia e molte altre autorità del Mondo Magico: d’altra parte l’intera popolazione si riuniva tutti gli anni lì per assistere all’evento.
Si trattava di pioggia, in effetti.
Non una pioggia qualunque, però. Tutti sapevano che il 3 Luglio di ogni anno, ormai da decenni, una pioggia sottile bagnava il Mondo Magico poco prima dell’alba e che questa pioggia aveva lo straordinario potere di esaudire i desideri più nascosti e tormentati delle persone bagnate da essa.
Per Harry però non aveva mai funzionato. Erano anni che esprimeva sempre il medesimo desiderio e ancora questo non aveva dato segno di volersi avverare. Forse chiedeva troppo, forse quel genere di desideri non era previsto. Avrebbe voluto chiedere spiegazioni a qualcuno su questo fatto ma non avrebbe saputo a chi domandarlo.
Perché se chiedo di conoscere i miei genitori la pioggia non mi ascolta? Perché?
Harry non poteva chiederlo a nessuno.
Di sicuro non lo avrebbe chiesto al padre di Luna. Xenophilius Lovegood lo aveva cresciuto come un figlio da quando gli era stato affidato e il piccolo mago avrebbe avuto troppa paura di deluderlo chiedendogli dei suoi veri genitori. D’altra parte l’uomo una spiegazione anni prima gliela aveva fornita, anche se un po’ poco convincente.
Il bambino alzò le spalle.
Sarebbe rimasto con questa domanda in sospeso ancora per un po’, almeno fino a quando, l’anno successivo, non avrebbe frequentato la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, di cui Xenophilius gli aveva tanto parlato: forse allora avrebbe scoperto qualcosa di più sulla propria storia, sui suoi genitori, su quel nome difficile ed oscuro che tutti gli impedivano di pronunciare.
Una stretta forte alla mano lo riportò alla realtà: Luna gli stava indicando un punto luminoso nel cielo e non fece in tempo ad urlare “Harry, guarda!” che già un’intensa pioggia aveva cominciato a cadere su di loro.
Harry sorrise: chissà cosa stava pensando la sorella. Sorella sì, lui ormai la considerava come tale. Chissà se lei chiedeva di poter rivedere la madre, morta un anno prima. Anche la donna si era occupata volentieri del bambino sopravvissuto, pur dedicando gran parte del suo tempo ai suoi strambi esperimenti. Esperimenti per cui, alla fine, aveva dato la sua stessa vita.
La poggia continuava a scendere sottile.
Il bambino espresse il desiderio; il suo solito, irrealizzato, desiderio.
Le centinaia di persone intorno a lui sembravano essere sparite, sulla spiaggia regnava sovrano il silenzio, turbato solo dal lieve scrosciare dell’acqua.
Vorrei conoscere i miei genitori. Ti prego, fammi conoscere i miei veri genitori.
La pioggia cessò dopo qualche istante e il silenzio si spezzò, andandosi a sostituire ad un vociare sempre più forte ed allegro.
Luna gli sorrise, sempre stringendogli la mano.
«Andiamo?» sussurrò poi «È finita, ora sarà compito della pioggia esaudire i desideri. E dei Nargilli.».
Harry sorrise a sua volta, di nuovo. Adorava le teorie magiche e impossibili in cui la bambina e suo padre avevano sempre creduto fermamente, anche a costo di essere creduti pazzi persino da amici e conoscenti.
«Certo, Luna.».
I due bambini si allontanarono discretamente dalla folla raggiungendo il padre di Luna ai margini della lunga distesa di sabbia. Ora poteva cominciare una giornata serena come tante altre. Una giornata segnata dalla ricerca, dal gioco, dalla magia.
Harry scrutò ancora una volta il cielo prima di correre via. Due grandi occhi verdi, da lassù, lo stavano osservando.




Prima storia che pubblico in questo fandom, spero vi piaccia e mi farebbe piacere cosa ne pensate!
Un bacio e grazie a chi ha letto fin qui.
Sophie

 

  
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