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Autore: _Wild_Heart    12/03/2014    1 recensioni
"Avevano commesso un errore imperdonabile..."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche se sembrerò banale, affatto originale e idiota, questa storia è per Elo.

Continuava a camminare avanti e indietro. Aveva le mani sudate e lo stomaco chiuso in una morsa d'acciaio. Non avrebbe mai immaginato che quello sarebbe mai successo, e invece aveva preso coraggio e lo aveva fatto. O almeno stava per farlo. Guardava il suo orologio da polso ogni due passi, con precisione quasi maniacale. Adesso segnava le sette meno dieci e ovviamente, come c'era da aspettarsi, lei non era ancora uscita. Quella serata di marzo era particolarmente fredda nonostante dalla mattina avesse smesso di piovere dopo una settimana intera. Forse scegliere di andare lì non era stata la mossa migliore, ma il suo tempo si stava esaurendo. Aveva deciso di compiere quel passo prima di partire . In questo modo se le cose non fossero andate nel verso giusto si sarebbe lasciato tutto alle spalle. Era da codardi. E lui lo sapeva bene. Si strinse nella sua giacca leggera ed estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans. Abbassò lo sguardo sul display e digitò un messaggio che poco dopo inviò a Harry. Lo avvisava del fatto che quella sera non sarebbe uscito con lui e gli altri ragazzi. Se tutto fosse andato bene si sarebbe precipitato in quel locale e avrebbe comunicato la bella notizia, altrimenti li avrebbe lasciati all'oscuro. Infatti non aveva avuto il coraggio di dire loro perché avesse lasciato la sua ragazza o perché nell'ultimo periodo non fosse più lo stesso. Anche lui aveva impiegato molto tempo per capirlo. Forse troppo. Mentre si apprestava a riporre il telefono si sentì chiamare da una voce conosciuta: da lei. Alzò lo sguardo e si trovò davanti proprio la ragazza che stava aspettando. Un nodo gli strinse la gola e gli impedì di parlare. Gwen lo guardava con un misto di preoccupazione e sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata di vederlo lì. Si chiedeva anche come Louis potesse sapere che lei si sarebbe trovata lì quella sera, perché era evidente che lui stesse aspettando proprio lei e che non fosse lì per caso. Louis riusciva soltanto a fissarla vedendo come si dondolava a disagio e come cercava di sorreggere la sua enorme borsa su una spalla senza sbilanciarsi. Fece un passo avanti e con delicatezza le tolse la tracolla dalla spalla e la appoggiò sulla sua, sicuramente più in grado di sostenere il peso.
"Grazie Louis. Che ci fai qui? Hai accompagnato Marianne?"
"Ehm... no."
Non poteva dirle che era lì perché non vederla per una settimana era stato insopportabile. Non poteva dirle che gli erano mancate la sua risata e le sue pessime battute. Non poteva dirle che gli era mancato il modo in cui lei lo ridicolizzava e si prendeva gioco di lui. Non poteva dirle che sapeva di aver sbagliato per molto tempo. Non poteva farlo perché Gwen era la sorella di Marianne, la ragazza con cui era stato insieme fin dal primo anno di liceo. Gwen aveva capito che il fatto che lui si trovasse lì non avrebbe portato altro che guai. Anzi, aveva capito che Louis le avrebbe portato guai dal momento esatto in cui lo aveva conosciuto. Lo aveva visto per la prima volta quando sua sorella lo aveva portato a casa per farlo conoscere ai suoi genitori. Gwen aveva avuto una pessima giornata e sua sorella non si era neanche accorta del suo turbamento. Gwen aveva solo dodici anni ed era spaventata da tutto e da tutti. Era particolarmente esile per la sua età e i suoi capelli neri e lunghi, la pelle color avorio e gli occhi scuri non la facevano andare a genio ai compagni che la credevano una specie di strega. Gwen quella sera era distrutta perché un suo compagno quella mattina l'aveva chiusa nel bagno delle ragazze. Nessuno si accorse della sua scomparsa fino al suono della campanella d'uscita, quando una ragazza più grande l'aveva trovata. Non aveva detto nulla a nessuno. Una volta tornata a casa aveva saputo che il ragazzo di sua sorella sarebbe andato a cena da loro. Non aveva voglia di conoscere nessuno. Finse di stare male e si chiuse nella sua stanza. Lo sentì varcare il cancello d'ingresso e sentì la calorosa accoglienza che gli riservarono i suoi genitori. La cena andò bene, poteva sentirlo dalle risate. Stava per addormentarsi quando un rumore la fece sobbalzare. Qualcuno stava bussando alla sua porta. Gwen si alzò dal letto avvolgendosi nella coperta di Toy Story. Aprì la porta e si ritrovò davanti un ragazzo dagli occhi azzurri. Era molto più alto di lei e stringeva tra le mani un piatto con una fetta di torta.
"Ciao. Sono Louis. Sono venuto a portarti un pezzo di dolce. Posso entrare? "
Gwen era rimasta impalata e muta, perciò Louis l'aveva spinta delicatamente dentro la stanza e aveva chiuso la porta. Senza aspettare inviti si era accomodato sul suo letto e le aveva fatto segno di seguirlo. Gwen si era seduta lontano da lui e aveva preso il piatto che lui le aveva offerto.
"Gwen scusa se per colpa mia sei stata costretta a saltare la cena. Non volevo metterti a disagio. "
"Tu non c'entri niente. "
"Ah si? Cosa è successo allora? "
"Dov'è Marianne?"
"Sta lavando i piatti con tua madre. Se vuoi non le dirò nulla. "
Gwen ancora non riusciva a spiegarsi perché si fosse confidata con Louis. Forse perché parlare con uno sconosciuto era più facile e lei aveva un infinito bisogno di parlare. O forse perché quei suoi modi gentili e premurosi l'avevano conquistata sin da subito. Aveva raccontato tutto d'un fiato e come da copione non era riuscita a trattenere le lacrime. Louis sorprendendola l'aveva stretta in un abbraccio. Quella fu la prima volta che abbracciò un ragazzo. Louis l'aveva consolata e promise di aiutarla. Tenendolo nascosto a tutti, compresa Marianne, il giorno seguente Louis l'aveva accompagnata a scuola e aveva dato una bella lezione ai suoi compagni e anche se Gwen non scoprì mai cosa fece Louis, da quel giorno nessuno la infastidì più. Avevano commesso un errore imperdonabile e il loro rapporto era cresciuto con loro. Avevano preso una strada senza ritorno. Adesso Gwen non poteva dirgli che da quel giorno tutto era cambiato. Non poteva dirgli che nel corso degli anni quella ammirazione che provava per lui era diventata qualcos'altro. Non poteva dirgli che nonostante fossero passati tanti anni e lei avesse frequentato altri ragazzi non era mai riuscita ad innamorarsi di nessuno. Non poteva dirgli che aveva sperato che lui e sua sorella non si lasciassero affinché lei non dovesse smettere di vederlo. Non poteva dirglielo perché lui era stato il grande amore di Marianne.
"Louis che ci fai qui? Te lo chiedo di nuovo. "
Louis si grattò la nuca, prese un respiro profondo e la guardò negli occhi. Quegli occhi così neri che avevano spaventato quei ragazzi a scuola tanti anni prima e che lui aveva difeso a spada tratta.
"Mi mancavi Gwenny." Louis sputò quelle parole sentendo un colpo al cuore. Ora toccava a lei fare la prossima mossa, come in una partita di scacchi. Gwen alzò lo sguardo e lo incatenò a quegli occhi azzurri. Quegli stessi occhi di cui si era fidata tanti anni prima. Cercò la mano di Louis e la strinse nella sua.
"Mi sei mancato anche tu."

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Salve mondo! Questa è la mia prima one-shot ed ero abbastanza restia nel pubblicarla, ma ho deciso di provare, o meglio mi hanno costretto. Perdonatemi per il finale, ma non so scrivere cose strappalacrime. Spero vi piaccia. Grazie per aver letto.
  
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