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Autore: dark_dream    12/03/2014    0 recensioni
*Dopo la 9x03*
Questa volta lo aveva perso per sempre, nulla poteva riportarlo indietro. Non un patto con un demone, non un dannattissimo angelo, non poteva nemmeno andarlo a riprendere lui stesso. Se solo avesse potuto lo avrebbe fatto, Dio sa che lo avrebbe fatto.
Invece ora, era accanto a lui, seduto al posto del passeggero.
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti! Questa è la prima storia che pubblico in questa sezione e mi auguro vi possa piacere :)
Si ambienta dopo la 9x03 e tratta della morte di uno dei personaggi principali, quindi siete avvertiti (anche se qui direi siamo tutti abbastanza abiutuati a personaggi che muoiono/risorgono... ç_ç) u.u
Ho la tendenza a immaginare i dialogi tra i personaggi in inglese e di conseguenza sono anche scritti in inglese. Non è nulla di che (anche perchè il mio inglese non è di certo quello di Shakespeare XD), ma se ci sono dei problemi posso tradurveli. :)
Detto ciò, mi scuso per gli eventuali errori e vi auguro una buona lettura! :D

 

La strada proseguiva nell'oscurità oltre le macchie di luce proiettate sull'asfalto bagnato dai fari della Chevrolet Impala del '67, che sfrecciava come un'ombra nella notte.

I finestrini leggermente abbassati lasciavano uscire l'armonia energetica delle chitarra e il ritmo della batteria che scaturivano dalla radio all'interno. Non appena la musica fluiva fuori, si disperdeva velocemente nella campagna deserta, mentre l'auto era già lontana verso l'orizzonte.

Una leggera pioggia che ticchettava sul parabrezza veniva presto raccolta dai tergicristalli, mentre lo sguardo vacuo di Dean attraversava il vetro diretto verso il buio. Tuttavia, tutto ciò che vedeva non era che il volto di Castiel. Il suo dolore dopo che i Winchester.... dopo che Dean gli aveva voltato le spalle annunciandogli che non poteva restare al bunker, che se la sarebbe dovuta cavare da solo contro un'armata di angeli assetati di sangue, convinti che fosse stato lui a farli cadere.

Castiel aveva sempre cercato di evitare di coinvolgere i fratelli negli affari del piano di sopra, commettendo spesso un grave errore. Non aveva mai chiesto niente e aveva sempre rifiutato l'aiuto offerto da Dean.

E ciononostante, quando finalmente ne aveva davvero bisogno, era umano e senza difese, in cerca d'aiuto dopo che era stato ucciso (e riportato in vita), lo aveva buttato fuori come un randagio. Dopo che gli aveva rammentato più volte che era parte della famiglia, non c'aveva pensato su, prima di abbandonarlo.

Ora lo vedeva sul ciglio della strada, con la stessa espressione dell'ultima volta che l'aveva salutato, ma non era come quando era tornato dal Purgatorio. Questa volta sapeva: non era lui, era una mera allucinazione, una punizione giustamente inflitta dal suo inconscio. Questa volta lo aveva perso per sempre, nulla poteva riportarlo indietro. Non un patto con un demone, non un dannattissimo angelo, non poteva nemmeno andarlo a riprendere lui stesso. Se solo avesse potuto lo avrebbe fatto, Dio sa che lo avrebbe fatto.

Invece ora, era accanto a lui, seduto al posto del passeggero.

-Dean, why did you do this to me? Why...?-

Ogni parola era come una pugnalata al cuore, ma sapeva di meritarselo, non era lui quello che era stato torturato e ucciso dagli angeli perchè il suo unico amico, su cui pensava di poter contare, non aveva voluto aiutarlo.

-Look at me, Dean.- lo sfidava -Look at what YOU have done to me.- La rabbia e il risentimento nelle sue parole non potevano essere più chiari.

Dean strinse le mani attorno al volante cercando di scacciare quella voce, di ignorare il suo angelo. Continuava a tenere lo sgurado davanti a sé, ma sapeva perfettamente che espressione di sofferenza e tradimento avevano assunto quegli occhi cristallini. Non aveva il coraggio, non voleva voltarsi.

-Shut up, Cas.- borbottò con poca convinzione mentre cercava di restare lucido.

-Cas? You still think you can address me like that, after the way you treated me?- Dean alzò nervoso il volume della radio cercando di sovrastare la sua voce.

-After all I've done for you. I've dragged your ass out of Hell, I've rebelled against my own kind --do you even know how much have I lost?-- I've even taken your brother's memory of the cage. Memories of unthinkable torture and pain. Have you ever realized how much have I done for you? I've done ALL of it for you, just so you could be safe. And that's how you repay me? Handing me over to those monsters?-

La compostezza di Dean stava venendo distrutta accusa dopo accusa. Tentava ancora di mantenere un'espressione impassibile ignorando Castiel, mentre una lacrima gli rigava il volto.

-I thought we were family, Dean.-

Premette il piede sull'acceleratore come se potesse lasciare indietro la sua coscienza, i suoi sensi di colpa.

-I thought I meant something to you.-

-You did, Cas. You DO mean everything to me, you're like a brother to me.- Non riusciva più a resistere alla voce dell'angelo. Si voltò verso di lui.

-Why did you do it then?- Era ancora pieno di rabbia mentre gli poneva la domanda.

-Sam....I had no choice. Ezekiel would have let him die, if I had let you stay.-

-You had a choice: you chose to not fight, you chose not to try saving me. You chose to be a coward and sign my death sentence. That's what you chose.-

Dean non rispose, allontanò solo lo sguardo incapace di sostenere quello di Castiel, che sembrava poterlo letteralmente trafiggere. Tornò ad osservare la strada e il paesaggio circostante che così buio pareva immutabile.

-Dean, you killed me.- Al che, si arrese, non ce la faceva più. Nonstante fosse conscio che era tutta una creazione della sua mente, non riusciva più a ignorarlo. Era troppo. Spense la radio.

-I'm sorry, Cas.- Le parole gli uscirono dalla labbra come un sussurro strozzato.

-Think your apologies can change something? Big news: they don't! I'm fucking dead and it's your fault.-

-I know.....I know...If I only had known before, I would have never let you walk out of that damn bunker.- Era vero. Gli importava di Sam, ma se solo avesse saputo della morte certa che lo attendeva, non lo avrebbe mai lasciato andare. Aveva sottovalutato il pericolo e Castiel ne aveva pagato il prezzo.

-I'm so sorry, Cas.-

-I bet.-

Dean chiuse gli occhi per un istante, tentando di trattenere il dolore e le lacrime che sembravano non volergli dare tregua.

Non appena li riaprì, tutto ciò che vide fu un albero, pochi metri esattamente davanti a lui. Sterzò velocemente, ma fu tutto inutile: l'asfalto bagnato non permise all'Impala di muoversi con sufficiente agilità e in qualche frazione di secondo si potè sentire il violento l'impatto.

Poi ci fu solo silenzio.

Nessuno sembrava frequentare quella strada, nessuno passò.

I minuti passarono.

Le ore trascorsero.

La pioggia cessò, mentre nell'aria restò l'umidità.

L'asfalto s'iniziò ad asciugare.

Poi, finalmente, Dean riaprì gli occhi lentamente, come risvegliatosi dal sonno. La testa appoggiata sul volante sembrava più leggera e soprattutto incredibilmente indolore.

Ricordava le allucinazioni, l'incidente.

Sentiva un leggero calore sulla guancia. Come mise a fuoco la situazione davanti a lui realizzò che quella sensazione era il palmo di Castiel che si affacciava attraverso il finestrino verso di lui.

-Cas...-sussurrò.

-Don't, Dean. It's not your fault You hear me? It's not.- Ora riusciva a vederlo meglio. Non era lo stesso Castiel di prima. Il precedente era pieno di risentimento e odio nei suoi confronti. Questo Castiel era diverso, sembrava davvero il suo angelo. Lo osservava con aria compassionevole, come se con quegli occhi potesse vedere direttamente la sua anima.

Non capiva. Cosa faceva lì? Come l'angelo allontanò la mano dal volto di Dean, quest'ultimo portò la propria mano sulla pelle che si sarebbe aspettato fosse sfigurata da qualche ferita, ma invece era perfettamente liscia e indenne.

Stupito, aprì la portiera e sfilò fuori dall'auto. Lanciò un'occhiata infastidita al cofano accartocciato e poi dirasse la sua attenzione a Castiel che stava in piedi a pochi centimentri da lui. Non aveva mai capito cosa significasse “spazio personale”, il pensiero fece sorridere Dean.

-What is it, Dean?-

-Nothing, Cas, nothing.- Lo abbracciò. Non pensava che l'avrebbe più rivisto, ricordava ancora quando Sam gli aveva detto quello che era successo. Si era anche rifiutato di vedere il suo corpo, non ce la faceva.

Si allontanò dall'abbraccio quel tanto che bastava per vederlo in volto.

-Did God...?-iniziò speranzoso, venendo subito interrotto.

-No.- scosse leggermente il capo -God hasn't brought me back.-

-So....Am I dead? Is this a new kind of Heaven....wait, is there still a Heaven?-

-No, Dean, you're not dead. But you were close to be.-

Dean fece un passo indietro assumendo un'espressione seria, quasi paterna -Please, don't tell me you...- Castiel abbassò lo sguardo, sentendosi a disagio – You didn't...Cas!-

-I refused to give myself to the reaper. I'm a ghost. Sorry, Dean, but I needed to talk to you.-

-Were you out of your damn mind? It's just matter of week and you'll be going crazy. A vengeful spirit, Cas, do you know what that means? You'll be a danger.-

Castiel si voltò, allontanandosi di qualche passo.

-Before Sam burnt my corpse, I managed to cut of a wisp of hair. I have it with me. I know it is wrong, but I needed just a little more time, so I could talk to you.-

-About what?-

-Your guilt. You burden yourself with way too much responsability, but don't have to. You can't save everyone, you have to understand it, otherwise your guilt will kill you sooner or later.-

-But it was my fault you died!- esplose Dean, non sopportava come cercasse sempre di difenderlo.

-The angels killed me, not you. You just tried to do what was best for your brother.-

Dean se ne restò immobile fissando il suolo, incapace di rispondere. Nel frattempo Castiel si voltò nuovamente e gli si avvicinò.

-Dean.- lo richiamò, intanto che infilava una mano in una tasca della felpa e ne estraeva una piccola ciocca di capelli scuri. -I don't hate you, Dean. I forgave you for kickin' me out...a awhile ago actually.- Tentò di accennare un sorriso porgendogli ciò che gli restava di sé.

Quando finalmente Dean rialzò lo sgurado, non riusciva a ripetere altro che le stesse parole: -I'm sorry, Cas.-

-I'm fine, stop torturing yourself.- Gli afferrò una mano incoraggiandolo a prendere la ciocca, dopodichè fece qualche passo indietro.

-I can't do it.-

-Yes, you can. You did it hundreds of times. It's not different.- tentò di incoraggiarlo.

-No....I need you, Cas.-

-You'll be fine. I was just a baby in a trench coat without my powers, isn't that what you've said?-

Dean non potè far a meno di sorridere a quell'affermazione che una volta lo aveva offeso e ora era capace di utilizzare con autoironia. Era diventato davvero più umano da quando aveva iniziato a vivere come mortale.

Esitando, Dean cercò nella giacca il suo accendino, tirandolo fuori e accendendolo.

-I'll miss you, Cas.-

Portò la fiamma subito sotto la ciocca mentre la vide prendere fuoco. Alzò immediatamente lo sguardo, vedendo Castiel pronunciare il modo quasi impercettibile le sue ultime parole.

-Goodbye, Dean.-

Avrebbe potuto giurare di aver visto delle ali sulle spalle dell'angelo prima che scomparisse, lasciandolo da solo sul ciglio della strada, mentre il sole iniziava a sorgere all'orizzonte.



E rieccomi qui! Se voleste lasciarmi una recensione (positiva, neutra o negativa che sia) per farmi sapere che ne pensate, ne sarei felice :)
In ogni caso, grazie per aver letto :) A presto!
-Jailynne
   
 
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