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Autore: Fantasy25    12/03/2014    3 recensioni
Lui che non era né un umano né uno youkai, lui che mai nella sua vita era stato accettato, lui che da sempre era stato schernito da entrambi i mondi a cui apparteneva, si gettò d’impulso fra le braccia di lei, stringendola al petto, desiderando di poter restare così in eterno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inuyasha la guardò: i capelli scossi da una leggera brezza, lo sguardo al cielo stellato, le mani congiunte in petto. La sua esile figura si stagliava in quella chiara notte di primavera. Ai suoi occhi le sembrava un angelo, tanto bello da non poter essere toccato. Kagome si girò, col sorriso dipinto in volto, poi si sedette sull’erba fredda.
“Sai” disse lei “nella mia epoca non si vedono così tante stelle.”
Lui scese dall’albero su cui si era rannicchiato con un salto, per poi sedersi accanto alla ragazza. Era così fragile, così desiderabile.
“Davvero? Non ci avevo fatto caso.” mentì lui. Ovviamente se ne era accorto, ma sentirla parlare gli piaceva troppo, soprattutto quando parlava della sua vita. Era come un balsamo alla fine di quelle dure giornate alla ricerca di Naraku. Lo sguardo del mezzodemone  percorse la collinetta, soffermandosi un attimo sui loro compagni. Shippo dormiva abbracciato a Kirara, mentre Sango e Miroku restavano distanti, e si poteva ancora vedere il segno di una mano impressa sul volto del monaco. Evidentemente quel maniaco aveva riprovato a tastare la giovane sterminatrice.
“Invece è così” riprese lei “il cielo è più scuro, l’aria più inquinata... qui nell’epoca Sengoku è tutto più pulito. Beh, ovviamente se non si fa caso a tutti i demoni che si aggirano indisturbati in ogni luogo. In questo senso il mio futuro è molto più libero.”
“Cosa fai? Stuzzichi? Allora non mi sopporti, vero?” disse il ragazzo infervorandosi, alzandosi di scatto e facendo per andarsene.
Kagome lo prese per la manica. “Certo che no, scemo. Resta qui un altro po’ con me...” e gli lanciò una sguardo languido. Lui no poté far altro che acconsentire, tanto in ogni caso avrebbe vinto lei: se solo avesse provato ad andarsene lo avrebbe mandato a cuccia e si sarebbe immancabilmente schiantato al suolo. E poi aveva davvero voglia di rimanere lì. Lei gli passo una mano fra le orecchie e poi giù per la lunga e bianca chioma. Lui chiuse gli occhi. L’aveva sempre infastidito che gli toccassero quelle odiose orecchie da cane, che ogni giorno gli ricordavano di essere solo un hanyou, ma con lei era diverso. Con lei poteva mostrarsi debole, con lei che l’accettava così com’era. Mai Kikyo gli era sembrata più lontana.
“Ho sempre adorato queste tue orecchie” disse lei con voce dolce, accarezzandole fra de dita affusolate. Lui la guardò stupito. Nessuno glielo aveva mai detto, dopo la morte di sua madre. Lui che non era né un umano né uno youkai, lui che mai nella sua vita era stato accettato, lui che da sempre era stato schernito da entrambi i mondi a cui apparteneva, si gettò d’impulso fra le braccia di lei, stringendola al petto, desiderando di poter restare così in eterno.
“Grazie Kagome” sussurrò assaporando il suo dolce profumo, quell’odore unico e tanto amato “Grazie per essere sempre rimasta al mio fianco, di aver sopportato i miei sbalzi d’umore, di aver sofferto per me...” poi un dito gli si posò sulle labbra.
“Non devi ringraziarmi. L’ho fatto perché volevo, non mi hai costretta.”
“Ma tu sei stata l’unica a rimanere al mio fianco, anche quando perdevo il controllo diventando un demone completo o quando, trasformato in umano, ero troppo debole per impugnare Tessaiga e...”
“Smettila” il suo sguardo era dolce ma deciso, carico d’affetto e non di quella straziante pietà che tutti gli riservavano. “Io lo faccio perché ti amo e ti ho sempre amato. E non mi importa se tu ami Kikyo o chiunque altra perché io resterò sempre insieme a t...”
Questa volta fu lei a essere interrotta. Perché lì, sulle labbra della ragazza, c’erano quelle del mezzodemone.
Chiuse  gli occhi abbandonandosi a quel caldo abbraccio e cercò la sua mano, ma appena la trovò essa si ritrasse. Si staccò a fatica dal bacio e prese quella mano fra le sue. Negli occhi del giovane leggeva paura, paura di farle del male con quelle lunghe e letali unghie. Lei gli posò un bacio sulla mano, quella stessa mano che tanti uomini in passato aveva ucciso, e poi gliela fece poggiare sul suo candido petto. Guardandolo nei profondi abissi ambrati dei suoi occhi gli sussurrò un leggero “io non ho paura di te...” per poi tornare sulle labbra dell’hanyou, che le dischiuse bramose di un altro morbido bacio.
 
Una sacerdotessa e un mezzodemone in una fresca notte di primavera si scambiarono il bacio più dolce e proibito del mondo.






ANGOLO AUTRICE
Scrivo questa postilla dopo mesi dalla pubblicazione della storia, il giorno lunedì 8 settembre 2014.
Che dire? Questa è stata la mia prima storia su questo sito, e quindi ero molto emozionata nel pubblicare il mio scritto... E oggi siamo arrivati alla 500 visualizzazioni.
Sapere che 500 persone hanno letto la mia storia mi ha resa tremendamente felice.
Sapere che c'è qualcuno che l'ha recensita e messa tra le preferite e ricordate mi ha resa fiera di questa piccola storiella senza pretese.
Grazie a tutti per questo mio piccolo grande traguardo.
-Fantasy25-
   
 
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