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Autore: kingblade    11/03/2014    3 recensioni
L'inizio della fine.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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La sveglia bippò tre volte e poi si spense da sola. Orario : 6:30 . Doveva muoversi altrimenti sarebbe arrivato in ritardo. Jack era un 17enne come gli altri. Alto, snello, capelli corti e biondi, occhi azzurri. Andava al liceo come gli altri. Era pigro , scaltro e a differenza di ciò che una persona qualunque avrebbe potuto pensare, non adorava lo sport. La sua passione era l’informatica, la studiava fin da piccolo e ne sapeva parecchio, dato che il padre era un programmatore. Era scherzoso, e cinico. Ma quando bisognava fare sul serio cambiava completamente. La pigrizia e la spiritosaggine venivano sostituite dalla determinazione e dalla serietà. In quei momenti riusciva a dare il meglio di sé. Considerava il liceo, anzi la scuola in sé una perdita di tempo. ‘Se hai deciso già che lavoro fare, studia solo quello che lo riguarda’ era il suo pensiero. Ma i professori non erano della stessa opinione. Si alzò con un entusiasmo talmente grande da potergli leggere in faccia quanto fosse felice.  Peccato che la faccia era coperta dai capelli arruffati . Fece colazione in fretta e furia e guardò ancora una volta l’orologio : le sette .
‘Devo sbrigarmi .‘  Prese il libro di latino e ripassò qua e là qualche cosa per il test in classe. Odiava il latino. Non perché fosse difficile ma perché non era una lingua usata. ‘A cosa serve saper parlare una lingua morta ? Ormai non lo parla più nessuno. Al massimo, potrebbe essermi utile se volessi diventare avvocato (o parlare con Giulio Cesare, anche se dubito fortemente di poterlo incontrare). Chiuse il libro, lo infilò nello zaino e partì in sella alla sua bicicletta. ‘Spero di non essere in ritardo, altrimenti Jade si infurierà.’
Jade era la sua migliore amica. Le altre persone non lo vedevano di buon occhio, la maggior parte della gente lo riteneva strambo. Solo poche persone parlavano con lui. Jade era una di quelle. A differenza delle altre ragazze che pensavano a fare le ochette e a rimorchiare, lei era … normale. Era alta, snella , capelli castano- biondi e gli occhi verdi. Era intelligente, simpatica , carina, insomma una ragazza casa e chiesa. Oddio, più casa che chiesa . Era simpatica solo con chi voleva. Se qualcuno si azzardava a prenderla per i fondelli lei aveva subito la risposta pronta e , in casi estremi, avrebbe anche fatto a botte. Insomma era fuori dal comune. Cosa che per Jack voleva dire “normale”.
Arrivò al liceo, sistemò la bici ed entrò . La trovò davanti alla porta.
“Sei in ritardo.” disse lei, con un tono leggermente intimidatorio.  “Lo so” rispose l’altro.
Jade sorrise. “Possibile che tu non sappia distinguere quando una persona ti prende per il culo?” “Non se mi sorridi come un cane rognoso.” “Dai, entra .” disse ridendo. “Come ti senti ?” gli domandò . “Come al solito.” “Ti vedo felice.” “E’ così evidente?” “Abbastanza.” In quel momento un ragazzo entrò in fretta e furia e, ansimando, disse :” Sta arrivando la prof!” .Corsero tutti ai banchi come dei soldati svegliati dalla sirena d’allarme. La verifica fu micidiale. La professoressa Filippone era una 50enne infelice della sua vita, e pertanto, frustata. E, ovviamente, sfogava la sua frustrazione sulle classi di disgraziati che gli capitavano tra le mani. Su una classe di 27 le insufficienze furono 19. Solo otto riuscirono a “sopravvivere alla condanna infernale”. Per  sua  fortuna, Jack era fra quei otto.  Il suono della campanella gli sembrò un canto angelico. Superata la mandria di bufali/persone, raggiunse Jade e Ryan. Ryan era il suo migliore amico.
Inspiegabilmente, lui e Jack erano uguali . Se lo fossero stati anche fisicamente probabilmente qualcuno li avrebbe scambiati per due cloni. Ryan era un ragazzo alto, muscoloso  con i capelli castani e gli occhi dello stesso colore. A differenza di Jack , adorava lo sport. “Come va ?” gli domandò. “Come al solito” rispose annoiato Jack.
“Di un po’, ti fa così schifo sorridere ogni tanto? “ “No, ma non è nel mio stile.” Girovagarono per la città tutto il pomeriggio. “Ehi, Jack, che ne pensi  di Lara ? “ “Lara chi ?” “Lara Cellini, chi sennò ?” “Penso che non è il mio tipo .” “Ma è fantastica!” “Si, peccato che la sventoli ai quattro venti come uno straccio qualsiasi .” Ryan rise di gusto. “Cambiando discorso …” disse Jade “ Voi che ne pensate della Russia?” “Che intendi ?” “Del fatto che si stiano armando , razza di cretino !” “Ahhhh …”  “Preoccupante, per come la penso io .” “Già , lo pensavo anch’io. Secondo voi le radiazioni colpiranno anche noi in caso ci attaccassero ?” domandò la ragazza. “Ne dubito. Loro sono infuriati con l’Inghilterra per quel casino di 15 anni fa. E l’Inghilterra si trova in Europa se non sbaglio quindi non devi spaventarti inutilmente.” Si fermarono davanti ad un condominio. “Grazie per avermi accompagnato” disse Ryan. “Ahhh, non dirlo neanche.” “Ci vediamo domani, ciao! “ Ciaooo!” risposero all ’unisono gli altri due. Camminarono ancora un po’ per la città . “Comunque perché non ci provi con Lara ? Seriamente ..” Jack la interruppe. “ Te lo già detto , non mi piace. E’ troppo …. infedele per i miei gusti, diciamo.” Jade sorrise e dopo un interminabile silenzio disse : “Ti voglio bene.” Jack non sapeva cosa dire. Non sapeva neanche se essere perplesso o imbarazzato. Si limitò a rispondere arrossendo :”A - Anch’io”. “Beh, che c’è ? Ti ho detto solo che ti voglio bene, non che ti amo !”  “S – Si, scusa. Diciamo che non ci sono abituato, e – ecco.” Dopo pochi attimi Jade gli chiese: “Posso avere almeno un abbraccio ?” “E c’è bisogno di chiederlo ?” rispose di rimando l’altro. Questa volta fu lei a rimanere stupita. E fu lì che iniziò tutto. Si sentì un grande boato e una luce accecante invase tutto quanto. L’ultima cosa che Jack ricordò fu una nube nera come la notte e poi tutto venne divenne buio.
  
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