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Autore: Eliot Nightray    13/03/2014    0 recensioni
Arthur Kirkland è un tritone adulto , scorbutico, irascibile, incapace di relazionarsi con il mondo. Durante una ricognizione di routine incontra una donna umana la cui bellezza lo colpisce immediatamente. Si tratta di un'italiana di nome Caterina di cui scopre immediatamente di essere innamorato. Così accompagnato dal dinamico duo composto da suo fratello Nathan e dall'insopportabile Francis parte alla conquista della donna amata sul mondo emerso. UkIt
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Scozia
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Adorava l’acqua fredda, gli dava quella sensazione di libertà che il calore non era mai riuscito a dargli. Suo fratello gli ripeteva spesso che la sua era una concezione completamente sbagliata della “libertà”, ma a lui piaceva credere che essere liberi significava respirare tranquilli e non avere l’assillante preoccupazione del prossimo. Per questo l’acqua fredda per lui rappresentava la libertà, un mancanza di calore che lo estraniava dagli altri. Un’ altra cosa che adorava ripetere a Nathan, ovviamente per vedere la sua faccia contorcersi in una smorfia di dissenso, era che odiava l’oceano. Si perché tutta quella vastità non lo aveva mai fatto sentire a suo agio. Suo fratello dal canto suo amava viaggiare il che rendeva l’oceano il posto adatto a lui. Per Arthur invece era troppo vasto, troppo caldo e troppo popolato. L’unica volta in cui erano riusciti a trascinarlo in quel posto infernale aveva finito col perdersi in un branco di sardine, acquistando quindi un marcato odore di pesce. Non che non puzzasse già abbastanza di pesce di suo, così almeno farneticavano i marinai. Ohibò , si era già fatto tardi, a forza di rimuginare afflosciato sul fondale avrebbe finito col perdersi la spedizione notturna a pelo d’acqua. Sua madre si era impegnata in tutti i modi affinché ne lui ne suo fratello ne facessero parte. Tuttavia dopo secoli di preghiere si era rassegnata all’idea che i due principi avrebbero sempre e comunque continuato a fare di testa propria. A spingere Nathan era l’eroica idea di ammazzare qualche umano, un essere orribile a detta di molti. Per quanto riguarda Arthur invece , beh lui voleva semplicemente osservare e studiare il mondo esterno. Tuttavia le ronde non erano poi così eccitanti, anzi ormai avevano perso tutto il loro splendore da decenni. Non c’era mai niente di strano se non qualche rarissima volta in cui un paio di marinai apparivano semicoscienti , sopravvissuti da qualche scontro e sistematicamente la Naga di turno se li mangiava. Non che a detta sua facessero male, sua madre gli aveva tolto lo sfizio di assaggiare della carne umana e l’aveva trovata gustosa. Tuttavia non era uso nel suo popolo da secoli quella pratica , così la loro dieta si basava principalmente su molluschi, crostacei e pesci vari. A si e tante alghe, troppe secondo Sebastian, suo fratello minore. Muovendo con armonia la grossa coda verde smeraldo Arthur si avvicinò al fratello per accompagnarlo in un lungo sbuffo di noia. Non aveva trovato niente, un’altra volta. BUM. Ci fu uno scoppio, seguito da un altro in successione. Finalmente un po’ di azione! Nathan ed Arthur si mossero veloci verso la fonte di tutto quel trambusto per scoprire un peschereccio abbordato da una nave pirata. Ora, in realtà osservandolo con maggiore attenzione Arthur dedusse che non si trattava di un peschereccio, ma di una nave mercantile. Non sapeva molto delle tradizioni umani, ma conosceva abbastanza bene le imbarcazioni per capire subito il contenuto delle loro stive. In più chiunque sarebbe stato in grado di fiutare un peschereccio e quella nave non puzzava assolutamente di pesce. Per i pirati invece aveva impiegato anni per capire che cosa fossero. Ore, anzi giorni di assiduo ascolto delle conversazioni dei marinai lo avevano portato a scoprire che i “pirati” ,esseri temibili e malvagi, attaccavano le navi per depredarla. In realtà non aveva ancora capito le esatte sembianze di questi “pirati” , ma di certo non dovevano essere umani. Si avvicinò maggiormente per vedere una grossa palla metallica venire lanciata contro la nave più piccola. I mariani si stavano preparando a salvarsi con una scialuppa, non che la cosa gli avrebbe salvati dalle Naga. Ad attirare la sua attenzione non furono gli urli o le esplosioni, ma piuttosto un trio molto interessante di umani che saltellavano su e giù per la nave aggredita. Che fosse una qualche specie di danza tribale? Il più piccolo dei tre perse l’equilibrio cadendo in mare. Era la sua occasione! La sua opportunità per osservare un umano da vicino prima che potesse essere smembrato. In realtà di umani ne aveva visti tanti tutti con la barba, la corporatura grossa e la pelle olivastra. Di certo quelli erano di sesso maschile, perché avevano un che di suo padre. Il pensiero lo fece ridere mentre sfrecciava verso l’umano indifeso. Quello che non aveva mai visto però era un umano donna. La giovine appariva di carnagione chiara con i capelli bruni di cui però non riusciva a dedurre la forma bagnati com’erano dall’acqua. Arthur rimase un secondo, forse due a fissarla prima di afferrarla fra le braccia per trascinarla a riva. La nave sopra di loro continuava a lanciare palle di fuoco mentre l’altra cadeva a pezzi. La situazione si stava facendo pericolosa, persino Nathan aveva problemi nello schivare i grossi pezzi di legno che cadevano con sempre maggiore frequenza in mare. La città era poco distante, di certo qualcuno sarebbe arrivato in aiuto della nave mercantile, ma tanto sarebbe stato comunque troppo tardi, almeno per loro perché lei di certo sarebbe sopravvissuta. Poggiò le labbra contro quelle della donna, così morbide e calde, diversamente dalle sue per lasciarle un soffio d’aria. Sperò che si risvegliasse solo per vedere il colore dei suoi occhi ma dovette lasciare indietro la sua curiosità per affrettare i suoi movimenti. La appoggiò sulla spiaggia , respirava, anche se a fatica. Nel buio della notte nessuno lo avrebbe notato studiare quella creatura così straordinaria. La pelle era chiara, i capelli bruni, il fisico sinuoso ed il seno abbondante. Un particolare che non mancò di attirare la sua attenzione considerate le caratteristiche fisiche delle femmine della sua specie. Non resistette dall’appoggiare il capo sul petto della donna per sentirne il cuore pulsare con forza. Dentro di lui si accese una scintilla che mai aveva percepito in vita sua. Sapeva già di cosa si trattava perché sua madre gliene aveva parlato spesso, si era innamorato di un’umana. Un evento non così tanto straordinario come tanti pensavano, suo padre era stato un umano prima di trasformarsi in tritone. L’unica cosa da fare adesso era imprimerle il marchio, così che tutti sapessero che lei sarebbe divenuta la sua sposa. In breve l’avrebbe morsa sul collo e poi, una volta ripresasi, l’avrebbe portata con se per farla diventare la sua sposa. Si il piano avrebbe funzionato. Sorrise mostrando i canini affilati , un’arma potente tanto quanto il veleno nascosto in essi. Un brusio nervoso attirò la sua attenzione. Voltandosi notò un paio di ragazzi armeggiare con una scialuppa nervosamente, poi si voltarono verso di lui. Ebbe appena il tempo di nascondere la coda dietro un grosso scoglio prima che i due si avvicinassero frettolosamente. Sembravano interessati alla femmina, ma sarebbero dovuti passare sul suo cadere. La donna tossì un paio di volte prima di sollevare il capo intontita. Uno dei due umani, quello più basso si avvicinò ancora di più a lui. Aveva gli occhi rossi, lucidi e pieni di lacrime. Forse era terrorizzato dalla sua presenza, forse aveva capito tutto. I due umani sembravano simili fisicamente alla donna, anche se solo per il colore dei capelli. Finalmente vide gli occhi della donna, era del colore di un rara sabbia che aveva visto su qualche isola esotica. Per lei avrebbe persino rivisto le sue idee sui posti esotici e lontani.
 
  • Hai salvato Caterina! – il più piccolo gli rivolse parola, tranquillizzandolo anche se di poco. Chi era Caterina?
  • Come?
  • Caterina questa ragazza! – l’altro umano strinse la donna fra le braccia, la sua futura sposa era vicino ad un corpo maschile estraneo al suo, questo non andava bene
  • Come possiamo sdebitarci?
  • ANDATEVENE! – Arthur urlò così da spaventarli e i due si portarono via la donna lasciandolo infuriato come non mai. Se avessero atteso dell’altro avrebbero visto i suoi occhi farsi neri come la pece e le squame sollevarsi sul collo a creare una tipica posizione di attacco. Si tuffò in acqua per seguire la corsa disperata dei due. Voleva sapere dove la stessero portando. Alla fine entrarono in una piccola casa vicino alla spiaggia e qui si fermò Arthur, a fissare l’edificio sognando il momento in cui l’avrebbe rivista.
  • Ohi! – suo fratello non aveva tardato ad apparire – sbaglio o ci siamo invaghiti di un’umana? Non che sia un problema…
  •  Eh?
  • Non chiedermi come faccia a saperlo perché sarebbe veramente triste
  • … come fai a saperlo?
  • Mi ascolti mai?
  • Preferisco rimanere sano di mente, la tua presenza è già più che nauseante se inizi a parlare poi..
  • Beh devo forse ricordarti che percepiamo le sensazioni altrui?
  • A….
  • Sarà molto divertente quando la bacerai.. o altro… insomma
  • EHI
  • Che c’è? In più scusami ma l’hai salvata, hai tipo squartato con lo sguardo quei due umani e li hai pure seguiti per vedere dove sarebbero finiti. Devo ammettere che pensavo che li avresti ammazzati, non che sia un problema però mi scocciava un po’ imbrattare le nuove vesti. – di certo due grossi polsi bluastri sugli avambracci ed un mantello sulla schiena non sarebbero mai apparsi come devi vestiti per un qualsiasi essere umano
  • Mi hai spiato??
  • Volevo assicurami che non ti vedessero.. scusa se mi preoccupo
  • Lo so tanto che volevi farti gli affari miei
  • In tal caso mi sarei portato dietro Francis
  • Ed infatti eccomi qui – la testa biondo di Francis sbucò da dietro Nathan, Arthur rimase lì lì per ammazzare tutti e farla finita con suo fratello definitivamente. – allora com’è la nostra umana?
  • Una brunetta popputa con occhi d’orati
  • Bella scelta Arthur
  • Nathan evita di descriverla in questo modo
  • Le stavi fissando le poppe come un depravato
  • Non è colpa mia non ne avevo mai viste così…
  • Avremo dei nipotini Nathan!
  • Si Francis, finalmente – Francis e Nathan si abbracciarono fingendosi commossi. Arthur stava per imbestialirsi
  • Cosa significa che VOI avrete dei nipoti?
  • Considerato che sei l’essere più scorbutico della nostra specie attualmente noto , mi sembra che più che un tuo successo sarà un nostro successo. Insomma dovrai ringraziare noi alla fine di questa storia quindi , a meno che tu non voglia costruirmi una statua, anche se ti confesso che mi accontenterei di un mezzo busto, pretendo di avere una percentuale sui bambini
  • Questa è pura follia!!
  • Ma veniamo agli affari, ci serviranno delle gambe
  • Giusta deduzione Francis
  • Un momento voi due, smettetela di parlare al plurale è la MIA sposa, non la vostra!
  • Saremo zii
  • Quanto gioia Nathan, quanta gioia!
  • Volete piantarla di fare le meduse!!
  • Ci servono comunque delle gambe
 
Nathan lo afferrò per il braccio destro costringendolo a sprofondare negli abissi delle acque sempre più scure, Francis dietro di loro canticchiava una canzoncina dei marinai non curante di quanto Arthur si stesse incazzando. Sapeva già dove il duetto strampalato lo stesse portando, ormai conosceva l’antro della strega da tempo e non aveva mai avuto paura di entrarci. Forse Nathan avrebbe dovuto avere paura, molta considerato che stavano per entrare in casa della sua compagna ed ipotetica regina che aveva fatto infuriare la sera precedente non presentandosi al loro appuntamento , dandole buco per Francis. Ipotetica perché una strega al comando di un regno come quello non si era mai vista e MAI si sarebbe vista, parole di sua madre. in realtà nemmeno la strega aveva mai accennato alla sua ipotetica candidatura come regina di Atlantide, a detta di Nathan la Naga era interessata a pozioni ed altro e quindi la vita nobiliare non la attirava affatto. Arthur capì di essere arrivato quando Francis si bloccò di scatto per indietreggiare anche se di poco, beh si forse lui sarebbe dovuto essere terrorizzato all’idea di ritrovarsela davanti. La voce roca della Naga li invitò ad entrare puntualizzando che pure il biondo poteva farlo. Probabilmente i marinai sarebbero rimasti poco soddisfatti dall’immagine di quel piccolo antro così scuro da non consentire a nessuno di vedere assolutamente niente, certo non è che potevano piazzare un Sole sott’acqua. Elisabeth si avvicinò, lo riconobbe dal suo scivolare sulla pietra logora della grotta. Nathan si avvicinò sparendo dalla loro vista non che Arthur non potesse percepire le sensazioni del fratello e fare quindi due più due. Francis sembrava decisamente agitato, ma la cosa era giustificabile non soltanto col fatto che le aveva fregato il partito la sera precedente. Elisabeth si era divertita a fargli cadere tutti i capelli, tanto per vedere la reazione del biondino. A quel punto da Naga schifosa si era sollevata al livello di persona interessante agli occhi di Arthur, un evento che aveva lasciato sbigottito ma soprattutto un po’ geloso Nathan. Ma non avrebbe dovuto temere assolutamente niente , insomma a lui Elisabeth non piaceva affatto anzi fra tutte le donne del mare non capiva come suo fratello , quello che da molte era considerato un Dio della bellezza potesse stare con una così. Nathan fece capolino dall’oscurità avvolto da una piccola nuvoletta rossa, lo aveva morso, che cosa “strana”. Arthur sbuffò amareggiato preoccupandosi di controllare che avesse le fialette nelle mani. Suo fratello e Francis erano stati spesso in superficie, quindi gli sarebbero stati molto utili per il suo scopo: trovare la donna e trasformarla in una sirena. Il fratello gli fece cenno di seguirlo, ma lui attese un secondo per ringraziare la strega di tutta quella cortesia gratuita. La grossa e viscida coda verdognola della Naga ciondolò dal foro ed Arthur colse l’occasione per ringraziare ad alta voce la donna. Seguì così il fratello fino alla superficie fino a quando non si trovarono entrambi sul bagnasciuga con le code immerse nell’acqua ed il corpo nascosto dietro gli scogli. Francis mancava all’appello, che la strega lo avesse ucciso? La cosa lo stava turbando , ma considerata la calma del fratello non poteva essere successo niente al suo compagno di avventure. Il biondino emerse dall’acqua con un ammasso indistinto di tessuti colorati.
 
  • Abbiamo avuto una gran fortuna, quella nave era piena di vestiti e di fattura italiana. Forza Arthur scegli il tuo abito – Arthur si allungò verso l’ammasso fradicio di vestiti per sollevare un corpo a lui sconosciuto
  • Sono dei pantaloni quelli fratellino
  • E come.. faccio a metterli?
  • Ci devi infilare le gambe dentro principino – Franci ridacchiò davanti alla stoltezza dell’amico
  • Lo sapevo benissimo!!
  • A me non sembrava proprio imbecille di un fratello. Bene adesso butta giù quella fialetta e vedi dormirci su. Domani sarà un giorno molto impegnativo – Arthur fissò la fialetta per poi ingurgitarne il contenuto senza pensarci due volte. Sua madre ne sapeva niente? Certo che no Nathan non avrebbe perso l’occasione di fare prendere una bella ramanzina al fratello più piccolo. Gli bruciava il corpo, ma evitò di urlare davanti al volto stoico degli altri due che avevano già preso forma umana. Mancava poco lo sapeva , ma gli sembrava quasi che gli stessero strappando la pinna in due parti. Riaprì finalmente gli occhi rosso in viso e stanco. La sua pinna non c’era più adesso c’erano due corpi estranei che Nathan gli indicò come gambe e qualcosa che era abituato a trovare nascosto sotto la coda.
  • Se ti chiedi cosa ci faccia quello a giro sappi che gli umani lo nascondono sotto i vestiti… non per metterti fretta , ma abbiamo solo un giorno prima di tornare nella nostra normale forma. Successivamente dovremmo ripresentarci dalla mia adorata per farci dare dell’altra roba, quindi niente di irrecuperabile. Preferirei comunque concludere la cosa in breve tempo. – Arthur si sentiva stanco , non aveva la forza di scegliere l’abito giusto e così chiuse gli occhi stanco. Quando gli riaprì la luce del Sole lo stava nauseando , ma non poté non accorgersi di avere addosso degli abiti puliti ed un marcato profumo umano.
  • Sono passato a fare compere, mi ero portato dei soldi umani che ho recuperato all’ultimo viaggio.
  • Che ore sono??
  • Che domande fai Arthur ?
  • Che ore sono?
  • Boh penso le due di pomeriggio una cosa così
  • Perché non mi avete svegliato prima?
  • Senti possiamo fare con calma!
 
I tre si alzarono , ma Arthur non abituato a quei due trabiccoli piombò subito a terra. Ci volle un’oretta buona per fargli capire come usare le gambe ed una buona mezz’ora per imporgli di camminare con le punte dei piedi rivolte in avanti.  Non riusciva a sopportare l’idea di essere un tale imbranato, insomma doveva trovarla e non aveva di certo bisogno di tutte quelle lezioni sull’umanità per conquistarla, un morso sarebbe stato più che sufficiente. A quel punto si incamminarono verso la piazza centrale e finalmente dopo un’attenta scrematura visiva della folla la vide. A quel punto tentò di accelerare il passo muovente le braccia in un perfetto stile rana, ma la cosa fece solo attirare lo sguardo preoccupato dei passanti. Nathan gli tirò una botta in testa spiegandogli che la cosi detta “corsa” consisteva nel muovere rapidamente le gambe. A quel punto allungò il passo e le cadde addosso in modo del tutto accidentale. Non aveva mai visto un colore così particolare degli occhi, ne rimase abbagliato. Sotto di lui la donna riuscì a scivolare fuori dalla sua presa, rossa in visa e con le mani un poco sbucciate. Nathan corse in suo aiuto notando il balbettio del fratello.
 
  • Ciao sei nuovo di queste parti?
  • Io?
  • Vedi altri in giro?
  • Si vedo molte persone!
  • Beh si da il caso che tu mi stai proprio davanti, quindi genietto forse parlo con te ti pare
  • Forse esatto! Potresti anche star comunicando con un altro della tua razza a distanza in un modo che io non conosco!
  • Della tua razza, ma come parli?
  • Cioè… - Arthur si voltò verso Nathan che stava a pochi passi da lui in ascolto, ma non poté evitare di arrossire davanti a lei. Era carina e non sapeva che dirle. Un gruppetto di ragazzine le tirarono un calcetto accidentalmente, cercò di appuntarsi i volti così da cercarle in seguito con tutta calma. La donna si alzò violacea in viso per urlare un “ se mi tocchi un’altra volta ti stacco gli occhi con un morso”. Così tanta acidità in una volta, era perfetta. L’unica cosa da fare era trovare un posto appartato per morderla così da dichiararsi, gli serviva la giusta atmosfera. – mi spiace…
  • Ma ti pare? – la donna gli allungò la mano e lui la afferrò facendosi aiutare, aveva la pelle morbida, non come quella che di solito aveva percepito sui suoi compagni. Profumava di buono, ma non avrebbe saputo dire di cosa – sei buffo! – lei gli scompigliò i capelli facendolo arrossire maggiormente. Arthur si voltò verso Nathan spaventato, cosa significava buffo? A giudicare dal sorrisone dei due deficienti stava andando tutto bene. – io mi chiamo Caterina e tu?
  • Arthur , sono Arthur Kirkland princi.. – una scarpa volante gli impedì di terminare la frase, Nathan dietro di lui stava fumando di rabbia, non andava bene dirle che era un principe? Che male c’era
  • Princi? È il tuo soprannome tipo?
  • Diciamo di si…
  • CATERINA!! – una voce maschile chiamò il nome della donna ed Arthur rimase stupito di come questa avesse sbuffato infuriata. I due ragazzi della sera precedente le corsero incontro affannati
  • Ma tu sei il ragazzo dell’altra notte!
  • Hai salvato nostra sorella.. sei un tipo strano lo sai ? – il più alto dei due gli dette una pacca sulla spalla cosa che faceva spesso anche Nathan e che quindi considerò un gesto affettuoso
  • Sei tu che mi ha salvata? – la donna aveva ripreso a parlare sembrava divisa fra la gioia e lo stupore. Alla fine gli lanciò incontro abbracciandolo ed Arthur rimase immobile con la faccia rossa rivolta verso suo fratello che gli mimava un qualcosa come “rifallo”. Al che la riabbracciò e quando qusta sciolse l’abbraccio lui rimase avvinghiato fino a quando Nathan non gli tirò un pugnetto in testa
  • Perdonate mio fratello è un po’ svampito…
  • Perché gli hai fatto del male rosso ?
  • Acidina la ragazza…
  • Sono uguali devi ammetterlo Nathan…
  • Comunque io sono Nathan e questo è Francis.. lui è Arthur… voi siete?
  • Romano Vargas e Veneziano Vargas
  • I mie fratelli
  • Che quadretto familiare affascinante
  • Se è un modo per prenderci in giro sappi da subito rosso che ti ammazzo e uso le tue budella per giocare alla corda
  • Ma mangi belladonna ogni mattina??
  • Veh , dato che il nostro Arthur è stato così eroico perché non lo invitiamo alla nostra festa? Si terra fra circa un’ora, ma puoi stare con noi così almeno ti conosciamo un po’ meglio
  • ECCELLENTE
  • Non parlava con te rosso
  • Senti tappetta vedi di stare tranquilla
  • Ha ragione Nathan non parlava con te- Arthur si intromise imponendosi fra i due
  • Beh che ne dite se ci mostrate un po’ la città? Possiamo dividerci, Arthur può stare con Caterina e noi rimarremo con voi – Francis cercò di mitigare le acque ed il piano aveva dicerto attirato il consenso di Arthur se non altro sarebbero rimasti da soli il tempo necessario per proporsi e darle la fialetta giusta.
  • Ci sto – Caterina saltellò in avanti euforica all’idea di conoscere altri dettagli sullo strampalato giovane. Sembrava di un altro pianeta con quella camminata storta e lo sguardo vacuo simile a quello di un pesce fuori dall’acqua. I fratelli la fissarono un poco prima di allontanarsi non del tutto soddisfatti dalla neo compagnia acquisita. – dove vuoi andare?
  • Beh… che fai di solito?
  • Eh?
  • Si… beh.. io non sono di qui cioè abito qui vicino , ma.. – Arthur balbettò incapace di inventare una menzogna abbastanza credibile.  Che diavolo en sapeva lui di città umana e cazzate di quella razza. Strusciò il piede a terra costatando quanto fosse piacevole la sensazione della terra ferma sotto la pelle.
  • Beh allora devi raccontarmi tutto della tua città DAI! – Caterina si stava veramente intrigando con quell’uomo che di certo di anni ne aveva quanti lei , ma poteva capirlo dai suoi occhi che aveva visto tante città tutte diverse. Ora lei gli uomini non li aveva mai potuti sopportare soprattutto dei tipi come quel Nathan o quel Francis.
  • Beh è un posto particolare… lì le persone danzano molto e si studia molto, diciamo che i nostri studiosi sono pochi , ma è bello scoprire cose nuove e poi
  • CATERINA!!
  • O merda… Gilbert… vieni andiamocene di qui – Caterina gli strinse la mano iniziando a correre. Quante ore erano passate da quando avevano cominciato a cercarla, quanto tempo era rimasto a fissarla come un perfetto imbecille.
 
Tutta la sua compostezza, i suoi modi di fare da perfetto principe si erano volatilizzati, sgusciati via come un granchio pestifero. Quel calore che un tempo aveva trovato così insopportabile adesso scorreva dalla sua mano dritto nel suo cuore e lo stava soffocando. Non poteva farne a meno anche se il cuore stava impazzendo, non poteva resistere senza. Così quando la donna terminò la sua corsa evitò di mollare la presa e rimase a fissarla inquieto come non mai. Caterina non riusciva proprio a capirlo, forse si sentiva solo ed aveva bisogno di tenere la mano a qualcuno il che, considerato che lui non sembrava affatto pericoloso, le risultava assai semplice. Rimasero un paio di ore a chiacchierare della vita e di quanto fosse complicato convivere con troppe persone contemporaneamente. Per sua fortuna la discussione si era ripiegata su argomenti di cui più o meno sapeva qualcosa come la cucina ed il cielo, anche se pareva che avessero idee molto diverse sulle stelle e gli astri. Si stava abituando al Sole, una presenza fatale per qualche essere marino. Chissà perché la gente la evitava, non che fosse un problema il fatto che la sua donna non attraesse alcun pretende era un bene per lui. Però non aveva potuto fare a meno di notare un paio di losche figure seguirla con lo sguardo prima di scambiarsi qualche parola. Vagando con lo sguardo notò un paio di coppiette baciarsi vistosamente in pubblico. Per lui la cosa era indecente! Un bacio era un vincolo unico, insomma aveva baciato Caterina solo perché in cuor suo sapeva già che sarebbe divenuta la sua sposa, altrimenti l’avrebbe lasciata affogare. Dopo un’oretta passata a trascinarsi di luogo in luogo Caterina aveva infine deciso di tornare alla piazza centrale, ma ad Arthur l’idea di passare del tempo con altre persone non lo attirava tanto. Un gruppetto di donne li fissarono sconvolti e fra le varie parole che quelle si scambiarono Arthur colse distintamente un “mostro” in tutto quel brusio. Che avessero scoperto la sua identità? Terrorizzato com’era all’idea di perdere la donna amata Arthur ripiegò in una ritirata strategica che colmò in una caduta rovinosa a terra. Caterina accanto a lui lo osservò con fare preoccupato prima di rivolgersi al gruppetto di donne. Non è che la donna avesse detto niente , ma simultaneamente il gruppetto di femmine indietreggiò coprendo con il corpo un bambinetta. Caterina incurvò il capo sorridendo dolcemente qualche voce la stava chiamando da lontano, ma a lei in quel momento importava soltanto una cosa: fare capire a quelle stupide creature che cosa la parola mostro significasse. Arthur dietro di lei ammirava con stupore lo spettacolo di terrore misto a preoccupazione dipinto negli occhi delle umane nessuna femmina della sua razza era mai riuscita a spaventare così . Caterina fece un piccolo balzello in avanti mostrando la pelle candida delle gambe da sotto il vestito. Si sarebbe divertita almeno per un po’ a fare qualche danno, non le piaceva essere chiamata mostro tantomeno ad un ragazzo interessante come quello. Veneziano le corse davanti afferrandola per il polso, come sempre i suoi fratelli non la lasciavano divertire. Arthur si alzò preoccupandosi di bloccare il polso dell’uomo si contorse come un onda sugli scogli appuntiti. Caterina dal canto suo non sembrò dispiaciuta all’idea che l’uomo che le aveva impedito di divertirsi soffrisse anche se per poco. Alla fine lo lasciò andare scusandosi per la forza utilizzata, Veneziano boccheggiò un non ti preoccupare rialzandosi. Nathan apparve quasi subito dopo preoccupato ed ansante, lo prese per la mano e lo trascinò via per sbagliargli qualcosa all’orecchio.
  • La nostra forza da queste parti è immensa, questo lo capisci no?
  • Eh’
  • Sai com’è.. niente acqua, niente attrito eccetera.. fisica di base Arthur… e comunque che sta succedendo?
  • Non saprei, ma mi piace!
  • Eh?
  • Ha spaventato una mandria di stupide umane da sola, la adoro
  • La adori addirittura?
  • Cioè.. trovo che sia.. insomma ha fatto una cosa bella da sola.
Il brusio dietro di loro si era fatto fitto, un uomo si stava avvicinando minaccioso a Caterina, la sua forza era aumentata? Bene sarebbe stato più divertente. Arthur si impose fra l’uomo e la donna senza mai perdere il contatto visivo con l’umano. La mano di Caterina scivolò ad afferrare la sua ed Arthur arrossì puntando gli occhi al cielo in un’espressione divisa fra pura gioia e terrore. L’uomo davanti a lui rise scomposto ed un altro si avvicinò rapidamente guidato dalla risata del primo. Il primo umano tentò di allungare la mano verso i capelli di Caterina , ma Arthur fu abbastanza veloce da parere il colpo e spaccargli il naso. l’umano cadde a terra ed Arthur ficcò gli occhi dentro quelli del secondo umano pronto a fronteggiare un’altra battaglia, se l’era vista con squali e pesci martello quei due non sembravano affatto pericolosi. Tuttavia la mano di Caterina si strinse con maggiore forza trascinandolo lontano dalla folla e dalla sua famiglia, anche se notò che Nathan e Francis stavano tenendo il passo, anche a debita distanza così da concedergli un po’ di intimità. La donna rideva euforica davanti a lui, i capelli sciolti ricadevano scomposti sul corpo frustati dal vento in ogni direzione, più che correre pareva stesse saltellando come un delfino sulla superficie dell’acqua. A quel punto tentò anche lui di imitare le sue mosse pensando ad una qualche strana danza di corteggiamento, ma il suo fallimento clamoroso gli causò solo un gran dolore sulle gambe. Caterina lo spinse ancora senza smettere mai di ridere fino ad arrivare alla sua nave, un’imbarcazione antica, ma maledettamente bella, almeno a detta sua. Gli fece cenno di nascondersi vicino al timone così che nel buio della notte nessuno li notasse. Rideva ancora , quella scena le era piaciuta assai. Arthur dal canto suo in assenza di Nathan che potesse indicargli il giusto comportamento o se comunque quello tenuto da Caterina fosse normale si rassegnò all’idea di restare muto tutto il tempo. La donna gli avvolse le braccia attorno al collo e lui arrossì violentemente voltando il capo davanti a tutto quel calore a cui ancora una volta non riusciva a resistere.
 
  • Sei stato grandioso!! Una cosa fantastica, nessuno mi aveva mai difesa e devo ammettere che di solito quando lo fanno i miei parenti la cosa mi fa vistosamente girare le palle!
  • Girare le palle?
  • Si non mi piace.. ma da che posto vieni??
  • Atlantide…
  • Eh? Ah ah sei buffissimo Arthur
  • No, vengo davvero da Atlantide – la donna davanti a lui continuava a ridere. Arthur si alzò composto sfilandosi la giacca e la camicia di bottò, per lui rimanere col petto nudo era una cosa più che normale. Quando notò il silenzio improvviso Arthur si voltò per trovare Caterina vagare con lo sguardo sul suo corpo nel disperato tentativo di nascondere il forte rossore del viso con le mani tremanti. Lo trovava attraente?
  • i…sd…rimettiti la camicia!! Subito!
  • No , devo portarti via come sposa
  • EH?
  • Sono venuto qui per questo io.. – ecco ora veniva la parte complicata. La sera si affrettava le pinne sul collo fecero capolino lasciando Caterina più sbigottita di prima
  • SEI UN SIRENO! – Arthur sbatté la testa contro la mano
  • Si dice TRITONE!
  • Sei UN FOTTUTISSIMO PESCE!
  • TRITONE
  • PESCE PESCE PPESCE – Caterina aveva preso a correre agitata sul ponte, così avrebbe attratto troppe persone. Le prese il polso spingendola delicatamente contro di se. I canini affilati luccicarono alla luce della luna – ODDIO UN PESCE UMANO VAMPIRO SIRENO!!
  • Vampiro? Non sono niente di tutto ciò… mi sto confessando forse se stessi zitta capiresti
  • Che devo capire??
  • Che..ti.. – Arthur rimase con la testa nascosta fra i capelli ribelli della donna per un poco giusto il tempo perché quelle parole risultassero familiare sulla sua lingua – amo
  • Che c0entrano gli ami adesso’ ti hanno pescato una volta?
  • No io ti AMO capisci?
  • AAAAAAAAAH! E dillo prima.. che cazzo significa? – le labbra di Arthur si imposero sul collo di Caterina a laciare un morso evidente sulla pelle perfetta – oddio.. oddio mi hai morso .. un pesce mi ha morso!!
  • Bene adesso sei la mia compagna – Caterina evitò di svenire quando le labbra di Arthur si avvicinarono tremanti alle sue. Il problema è che era partita di cervello, non ci capiva più niente di tutta quella storia. A lei Arthur piaceva ok, ma perché aveva delle pinne? Perché l’aveva morsa? E che cazzo di domande strane si stava facendo, tanto anche lei mica era umana no? Forse aveva trovato una persona con cui condividere la sua stranezza. – io.. non so come.. si fanno queste cose.. – le labbra di Arthur si avvicinarono ancora prima di incontrare le sue. Era un ragazzo carino, buffo, bello che l’aveva difesa un paio di volte da dei deficienti, forse non sarebbe dovuta essere così restia. Si sentiva pesante come se le avessero attaccato un peso alle gambe. Si lasciò andare distesa com’era sul ponte per fissare ancora un poco Arthur. – voltati.. io mi vergogno.. non mi sono mai tolto dei pantaloni.. – Caterina squittì spaventati –
  • che vuoi fare ?
  • gettarmi in acqua mi sembra ovvio… - ora che ci faceva caso, da quando Arthur aveva le pelle del basso ventre ricoperta di squame? – dobbiamo fare presto! – la prese per la vita lanciandola in acqua.
 
Quando riaprì gli occhi davanti a lei Nathan ed Arthur stavano discutendo vistosamente. Suo fratello non capiva niente lui l’aveva portata con se questo era il piano il fatto poi che avesse ammazzato quasi un umano non aveva alcun valore. Caterina aprì con maggiore forza gli occhi ed allora vide le grosse code che svolazzavano al posto delle gambe dei due. Storse la testa confusa per poi notare che pure lei non aveva alcuna traccia di gambe , no adesso aveva una grossa e violacea coda da pesce. Perché aveva mangiato la cassata? Pasto troppo pesante! Fottuta cassata! Arthur si voltò e nel notare la donna sveglia evitò rapidamente Nathan nuotandole rapidamente davanti. Le aveva fatto indossare degli abiti vistosi, adatti ad una principessa quale lei era. Fece cenno a Nathan di andarsene e quello mosse con la coda con troppo ardore tanto da alzare un polverone. Le accarezzò il viso e l’altra parve assecondarlo sulle prime perché rimase imbambolata persino quando la baciò dolcemente. Bel sogno però dai! Un Arthur versione pesce sexy poteva anche andare bene dai. Incrociò le dita fra i capelli del biondo lasciando che l’altro arrossisse un poco intontito, certo descriveva in modo impeccabile il vero Arthur. La punta aguzza di una conchiglia la fece saltare sul osto. MOMENTO perché poteva percepire del dolore? Non..era.. un sogno..?
  • sono così contento che tu mi accetti
  • sono un pesce…
  • SIRENA AMDELIZIONE te l’ho già spiegato
  • E tu sei un pesce
  • TRITONE MALEDIZIONE
  • Muoio..
  • Lo sapevo io che l’avresti fatta svenire stupido fratellino
  • STA ZITTO NATHAN! 
 
ANGOLINO DELLE PATATE VOLANTI:
dunque incominciamo col dire che a forza di girare nel WEBBBE ho scoperto l’esistenza della versione naga e sirena dei personaggi di Hetalia. BELLA SCOPERTA! Così mi sono detta EHI facciamoci una ff sopra, dai. Il fatto è che sono molto felice ed avevo voglia di scrivere qualcosa di divertente. Spero che Arthur non risulti troppo OC e che tutti possiate divertirvi. Comunque vorrei puntualizzare un paio di cose prima di tutto odio le uova dei pesci quindi ho pensato di inventarmi questo trucco. In questa ff i nostri sirenetti avranno tutto l’indispensabile sotto la coda, cioè poco sotto la coda. Non è possono togliersela, ma secondo il mio cervellino malato anti uova possono abbassarla di poco per insomma si capisce.. via non mi fate scrivere robi! Caterina è la mia oc di Italia del centro, ma qui siamo nel magico mondo del fantasy. SPERO CHE VOI ABBIATE LETTO PANDORA HEARTS perché ci saranno un paio di riferimenti felici che io adoro. Sotto vi metto un paio di immagini di Caterina e del suo abito come srena. Spero che vi siate divertiti un bacio e scrivete in tanti :D 

Caterina:
 

L'abito è quello del set di Naga (Dota 2) SENZA E RIPETO SENZA quell'affare in capo




 
  
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