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Autore: ninety nine    13/03/2014    12 recensioni
La ribellione è conclusa da anni ormai. Katniss si è fatta una famiglia, con Peeta. Ma i suoi pensieri tornano spesso a Gale, anche se cerca di scacciarli. E un giorno, eccolo che torna. Nei boschi del distretto, si ritrovano. Gale torna nel 12...e complica, o migliora le cose. Questo dipende dai punti di vista... a voi la scelta.
Questa è la storia di Katniss Everdeen e del suo incontro con una delle persone che più hanno contato per lei, Gale Hawthorne, amico e compagno di caccia. O qualcosa di più?
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esco dalla casa che divido con Peeta, dove lui sta aiutando i bambini ad addobbare per il Natale. Ma io non posso farlo, non ancora e non l'ho mai fatto. Vorrebbe dire definitivamente addio al passato, e non sono ancora pronta. Vorrei andarmene, ma mi trattengo, almeno finché non arriva mia figlia che mi chiede cosa siano gli Hunger Games. A quel punto non resisto più,esco e me ne vado, diretta ai boschi.

Arrivo nel prato, dove riposano le vittime del bombardamento che ha distrutto il distretto. Ora è stato ricostruito e collegato al resto di Panem con ottimi mezzi di trasporto. Adesso che Capitol City non esiste più, siamo tutti uguali. O quasi, perché qualcuno tenta già di affermarsi come il nuovo Snow. Ma per ora siamo riusciti a bloccare qualunque tentativo.

La recinzione non esiste più,ma io continuo ad entrare nei boschi dallo stesso punto. Il mio arco è ancora lì, ma noto che manca quello di Gale. Preferisco pensare che ce l'abbia lui, che sia tornato a prenderlo, piuttosto che qualcuno me l'abbia rubato. Ora infatti i boschi sono piuttosto frequentati, per lo meno quelli vicini al distretto. Nel resto mi spingo solo io, o Rory. È abile quasi quanto il fratello a piazzare trappole. Peeta invece non mi accompagna. Probabilmente capisce che preferisco essere sola, oppure gli ricordano troppo il periodo degli Hunger Games. I miei incubi non mi abbandonano, ma se ne sono aggiunti di nuovi: la morte di Prim, per esempio. Non l'ho ancora accettata e probabilmente non la accetterò mia.

I miei piedi mi stanno conducendo al lago, dove mai nessuno arriva. Vorrei nuotare, ma l'acqua è troppo fredda persino per me. Allora provo a cacciare, ma le mie solite prede sono ben nascoste nei boschi e non hanno intenzione di venire a darmi il bentornato. Entro nella piccola casetta scoperchiata che piaceva a mio padre e noto che qualcuno ci è entrato di recente. Qualcuno che sa come muoversi, nei boschi: non noto tracce, ma alcune prede sono state pulite qui dentro. Esco, ormai sull'attenti. Vedo un'ombra che si muovo tra gli alberi. Alzo l'arco e miro. Sto per scoccare la freccia quando l'ombra si muove ed esce allo scoperto. Un giovane alto, muscoloso, l'arco in mano, gli occhi grigi e i capelli scuri.

Gale.

Allarga le braccia e io accetto il suo abbraccio. L'ho stretto soltanto un'altra volta prima di questa, ai saluti dei miei primi Hunger Games. Quel giorno era un abbraccio disperato,ma lui credeva in me. In questo abbraccio invece sento tutto il suo bisogno di starmi accanto,ma anche la sua delusione,la sua rabbia. Non ha ancora accettato la mia scelta fino in fondo.

-Ciao, Catnip.-

Sono solo due semplici parole, ma bastano a scatenare dentro di me un'onda di sentimenti ed emozioni. Soprattutto nostalgia. Mi mancava Gale, mi mancavano le sue tirate contro Capitol City, la sua gelosia per Peeta. Sì, anche questa.

-Ciao, Gale-

Sorride per un attimo, ma poi il suo viso si rabbuia. Siamo sempre stati di poche parole io e lui, ci capiamo a sguardi. Ma quando mi guarda con due occhi colmi di dolore, non capisco, finché non parla.

-Mi dispiace, per Prim-

Quelle parole e l'espressione del suo viso, dei suoi occhi, sono come un pugno nello stomaco. È veramente dispiaciuto. Lo so, lo capisco. Si sente colpevole. Fisso i miei occhi nei suoi, quegli occhi che hanno guardato i miei Hunger Games, che ho visto irati contro Capitol City, concentrati nel piazzare una trappola, dolci verso i suoi fratelli, annebbiati dal dolore e dalla morfamina dopo la sua fustigazione. Ma mai, nemmeno in quell'occasione, erano così disperati,a arrabbiato con se stesso, addolorati. Mai.

-No,Gale, non è stata colpa tua.

E lo penso davvero. L'ho capito soltanto adesso, ma è sbagliato attribuire tutta la colpa a lui. Mi guarda, per capire se sono sincera. Sostengo il suo sguardo. Lui si rilassa, capisce che non sto mentendo solo per farlo sentire meglio

-Grazie-dice.

Solo questo,ma basta a chiudere l'argomento Prim. Per sempre spero. Fa troppo male ricordare.

Ora che c'è equilibrio tra di noi,non vorrei romperlo. Ma devo sapere.

-Perché sei tornato?-

Sorride, quel sorriso sarcastico e sbieco che ho sempre amato, ma è un sorriso triste. Noto una cicatrice che non aveva, prima, tra il labbro e il lato del naso. Vorrei sapere come se l'è fatta, ma lui risponde alla mia domanda.

-Dovevo vederti, dovevo sapere che eri felice,felice della tua scelta e che-esita per un attimo- che non ti fossi pentita-

Sento il mio viso che arrossisce.

-Gale- dico in un sussurro, perché non ho mai svelato a nessuno quello che gli sto per dire- certe volte sì, mi chiedo cosa sarebbe successo se la mia scelta fosse stata diversa.-

Ed è vero. A volte ci penso, alla mia vita con Gale, a come sarebbe stata.

So che ormai ho compiuto la mia scelta, ma ora, con Gale davanti a me,sorgono tutti i dubbi che mi sono sempre tenuta dentro e che ho sempre voluto evitare. Penso a Peeta, ai miei figli.

Continuo a parlare – E penso che forse con te sarei stata meglio, perché capisci ciò che provo senza bisogno di parole, perché sai tutto ciò che ho passato. Ma ormai ho due figli, per loro non posso cambiare idea. Un lampo di sorpresa passa nei suoi occhi grigi.

-Due figli?- chiede

-Sì Gale-

Non vedo rabbia o dolore sul suo viso, soltanto stupore. E sollievo. Vuole davvero che io sia felice.

Poi mi chiede: -Posso vederli?-

Ora penso che siano i miei gli occhi in cui si legge sorpresa.

-Vieni-

In un oretta arriviamo nei pressi del distretto. Mentre camminiamo mi racconta di lui. Ha continuato a combattere ne distretto due poi, quando tutto si è placato, per un po' è rimasto lì e dopo un po' se n'è andato nei boschi ed è vissuto solo. Successivamente ha deciso che doveva vedermi ed è venuto. Tutto qui.

Gale, desiderato da tutte le ragazze, non si è fatto una famiglia,non ha avuto la sua vita, perché sperava di avere una possibilità con me. Quando arriviamo a quello che era il nostro punto di ritrovo, sento gli occhi riempirsi di lacrime. Ma non voglio piangere. Mi volto e lo bacio. Lui sembra sorpreso, poi ricambia il bacio. Restiamo abbracciati per un bel po'. Quando ci dividiamo, basta un' occhiata per fargli capire di tenere il segreto con Peeta.

Camminando per il distretto, qualcuno gli lancia occhiate confuse. Ma la più confusa di tutte è quella di Peeta quando ci viene ad aprire.

-Gale- dico e lui capisce. Ci fa entrare e chiama i bambini. Arrivano e mi sommergono di domande. Rispondo a monosillabi e la loro attenzione passa presto al ragazzo che ho a fianco. Lui gli chiede i nomi. La bimba risponde -Prim-

Gale sorride impercettibilmente, poi si rivolge al maschio. Ma è piccolo, non parla. Glielo dico io: -Si chiama Gale-

Mi guarda, stupito

-Dovevo farlo.-

-Lo so-



Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia, nata per portare avanti la mia Everthorne-mania, e vorrei sapere cosa ne pensate... recensite, dai bravi bambini, che io l'avevo scritta a mano e l'ho dovuta copiare tutta per inaugurare il mio profilo EFP! <3
Grazie 1000.. spero che la mia fanfiction vi piaccia dai, non lanciatemi pomodori, lasciateli al fruttivendolo quelli!! :) Katniss_Jackson


 

 

  
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