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Autore: giraffetta    12/03/2014    3 recensioni
“Perché non vai via?” gli domanda di botto Bekah, dando voce ai suoi pensieri. Klaus è spiazzato da quella domanda e rimane in silenzio. Ha pensato tante volte di fuggire da quella violenza, ma si è accorto di non poter abbandonare la sua famiglia, nemmeno per fuggire da frustate e insulti.
“Non posso.” si limita a dire, scuotendo la testa. “Questo è il mio posto. Voi siete la mia famiglia. Devo restare.”
|| Spoiler ep. 1x16 The Originals!!! || //child!Klaus; child!Bekah//
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Klaus, Rebekah, Mikaelson
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                               Always and forever, Bekah. We are a family.




Una bambina bionda è seduta sotto un grosso albero frondoso, intenta a rigirarsi tra le mani una piccola figura intagliata nel legno, con sguardo assente. Tracce umide di lacrime segnano ancora le sue gote e gli occhi rossi rivelano perfettamente che ha pianto.
“Rebekah.”
La voce di suo fratello Nik risuona nitida a pochi passi da lei. Bekah sgrana gli occhi e lo fissa, immobile. Lo sguardo della bambina si sofferma su piccoli ma pronunciati particolari: il labbro spaccato, la camicia sporca di sangue e l’andatura zoppicante. Suo padre lo ha di nuovo picchiato, anche se lei lo ha implorato di fermarsi, come sempre.
Klaus le si siede accanto con difficoltà, alcune smorfie di dolore ad increspargli il volto, e le prende una mano tra le sue.
“Rebekah.” la richiama, fissandola coi suoi occhi azzurri. Bekah lo guarda, triste. Ha cercato di difendere suo fratello dalla furia di suo padre, ma non è servito a niente. Ha incassato uno schiaffo, prima di fuggire via, lontano dalle urla e dalle imprecazioni, lontano dal sangue e dalle botte.
“Lo so che volevi proteggermi.” sussurra Klaus, attirandola contro di sé. Rebekah lo stringe, non troppo forte per non fargli male, ma abbastanza da fargli sentire il suo calore.
“Mi dispiace.” riesce a dire, prima che una nuova lacrima le scorra sul viso. Il fratello la culla tra le braccia, sussurrandole una vecchia canzoncina, la stessa che le canta nelle notti di tempesta, quando una spaventata Rebekah cerca la sua mano per dormire serena.
“Non devi. Tu non hai colpe.” le ricorda Nik, asciugandogli le guance con le mani. Bekah tira su col naso e osserva Klaus. Non capisce perché suo padre lo odi così tanto, ma ancor di più non capisce come Klaus non si ribelli. A differenza di Elijah, più posato e diplomatico, Klaus è più irruento, eppure contro le botte del padre non alza un dito o una parola. Sopporta in silenzio, aspettando che l’ondata di furia finisca così come è iniziata.
“Perché non vai via?” gli domanda di botto Bekah, dando voce ai suoi pensieri. Klaus è spiazzato da quella domanda e rimane in silenzio. Ha pensato tante volte di fuggire da quella violenza, ma si è accorto di non poter abbandonare la sua famiglia, nemmeno per fuggire da frustate e insulti. Ama i suoi fratelli con tutto se stesso e non potrebbe mai andare via. Inoltre, nel profondo del suo cuore, nutre ancora la speranza che un giorno suo padre lo accetti, che lo ami come un vero figlio, che lo accolga nel suo cuore.
“Non posso.” si limita a dire, scuotendo la testa. “Questo è il mio posto. Voi siete la mia famiglia. Devo restare.” spiega poi, carezzando Bekah sul capo. La bambina annuisce, assaporando quelle parole come una musica dolce e stringendosi ancor di più a suo fratello.
“E quando sarai grande?” chiede ancora, una punta di apprensione nella voce. Klaus sorride e le dona un buffetto sul naso con la punta delle dita.
“Quando sarò grande resterò con te e gli altri, non preoccuparti. Saremo insieme per sempre e ci prenderemo cura l’uno dell’altra.” assicura. Rebekah annuisce ancora, più sollevata.
“E tu?” chiede ora Klaus, fissando ancora la sorella. “Cosa vuoi tu, da grande?” sorride.
Bekah si illumina a quella domanda. Sa già cosa rispondere: Klaus glielo chiede quasi ogni giorno, e lei ha imparato la sua risposta a memoria, come una filastrocca.
Voglio una casa. Voglio una famiglia. Voglio qualcuno che mi ami. E voglio vivere. Con te.” elenca, battendo le mani ad ogni frase e sussurrando con veemenza l’ultima parola. Klaus sorride, accoccolandosela addosso come una bambola.
“Sempre e per sempre, Bekah. Siamo una famiglia.”
 

***

 
Il vecchio cancello del cimitero cigola, aperto da una mano invisibile, e annuncia che l’incantesimo di confinamento è finito. Gli Originali sono liberi adesso.
Klaus fissa Rebekah, il volto ancora umido di lacrime. È finita, ormai. Si sono gridati contro tutto ciò che avevano da dire e ora non è rimasto nient’altro, solo il freddo. E il silenzio.
“La barriera è calata.” annuncia con voce grave l’ibrido. Bekah rimane immobile, in attesa. Sa benissimo che nonostante suo fratello appaia così calmo, in realtà dentro ribolle ancora, preda della rabbia.
È stata una lunga notte, piena di paura e minacce e confessioni e verità urlate al vento. L’odio si è mischiato col terrore, l’amore si è unito alla vendetta e la rabbia è esplosa con la tristezza.
Adesso, Bekah sa che si trova a un punto di non ritorno, un punto in cui lei non è più chiamata a decidere della sua vita. Può solo aspettare le decisioni di suo fratello, giuste o sbagliate che siano.
Lo ha tradito, è vero. Ma anche Klaus ha tradito la sua vita, manipolandola a suo piacere. Non c’è nessun vincitore questa sera, solo vinti.
Klaus le si pone dinanzi, mascherando male la sua arrabbiatura, e la guarda con aria di sfida.
“Che cosa vuoi, Rebekah?” domanda a bruciapelo. La vampira non ha bisogno di pensare, ha già la sua risposta, esattamente come mille anni prima.
“Le stesse cose che ho voluto fin da quando ero bambina. Voglio una casa. Voglio una famiglia. Voglio qualcuno che mi ami. E voglio vivere.” cantilena con decisione la filastrocca imparata molto tempo fa. Con una piccola eccezione, una piccola mancanza, che a Klaus non sfugge. Ma è tardi ormai per aggiungere qualcosa. È tardi per poter pronunciare ancora quel “Con te.”
L’ibrido la fissa severo, un misto di rabbia e dolore a deformargli il viso. Il tradimento gli brucia dentro come le vecchie ferite inflittegli da Mikael, da quel padre amato e poi odiato, ma per una volta decide di seguire un’altra strada.
“Allora, vai.” scandisce. “Va lontano… e non tornare mai più.” sentenzia dinanzi a una stupita Rebekah. La vampira non riesce a comprendere appieno cosa stia succedendo: ha cercato la libertà per anni e ora, di colpo, l’ha ottenuta.
Nessuna punizione, nessuna morte. Solo la libertà, la semplice e pura libertà.
“Tu, sorella… sei libera.” termina Klaus, lasciando uscire le parole che per troppo tempo ha tenuto nascoste nel cuore. Ci sono voluti mille anni prima di sciogliere definitivamente quei legacci impastati col sangue che li ha tenuti uniti fino ad allora. Mille anni di prigionia dorata, imposta solo per proteggere, ma che è sempre rimasta una prigionia per una personalità indomabile come Rebekah.
La vampira sospira piano, con in gola la paura di rompere quell’illusione. Lancia un’occhiata a Klaus, ma nessuna parola esce dalle sue labbra. Non ha niente da dire, niente da aggiungere a questa lunga notte di confessioni. Poi, punta lo sguardo sul cancello aperto e si avvia decisa verso la sua nuova vita, senza voltarsi più indietro, senza voltarsi più verso suo fratello. Non può così vedere Klaus voltarsi a guardarla un’ultima volta, una lacrima solitaria a rigargli il viso e poche parole sussurrate dentro di sé.
“Sempre e per sempre, Bekah. Siamo una famiglia.”






Note:
Salve! Torno a scrivere in questo fandom a distanza di non so nemmeno più quanto tempo, ma, complice la nuova puntata di TO, questa os è uscita letteralmente di getto! Il confronto tra i fratelli Mikaelson avvenuto in questa puntata mi ha colpito molto, specie lo scontro tra Klaus e Rebekah, e ho voluto provare a sviluppare un parallelismo tra l'infanzia passata e il presente, anche perchè l'episodio presenta flashback del passato. La prima parte si colloca nello spazio temporale del primo flashback dell'episodio, con Klaus e Rebekah bambini, mentre la seconda è al presente, ambientata nel cimitero.
Preciso che le frasi riportate in corsivo sono prese dall'episodio (e sono anche quelle che mi hanno ispirato la shot!).
Grazie a chiunque sia passato di qua :D

bacioni,Giraffetta


 
  
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