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Autore: Alphias95    12/03/2014    13 recensioni
[Storia ad OC] [posti disponibili: nessuno]
Ok premetto che questa è la mia prima fic in assoluto e ho voluto tentare con una storia ad OC ma non la scriverò da solo ma insieme ad un altro autore che, se leggerete questo prologo, capirete chi è ;)
Trama: una terribile guerra ha dilaniato un regno votato alla pace ma da questo regno sorgeranno gli eroi che lo salveranno...o lo condanneranno.
Non è il massimo ma spero comunque di avervi incuriosito un po' :) buona serata!!!
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Ehilà! Come ve la passate? Speriamo che vada tutto bene ^.^ siamo finalmente giunti all'ultimo capitolo in cui si svolgeranno gli scontri iniziati due capitoli fa e, per la gioia di molti, ci sarà la prima morte tra gli OC! Secondo noi, non stavate aspettando altro XD

 

Bando alle ciance e ci vediamo al fondo! Buona lettura!

 

Capitolo 9: Quanto può pesare una vita?

 

Caos. Ecco una semplice parola con la quale si poteva descrivere quanto stava accadendo di fronte alla roccaforte di Alestias.

 

Ci sono un sacco di persone che definiscono la guerra un inferno in terra ma si sbagliano di grosso, l'inferno è un villaggio vacanze in confronto alla guerra dove sei costretto a combattere fianco a fianco con i tuoi compagni che potrebbero morire da un momento all'altro, nessuna via di fuga a parte la morte e quella è sempre una delle opzioni per un soldato.

 

In uno scontro corpo a corpo tra eserciti non puoi prenderti il lusso di studiare le mosse dell'avversario. Devi solo attaccare e sperare che il tuo colpo vada a segno perché potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.

 

Lo scontro tra cavalieri poteva sembrare il più cruento per via della velocità con la quale i due schieramenti si scontravano ma in realtà era solo il più veloce. Nella maggior parte dei casi, se le lance non andavano a segno in un punto vitale, il cavaliere avversario cadeva a terra e continuava a combattere a piedi, fregandosene altamente del cavallo.

 

Ormai, dopo diversi minuti di combattimento, la maggior parte dei soldati stava combattendo in un serrato corpo a corpo senza esclusione di colpi. Il terreno era ormai ricoperto di corpi martoriati e il sangue impregnava la terra creando un odore nauseante che avrebbe fatto storcere il naso a molti ma nel bel mezzo della mischia non c'era tempo per badare a certe piccolezze.

 

Le voci dei soldati si mischiavano nella ressa rendendosi udibili e inudibili allo stesso tempo. Qualcuno chiedeva disperatamente aiuto, qualcun'altro faceva segno ai suoi compagni di ritirarsi mentre altri ancora dicevano di avanzare. Ovviamente quelle voci venivano ignorati dagli altri e, mentre i feriti venivano lasciati a morire, lo scontro continuava.

 

In prima linea spiccava una minuscola macchia bianca, una chioma bianca per l'esattezza, che si muoveva velocemente a destra e sinistra eliminando vari nemici grazie a diverse catene. I soldati di Taren-Kar gioivano nel vedere Ashuros mentre uccideva l'ennesimo nemico.

 

L'albino, d'altro canto, era in un mondo tutto suo. Non sentiva niente. Non percepiva niente. Tutto ciò che faceva era: individuare un bersaglio ed eliminarlo. Dalla schiena gli spuntarono una decina di catene che saettarono in avanti, trafiggendo altrettanti nemici e, dopo averli sollevati da terra, li scaraventò sui loro compagni, facendoli cadere a terra e rendendoli facili prede per gli altri soldati che non ci misero molto ad eliminarli.

 

Notando che ormai stavano avanzando abbastanza velocemente, l'albino si concesse un attimo di respiro mentre diversi soldati armati di scudi a torre si posizionavano davanti a lui per proteggerlo. Sulla destra notò uno dei Tanker, i soldati pesanti dell'esercito di Taren-Kar. Armati con una lunga lancia a croce e uno scudo a torre, uniti alla loro armatura incredibilmente resistente li rendeva degli avversari temibili.

 

Per entrare in quel reparto, bisognava superare diversi test ed essere dotati di una forza fuori dal comune perciò Ashuros non si sorprese minimamente nel vedere il Tanker intento a tagliare a metà un nemico con un solo colpo. Le interiora del nemico caddero a terra mentre le due parti del suo corpo si accasciavano a terra e due dei suoi compagni, spade alla mano, cercavano di vendicarlo.

 

Il soldato corazzato, con una precisione chirurgica, conficcò la lancia nella testa del soldato più vicino, uccidendolo sul colpo e spaventando l'altro. Ciò diede tempo al Tanker si alzare la sua lancia, staccando la testa dal corpo del soldato che cadde a terra spargendo sangue ovunque in preda a diversi spasmi violenti.

 

Il soldato di Rhihin cercò di rimettersi in guardia ma era troppo tardi. Il Tanker lo trapassò all'altezza del cuore con la punta della sua lancia dove era ancora conficcata la testa dell'altro soldato. Vomitando sangue, l'avversario si accasciò al suolo e il Tanker si lanciò di nuovo nella mischia.

 

Ashuros stava per lanciarsi a sua volta nella mischia quando una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione “Non sono più in cima alle mura.”

 

Non dovette neanche girarsi per riconoscere la voce di Hisoka. A dargli conferma ci pensarono alcune carte scagliate verso dei soldati nemici che li centrarono tutti in piena fronte, uccidendoli.

 

“Riesci a capire dove sono andati?” chiese l'albino scrutando la roccaforte

 

“Sì, sono nelle antiche rovine sotto la roccaforte. Possiamo raggiungerli da un passaggio situato alla base di quella montagna.” disse il biondo affiancandosi al compagno e indicando la base della montagna nella quale era costruita la roccaforte “Io e te possiamo arrivarci in pochi secondi se vuoi.”

 

Ashuros annuì silenziosamente e Hisoka lanciò in aria un fazzoletto che crebbe in pochi attimi diventando abbastanza grande da poterli coprire interamente ma, anziché appoggiarsi su di loro, il telo si appiattì al suolo. I due maghi erano scomparsi nel nulla e nessuno aveva notato la loro scomparsa.

 

* * *

 

Lykos e Chryssa camminavano in silenzio lungo un tunnel interamente scavato nella roccia. Nessuno dei due fiatava ma la ragazza sapeva che il suo compagno, dietro quel sorriso spensierato, era preoccupato. Ormai lo conosceva fin troppo bene e aveva anche una mezza idea di quello che gli frullava in testa in quel momento.

 

“La settimana prossima si sposerà la principessa.” esordì Lykos

 

“Oh non lo sapevo. Te lo ha detto lei durante una pausa dai vostri giochini?” chiese Chryssa benchè conoscesse già la risposta

 

“Sì ma abbiamo già concordato che io sarò il suo amante. In fondo chi potrebbe mai rinunciare a uno come me?” disse Lykos ampliando il sorriso e facendo ridere la ragazza. Dopo pochi minuti, raggiunsero un bivio. La strada di destra scendeva mentre quella sinistra procedeva dritto senza alcun inclinazione.

 

“Io andrò a destra.” disse Chryssa “Penso che a sinistra ti troverai un campo più congeniale.”

 

“D'accordo.” disse Lykos poi, tendendole la mano, aggiunse “Buona fortuna, Chryssa.”

 

“Anche a te.” disse la giovane stringendogli la mano per poi avviarsi lungo la strada da lei scelta.

 

* * *

 

Buio. Solo ed esclusivamente: buio. Di certo non era la situazione idea per combattere e Hisoka lo sapeva bene. Dopo essere arrivati alla base della montagna, lui e Ashuros avevano trovato due passaggi: uno che scendeva in profondità e uno che procedeva dritto.

 

Avvertendo una presenza familiare, il biondo aveva scelto la strada che scendeva ma si era dato subito dello stupido in quanto combattere al buio non era proprio la sua specialità ma almeno l'aria non era pesante, evidentemente c'erano delle fessure nella roccia che permettevano all'aria di circolare.

 

Improvvisamente, vide avanti a se un bagliore. Con cautela avanzò rasente al muro e in pochi secondi raggiunse la fine del tunnel che terminava in una mastodontica caverna. Era pressoché infinita, di sicuro il castello del re ci sarebbe stato senza problemi. La cosa strana, però, era la fonte del bagliore e cioè migliaia di cristalli azzurri e verdi che illuminavano quello spazio oscuro. Un bel posto per portarci la ragazza insomma.

 

Gli ci vollero diversi secondi per vederla ma alla fine la individuò. Chryssa. La maga di Rhihin era seduta su un piccolo muretto di roccia e lo fissava con uno sguardo talmente serio che avrebbe potuto incenerirlo se solo avesse potuto.

 

“Ma che cosa incredibile! Non mi sarei mai aspettato di trovarti in un posto come questo!” esordì Hisoka sorridendo “Dev'esserci lo zampino del destino, non credi?”

 

Chryssa non gli rispose. Con calma si alzò in piedi e iniziò a camminargli incontro. Quando furono a una metri di metri di distanza, finalmente gli rivolse la parola “Hisoka, oggi ti sconfiggerò così da poter vendicare mio marito.”

“Musica per le mie orecchie, ho giusto bisogno di sgranchirmi un po'!” commentò Hisoka ghignando

 

“Preparati, non ci andrò leggera.” concluse Chryssa per poi richiamare a se il suo potere. Un'accecante luce dorata illuminò la caverna costringendo Hisoka a coprirsi gli occhi con un braccio. Durò un secondo appena ma fu più che sufficiente per trasformare Chryssa.

 

Ora la ragazza aveva i capelli più lunghi che le arrivavano a metà della schiena, due grosse corna dorate uguali a quelle di un cervo le ornavano la testa, il viso ora era più allungato mentre la cornea degli occhi si era tinta di un acceso giallo, le braccia e il volto erano coperti da del verde e del marrone quasi fosse del trucco, le gambe erano diventate uguali a quelle di un cervo, zoccoli compresi, il busto invece era coperto da una peluria marrone e una debole aura dorata la circondava.

 

“Oh ecco il motivo per cui i soldati ti chiamano La Cerva D'oro.” commentò Hisoka estraendo le sue fidate carte “Mi dispiace ma ci vorrà ben più di un paio di corna per battermi!”

 

Con una velocità allarmante, il biondo scagliò diverse carte in direzione di Chryssa la quale sparì all'improvviso lasciando Hisoka di stucco. Le carte si conficcarono nella roccia, nell'esatto momento in cui Chryssa appariva di fianco all'avversario, assestandogli un calcio laterale al ginocchio destro. Hisoka strinse i denti per il dolore ma la gamba cedette subito e, prima ancora che toccasse il terreno, Chryssa si era già portata sul fianco sinistro, assestandogli un altro calcio, stavolta al ginocchio sinistro.

 

Le ginocchia di Hisoka toccarono la superficie fredda del terreno e, non appena alzò lo sguardo, vide davanti a se Chryssa in equilibrio sulla gamba sinistra mentre la destra era piegata verso il suo petto. Lo sguardo serio della ragazza non era minimamente cambiato e, mettendoci tutta la forza di cui era capace, colpì Hisoka al costato con un poderoso calcio che, oltre a fracassargli diverse costole, lo spedì dritto dritto contro la parete della grotta, crepandola pesantemente e frantumando diversi cristalli.

 

Il biondo cadde a terra vomitando parecchio sangue mentre Chryssa colpiva ritmicamente il terreno con i suoi zoccoli: stava preparando un nuovo attacco. Con violenza, colpì il terreno un'ultima volta, creando diverse fratture, e scattò in avanti alla sua massiva velocità a testa bassa. Una grossa aura dorata la avvolse quasi fosse una meteora e il suo bersaglio era ben chiaro.

 

“FURIOS BULL ROAD!!!” urlò la ragazza prima di centrare in pieno l'avversario che si era appena rialzato. Le crepe nel muro aumentarono e una leggera scossa di terremoto scosse la caverna facendo cadere diversi sassolini dall'alto.

 

Chryssa si stabilizzò ancora rintontita per la botta. Quell'attacco aveva anche un discreto contraccolpo ma non le importava molto. Davanti a lei, accasciato a terra, riconobbe Hisoka che in quel momento era immobile. Senza dargli tempo di riprendere fiato, la ragazza avvicinò una mano per afferrarlo ma un raggio di luce le bucò la mano proprio al cento facendola urlare per il dolore e costringendola a indietreggiare.

 

“Uh uh uh...davvero niente male. E' la prima volta, dopo tanti anni, che qualcuno mi riduce in questo stato.” sibilò Hisoka rialzandosi.

 

Chryssa lo fissò allibita. Dopo tutti quei colpi riusciva ancora a rialzarsi? Ma la cosa che la preoccupò di più fu uno strano fumo viola che stava fuoriuscendo dalla bocca di Hisoka, avvolgendogli il torace. Nel silenzio più totale si udirono le ossa di Hisoka mente venivano risaldate dall'interno generando un rumore raccapricciante.

 

“Bene, è il mio turno giusto?” chiese poi il biondo mentre una camicia di forza chiusa da diversi lucchetti si sostituiva alla sua giacca nera. Sullo sterno era presente un teschio con la bocca chiusa e le orbite vuote ma, non appena Hisoka ebbe parlato, le orbite presero vita illuminandosi con uno spettrale bagliore rosso.

 

“Sigillo dei Cinque. Spezzati.” recitò Hisoka e la bocca del teschio si aprì, distruggendo il teschio stesso e la camicia di forza. Il silenzio tornò sovrano nella caverna mentre uno strano sorriso faceva capolino sulle labbra di Hisoka che, con un volume di voce bassissimo, disse “It's show time...”

 

Una luce rossa abbagliante si sprigiono dal corpo di Hisoka e stavolta fu Chryssa a doversi coprire gli occhi per evitare di restare accecata. Quando potè tornare a guardare senza problemi, uno strano brivido le percorse la schiena. Quello non era più Hisoka.

 

Al posto del biondo ora c'era una strana creatura alta due metri interamente coperta da una corazza marroncina. Le gambe terminavano alla caviglie con due spuntoni e la parte superiore del busto aveva assunto una forma simile a quella di una razza. Le scapole erano cresciute diventando due protuberanze mentre le dita delle mani erano diventate degli artigli. La testa invece aveva assunto una forma allungata e gli occhi erano diventati sei, tre sopra e tre sotto, completamente rossi con una piccola pupilla nera, inoltre, su tutto il corpo erano presenti dei bulbi dorati che risplendevano anche se di poco.

 

“Sei molto veloce Chryssa...ma pensi di essere veloce come la mia luce?” chiese Hisoka e la giovane capì che la situazione era appena peggiorata e non di poco.

 

* * *

 

Ashuros era sorpreso. Era certo di trovarsi Lykos come avversario e così era stato ma il fatto che il suo avversario avesse attivato subito il suo vero Take Over lo aveva disorientato per qualche secondo. In quel momento, l'albino si trovava in un'enorme “spaccatura” della montagna dove erano presenti i resti di alcune colonne a vari edifici di pietra mentre in alto era visibile il cielo grazie ad un'enorme spaccatura nella roccia, probabilmente il frutto di secoli di piogge che avevano scavato nella roccia quell'enorme posto.

 

Un'ombra lo oscurò per un secondo appena e il ragazzo alzò lo sguardo individuando senza problemi il suo avversario. Lykos aveva un aspetto completamente diverso: ora aveva due grandi ali d'angelo bianche, gli occhi erano vitrei e anche i vestiti erano cambiati completamente. Era a petto nudo e portava dei guanti bianchi mentre, nella parte inferiore del corpo, indossava degli stivali alti bianchi e un paio di pantaloni lunghi bianchi che però avevano una particolarità e cioè che gli coprivano le gambe solo da metà coscia in poi mentre la parte alta delle gambe era coperta da un leggero strato di piume bianche.

 

Ashuros lo fissò per qualche secondo mentre si librava in volo sopra la sua testa e, dopo aver deciso che era ora di fare sul serio, fece uscire delle catene dal suo corpo con la quale cercò di catturare Lykos il quale però le evitò tutte con agilità e senza il benché minimo sforzo, anzi, con un movimento rapido del braccio destro, afferrò una catena al volo e la usò per sollevare Ashuros di peso dal terreno.

 

In pochi attimi l'albino era ormai a diversi metri di altezza e Lykos sembrava intenzionato a farlo scendere, alla sua maniera. Lasciando andare la catena, diede un forte battito d'ali urlando “FLUX OF THE HEAVEN!!!” e una potente folata di vento dorato investì in pieno Ashuros schiantandolo contro una parete di roccia per poi farlo cadere al suolo.

 

L'albino si rialzò dolorante e, fregandosene del danno subito, cercò di nuovo di catturare Lykos ma usando delle catene infuocate così da impedirgli di poterle afferrare e il piano funzionò. L'avversario si limitò ad evitare le catene riuscendo, nel contempo, a fargli delle battute sulla sua mira scadente o sulla sua monotonia negli attacchi.

 

Lykos però, vedendo il ghigno di Ashuros, dovette ricredersi subito e, prima di poter fare qualsiasi cosa, si sentì le braccia costrette al corpo e vide i segni di alcune catene sulla sua pelle: catene invisibili. Non gli ci volle molto per liberarsi spezzando quelle catene ma ormai Ashuros aveva fatto la sua mossa e, prima che Lykos potesse allontanarsi, delle catene elettriche lo avevano già afferrato, folgorandolo e facendolo precipitare a terra.

 

Ashuros era convinto di avergli inferto diversi danni ma lo vide rialzarsi senza problemi e spolverarsi le spalle con un sorriso.

 

“Capisco...quindi con questo livello di potenza non posso batterti.” disse Ashuros mentre delle strane catene nere iniziavano ad uscire ed entrare dal suo corpo, fondendosi con la carne. All'altezza dello sterno vi era un teschio nero con la bocca chiusa “Sigillo dei Cinque. Spezzati.” la voce di Ashuros fece aprire la bocca al teschio che esplose diventando polvere nera così come le catene.

 

“Finalmente anche tu mostrerai il tuo vero potere eh?” disse Lykos mentre un forte bagliore bianco avvolgeva Ashuros.

 

Dopo pochi secondi, il bagliore svanì permettendo a Lykos di osservare il nuovo Ashuros. I capelli ora erano tirati indietro ed erano perfettamente ordinati, gli occhi erano completamente neri con un bagliore dorato come pupilla e le vene vicino agli occhi erano diventate nere e ben visibili. Come per Lykos, anche i vestiti di Ashuros erano cambiati infatti ora indossava una camicia bianca aperta sul davanti, dei guanti corazzati dorati, dei pantaloni bianchi con ricamati sopra dei fulmini dorati e delle scarpe bianche coperte da delle piccole placche dorate. Nella mano destra teneva dei nunchaku di acciaio bianco.

 

“Il mio orgoglio mi impedisce di perdere contro di te oggi!” disse Ashuros fissando con serietà l'avversario il quale si mise a ridere per poi ribattere con “Di tutte le tue forme, proprio quella dell'Orgoglio hai scelto? Anzi...forse dovrei definirla superbia.”

 

Non appena ebbe pronunciato quelle parole, Ashuros era già di fronte a lui e lo colpì sulla guancia destra con un pugno, spedendolo contro una colonna e facendola crollare.

 

“Non permetterò che le tue parole feriscano il mio orgoglio.” sentenziò Ashuros mentre diverse scariche elettriche iniziavano a ricoprirgli il corpo.

 

“Libero di pensare quello che vuoi.” disse Lykos sorridendo e mettendosi in posizione di combattimento. Se prima le sue possibilità di successo erano superiori al novanta per cento, ora erano scese all'ottanta e lui lo sapeva fin troppo bene. Doveva concludere lo scontro prima che le possibilità scendessero a zero.

 

* * *

 

Una grossa esplosione scosse le pareti della grotta creando un denso polverone nero dalla quale uscì una Chryssa parecchio affaticata. La giovane andò velocemente a nascondersi dietro ad una colonna per riprendere fiato ma, in meno di un secondo, una ventina di raggi le passarono accanto, cambiando improvvisamente traiettoria e puntando verso di lei che riuscì ad evitarli con un salto laterale mentre la colonna veniva distrutta dall'attacco.

 

A mezz'aria la ragazza riuscì a stabilizzarsi ed atterrare in piedi con il volto rivolto verso il suo avversario il quale non la smetteva di sparare raggi di luce dai bulbi dorati posti sul suo corpo. Un'ennesima scarica partì dall'oscurità e lei fu costretta di nuovo a schivare senza poter correre alla sua massima velocità a causa delle innumerevoli ferite che aveva sulle gambe.

 

Un improvviso flash dorato la fece irrigidire sul posto e, saltando, si coprì il volto con le braccia e portò le gambe al petto. Un decimo di secondo dopo, Hisoka era davanti a lei e la colpì con un pugno abbastanza forte a farla volare a una cinquantina di metri di distanza.

 

La maga di Rhihin si rialzò dolorante. In pochi attimi capì la sua situazione: femore destro rotto, polso sinistro slogato e spalla destra lussata. Di certo non poteva fare molto in quelle condizioni...non in quella forma. Avanti a se vide Hisoka mentre levitava verso di lei a grande velocità e allora decise di passare ad un livello di combattimento basato sulla potenza e non sulla velocità. La sua aura dorata la avvolse e diventò grigia aumentando di intensità.

 

Hisoka, notando il flash, capì che stava cambiando forma e non poteva permetterglielo così aumento a dismisura la sua velocità e cercò di colpirla con un pugno. Ci riuscì. La sua mano destra si spappolò schizzando sangue blu ovunque e facendolo urlare dal dolore. Indietreggiò con malagrazia tenendosi il moncherino con l'unica mano che gli era rimasta ma una strada coda fatta di pietra, la cui estremità era seghettata, lo afferrò alla gola e, dopo averlo sollevato, lo scagliò contro una grossa roccia.

 

Il ragazzo si rialzò dolorante e intontito. Dopo aver scosso la testa per riprendersi, alzò lo sguardo e potè ammirare la nuova forma di Chryssa. Ora la ragazza aveva un corpo dalla forma umana con l'aggiunta della coda che lo aveva afferrato e due grosse ali dall'aspetto grottesco con degli uncini alle estremità. La pelle sembrava marmo grigio e la parte degli avambracci e delle tibie erano leggermente più grossi a causa di un'armatura più spessa.

 

“Una nuova forma eh?” disse Hisoka prima di sparare una ventina di raggi di luce verso l'avversaria che, a mo di scudo, chiuse le ali avanti a se e i raggi non sortirono il più ben che minimo effetto, generando solo delle piccole colonne di fumo.

 

Chryssa non attese un secondo attacco e cercò di colpire Hisoka scagliandogli addosso una grossa roccia ma l'avversario scartò di lato senza problemi fermandosi però subito e cadendo in ginocchio. La giovane vide che la ferita al braccio era ancora aperta e stava perdendo fin troppo sangue così ne approfittò subito e gli si scagliò addosso, afferrandolo per le spalle e sollevandolo di peso. Con un paio di battiti d'ala, raggiunse il soffitto della caverna dopodichè si lanciò in picchiata verso il basso, roteando in senso orario e urlando “FALLEN PROTRAIT”.

 

Quando fu ad appena un metro dal terreno, lasciò andare Hisoka che si schiantò al terreno mentre lei riuscì ad atterrare in piedi.

 

Sui bordi del cratere che era venuto a formarsi vi erano diversi schizzi di sangue blu e Chryssa ne dedusse che l'impatto doveva essere stato davvero potente così si avvicinò al cratere ma, dopo neanche un passo, si allontanò con un balzo nello stesso momento in cui una gas viola iniziava a diffondersi nell'aria.

 

“Ah ah ah!!! Te lo concedo, quell'attacco mi ha davvero fatto male!” disse Hisoka, tornato in forma umana e privo di alcuna ferita, mentre usciva dal cratere.

 

“Impossibile...quell'attacco avrebbe dovuto spaccarti il cranio.” disse Chryssa fissandolo male

 

“Vero, infatti ci sei andata molto vicina ma per fortuna ho una buona capacità di rigenerazione.” spiegò il biondo sorridendo

 

“Beh devo dartene atto, sei un avversario difficile da battere.” ammise Chryssa

 

“Ti ringrazio, anche tu non sei affatto male. Sei la prima che sia mai riuscita a ridurmi in quello stato pietoso. Penso che tu meriti di vedere la forma più potente del mio Hero Soul e, credimi, nessuna forma del tuo Epic Soul potrà fermarla.” disse Hisoka mantenendo il sorriso per poi iniziare a risplendere di un intenso bagliore blu.

 

Proprio come prima, gli ci vollero pochi secondi per trasformarsi e, quando la trasformazione fu completa, Chryssa percepì all'istante una mostruosa quantità di potere magico proveniente dal suo avversario che ora si presentava come una creatura umanoide alta due metri dalla pelle grigia coperta da un'armatura blu. Ora aveva anche i piedi muniti di spessi artigli bianchi così come le mani. La testa, simile a quella di uno squalo, aveva la bocca irta di denti affilati e gli occhi gialli. Al centro del torace, sulle spalle e sulle ginocchia erano presenti delle strane protezioni azzurre a forma di sfera che si fondevano con l'armatura blu mentre dalle spalle crescevano due grossi spuntoni che andavano all'indietro.

 

Per qualche secondo nessuno dei due fiatò ma poi Hisoka ruggì a pieni polmoni, crepando il terreno intorno a lui e facendo cadere diversi pezzi di roccia dalla volta della caverna. Chryssa lo fissò mantenendo una posizione di guardia, cercando anche di capire che razza di potere avesse ma non ci riuscì. Qualcosa le impediva di concentrarsi appieno e la causa di quel disturbo era proprio Hisoka.

 

Lentamente, il suo avversario caricò il pugno destro fissando nel mentre Chryssa la quale, avvertendo un pericolo enorme, si gettò di lato e fu una mossa più che azzeccata dato che Hisoka, non appena ebbe tirato un pugno all'aria avanti a se, generò un'onda d'urto in linea retta che spazzò via tutto ciò che si trovò davanti, scavando un tunnel nella montagna e bucandola dalla parte opposta.

 

La ragazza guardò dietro di lei allibita. Hisoka aveva appena scavato un tunnel, del raggio di due metri, dentro alla montagna senza il minimo sforzo! Velocemente tornò a concentrarsi sul suo avversario che non si era ancora mosso dopo aver tirato il pugno così ne approfittò all'istante e scattò verso di lui, caricando un pugno a sua volta.

 

Non appena fu sotto di lui, lo colpì con tutta la sua forza sulla guancia destra. Il terreno sotto di lei si crepò pesantemente e una breve scossa di terremoto venne generata dall'impatto ma, con sua somma sorpresa, Hisoka non si mosse di un millimetro ne la sua armatura subì dei danni. Semplicemente incassò il colpo continuando ad osservarla con lo stesso sguardo con la quale si osserva un semplice sasso.

 

Fu in quel momento che Chryssa si accorse di un particolare: Hisoka aveva il braccio destro disteso in avanti ma il sinistro era ancora piegato...ancora pronto a colpire. Purtroppo per lei se ne accorse un attimo troppo tardi e il pugno di Hisoka la colpì dritta al ventre facendola vomitare sangue misto a saliva. La sua pelle si ruppe mettendo a nudo la sua vera pelle e lei si fece un bel volo di una trentina di metri, cadendo di schiena e rimbalzando più volte.

 

Tossendo sangue, la ragazza si rialzò e le ci vollero diversi secondi per stabilizzarsi. Si portò una mano al ventre e, non appena ebbe fatto un po' di pressione, una fitta incredibile di dolore la fece piegare in due. Probabilmente aveva una o due emorragie interne.

 

Un leggero tremolio del terreno la fece sussultare e solo allora notò che Hisoka si stava avvicinando ma ad una lentezza impressionante. Tra un passo e l'altro passavano tre o quattro secondi. Questo le diede tempo di riprendere fiato e pensare ad una strategia.

 

-La mia Gargoul Soul ha un potere d'attacco altissimo eppure non l'ho neanche scalfito con quel pugno...forse è vulnerabile ad attacchi magici e non fisici.- pensò la ragazza mentre tornava alla sua forma umana, piena di graffi e lividi -Non a caso è la sua forma più potente...penso che farò come lui e mostrerò il meglio del mio Take Over.-

 

In un istante venne avvolta da delle fiamme sbucate dal nulla e iniziò a trasformarsi sotto gli occhi di Hisoka che, intanto, continuava ad avvicinarsi. La sua nuova forma era simile alla Gargoul Soul ma con delle differenze: la pelle ora era coperta da delle squame ardenti, fatta eccezione per faccia, seni e il ventre che erano ancora nudi, le ali erano molto più grandi e membranose così come la coda era più lunga ed affusolata mentre i capelli ora erano più lunghi.

 

Non appena le fiamme si furono estinte, Chryssa si scrocchiò il collo con pochi e secchi movimenti, dopodichè ruggì alla stessa maniera di Hisoka e, proprio come lui, anche lei fece tremare il terreno facendo fermare il suo avversario che iniziò, finalmente, ad osservarla con uno sguardo interessato.

 

La ragazza però non era minimamente interessata alle sue attenzioni e, dopo aver inarcato la schiena e incrociato le braccia davanti alla bocca, iniziò ad accumulare un'enorme quantità di potere magico. Le ci vollero solo pochi secondi per completare l'accumulo e, proiettando in avanti la testa, un'enorme cono di fiamme rosse scaturì dalle sue fauci distruggendo i cristalli e le rocce che si trovavano tra lei e Hisoka arrivando poi al suo avversario che non fece nulla per evitare il colpo e le fiamme lo investirono senza problemi.

 

La ragazza osservò il risultato del suo attacco che si esprimeva come un enorme polverone nero con alcuni frammenti di cristallo che andavano sciogliendosi per il calore. Dopo pochi secondi, però, notò un movimento: lento e meccanico, mentre il terreno tremava a distanza di pochi secondi.

 

Uno strano ghigno apparì sulle sue labbra mentre la giovane pensava -Interessante.-

 

* * *

 

Sangue. Tanto sangue. Ecco quello che vedeva Ashuros, accasciato a terra con il fiatone e con molti dolori che lo attanagliavano in diverse parti del corpo. La testa gli doleva enormemente ma riuscì comunque a mettersi in ginocchio. Di certo non era messo molto bene: aveva dei grossi tagli sulle gambe e sul busto, il braccio destro era ustionato e aveva un ampio taglio sulla fronte dalla quale continuava ad uscire una grossa quantità di sangue che lo costringeva a tenere l'occhio destro chiuso...oh e il braccio sinistro, dal gomito in giù, era assente e, a giudicare dal moncherino piatto senza alcuna imperfezione, era stato probabilmente reciso da un'arma bianca.

 

Com'era possibile che fosse stato ridotto in quello stato? L'incontro andava bene, entrambi riuscivano a portare a segno diversi attacchi e a difendersi ma poi Lykos aveva attivato di nuovo il suo potere, passando ad una forma ancora più potente e da quel momento in poi Ashuros non aveva fatto altro che difendersi e prenderle.

 

In quel momento Lykos atterrò davanti a lui. La sua nuova forma era pressoché uguale alla precedente solo che ora aveva sei ali, i capelli erano più lunghi e vorticavano nell'aria, l'iride verde dei suoi occhi era di nuovo visibile e un leggero piumaggio gli copriva anche le spalle. Nella mano destra impugnava una spada dalla guardia dorata e l'elsa bianca. La lama sporca di sangue sembrava fatta di semplice acciaio e degli strani simboli dorati erano incisi su di essa, avvolgendola con una flebile aura dorata.

 

“Quindi? Niente frasi sul tuo orgoglio o sul fatto che mi sconfiggerai?” chiese Lykos mantenendo il suo solito sorriso “Coraggio Ash, so che puoi fare meglio di così.”

 

L'albino avrebbe voluto spaccargli il naso ma sapeva di non poterlo fare nelle sue attuali condizioni. I suoi nunchaku erano stati distrutti e non riusciva nemmeno a generare una piccola scossa, figuriamoci folgorare una persona. Dal profondo della sua mente iniziarono ad urlare tante voci. Decine, centinaia, migliaia di voci ma lui le fece tacere scuotendo la testa.

 

-Non posso usare quella forma...non posso perdere di nuovo il senno.- pensò il ragazzo

 

“Le figlie di Torik...le avete portate via con voi, giusto?” chiese all'improvviso Lykos riportando Ashuros alla realtà.

 

“Perchè...me lo chiedi?” biascicò l'albino

 

“Sua moglie è ancora viva. Si è svegliata giusto ieri dal coma nella quale l'avevate spedita e per poco non ci è tornata dopo aver scoperto che suo marito è morto e le sue figli scomparse.” spiegò Lykos “Se siete stati voi...beh ce ne vuole di coraggio per portare via delle bambine dalla loro famiglia.”

 

“Keh...puoi credere quello che vuoi Lykos, ma noi gli abbiamo trovato una casa migliore.” disse Ashuros ghignando e rialzandosi in piedi, seppur con uno sforzo enorme.

 

“Io non conoscevo molto bene Torik. Lo avevo incontrato ad alcune riunioni ma niente di più...e l'unica volta che l'ho visto insieme alle figlie, mi è sembrato il padre migliore del mondo.”

 

Ashuros sgranò di colpo gli occhi e la sua voce cambiò, anche se di poco “Che cosa hai detto?”

 

“Probabilmente le trattava con i guanti. Se ben ricordo indossavano dei bei vestiti di seta scuri e lui non si allontanava da loro neanche per un secondo.” continuò Lykos, tornando con la mente al giorno in cui aveva visto per la prima volta Amy e Katia.

 

“Smettila con queste stronzate...”

 

“Non mi importa di quello che dirai Ashuros. Io ho avuto la sfortuna di vivere senza genitori e non permetterò a quelle bambine di vivere la mia stessa esperienza!”

 

Il pugnò arrivò veloce e inatteso. Lykos si piegò in due con il fiato spezzato ritrovandosi a pochi centimetri dal volto di Ashuros i cui occhi erano tornati al solito color cremisi con la differenza che ora erano iniettati di sangue.

 

“Ti ho detto di smetterla con queste stronzate.” Ripeté Ashuros prima di afferrare Lykos per la gola e scagliarlo a  diversi metri di distanza con la sola forza fisica. Ovviamente l'avversario non ne risentì minimamente del colpo e si rialzò subito mentre Ashuros utilizzava di nuovo il suo potere.

 

Dal moncherino fuoriuscì del magma che si solidificò parzialmente in modo tale da sostituirgli la parte di arto mancante. I capelli presero a muoversi come fiamme e diventarono di un acceso rosso sangue mentre i canini si allungavano anche se di poco. Il braccio destro cambiò colore andando dal bianco delle dita fino al rosso scuro del gomito e delle piccole colonnine di fumo si alzarono dalla sua pelle che doveva aver raggiunto una temperatura elevatissima. Ora indossava soltanto un paio di larghi pantaloni neri con sopra disegnati dei teschi rossi e due spallacci di ferro raffiguranti dei teschi umani dall'espressione furente nelle cui orbite ardevano delle fiamme.

 

“Ti spezzerò ogni osso del corpo finché non morirai!!!” urlò Ashuros scagliandosi contro l'avversario a testa bassa. Lykos, d'altro canto lo intercettò con un fendente della sua spada che venne deviato da un pugno dell'avversario. Prima che potesse mettersi di nuovo in guardia, il mago di Taren-Kar lo colpì al mente con un montante e Lykos digrignò i denti per il dolore.

 

Librandosi in volo, tastò il mento con una mano e convenne che aveva la pelle ustionata. Il suo solito sorriso tornò sulle sue labbra.

 

“E così ora sei passato alla Rabbia? Non c'è che dire Ashuros, il tuo Sin Soul è di certo più ampio del mio Angelical Soul ma questo non ti garantirà la vittoria!” disse il ragazzo prima di fendere l'aria davanti a se con la sua spada e creare, con quel semplice movimento, molteplici lame di luce che saettarono verso Ashuros procurandogli diversi tagli sul corpo ma questa cosa non fece che far aumentare il potere di dell'avversario il quale urlò generando un tornado di fiamme attorno a se stesso e spazzando via le ultime lame di luce.

 

Con un solo balzo, Ashuros raggiunse Lykos e lo colpì con una ginocchiata proprio sul naso facendolo indietreggiare dopodichè creò una sfera di magma e fiamme nella mano destra che scagliò contro l'avversario il quale la tagliò con un solo colpo di spada.

 

Dato che Ashuros non poteva volare, Lykos ne approfittò subito e lo colpì con un calcio spedendolo al suolo. Prima che potesse alzarsi, il giovane angelo atterrò e alzò il braccio destro verso il cielo. Lentamente disegnò nell'aria un cerchio, muovendo il braccio in senso orario. Non appena il movimento fu completato, un cerchio di luce apparve davanti a Lykos.

 

“MADNESS OF THE WOLF!!!” urlò Lykos e, un secondo dopo, diversi lupi di luce uscirono dal cerchio dirigendosi verso Ashuros che si fece trovare pronto. Infatti il mago di Taren-Kar aveva già posizionato le mani a mo di coppa con le dita puntate verso Lykos. Tra i due palmi andò formandosi una piccola sfera di magma che crebbe in pochi istanti e, con un poderoso, ruggito, da essa uscì un drago serpentiforme che andò ad intercettare i lupi, crescendo di taglia per ogni lupo che lo colpiva.

 

Lykos non capì subito il perché di quel continuo cambiamento ma gli fu subito chiaro.

 

-E' il tuo potere non  vero, Ashuros?- si domandò il ragazzo e il ghigno sulle labbra dell'avversario gli diede una conferma più che valida.

 

“RAGE OF THE DRAGON. Per ogni colpo subito, la sua potenza aumenterà!” spiegò il ragazzo prima di dare un'ultima spinta di potere al suo attacco che si abbatté su Lykos ferendolo alle gambe e al busto ma non riuscendo a portargli via le ali che, giustamente, usò per alzarsi in volo ed evitare il grosso dell'attacco.

 

L'angelo sorrise soddisfatto. Quel combattimento lo stava entusiasmando e non poco. Con facilità fece roteare la spada nelle sua mani e la bloccò quando la lama si trovava dalla parte del mignolo, dopodichè scese in picchiata e la conficcò nel terreno, tenendola con entrambe le mani.

 

“Preparati a ricevere ad assaggiare la giustizia divina.” disse Lykos prima che il cielo si oscurasse. Proprio sopra a Ashuros le nuvole si aprirono, illuminandolo, e Lykos recitò una strana formula magica.

 

Dall'alto spiraglio nelle nuvole precipitò un'enorme spada di luce che si schiantò al suolo fracassandolo e generando una grossa esplosione di luce e fiamme dorate. Diversi pezzi di roccia crollarono e Lykos dovette fare attenzione per non farsi colpire dai detriti.

 

Il giovane, chiudendo gli occhi, rinfoderò la sua spada e disse “Quella era DIVINE JUSTICE, l'attacco più potente di questa forma...ma scommetto che a te serve altro per buttarti giù. Non è così...Ashuros?”

 

Solo dopo qualche secondo riaprì gli occhi, individuando l'avversario in piedi a pochi metri da lui che lo fissava con sguardo serio. Il corpo era coperto da ferrite di varie entità ma, incredibilmente, il suo potere straripava fuori da tali ferite sotto forma di fiamme.

 

“E' ora di passare all'ultimo livello.” sentenziò Ashuros e Lykos annuì sereno come se quella fosse solo una scaramuccia di poco conto. Simultaneamente, i due vennero avvolti da un'intensa luce: bianca per Lykos e nera per Ashuros. Ci vollero esattamente dieci secondi per raggiungere la loro ultima forma, quella più potente.

 

Lykos ora appariva leggermente diverso. Il numero di ali era salito a dodici, i canini si erano allungati un poco e tutti i suoi abiti erano diventati neri mentre le piume ora coprivano copiosamente la sua pelle, fatta eccezione per la zona degli addominali. Due catene fuoriuscivano dalla tasca destra dei pantaloni e rientravano in quella sinistra passando da dietro. Come ultima modifica, sui guanti, sulle ginocchia e sulle cosce erano presenti delle borchie. Di certo non era l'aspetto più consono per un angelo.

 

Ashuros, invece, era cambiato parecchio. La sua nuova forma aveva sempre una forma umanoide ma di “umano” non aveva proprio niente. Gli occhi erano due orbite bianche e sottili mentre i denti si erano trasformati tutti in affilate zanne bianche. La “pelle” era composta da delle sottospecie di fiamme rosso cremisi e nere ma le parti nere non erano propriamente fiamme. No. Erano volti di persone. Persone sofferenti i cui dolori avevano talmente martoriato i loro volti da renderli tutti uguali tra loro. I capelli che si fondevano con queste strane fiamme si erano allungati di almeno due metri e vorticavano nell'aria come se fossero un unico tentacolo. Gli unici vestiti che indossava erano degli stracci neri che gli coprivano la zona dell'inguine.

 

Lykos per un attimo inorridì nel sentire i lamenti provenienti dai colti che comparivano in mezzo a quelle fiamme. Tutte quelle voci volevano qualcosa ma non era ben chiaro cosa.

 

“Datemene ancora!” “Non sono ancora sazio!” “Ancora! Ancora!” “Ne voglio di più! DI PIU'!!!” “Perchè non ne posso avere ancora!!! PERCHE'?!?”

 

Le voci si mischiavano tra di loro diventando via via più intense e rumorose. Sembrava quasi una finestra per l'inferno.

 

“Quindi è questa la tua forma più potente...la Gola.” disse Lykos disgustato. Lui sorrideva sempre e anche in combattimento non perdeva mai la sua serenità ma quello spettacolo andava oltre ogni limite.

 

“Indovinato.” rispose Ashuros alla cui voce fecero eco altre voci diverse. “Vuoi sapere una cosa interessante? Queste persone...sono tutte le persone che ho divorato con questo potere.”

 

Lykos sgranò gli occhi scioccato per poi chiedere “Quindi...fosti tu, tre anni fa...”

 

“Sì. Città di Fasyas. Circa duemila abitanti scomparsi in una sola notte senza lasciare alcuna traccia. Devo dire che è stato un bacchetto da re.” disse Ashuros ghignando quando all'improvviso la sua spalla si deformò prendendo le sembianze di un anziano signore che disse “Fasyas...la mia città...è così bella...il suo buon vino...ne voglio ancora!!! ANCORA!!! DATEMENE ANCORAAAAA!!!”

 

Dopo pochi secondi la testa si deformò, tornando a far parte del corpo di Ashuros che fissò compiaciuto Lykos.

 

“Finiamola qui.”

 

“Mi hai letto nel pensiero.” convenne Lykos priva di librarsi in volo e scagliarsi verso il loro ultimo scontro.

 

* * *

 

Scontro a senso unico. Ecco qual'era una semplice espressione per definire l'andamento dello scontro tra Hisoka e Chryssa. Anche un idiota avrebbe capito che la giovane ormai non poteva vincere ma i più dubbiosi avrebbero scommesso su un suo possibile recupero. Avrebbero perso la scommessa.

 

La ragazza aveva il volto tumefatto e diversi lividi erano visibili perfino sulle sue scaglie di drago. Il polso sinistro era probabilmente rotto e doveva avere diverse emorragie interne perché non la smetteva di sputare sangue.

 

Hisoka, invece, non aveva neanche un graffio o livido. Era esattamente come quando si era trasformato pochi minuti prima e la cosa non poteva essere più assurda. Lentamente avanzò verso la sua avversaria che decise di dare il tutto per tutto.

 

Con un movimento del braccio, fece fondere il terreno sotto i piedi di Hisoka che scivolò dentro quella pozza di magma fino al busto e, prima che potesse muoversi, dal terreno fuoriuscirono diversi spuntoni di cristallo, roccia e acciaio che lo colpirono in tutti i punti vitali possibili. Nello stesso istante, Chryssa aveva avvolto il suo braccio destro con dei fulmini e creato una sfera d'acqua nella mano sinistra. Stringendo i denti per il dolore scagliò i due attacchi in contemporanea colpendo Hisoka con l'acqua e folgorandolo con l'elettricità. L'ultimo colpo arrivo sotto forma di cono di fiamme che causò un'esplosione abbagliante.

 

Chryssa osservò l'enorme cortina di fumo che era venuta a crearsi e non sentì il ben che minimo rumore se non quello dei detriti che cadevano a terra. Si lasciò cadere seduta al suolo respirando faticosamente ma con un sorriso sulle labbra.

 

-E' finita. Finalmente è...- THUMP

 

Il cuore le si fermò di colpo. Nell'aria si sentì il rumore della roccia che veniva frantumata con lentezza.

 

-Non è...possibile...-

 

Un rumore secco e metallico arrivò dal polverone e lei lo aveva già sentito quel rumore...quando Hisoka aveva bucato la montagna con un pugno.

 

Non potè fare nulla. Un'onda d'urto lineare dalla potenza devastante la prese in pieno, portandole via il braccio sinistro, l'ala sinistra e gran parte della coda. Per diversi secondi non fuoriuscì neanche una goccia di sangue ma poi dalle sue ferite scaturirono litri di sangue accompagnati dalle sue urla atroci mentre si contorceva dal dolore.

 

Ormai era chiaro come il sole. Hisoka aveva vinto. Il ragazzo uscì dal cratere generato dall'attacco di Chryssa e si avvicinò all'avversaria. Neanche una ferita sul suo corpo.

 

Non appena le fu sopra, la afferrò per i capelli e la sollevò di peso. Con la mano libera, le prese il braccio destro e lo spezzò tra il polso e il gomito poi ripetè il procedimento con le gambe, spezzandogliele tra le ginocchia e le caviglie. Ormai le urla di Chryssa erano diventati dei tenui lamenti. Come ultima mossa, Hisoka la posò contro un muretto dopodichè tornò alla sua forma umana, mostrando un sorriso smagliante.

 

“Sembra che sia arrivata la fine, eh Chryssa?” chiese il biondo mentre si allontanava dal corpo della ragazza fermandosi ad una decina di metri. Nella mano destra fece apparire una benda nera che si posizionò sugli occhi per poi creare cinque coltelli nella mano sinistra. Lentamente si girò di centottanta gradi e scagliò i cinque coltelli, uno alla volta, dicendo poche parole per ognuno di essi.

 

Il primo la colpì nella parte bassa del ventre. “Tanto non avresti avuto nessun figlio.”

 

Il secondo all'ombelico. “Non riesco proprio ad immaginarmi tua madre, sai?”

 

Il terzo allo sterno, in mezzo ai due seni. “Tuo marito è stato proprio fortunato a poterli toccare.”

 

Il quarto alla gola. “La tua voce furente nei miei confronti mi mancherà parecchio.”

 

Il quinto esattamente in mezzo agli occhi ma ormai la giovane era già morta prima che Hisoka parlasse. “Affrontarmi da sola è stata la più grande idiozia della tua vita.”

 

Il corpo senza vita di Chryssa si accasciò al suolo con un tonfo sommesso e Hisoka sospirò pesantemente prima di togliere una specie di telo che gli ricopriva il corpo e mostrare il suo vero aspetto: un uomo prossimo alla morte.

 

Il braccio sinistro era rotto in più punti. Almeno dodici costole erano rotte. Tagli e lividi tappezzavano il suo corpo. L'occhio destro era gravemente danneggiato e piangeva sangue. Le gambe erano piene di tagli e, probabilmente, i tendini delle caviglie erano ormai andati. Il ragazzo aveva il fiato corto e continuava a vomitare sangue in continuazione. Crollò in ginocchio senza difficoltà e la vista iniziò ad annebbiarsi.

 

-Maledizione...ho usato troppo potere...non riesco neanche ad usare la mia rigenerazione...maledizione...-

 

Nel silenzio più totale udì dei passi. Non poteva sbagliarsi, erano proprio dei passi. Di una persona e doveva essere una ragazza dal modo in cui camminava. Il biondo si immaginò di vedersi Shail incazzata come una biscia che veniva ad aiutarlo ma le sue fantasie vennero subito annientate da una lunga chioma azzurra.

 

Davanti a lui c'era davvero una ragazza. Alta un metro e sessantacinque circa dai lunghi capelli azzurri che le arrivavo al fondo schiena. Aveva un seno più piccolo di Chryssa ma la carnagione era più chiara. I suoi due grandi occhi color perla lo fissavano con odio.

 

Non indossava la divisa come Chryssa ma degli abiti più semplici: una maglietta a maniche corte bianca con dei bottoncini aperti sotto il collo, una gonna a pieghe nera, dei collant blu e degli stivaletti bassi neri. Era di sicuro molto giovane e Hisoka non poté trattenersi dal farle una battutina “Cosa ci fa...una bella ragazza...come te...da queste parti?”

 

L'azzurra lo fissò con disgusto dopodiché si avvicino a Chryssa, trattenendo le lacrime. Si inginocchio vicino alla sua ex compagna e le carezzò dolcemente i capelli. Le tolse il pugnale che le spuntava dalla fronte e lo gettò il più lontano possibile per poi chiuderle gli occhi con una mano.

 

Hisoka intanto osservava la scena in silenzio e, stranamente, gli sembrava che la luce della caverna stesse via via affievolendosi. La ragazza dai capelli azzurri si alzò in piedi e si girò verso di lui, fissandolo con odio. Hisoka notò subito che gli occhi della ragazza erano diventati nero pece.

 

“Mi chiamo Michiko Phaidon. Sono un Comandante dell'esercito di Rhihin. Ho sentito molto parlare di te, Hisoka. Per lo più erano notizie riguardanti il tuo lato da don Giovanni ma comunque ero riuscita a farmi un'immagine chiara di te...ora però...mi accorgo di non aver calcolato una cosa del tuo essere: la spietatezza.” disse la ragazza indicando poi il corpo di Chryssa “Lei era una mia amica e tu me l'hai portata via...ora morirai.”


Nella mano destra creò una sciabola fatta interamente di luce e in seguito scattò verso il biondo, saltando non appena fu abbastanza vicina per colpirlo dall'alto con tutta la sua forza.

 

Hisoka non potè fare altro che osservarla mentre preparava il colpo ma alla fine chiuse gli occhi preferendo immaginare una nana dai lunghi capelli bianchi. Sorrise mesto e sussurrò “Addio Shail...” poi aspettò semplicemente il colpo.

 

Un forte rumore metallico fu l'unica cosa che sentì. Lentamente, riaprì gli occhi e vide un'altra ragazza, intenta a dargli le spalle, che aveva appena bloccato il colpo di Michiko con una katana. I lunghi capelli biondo platino tenuti in una coda alta gli fecero subito capire chi fosse la sua salvatrice.

 

“Beh...è un piacere vederti...El...” biascicò Hisoka tossendo un po' di sangue

 

La bionda non si degnò nemmeno di rispondergli, limitandosi ad allontanare Michiko con un fendente. L'azzurra la fissò storta, cercando delle aperture nella sua guardia e, constatando che non ce ne erano, decise di passare all'attacco a distanza.

 

In neanche un secondo, creò diverse sfere di luce intorno a se e, con un movimento della mano, le scagliò tutte quante contro El la quale non si mosse di un millimetro.

 

-Bene! Una è andat...!- Michiko non fece in tempo a finire il suo pensiero che tutte le sue sfere di luce vennero tagliate a metà, svanendo nell'aria. L'azzurra fissò sbalordita l'avversaria che aveva perfino gli occhi chiusi quasi a volerle dire che i suoi attacchi erano troppo prevedibili.

 

Con la stessa rapidità dell'avversaria, El portò una mano avanti a se, con il palmo rivolto verso Michiko, e creò un cerchio magico nero dal quale scaturì una strana energia viola diretta contro l'azzurra.

 

Michiko, avvertendo il pericolo, scattò di lato evitando l'attacco e constatandone il potere. Tutte le rocce e i cristalli che erano stati colpiti da quell'energia erano diventati cenere e si erano dispersi nell'aria.

 

-Una magia oscura...- pensò Michiko osservando la sua avversaria. Il silenzio tornò sovrano in quella grotta mentre le due avversarie si osservavano dritte negli occhi.

 

In un secondo scomparvero tutte e due, scontrandosi al centro della grotta: Michiko con due spade di luce mentre El continuava ad usare solo la sua fida katana nera. La cosa incredibile era che, malgrado la straordinaria velocità di Michiko, El riusciva a tenerle testa senza problemi arrivando addirittura a portare a segno dei contrattacchi.

 

Le due continuavano a scambiarsi colpi su colpi quando a Michiko venne un'idea. Velocemente, cercò di colpire EL dall'alto con entrambe le spade ma l'avversaria riuscì a proteggersi alzando la katana e tenendola orizzontalmente rispetto alle armi di Michiko. Ci fu un breve suono metallico quando le armi cozzarono tra di loro e fu in quel momento che le punte delle due spade di Michiko di allungarono, curvando in avanti, e ferendo El alle spalle.

 

Era riuscita a ferirla e questo le mise in corpo una speranza nuova così continuò ad incalzarla continuando a mutare l'aspetto delle sue armi e procurando diversi tagli alla bionda che iniziò a combattere usando sia la katana che la sua magia oscura, creando diversi cerchi magici per far “morire” la magia di Michiko la quale fu costretta più volte a ricreare le proprie armi.

 

Con un ultimo scambio di colpi, le due si distanziarono di qualche metro e El si mise di nuovo di fronte a Hisoka, con la katana puntata contro Michiko.

 

-E' una tipa tosta...- pensò l'azzurra -...devo cercare di finire tutto in fretta! Il nostro esercito non durerà a lungo.- e con la mente tornò alle immagini che aveva visto pochi minuti prima di raggiungere Hisoka dove l'esercito alleato stava venendo respinto dentro la fortezza dagli uomini di Taren-Kar.

 

Due grosse ali di luce le spuntarono sulla schiena e si alzò in volo. Avrebbe concluso lo scontro con quell'attacco.

 

Nel contempo, El rinfoderò la sua arma, mantenendo la mano destra sull'impugnatura che venne avvolta da una fredda aura nera e viola. I sassolini intorno a lei iniziarono a tremare per poi sollevarsi e ruotare intorno a lei. Michiko avvertì un brivido gelido lungo la schiena e sorrise -Sembra proprio che dovrò impegnarmi. Molto bene. Ti mostrerò il mio potere!-

 

* * *

 

“Lo sai? Non ricordo nemmeno quante volte ci siamo scontrati.” disse Lykos tirando un calcio in faccia a Ashuros e spedendolo contro una parete di roccia.

 

“Almeno una ventina!” rispose Ashuros trasformando il suo braccio destro in un tentacolo con la quale afferrò l'avversario per una caviglia, attirandolo a se, per poi colpirlo con una gomitata sul naso.

 

L'angelo ribattè prontamente colpendolo con un pugno alla bocca dello stomaco ma ritirò il braccio subito dopo il collo per poi allontanarsi di qualche metro. Non appena fu a distanza di sicurezza, posò lo sguardo sulle nocche della mano con cui aveva appena tirato il pugno e notò che stava sanguinando da innumerevoli ferite grosse quante uno spillo. Non erano particolarmente dolorose ma era il modo in cui se le era procurate che lo preoccupava.

 

-Capisco...ogni attacco fisico o magico viene divorato dalle sue fiamme o qualunque cosa siano.- pensò il giovane riferendosi alle strane fiamme che componevano il corpo di Ashuros.

 

“Sembra che tu abbia capito.” commentò Ashuros avvicinandosi a lui “Io divoro qualunque cosa entri in contato con me, non importa che cosa.”

 

Uno strano sorriso illuminò il volto di Lykos che si affrettò a controbattere “Buono a sapersi. Vorrà dire che non farò nulla per fermarti...perchè ci penserai tu a fermarti da solo.”

 

Ashuros sembrò non capire le sue parole ma intuì subito il pericolo non appena vide l'aura che circondava Lykos diventare rossa per un istante così come i suoi occhi.

 

“SOUL...DESTINY...” sibilò Lykos ma non accadde nulla di particolare. Aveva semplicemente pronunciato quelle due parole e Ashuros si aspettava un'esplosione, un attacco luminoso o qualche strano attacco ma non avvertiva niente di diverso.

 

“Ora...” iniziò Lykos alzando un dito verso di lui “...trapassati il cuore con un pugno.”

 

Ashuros sgranò gli occhi senza parole. Credeva davvero che avrebbe ubbidito ai suoi ordini? Forse lo aveva colpito troppo forte in testa...ma quanto avvenne dopo gli fece capire di aver sottovalutato l'avversario.

 

Il suo stesso braccio destro iniziò a muoversi contro la sua volontà, piegandosi e caricando un pugno. Ashuros lo afferrò tempestivamente con la mano sinistra ma Lykos gli disse “Non devi fermarti.” e, nello stesso momento, il braccio sinistro lasciò andare il destro, scioccando il mago di Taren-Kar che fissò con disprezzo l'avversario.

 

“Maledetto bastardo!!!”

 

Un secondo dopo aver urlato quelle parole, il suo braccio destro lo colpì al torace spaccandogli la cassa toracica e trapassandolo da parte a parte. Non vomitò neanche una goccia di sangue e non ne uscì neppure una goccia dalla ferita. Semplicemente si accasciò al suolo senza emettere un suono.

 

Lykos sospirò pesantemente, tossendo un po' di sangue, per poi recuperare il sorriso di sempre. Quell'attacco era una mossa orribile e crudele ma era l'unica opzione per poter fermare Ashuros. Iniziò ad avvicinarsi al corpo dell'avversario e fu in quel momento che si accorse di un particolare: i capelli di Ashuros erano conficcati nel terreno.

 

Capì quanto stava accadendo troppo tardi. Dal terreno sbucò il tentacolo che gli bloccò le ali, avvolgendogli anche gambe, braccia e busto, lasciando libera solo la testa. Le fiamme iniziarono a divorarlo con voracità, facendogli digrignare i denti per il dolore ma sotto di lui non cadde neanche una goccia di sangue dato che quelle entità affamate bevevano ogni singola goccia di quel prezioso liquido rosso, gioendo vivaci nel poter finalmente mangiare qualcosa.

 

Malgrado il dolore, Lykos riuscì a vedere Ashuros mentre si rialzava ghignando. Il buco nel petto si era già rimarginato e ora l'avversario era davanti a lui.

 

“Ma come...?”

 

“Uh uh uh non te l'aspettavi eh? Beh è anche colpa mia che non ho descritto a pieno il potere di questa forma. Devi sapere che ogni persona che divoro diventa una vita extra, quindi in parole povere, io ho tante vite quante sono le vittime di questa forma e al momento ne ho più di settemila, accumulate negli anni.” spiegò Ashuros, avvolgendo anche la testa del mago di Rhihin.

 

“Che il banchetto cominci.” sibilò Ashuros ma le sue parole erano troppo fiduciose. Con sua somma sorpresa, Lykos riuscì a liberare il braccio destro con la quale si liberò anche la testa, benchè la pelle fosse stata già divorata per la maggior parte. Ora Lykos, più che un angelo, assomigliava ad uno zombie ma non gliene poteva importare di meno in quel momento.

 

Nella mano destra materializzò la spada che aveva usato nella sua forma precedente e con essa cercò di tagliare la testa ad Ashuros che però riuscì ad afferrargli il polso e bloccare così l'attacco. Lykos sorrise mesto mentre il suo intero corpo iniziava a brillare di una forte luce bianca.

 

“Non ti dispiace se mi porto all'inferno qualche centinaio delle tue vite vero?!?” urlò Lykos

 

“Sei davvero testardo, lo sai?” urlò a sua volta Ashuros prima di conficcargli l'indice della mano destra nell'occhio destro e il medio nell'occhio sinistro, scavando per bene nelle orbite. Lykos urlò per il dolore atroce e Ashuros ne approfittò subito, conficcandogli il pollice nel palato e, con una forza inumana, gli strappò via la parte anteriore del cranio, facendo schizzare sangue ovunque.

 

“Questo è un addio Lykos.” sentenziò Ashuros prima di tirargli un pugno nella scatola cranica, distruggendo brutalmente il cervello e il cranio. Una grossa fontana di sangue scaturì dall'esofago e dalla trachea del mago angelico la cui lingua cadde a terra per poi essere divorata subito da alcune fiamme. Non ancora soddisfatto, Ashuros gli ficcò il braccio proprio nell'esofago, scavando nella sua cassa toracica fino a trovare il cuore che strappò via con un solo gesto, alzandolo al cielo come se fosse un dono.

 

Le fiamme divoratrici presenti sulla sua mano iniziarono a divorare l'organo ma il ragazzo non voleva lasciarglielo. Per una volta avrebbe accolto apertamente quel peccato così morse il cuore del suo avversario e ne strappò un pezzo, masticandolo lentamente e con gusto per poi ingoiarlo, lasciando il resto alle sue fiamme che ormai avevano finito anche con il copro di Lykos, di cui ora non restavano che poche gocce di sangue sparse nei dintorni.

 

Ashuros tornò lentamente alla sua forma umana. Aveva ferite di diverse entità che gli coprivano tutto il corpo tranne l'avambraccio sinistro che si era rimarginato completamente. Si lasciò cadere in ginocchio respirando con fatica mentre intorno a lui si andava formando una pozza di sangue. Il suo sangue.

 

Lentamente tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un auricolare ormai rotto. Lo gettò via maledicendo quelle diavolerie elettroniche. Ora non poteva neanche contattare Hisoka o chi altri fosse e quello era il problema meno grave in quel momento.

 

“Ashuros Bleeder, non è vero?” chiese una voce maschile sopra di lui. L'albino alzò lo sguardo e vide un ragazzo, pressoché della sua età, in piedi su una roccia qualche metro sopra di lui. Era alto più o meno quanto lui ed aveva un fisico allenato con i muscoli al posto giusto e ben formati. Aveva dei corti capelli neri tenuti sparati verso l'alto e due glaciali occhi dorati.

 

Indossava delle scarpe bianche, dei pantaloni neri con delle strisce bianche sui lati, una maglietta nera e una giacchetta bianca aperta davanti. Con un solo salto raggiunse Ashuros e lo colpì al viso con un pugno avvolto da delle fiamme ardenti e vivaci.

 

“Sembra che io sia arrivato troppo tardi.” disse il moro fissando il punto in cui Lykos era stato divorato per poi tonare a concentrarsi su Ashuros “Vorrà dire che lo vendicherò.”

 

“Ti piace vincere facile eh?” chiese una gelida voce maschile alle sue spalle. Il moro sgranò gli occhi per la sorpresa e ruotò su se stesso cercando di colpire la persona alla sue spalle con un pugno ma colpì soltanto l'aria. Dietro di lui udì dei passi e, tornando a guardare Ashuros, vide un ragazzo vestito elegantemente davanti all'albino.

 

“Uh uh uh! Comandante Ashuros, sei davvero ridotto ad uno straccio.” disse il ragazzo vestito di rosso.

 

“Tsk. Rahl, cosa ci fai tu qui?” chiese l'albino

 

Rahl sorrise compiaciuto e gli rispose “Beh, se non sbaglio c'è una frase di voi umani adatta alla situazione: ti salvo il culo.” poi si girò verso il mago delle fiamme e gli chiese “Qual'è il tuo nome? Non mi sembra di averti mai visto.”

 

“Shun Suzuki...e ad un primo sguardo direi che tu sei un demone.” disse il moro

 

“Beh ci sei andato molto vicino. Complimenti.” disse Rahl sorridendo

 

“Bene, sembra che potrò tornare all'opera!” disse Shun ghignando per poi attaccare subito i due con un potente cono di fiamme. Rahl fece fuoriuscire dal suo corpo una ventina di sfere rosse avvolte da delle fiamme di un rosso più lieve di quello del nucleo. Tutte quelle fiammelle si condensarono davanti a lui creando uno scudo contro la quale il cono di fiamme impattò.

 

Ashuros osservò la scena da dietro a Rahl e capì che l'avversario era il dragon slayer del fuoco, di sicuro un avversario temibile ma anche Rahl sapeva il fatto suo. Shun terminò l'attacco e vide che lo scudo creato da Rahl aveva resistito al suo soffio senza troppi problemi.

 

“Uhm...è molto resistente.” commentò Shun

 

“Beh ovvio, le anime non possono essere annichilite con così poco.” commentò Rahl dietro di lui facendolo spaventare di nuovo.

 

-Ma quando...?- pensò Shun girandosi di colpo e cercando di colpirlo con un calcio, colpendo invece di nuovo l'aria.

 

“Spiacente cacciatore di demoni, ma tu non puoi sconfiggermi.” disse Rahl alle sue spalle e, non appena Shun si fu voltato di nuovo, dal corpo di Rahl fuoriuscirono cinque sfere che colpirono il dragon slayer al petto, impattando sul suo torace e spedendolo a diversi metri di distanza. Al momento dell'impatto le sfere si erano trasformate in polvere rossa luminosa che era tornata verso Rahl, fondendosi di nuovo con il suo corpo.

 

-Cosa diavolo sono quelle cose?- si domandò Shun alzandosi in piedi e spolverandosi la giacca con il dorso delle mani per poi portare la sua attenzione su Rahl che lo fissava sorridendo.

 

“Scommetto che ti stai chiedendo cosa sono queste, dico bene?” chiese Rahl materializzando una di quelle sfere “Beh, sono anime, molto semplicemente.”

 

Shun ghignò soddisfatto “Un demone delle anime, eh? Interessante!”

 

Il ragazzo si lanciò contro l'avversario il quale gli scagliò contro la sfera che aveva appena materializzato. Shun si fermò di colpo e si avvolse completamente nelle sue fiamme. L'anima impattò contro quelle fiamme e, prima di riuscire a raggiungere il corpo di Shun, si dissolse nell'aria, venendo subito riassorbita da Rahl che, per la prima volta, aveva uno sguardo sorpreso.

 

“Molto interessante. Quindi esistono degli umani in grado di resistere ai miei attacchi.” commentò Rahl accorgendosi solo in quel momento del cambiamento di Shun: i canini si erano allungati, le pupille ora erano simili a quelle di un rettile e aveva la faccia e le mani coperte da scaglie.

 

“Se vuoi anche la mia anima...” iniziò Shun infiammandosi “...dovrai prima distruggere le scaglie che la proteggono!” dopodiché si lanciò contro l'avversario ma all'ultimo una spada si conficcò tra i due e dall'alto atterrò una ragazza in armatura dai lunghi capelli bianchi con due ciocche che ricordavano le orecchie di un gatto.

 

“Dobbiamo ritirarci.” sentenziò lapidaria rivolgendosi a Shun che la fissò a bocca aperta

 

“Cosa? Perchè? Stavo proprio per dare una lezione a questo damerino!” protestò il moro ma le parole di Juujica furono decisive “La fortezza è caduta. Taren-Kar ha vinto.”

 

“Per quanto sia una notizia rilevante, non mi sembra corretto ritirarsi da un ballo prima del gran finale.” disse Rahl sparando una decina di anime verso i due. Shun si preparò a bruciarle come prima ma Juujica lo precedette colpendo tutte le anime con la sua spada che si crepò ma riuscì comunque a deviarne la traiettoria.

 

“Ah già, le tue armi e armature sono fatte con parti della tua anima.” ammise Rahl grattandosi il mento “Beh, che dire...due umani in grado di contrastare il mio potere...oggi è davvero una giornata straordinaria!”

 

Juujica tornò a guardare Shun e gli ripetè l'ordine, dopodichè i due si allontanarono saltando sulle varie rocce e uscendo dalla spaccatura nella roccia. Rahl li osservò sorridendo ma decise di non inseguirli, non era quello il suo compito dopotutto. Tornò da Ashuros che aveva perso troppo sangue ed era svenuto.

 

-Che seccatura. Voi umani siete troppo fragili.- pensò il moro caricandosi Ashuros su una spalla per poi dirigersi verso l'uscita.

 

Il demone non sembrava pienamente soddisfatto della vittoria riportata dall'esercito. Aveva incontrato un'altra persona in grado di fronteggiare il suo potere e questo lo rendeva...ansioso? Si stupì lui stesso di quella sensazione. Di quel desiderio. Lui voleva combattere con loro e non poteva negarlo ma avrebbe portato pazienza, aspettando l'occasione giusta.

 

“Ah quasi dimenticavo!” esclamò di colpo girandosi verso il punto dove Lykos era morto. Alzò una mano in quella direzione e, dal terreno, fuoriuscì un'anima azzurra che levitò fino alla sua mano “Ah, un'anima pura. Sono molto rare oggigiorno.”

 

In debole flash rosso, l'anima cambiò colore diventando rossa e venne assorbita dal ragazzo che sorrise soddisfatto. Un'altra anima era stata raccolta o per meglio dire...recuperata. In fondo...lui era tutte le anime ed era il suo compito recuperarle tutte.

 

* * *

 

Michiko ormai era pronta. Aveva accumulato abbastanza potere nelle sue ali per il suo attacco e ora lo avrebbe portato a termine. Poco le importava della magia di El, davanti al suo attacco niente poteva resistere e il sorrisetto sulle sue labbra trasmetteva bene quell'idea all'avversaria e Hisoka.

 

La bionda ormai era concentratissima sul suo attacco e, se al posto della sua katana, avesse stretto il braccio di una persona...probabilmente l'avrebbe spezzato con facilità.

 

L'azzurra aprì le braccia e urlò “Questo colpo è straripante di potere magico!!! Buon appetito!!!” dopodichè puntò le braccia in avanti e le sue due ali si trasformarono in due grosse lame circolari dirette verso El e Hisoka. La spadaccina era pronta al contrattacco ma all'ultimo, le due lame persero la loro forma e la luce andò verso sinistra, dritta dritta nelle fauci di un ragazzo che la mangiò tutta.

 

Il ragazzo sorrise a Michiko e gli disse “Grazie per il pasto.”

 

El e Hisoka lo fissarono disorientati per qualche secondo mentre lui stava già preparando il suo soffio.

 

“LIGHT'S DRAGON ROAR!!!” stavolta però il raggio di luce era immensamente più grande e distrusse tutto ciò che si trovava tra lui e i suoi bersagli. El cercò di deviarlo con la sua katana ma sapeva che non ce l'avrebbe fatta. Per la prima volta l'avevano colta alla sprovvista.

 

L'impatto che ne seguì generò una forte scossa sismica e più rocce caddero dalla volta della grotta, generando piccole frane. Michiko si avvicinò al ragazzo che l'aveva aiutata e gli tese la mano “Tu devi essere Alex, giusto?”

 

“Sì, piacere di conoscerti...ehm...”

 

“Ah, mi chiamo Michiko. Michiko Phaidon. Sono un comandante dell'esercito.” si presentò l'azzurra e solo allora si ricordò di Chryssa. I due si girarono lentamente verso il corpo della loro ex-compagna e si avviarono verso di lei.

 

“Beh...l'abbiamo vendicata...” commentò Alex

 

“Ma per vendicare qualcuno non bisognerebbe uccidere colui che lo ha eliminato?” chiese una gelida voce alle loro spalle. Alex e Michiko si girarono di scatto e il ragazzo sapeva bene a chi apparteneva quella voce.

 

A pochi metri da loro videro un ragazzo dalle grandi ali nere che teneva Hisoka sotto il braccio destro come un sacco e El in piedi di fianco a lui.

 

“Amlach.” disse Alex fissandolo con astio.

 

Il moro ghignò malignamente e lasciò cadere a terra Hisoka che gemette dal dolore “Voi due dovreste andarvene. La fortezza ormai è nostra.”

 

I due maghi di Rhihin strinsero i pugni. Entrambi sapevano che sarebbe accaduto e sapevano anche che di li a poco sarebbero arrivati altri maghi perciò per loro era meglio andarsene. Alex prese in braccio il corpo di Chryssa e si diresse verso l'uscita con Michiko che continuava a lanciare occhiatacce a Hisoka e Amlach.

 

Non appena se ne furono andati, Hisoka disse “Keh...di tutte le persone...tu sei l'ultimo che mi sarebbe venuto in mente come mio salvatore.”

 

Amlach ampliò il suo ghigno e, dopo averlo sollevato, lo stese con un pugno allo stomaco per poi sistemarselo su una spalla e dirigersi verso l'uscita opposta a quella che avevano preso Michiko e Alex con El che lo seguì in silenzio.

 

Non appena furono all'aria aperta videro Rahl insieme ad Ashuros e una squadra medica fu subito da loro. Fatta eccezione per Rahl e El, erano tutti feriti gravemente e pochi minuti dopo arrivarono anche Edward, Kurari e Giada che si avviò subito da Ashuros restando un attimo impressionata dalle sue condizioni ma, proprio come lui, anche lei venne fatta accomodare e i medici pensarono subito a curarla al meglio delle loro possibilità.

 

Rahl si avvicinò a El ghignando e le disse “Credevo che tu fossi praticamente intoccabile.” ricevendo come risposta un'occhiataccia da parte della bionda che tornò poi ad osservare la fortezza. Erano abbastanza in alto e si poteva godere di una vista appagante perciò la battutina del compagno finì subito nel dimenticatoio.

 

“Ecco, me l'ha data uno dei dottori.” disse Rahl mettendole un piccolo vasetto pieno di una densa crema verde vicino ai piedi “Ha detto che serve per i tagli e le ustioni così da impedire che si infettino anche se non vedo perché dovrebbero farlo. Perfino i batteri tremerebbero di fronte al tuo sguardo.” dopodiché se ne andò canticchiando.

 

El fissò per qualche secondo il vasetto, indecisa sul da farsi poi lo prese e si spalmò un po' di quella crema sui tagli infertigli da Michiko. Bruciava ma almeno non avrebbe sofferto in futuro per eventuali infezioni. Con la coda dell'occhio vide Rahl scomparire dietro una roccia

 

“Idiota impiccione...”

 

Le sue parole erano fredde come al solito eppure, se qualcuno fosse stato presente, avrebbe giurato di aver visto un piccolo sorriso sulle sue labbra.

 

* * *

 

La notte calò rapida, avvolgendo quel regno con la sua tranquillità che tanto si discostava dal caos che si era manifestato sotto la luce del sole. La città di Egisol, che durante le varie notti si animava con gli schiamazzi della gente nelle taverne, era sprofondata in un silenzio tombale.

 

L'esercito di Rhihin aveva subito una dura lezione. La roccaforte di Alestias era caduta in mano a Taren-Kar e ora il nemico aveva un forte punto d'appoggio per continuare la sua avanzata. E come a voler rincarare la dose, due dei loro comandanti più valorosi erano periti in battaglia nel tentativo di difendere proprio quella roccaforte. Erano solo due soldati, niente di più agli occhi di molti ma per quelli che li conoscevano, le loro vite valevano più dell'oro.

 

Il funerale di Lykos e Chryssa si era tenuto nel tardo pomeriggio. Oltre a loro, era stato reso omaggio anche a tutti i soldati di Rhihin e Greenland caduti in battaglia. Stranamente, poche persone avevano presieduto alla cerimonia dell'ultimo saluto. I membri della squadra speciale erano ridotti male e i dottori avevano ordinato il più totale riposo mentre la principessa si era rifiutata di uscire dalla sua stanza e il re aveva ordinato di lasciarla da sola in quanto anche lui aveva scoperto della sua relazione con Lykos ma non aveva voluto dar voce in capitolo. Dopo la sepoltura dell'unico corpo recuperato, la piccola folla si era dispersa in silenzio e il cielo si era rannuvolato in pochi istanti.

 

Nell'edificio adibito alla squadra speciale non volava una mosca. Mitsuki camminava tranquilla per i corridoi con lo sguardo basso. Lei e Ryoko erano tra quelli che se l'erano cavata con poco in confronto agli altri maghi.

 

Passò davanti alla porta dell'infermeria e, con un groppo in gola, la aprì. Quello che vide le fece inumidire gli occhi. Non era la prima volta che entrava li dentro ma mai l'aveva vista così piena. Sul primo lettino c'era Chen addormentata. Indossava una mascherina collegata ad una macchina per permetterle di respirare meglio e diversi apparecchi tenevano sotto controllo le sue condizioni.

 

Di fianco a lei, seduto su una sedia, vide Shiye pieno di bende e cerotti. Il mago del teletrasporto stava dormendo tranquillamente ma una mano era costantemente appoggiata su quella di Chen. Mitsuki provò un attimo di pena per lui. Amava Chen con tutto il cuore, ormai lo sapevano praticamente tutti, ed era la prima volta, da quando lo conosceva, che si era affezionato così tanto ad una persona. Se Chen non si fosse svegliata dal coma, probabilmente lui non avrebbe retto al dolore.

 

Dall'altra parte della stanza c'era Christopher con entrambe le braccia ingessate e diversi bendaggi su tutto il corpo. Al fondo del lettino Ryoko dormiva con al testa appoggiata sulle braccia. Anche lei  aveva diverse ferite ma non voleva allontanarsi da lui, almeno finché non si sarebbe rimesso in piedi.

 

Mitsuki prese una coperta da uno dei lettini vuoti e la sistemò sulle spalle di Ryoko poi ripetere il procedimento con Shiye. Voleva aiutare anche se con piccoli gesti. Lentamente uscì dalla stanza e si diresse verso la sua stanza. Nel tragitto passo davanti alla stanza dei ragazzi dove, attraverso un piccolo spiraglio vide Juujica e Alex.

 

La ragazza era intenta ad affilare una delle sue spade e aveva uno sguardo particolarmente determinato, mentre Alex stava leggendo un libro. All'improvviso, una smorfia di dolore appari sul volto dell'albina e la spada le scivolò dalle mani.

 

Prima che toccasse il terreno, Alex la prese al volo e la posò sul letto.

 

“La tua ferita potrebbe riaprirsi. Devi riposare.” disse il moro sorridendo e Mitsuki rimase a bocca aperta nel vedere Juujica arrossire. Sì proprio lei, la stessa Juujica che tre mesi prima aveva cercato di affettarla ora stava arrossendo e...beh anche Alex ci metteva del suo con il rossore. I due si fissarono per diversi secondi, nel più completo silenzio e la castana intuì quello che sarebbe potuto accadere di li a poco così preferì lasciargli la dovuta privacy.

 

Raggiunse la sua stanza e, quando entrò, rimase sorpresa nel trovarci Shun e Michiko intenti a parlare tra di loro.

 

“Ehi, Mitsuki, come vanno le ferite?” chiese Michiko

 

“Sto meglio...qualche giorno di riposo e potrò tornare in azione.” disse Mitsuki sorridendo.

 

Shun si alzò dalla sedia su cui era seduto e se ne uscì dalla stanza, salutando la maga del fulmine con un cenno del capo.

 

“Ma che ha quello? Un altro personaggio freddo e senza emozioni?” chiese Mitsuki facendo sorridere l'azzurra “No tranquilla, ha solo bisogno di un po' di tempo. Tra un po' diventerà socievole con tutti.”

 

“Mi dispiace...” disse di colpo Mitsuki confondendo Michiko “...se durante il mio scontro non avessi rotto l'auricolare forse avrei potuto salvare Chryssa e Lykos...”

 

L'azzurra si alzò e la abbracciò “Tranquilla va tutto bene. Non è stata colpa tua. Sono stati quei maledetti...Ashuros e Hisoka ad ucciderli.”

 

Mitsuki si lasciò andare alle lacrime. Non voleva sembrare debole, tutt'altro ma anche lei aveva i suoi limiti e perdere due compagni era un dolore troppo forte. Pianse per diversi minuti poi alla fine smise e sembrò tornare un po' in se.

 

“Credevo che tu odiassi i ragazzi. Oggi hai praticamente fulminato con lo sguardo tutti i medici che volevano guardare le tue ferite.” disse Mitsuki

 

“Sì è così...ma Shun è diverso. In un certo senso siamo come Lykos e Chryssa, ci conosciamo da anni e all'inizio eravamo in continuo conflitto tra di noi ma col tempo mi sono abituata alla sua presenza e lui ha fatto lo stesso con me.” spiegò Michiko e Mitsuki annuì lentamente per poi andare a sdraiarsi sul suo letto. Aveva sonno e ormai le energie scarseggiavano anche per lei.

 

“Dimenticavo...chi è stato ad avvisare tutti delle condizioni di Lykos e Chryssa?” chiese Mitsuki

 

“La principessa.” rispose Michiko sdraiandosi su un altro letto

 

“La principessa? Come?” chiese ancora Mitsuki visibilmente sorpresa

 

“Lei è una maga. Può vedere nel futuro ma solo il futuro in un intervallo di dieci minuti e solo per una persona. Per usare quell'incantesimo deve concentrarsi intensamente su una persona e probabilmente si è concentrata su Lykos...per questo è riuscita ad avvisarci della situazione.” spiegò Michiko

 

“Ma allora...come hanno quelli di Taren-Kar a...?”

 

“Lei non è la sola a possedere quel potere. Anche la principessa di Taren-Kar possiede il suo stesso potere e deve averlo utilizzato alla stessa maniera.” ipotizzò l'azzurra chiudendo gli occhi.

 

Mitsuki chiuse gli occhi a sua volta e scivolò in un sonno profondo, privo di sogni e di incubi. Era appena terminato uno dei giorni più difficili della sua vita e sapeva che non sarebbe stato di certo l'ultimo...e nemmeno il più difficile.

 

* * *

 

Diversamente dai loro avversari, nel castello di re Arghetos, si stava tenendo un sontuoso banchetto. Il re aveva invitato tutti i maggiori esponenti della borghesia e gli esponenti più importanti della nobiltà oltre, ovviamente, ai vari generali dell'esercito che avevano contribuito in quella campagna militare.

 

Il principe Nayuta si dilettava nel narrare le sue gesta alle varie donne presenti nella sala che lo osservavano con gli occhi a forma di cuore e annuivano per qualsiasi cosa dicesse. Anche la principessa girava tranquilla tra i vari tavoli imbanditi, scambiando qualche parola con un soldato piuttosto che con un nobile mentre suo padre era impegnato in una discussione d'affari con due uomini nel suo tavolo privato.

 

Solo pochi membri della squadra speciale erano presenti quella sera ma nessuno sembrava particolarmente sorpreso dalla cosa. In fondo molti di loro erano tornati alla capitale con diverse ossa rotte e ferite gravi, più che festeggiare per la vittoria, loro dovevano festeggiare per essere riusciti a sopravvivere.

 

Giada si muoveva tranquillamente tra i tavoli tenendo in mano un piatto pieno di diverse prelibatezze ma, con suo sommo dispiacere, non era riuscita a trovare delle pesche. Per poco non aveva picchiato il cameriere che le aveva dato la tragica notizia.

 

Con lo sguardo che vagava per la sala vide Daniel e Brianna intenti a mangiare qualcosa seduti ad un tavolo con Hopei. La giovane era rimasta diverse ore in infermeria fino a quando non le avevano assicurato che Shi era fuori pericolo.

 

La poveretta si sentiva in colpa per averlo ridotto in quello stato ma per fortuna erano riusciti a convincerla ad andare al banchetto e, da come divorava le ciambelle recuperate da un accampamento di Rhihin, sembrava proprio che si stesse godendo la serata.

 

La bionda si avviò verso uno dei balconcini della sala domandandosi dove fosse finito Amlach. Non appena erano ritornati, il moro si era fatto medicare l'orribile ferita, o per meglio dire squarcio, al costato e poi se ne era andato chissà dove senza dire niente a nessuno.

 

Appoggiò il piatto, ormai vuoto, su un tavolino sistemato li fuori e, fissando la luna iniziò a far uscire dal suo corpo una melodia lenta e orecchiabile, canticchiando nel contempo.

 

“When I find myself in times of trouble, Mother Mary comes to me. Speaking words of wisdom, let it be...”

 

La sua canzone venne interrotta da un piccolo oggetto che le cadde in testa per poi atterrare vicino ai suoi piedi. Massaggiandosi la testa, la bionda abbassò lo sguardo e si stupì nel vedere una pesca gialla. Veloce come un fulmine, la raccolse da terra e la divorò senza troppe cerimonie per poi posare il nocciolo sul piattino.

 

Domandandosi sul come fosse arrivata alzò lo sguardo individuando Ashuros appollaiato su un piccolo balconcino a diversi metri sopra di lei intento a mangiare. L'albino la fissava con uno sguardo seccato e Giada, reggendo lo sguardo, gli chiese “Sei stato tu a tirarmela?”

 

“Sì, la tua lagna mi stava disturbando.” rispose Ashuros riferendosi alla canzone che lei stava cantando pochi secondi prima.

 

“Come. L'hai. Chiamata?!?” sbottò Giada ora incazzata nera. Con un paio di salti riuscì a superare in altezza la postazione di Ashuros e si apprestò a colpirlo con un pugno ma all'ultimo si accorse di tutte le bende che ricoprivano il suo corpo e, magnanima com'era, decise di non infierire oltre.

 

Atterrò dolcemente di fianco al ragazzo e potè osservare meglio com'era ridotto il suo corpo. Fatta eccezione per l'avambraccio sinistro, l'albino assomigliava ad una mummia e aveva solo l'occhio destro e i capelli visibili.

 

“Ferito come sei dovresti startene a letto.” disse Giada afferrando un'altra pesca da una ciotola posizionata su un piccolo sgabello.

 

“Ma non rompere. Sono più resistente di te e se una nanetta petulante come te se ne va in giro tranquillamente posso farlo anche io.” ribattè Ashuros mangiucchiando dei lamponi.

 

“Brutto idiota!” “AHIO!”

 

I due si fissarono per qualche secondo in silenzio. Entrambi si erano già immaginati la scena dove Giada perdeva la pazienza e colpiva Ashuros che poi si sarebbe lamentato per il dolore...ma le voci che avevano appena sentito non erano le loro.

 

Lentamente si sporsero dal lato opposto a quello dalla quale era arrivata Giada e, su un balcone diversi metri sotto di loro, videro Shail in piedi, incazzata nera, e Hisoka inginocchiato davanti a dolore, con un'espressione di dolore sul viso.

 

“Sei un idiota all'ennesima potenza! Guarda un po' come sei ridotto! Saresti potuto morire lo sai vero?!?” urlò Shail colpendo Hisoka in testa con un pugno

 

“Ahio! Andiamo ormai dovresti saperlo che ho la pelle dura! Siamo nella stessa squadra da tre mesi e non sei ancora riuscita ad uccidermi.” si difese Hisoka facendo incazzare ancora di più Shail che rincarò la dose di pugni.

 

“Proprio non capisci eh? Cosa credi, che se tu morissi ne sarebbero tutti felici? Beh ti sbagli, tu non puoi morire perché io...io...” iniziò Shail arrossendo via via con le parole e Hisoka si accorse subito della sua espressione ma prima che potesse completare la frase per lei, l'albina si affrettò a concluderla “...io sono l'unica che può ucciderti, è chiaro? Nessun altro deve avere questo onore!”

 

-Non ce la fa proprio a dirglielo...- pensò Giada ridendosela sotto i baffi

 

“Beh ora che lo so stai pur certa che non morirò se non per mano tua. Te lo prometto.” disse Hisoka sorridendo

 

“Sarà meglio e ora vai a letto che hai il corpo a pezzi.” ordinò Shail indicando la stanza dietro al biondo

 

“Non ho molta voglia...ma forse con un incentivo potrei andarci seduta stante.” disse Hisoka ghignando e fissandola con uno sguardo che suggeriva una sola soluzione.

 

Shail avvampò per qualche secondo cercando di riacquistare un po' di contegno con quale colpo di tosse “Se vai a letto ora io...d...d...dormirò insieme a te.”

 

Per poco Ashuros e Giada non scoppiarono a ridere mentre lo sguardo di Hisoka si infiammò all'istante e, senza alcuno sforzo, sollevò l'albina mettendole gli avambracci sotto il sedere e sollevandola in modo che fosse più alta di lui.

 

“Ma!!!” urlò Shail alzando una mano “Dovrai raggiungere il tetto senza colpire niente e senza inciampare...e ovviamente non potrai guardare la strada.”

 

Hisoka ghignò e portò lo sguardo sull'abbondante seno di Shail che si trovava a pochi centimetri dal suo naso “Stai tranquilla, con queste due bellezze davanti agli occhi non guarderei la strada neanche se volessi.” e, puntuale come un orologio, Shail lo colpì in testa con una gomitata.

 

Giada fissò la scena e commentò “Non ce la farà mai neanche a raggiungere la porta finestra...”

 

“Io invece credo che ce la farà.” disse Ashuros con un ghigno per poi indicare un punto sopra a Hisoka e Shail. Solo in quel momento Giada si accorse di Kurari che si stava sporgendo da una finestra. La vide muovere le dita delle mani e, nel contempo, Hisoka si diresse verso la stanza, senza sbagliare neanche un passo.

 

“Lo sta muovendo lei?” chiese la bionda e Ashuros annuì

 

Quando furono ormai dentro alla stanza, Hisoka portò una mano nella tasca dei pantaloni e ne estrasse un piccolo sacchettino di tela che lanciò in alto alle spalle di Shail. Kurari prese al volo il sacchetto e rientrò, chiudendo la finestra con un sorriso.

 

Ora Hisoka era davanti al letto sulla quale adagiò delicatamente Shail che lo fissava sorpresa. Prima che lei potesse parlare, Hisoka le fu sopra e le chiese “Sei proprio sicura di voler andare a dormire?”

 

Shail ormai era rossa come un pomodoro e non riusciva a pensare ad una frase decente per mandarlo a quel paese. Dopo pochi secondi però si decise a lasciarsi trasportare, almeno per quella volta.

 

“Oh vai al diavolo!” sibilò l'albina prima di afferrargli la faccia e posare le sue labbra su quelle del ragazzo il quale, dopo un attimo di improvviso smarrimento causato dall'iniziativa di Shail, ricambiò più che volentieri quel bacio.

 

Nel giro di un minuto, la giacca di Hisoka e la felpa di Shail finirono sul pavimento e l'albina, per la prima volta, provò un enorme imbarazzo nel vedere il fisico di Hisoka coperto da nient'altro che qualche benda.

 

Il biondo le sorrise e, incredibilmente, le parlò con dolcezza “Tranquilla, non ti farò più soffrire.” dopodichè la baciò ancora.

 

Dietro alla porta della stanza, Rahl trattenne una risatina e disse “Ora dovrebbero passare ai cosiddetti preliminari, giusto?” ma, anziché una risposta verbale, ricevette un pugno a martello da El che lo tramortì. L'albina lo afferrò per un braccio e se lo portò via continuando, intanto, a leggere un libro.

 

Lungo il corridoio incrociarono Kurari che stringeva tra le mani una specie di bambola dalle fattezze familiari. El non ci badò troppo e preferì passare oltre trascinandosi dietro Rahl. Kurari, invece, proseguì lungo il corridoio e vide uscire da una stanza Edward, anche lui pieno di bende e cerotti. Il ragazzo notò subito la bambola e le chiese “Cos'è quella?”

 

“Niente!” rispose prontamente Kurari nascondendo la bambola dietro alla schiena e superando di corsa il castano che si mise ad inseguirla.

 

“Chissà perché ma faccio fatica a crederti.” commentò il ragazzo ghignando, raggiungendola poi in pochi passi e prendendole la bambola dalle mani. La fissò impietrito per qualche secondo dato che era una bambola con le sue sembianze.

 

“Avevi detto che la storia dell'Ed bambolotto era finita...”

 

“Infatti non ti ho più chiesto di essere il mio bambolotto ma questo non impedisce di giocare con quella bambola a forma di Ed.” spiegò Kurari con un ghigno, recuperando la bambola con dei fili e dandosela a gambe.

 

Il castano la vide correre via e, grattandosi la testa, si disse tra se e se “E poi dicono che il pazzo sono io...”

 

Nel frattempo, Ashuros e Giada stavano chiacchierando sul piccolo balconcino quando arrivò niente di meno che la principessa la quale chiese un attimo di privacy con l'albino. Giada, dopo un attimo di rabbia celata, chinò il capo e se ne andò, lasciandoli da soli.

 

“Sono contenta di vedere che stai bene Ash.” disse la principessa

 

“Sono onorato del fatto che pensi alle mie ferite, altezza.” disse Ashuros con un tono di voce misurato, chinando a sua volta il capo.

 

“Oh per favore, lo sai che in privato puoi chiamarmi Emily.” disse la principessa sorridendo per poi assumere un tono di voce serio “Ashuros, oggi sono riuscita ad avvisare gli altri in tempo ma sono riuscita anche a vedere un'altra cosa. Molto più lontana di dieci minuti.”

 

Ashuros la fissò con uno sguardo altrettanto serio e le chiese “Che cosa hai visto?”

 

“Non lo so neanche io ma una cosa è certa. Lui sta tornando.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo degli autori:

 

Ed eccoci ritrovati con un altro capitolo!!! Siete contenti? Finalmente sono morti degli OC!!! Ma dove li trovate due autori come noi che ammazzano due oc in un solo capitolo e ne aggiungono altri due nel medesimo capitolo?!?

 

Ovviamente non potete trovarli u.u noi siamo unici!(viva la modestia)

 

Ok, scherzi a parte. Abbiamo dovuto (voluto) far fuori Lykos e Chryssa per alcuni motivi che non staremo qui a dirvi per non farvi annoiare e che ora Michiko e Shun faranno parte della storia come loro rimpiazzi fissi (almeno finché non muoiono anche loro :P )

 

Da adesso potremo finalmente fare uso delle nostre benedette urne! YEEEEEEH!!!! XD Noi siamo felicissimi e voi?

 

La prima estrazione avverrà tra una settimana! Quindi potrete comunque recensire dopo ma mercoledì prossimo, che abbiate recensito o no, noi estrarremo il bigliettino della morte uhuhuhuhuhuhuhuhu!!!!

 

Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo alla prossima!!!

 

Chaos!!!

  
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