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Autore: Valerie    11/03/2014    0 recensioni
A 38 anni si è convinti di essere in un determinato modo, di volere determinate cose, di avere determinate abitudini, credere in determinati principi, pochi e, soprattutto, di non poter più cambiare.
A 23 anni non si è convinti di nulla, si vogliono molte cose, forse tutte, l'unica abitudine che si ha è quella di sperare puntualmente che tutto andrà per il verso giusto, credendo in nobili principi da difendere.
Luca e Valeria non hanno nulla in comune, se non il lavoro.
Due meteore lontane anni luce che arrivano a scontrarsi in una fatale e stravolgente esplosione.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Luca, 38 anni, abitava a Fiumicino, vicino Roma. Lavorava presso una piccola cooperativa sociale locale come amministratore e coordinatore da circa un paio d'anni.

Lavoro che, però, gli stava stretto.
Non amava, infatti, starsene chiuso in ufficio per ben nove ore al giorno, controllare buste paga, firmare fogli permesso, ferie o, peggio ancora, partecipare a noiose ed estenuanti riunioni d'equipe quando fuori dalle quattro tetre mura del suo ufficio si celava una fantastica giornata di sole. L'unico motivo per cui aveva accettato quel lavoro era stata la supplica di una sua vecchia amica, Veronica, nonché suo capo e presidente della cooperativa.
Prima di lavorare per lei, infatti, Luca lavorava all'acquofono di Roma con il compagno della donna.
Per nulla al mondo avrebbe lasciato un lavoro che gli permetteva di alzarsi quando voleva, di squagliarsela in spiaggia a godersi il primo sole di fine inverno durante le lunghe pause pranzo, di conoscere interessanti artisti emergenti, insomma di gestire la propria giornata in maniera molto flessibile e tranquilla!
Quando però Veronica aveva avviato la cooperativa, aveva avuto bisogno di una persona brava e fidata che ricoprisse il ruolo di amministratore e nessun' altro a parte lui, a sua detta, sarebbe stato il miglior candidato per quel posto.
Così si era ritrovato in quattro e quattro otto a lasciare il suo adorato lavoro e prenderne uno che non lo entusiasmasse affatto.
Capitava spesso, tra l'altro, che alcuni dei dipendenti, come gli autisti che si occupavano del trasporto di persone disabili, mancassero per malattia o ferie e che fosse quindi lui a sostituirli.

Una vera tragedia in quegli episodi.
Luca non era una persona naturalmente espansiva, anzi quasi per niente, si prendeva la briga di scambiare due parole con qualcuno solamente se vi era molta confidenza e se strettamente necessario.

Questo era uno di quei casi.
Erano le 6.40 del mattino e Luca era terribilmente infastidito dal suono della sveglia che ancora sentiva riecheggiare nella sua testa mentre scendeva dalla macchina.

Entrato in ufficio, prese il foglio con tutti gli indirizzi degli utenti e i rispettivi orari di prelevamento dal domicilio e nel frattempo si rese conto che gli era toccato il servizio scuolabus.
Alzò gli occhi al cielo seccato.
Non solo avrebbe avuto a che fare con dei bambini disabili, partendo dal presupposto che lui non sapeva rapportarsi in generale con i bambini, ma sarebbe stato anche costretto a conversare con l'assistente che lo avrebbe accompagnato per tutto il giro.
In una sola mattina si trovò ad affrontare due situazioni per lui di non facile gestione: rapportarsi con dei bambini, strani piccoli uomini in miniatura da evitare come la peste, e instaurare una decente comunicazione con una persona.

Amareggiato cercò il nome dell'assistente sul foglio.
Valeria Dita.

 

 

***

 


'Che pizza, sta mattina mi tocca fare il giro con Luca!' pensò Valeria scoraggiata mentre saliva sulla navetta IS1 per andare a lavorare.
Ha sempre visto Luca come un tipo scostante e rigido, di poche parole, che si lasciava andare solo con persone strettamente vicine a lui.
Lo vedeva spesso ridere e scherzare con Veronica, la dirigente, e con un paio di autisti che lavoravano con la ditta da quando aveva aperto, anche con lei aveva scambiato qualche battuta, ma ogni volta che se l'era ritrovato come sostituto sul pulmino, mai una parola.
Per lei era una vera noia! Perché quando non vi erano bambini a bordo, non sapeva proprio come riuscire a rompere quell'imbarazzante silenzio che si andava a creare.
Più volte si era ritrovata a fare affermazioni di circostanza sul bello o cattivo tempo per cercare di aprire una conversazione, ma puntualmente il discorso era decaduto ancor prima di nascere. Una sofferenza per lei non indifferente; Per lei così espansiva e solare, ma pur sempre non invadente.
Se da un lato la frustrava avere accanto una persona così chiusa, dall'altro rispettava il suo modo di essere. Per certi versi lo comprendeva anche, e un po' ne rideva, ma senza malizia.
Ricordava benissimo la prima volta che Luca aveva sostituito il suo autista, Andrea, un ragazzo di 27 anni: era stato completamente impacciato davanti ai bambini, tanto che quando dovette agganciare una sedia a rotelle sui binari fatti a posta del pulmino, le mani gli tremarono vistosamente dal nervoso e, preso dall'imbarazzo, le aveva chiesto aiuto tartagliando un po'. Così aveva imparato, nel caso avesse avuto lui come sostituto, a prepararlo psicologicamente durante il tragitto per andare a prendere il primo bambino. Gli parlava degli utenti, delle problematiche che presentavano, se fossero carrozzati, violenti o meno, espansivi, chiacchieroni, bisognosi di essere presi in braccio per salire sulla pedana, insomma gli faceva un quadro generale della situazione, cosicché potesse essere pronto e tranquillo durante il lavoro.
Eppure quell'uomo la incuriosiva. Sapeva poco e niente di lui, se non che viveva con la sua fidanzata a Fiumicino e che i due si frequentavano assiduamente con Veronica e il suo compagno, essendo amici di vecchia data.
Nessuna delle due coppie aveva dei bambini. Questo aveva portato Valeria a fare congetture tutte sue, e quella delle donne in carriera che prediligono il lavoro alla famiglia era la più papabile di tutte.
Veronica era una bellissima donna di 40 anni con un fisico snello e ben curato che mal celava spesso sotto i vestiti succinti e scollati, incarnava perfettamente lo stereotipo del datore di lavoro fintamente interessato ai propri dipendenti o ,almeno, interessato fino a che le problematiche dei dipendenti non andassero a collidere con gli interessi dell'azienda. Orgogliosa, non ammetteva che le si desse mai torto a meno che non si desiderasse una bella lettera di richiamo.

Valeria stessa, un giorno, aveva provato l'ebbrezza di essere ripresa con la frase 'Non hai alternative, è un ordine di servizio', quando aveva semplicemente chiesto il perché un martedì l'avessero spostata in una scuola, facendole fare meno ore, piuttosto che lasciarle il suo turno sul trasporto, non garantendole così l'orario da contratto.

Si era così arrabbiata quel giorno che aveva finito con il piangere dal nervoso, d'altronde non aveva chiesto nulla di più se non di poter fare il suo lavoro.

Dopo quella volta, la dirigenza era finita nel cestino della totale indifferenza.

Aveva imparato a fare buon viso a cattivo gioco, proprio come Veronica e le sue due segretarie, facevano con lei, ogni qualvolta che in modo ipocrita le chiedevano come stesse, adulando il suo operato, facendole credere di essere il pilastro portante della cooperativa, per poi caricarla di lavoro extra, concentrandolo nelle poche ore di lavoro.
La fatica era molta, ma lo stipendio miseramente da fame.
Valeria pensava spesso a cercarsi un altro impiego, ma la situazione economica della sua famiglia non lo permetteva.

Prendeva pochi soldi, ma pur sempre buoni, il lavoro era legato all'apertura delle scuole ma, se si sapeva come tenerlo, era scontato che a Settembre riconfermassero l'incarico scaduto a Giugno.
Dopo circa trenta minuti di viaggio, Valeria scese alla fermata davanti al deposito dei mezzi adibiti al servizio scuolabus, attraversò la strada e si diresse a passo svelto verso il pulmino bianco, già acceso,in sosta davanti al suo ufficio. -Buongiorno!- esclamò sorridendo, salendo a bordo

-Buongiorno- le rispose Luca senza alzare gli occhi dai fogli che aveva in mano.
'Che stress' pensò Valeria notando l'espressione rabbuiata dell'uomo, 'Sarà proprio una lunga mattinata'.

   
 
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