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Autore: MartaPanseri95    13/03/2014    4 recensioni
In quel momento capii più di ogni altra cosa che ciò che desideravo era averlo accanto, non mi importava che un giorno o l'altro lui se ne sarebbe andato, non mi importava sapere che era folle desiderarlo. Io lo volevo in quel momento. Lo volevo lì con me. Io desideravo lo spadaccino più abile al mondo, Zoro.
Genere: Azione, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Inizio con lo scusarmi per l'attesa, ma in questo periodo pare che i miei professori si siano messi d'accordo con il metterci le verifiche e interrogazioni ogni giorno. 

GODETEVI LA STORIA E FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE! Baci Mar


Alzai lentamente il viso verso la luce del sole, erano passati due giorni da quando mi ero risvegliata, sentivo ancora una sorta di stanchezza che libera mi circolava tra le ossa. 
Quel dolce tepore caldo che mi dipingeva il viso fece automaticamente scattare un sorriso, l'erba sotto il frutteto della Sunny era così morbida e profumata da poter essere scambiata per un letto naturale. Mossi leggermente le dita attorcigliandole intorno ai piccoli filamenti d'erba. In quei due giorni cambiarono molte cose.
Nel momento in cui mi svegliai non potei fare a meno che osservare la magnifica immagine che mi si proponeva davanti, Zoro era accovacciato sul mio grembo ad occhi chiusi. Ogni volta che rievoco quel ricordo sento il calore farsi strada lungo il mio viso, arrossisco nel momento in cui ripenso a quel bacio. Sorrisi nel pensare all'istante in cui non fummo più solamente 'Nami' e 'Zoro' ma diventammo  'Nami e Zoro', come un qualcosa di unico, di indivisibile.
Le fronde dell'albero mosse dal vento riempivano il silenzio di quel pomeriggio quieto, la navigazione procedeva tranquilla. Non vi era l'ombra di nemici, burrasche o di un qualsiasi pericolo.
Tutto era tranquillo.
Voltai lo sguardo sotto di me, tirai un lungo sospiro quando mi accorsi di quanto bello e dannatamente tenero potesse essere il ragazzo che avevo al di sotto di me. I nostri corpi erano uno sopra l'altro, il mio petto poggiava delicatamente sul suo. 
Una leggera scossa mi pervase arrivando fino al cervello, era una sensazione così bella. Girai la testa guardando all'indietro, le sue braccia stringevano il mio bacino contro il suo quasi come se non volesse lasciarmi andare.
Sorrisi, di nuovo. Sarei rimasta a fissarlo per ore, non mi sarei mai stancata. 
Appoggiai la testa sulla sua spalla, chiudendo per un attimo gli occhi, il suo petto si alzava e abbassava ripetutamente sollevando anche il peso del mio corpo. Sentivo i battiti del suo cuore nel momento in cui accostai l'orecchio al costato.
Mi feci scappare un ghigno divertito ma adeguatamente controllato, la chioma di capelli pescati scivolava via lungo tutta la sua figura fino a toccare con le punte lo strato d'erba verde. 
"Spavaldo, arrogante, testardo ed egocentrico. Ma estremamente dolce e dannatamente bello." Sussurrai con un filo di voce.
Tornai a fissare nuovamente i lineamenti del suo viso, come la cicatrice lo sfregiava da parte a parte o come i capelli cadessero sulla sua fronte spaziosa. Leggermente iniziai ad accarezzargli il torso sentendo quanto scolpito e forte potesse essere il suo corpo anche da rilassato. Era liscio, i polpastrelli giocherellavano su quell'apparente tavola liscia fino a quando non entrarono in contatto con un lungo e definito solco. Spostai lo sguardo su quell'enorme cicatrice che dalla spalla sinistra scendeva lungo il fianco destro e in quel momento mi ricordai del fatale incontro tra Zoro e Mihawk. 
Scorsi il dito lungo la cicatrice sentendo il solco che lievemente lo divideva da parte a parte del corpo. I punti della sutura ricuciti sulla pelle si erano rimarginati,erano infatti passati due anni, ma rimanevano comunque vistosi e presenti su quel giovane corpo. Feci avanti e indietro lungo tutto il solco, ad ogni passata percepivo come una scossa, una sorta di carica emotiva a cui non riuscivo a dare nome. 
Un movimento quasi impercettibile di Zoro mi fece spostare gli occhi verso il suo viso, incontrai il suo sguardo penetrante e cupo che mi fissava.
"Che stai facendo?" Esclamò perplesso con una vena di collera nella voce. Esitai qualche secondo, poi tutto d'un tratto la mia paura scomparve, il movimento che prima interruppi, riprese ancora più dolcemente di prima, facendo di nuovo su e giù lungo la sua cicatrice.
Sospirai rivolgendo un'occhiata veloce prima a lui e poi al torso nudo che avevo al di sotto. 
"Non ho mai potuto sfiorare o toccare con mano la tua cicatrice. Se te lo avessi chiesto, non mi avresti mai dato il permesso." Sussurrai con voce flebile buttandomi con gli occhi nei suoi. 
Avvertì il movimento della sua mano che veloce tentò di coprirsi con la tunica la parte del corpo sfregiata, serrai la sua mano stringendola a terra tra i fili d'erba color smeraldo. "Ti prego, non coprirla!" Esclamai a pochi centimetri di distanza dal suo viso. 
Serrò la mandibola, leggevo in viso la sua rabbia, la potevo sentire mentre lentamente gli ribolliva nelle vene. 
"Perché?" Sputò acidamente lui, incurvando le sopracciglia. 
"Perché è la cosa più bella che io abbia mai visto." Sussurrai debolmente, il cambiamento sul suo viso fu immediato. Rimase incredulo, quasi allibito da quelle parole. "Mi ricorda quanta sofferenza hai provato e quanta determinazione e volontà hai avuto nell'andare avanti. Tu odi la sconfitta, ma è stata proprio quella che ti ha cambiato, sei diventato più forte, non ti sei mai arreso e ancora adesso lotti perché il tuo sogno si realizzi. Hai accettato di perdere, e l'hai fatto con onore, sei andato avanti senza mai fermarti, senza mai gettare la spugna. Ciò che sei lo devi a questa cicatrice, è un marchio indelebile che ti ha cambiato. E' per questo che è la cosa più bella che io abbia mai visto." Esclamai mordendomi il labbro. Sintomo ormai monotono della mia ansia. 
Il suo respiro si fece più rilassato, la mandibola contratta si alleggerì lasciando spazio ad un flebile e malizioso sorriso. 
"Vieni qui." Disse liberando la mano dalla mia stretta, la avvicinò al mio viso per poi arrivare fin dietro alla testa, strinse in una morsa le ciocche pescate di capelli e avvicinò bruscamente il mio viso contro il suo. Un tenero e languido bacio serrò le mie labbra intrappolandole, sentivo il suo sapore, il suo respiro fondersi con il mio. Di nuovo quella sensazione; quell'insana attrazione mi portava a desiderarlo ogni momento di più.
Un calore improvviso mi scosse facendomi muovere lentamente sul suo corpo, mossi i fianchi con leggera calma. Sentivo dentro un'emozione unica, come se in quel momento l'unica cosa che desiderassi al mondo fosse lui. Una mano stringeva i suoi capelli in un pugno, l'altra il lembo della sua tunica verdognola. 
Le gambe intrecciate si muovevano coordinatamente le une tra le altre. Percepivo il desiderio, la passione e la voglia divampare. 
"Nami." Staccò le labbra dolcemente accarezzandomi il viso. Aprii gli occhi sapendo che lo avrei trovato a pochi centimetri con gli occhi fissi nei miei. Qualcosa lo turbava.
Le sue dita scorsero lungo le mie gote fino a quando non si adagiarono completamente alla mia guancia, con il pollice mi disegnava dei piccoli cerchi sulla guancia. Non capivo quale fosse il problema, lui era lì e io con lui. Cosa c'era che non andava?
Inclinai leggermente la testa di lato facendogli notare l'aria perplessa e interrogativa che mi si era dipinta sul viso.
"N-non posso..." Sussurrò continuando ad accarezzarmi il viso. 
"Ma Zoro..." Dissi alzandomi leggermente, ero incredula ma soprattutto preoccupata per l'improvviso cambiamento di Zoro.
"Non continuiamo ciò che stiamo facendo. Ti prego!" Disse appoggiandosi sui gomiti, tirò un lungo sospiro di sollievo che forse avrebbe preferito intrappolare. "Se dovessimo andare oltre, non riuscirei a fermarmi." Continuò abbassando lo sguardo. 
"Non ti sto capendo. Spiegati meglio!" Il tono della mia voce cambiò senza che nemmeno me ne resi conto. mi alzai sedendomi sulle ginocchia, Zoro si appoggiò con la schiena al tronco dell'albero di mandarini, il sole baciava a tratti il suo viso e il vento gli solleticava i capelli. 
Deglutì vistosamente. "Ti desidero Nami, ma ti desidero in un modo così insano che il solo pensiero mi fa impazzire." Si passò una mano tra i capelli. Era nervoso e lo potevo capire dal tono della sua voce.
"Pensi di essere l'unico?" Domandai acidamente stringendo in un pugno dei fili d'erba ormai completamente strappati.
"Mi desideri in un modo diverso Nami! Se ora decidessi di baciarti, di accarezzarti o di toccarti allora non mi riuscirei più a fermare; voglio che tu sia mia! Ma in questo momento non potrei essere lucido, e rischierei solo di rovinare questo bellissimo momento." Parlò molto velocemente, non balbettò, la voce corse così frettolosa da far sembrare ciò che aveva appena detto un'unica e sola frase. 
“Quindi mi stai chiedendo di rinunciare?” Sussurrai impaziente.
“Sciocca! Ti sto chiedendo di aspettare…” La sua mano corse di nuovo lungo le mie guance. Un tenero e morbido sorriso si fece largo sul suo viso. Come poteva essere così bello anche quando mandava a monte i miei piani? Mi morsi il labbro, segno ormai noto della mia ansia incontrollabile.
“Ti prego smettila.” Mi rimproverò passando un dito sulle mie labbra.
“Di fare che?” Domandai con aria perplessa, lasciando andare i fili d’erba tra le mani.
“Di morderti il labbro! Mi viene ancora più voglia di baciarti.” Esclamò con un sorriso malizioso.
Mi rimorsi il labbro con un mezzo sorriso dipinto sul volto, se veramente quel gesto lo avesse portato a baciarmi, allora, d’ora in poi, mi sarei morsa il labbro più volte. Si avvicinò stringendo il mio viso conto il suo schioccando un bacio romantico e passionale sulle labbra.
Ci staccammo per riprendere fiato, appoggiò la sua fronte contro la mia chiudendo gli occhi.
“Credo che potrei abituarmi a morsicarmi il labbro sai?” Dissi facendomi scappare un piccolo ghigno, portai le braccia intorno al suo collo stringendo più che potevo.
“Sciocca.” Disse a bassa voce mentre con le mani mi accarezzava i capelli.
Passammo tutto il pomeriggio su quel prato, parlammo e ridemmo di cose che prima d’ora non avevamo mai preso in considerazione. Sembravamo bambini, felicemente complici di un sentimento che entrambi stavamo provando.
Il tramonto illuminava quell’enorme specchio d’acqua creando migliaia di riflessi dorati che liberi si riversavano nel cielo.
Zoro aveva adagiato la testa sulle mie gambe, gli occhi chiusi, e il respiro rilassato. Non avrei mai smesso di guardarlo, era stupendo. La sua mano cercò per qualche istante la mia, quando la trovò si preoccupò subito di intrappolarla in una morsa stretta.
Con le dita gli accarezzavo le ciocche verdi rese in parte dorate dal sole.
Mi chinai leggermente sul suo orecchio, i tre pendenti brillavano dolcemente rifrangendo la luce del tramonto.
“Aspetterò tutto il tempo di questa vita se necessario, ma sappi solo che...” Sussurrai al suo orecchio.
“Io sono già tua” Appoggiai nuovamente la schiena contro il tronco dell’albero.
La stretta della mano di Zoro crebbe, diede una rapida occhiata al suo viso. Gli occhi ancora chiusi e un dolce sorriso mi fecero capire che non stava dormendo.
-E’ sempre il solito!- Pensò la mia vocina interiore. Non potevo che darle ragione.

 
 
  
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