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Autore: Viviane Danglars    30/06/2008    4 recensioni
8 - Vesper
- Non c’è sangue, Nanao – le rivelò con dolcezza.
» [Shunsui/Nanao] [raccolta di one-shot: non sempre l'acqua fa sentire puliti]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Inauguro una nuova raccolta... un po' prima di quanto avessi inizialmente calcolato, perchè ho deciso di correggere un po' prima il pezzo e postarlo oggi, dato che - ho appena scoperto guardando la Mirabolante Pagina Autore - oggi è il compleanno di Helen Lance! E allora ho deciso di postare oggi, iniziando con questa shot. ^w^
Augurih! *_* Spero che ti piaccia. u_u

Altre note di inizio fic:
- il titolo. Si chiama "the bathroom series" perchè tutte le one-shots gireranno attorno a bagno, doccia, annessi e connessi. Questo perchè? Perchè - sarà la sensualità dell'acqua, o la sua mutabilità, o che ne so io - è uno dei miei spunti preferiti. Non solo, ma il mio doccia-time è dedicato ampiamente al rimuginio sulle fic in corso, perciò mi viene naturale ambientare in quel contesto alcune scene. XD
- tipologia di fic: le fic saranno AU, OoC o comunque totalmente affidate alla mia fantasia. Perciò molto più libere di quelle che pubblico nella mia raccolta "canon". Poi starà a voi giudicare di quanto ho "sforato" ^^ In ogni caso, si tratterà di fic un po' più lunghe incentrate su dei pairing, almeno questo è quello che prevedo.
- l'aggiornamento. Questa raccolta è diversa da Scintillae; aggiornerò in maniera molto più sporadica, basandomi sull'ispirazione. u_ù

E infine... be', su questa piccola shot dirò solo che volevo provare ad immaginare Gin e Rangiku in una situazione senza angst, e che è dedicata ad Helen Lance.
E che il titolo non mi piace. XD


Buonissima dannata cosa
[Gin/Ran]




Rangiku sospirò di piacere quando l’acqua calda le lambì i fianchi, e socchiuse gli occhi. Che delizia.
Nanao, che era di fianco a lei, esitò voltandosi a guardarla con un rossore eccessivo in viso, e intinse soltanto la punta di un piede, tenendosi ben stretta l’asciugamano che aveva avvolto attorno al busto.
- Suuu… La temperatura è perfetta, Nanao! -
- Mh – commentò l’altra. A volte Rangiku le ricordava troppo il suo capitano; si sarebbe quasi aspettata che trillasse “Nanao-chan” per attirare la sua attenzione. Forse era colpa delle troppe volte in cui i due sconsiderati uscivano per bere un bicchiere assieme?
Fosse stato solo un bicchiere, poi…
La luogotenente sospirò impercettibilmente, decidendosi a togliere gli occhiali appannati, senza lasciare la presa sul suo asciugamano.
Rangiku, dal canto suo, non aveva aspettato a liberarsi del proprio mentre prendeva possesso dell’ampia vasca incassata nel pavimento. Una delle cose che più amava dell’essere vicecapitano… come aveva candidamente ammesso una volta, bevendo con Shuuhei, Renji e Izuru… be’, in realtà aveva detto che quella era “l’unica dannata cosa per la quale valesse la pena di sorbirsi tutte le scartoffie”.
E poi aveva rincarato agitando la bottiglia di saké e colpendo alla testa Shuuhei.
Be’, lui non si era lamentato, comunque.
D’altronde perché avrebbe dovuto? Tra l’altro Izuru era salito in piedi sulla sedia e stava esclamando “E’ vero, è vero!” con gran convinzione, caro ragazzo.
Il capitano, che li aveva sentiti, lui si era lamentato.
Ad ogni modo. Solo un piccoletto con un brutto carattere come il capitano Hitsugaya avrebbe osato negare che quel bagno privato per vicecapitani fosse una buonissima dannata cosa.
- Chissà chi è stato il primo ad avere l’idea… - osservò Nanao pensosa, benché più rilassata, dondolando le gambe nell’acqua profumata mentre si guardava attorno.
- Non è ovvio? E’ evidente che una cosa come questa serve a noi poveri vice! – dichiarò appassionatamente Rangiku, immergendosi fino alle spalle e voltando le spalle alla compagna per porsi al centro della vasca. – Per riposarci del lavoro portato a termine durante la settimana! -
- Tu? -
- Certo! – Rangiku chiuse gli occhi e si affidò al dolce cullare dell’acqua calda, sul viso un’espressione di pura beatitudine. – Siamo noi a fare la maggior parte del lavoro, sai! -
La divertiva affermare il palesemente falso. O meglio, l’ambiguamente vero. Il discorso poteva senza dubbio essere valido per Nanao e il suo capitano, ma lei, Rangiku, era l’ultima a poterne parlare, e lo sapeva… anche se la cosa, invece di suggerirle una giusta vergogna, le provocava solo un incresparsi divertito delle labbra.
In fondo lei era una donna con tutti annessi e connessi. Anzi, di più, era una vera donna, e le piacevano le cose belle e piacevoli.
Aveva vissuto troppo a lungo dovendone fare a meno.
- Nanao…? – chiamò, la voce persino un po’ impastata, riaprendo un occhio. Sentiva il viso cosparso di goccioline di sudore. Immerse la testa nell’acqua, bagnando così tutti i capelli, e quando riemerse non c’era Nanao seduta sul bordo della vasca.
- Gin – esclamò, stupefatta e suo malgrado senza fiato, affrettandosi a sollevare una mano per scostare i capelli bagnati dal viso e toglierseli così dal campo visivo. Rimase ferma qualche istante, sentendosi nuda di fronte al sorriso analitico di lui; e non nuda perché lo era, del tutto, sotto l’acqua, ma semmai perché con Gin era sempre quella la sensazione che si provava.
- Ciao, Ran-chan. – Il capitano inclinò leggermente il viso. Aveva un ginocchio piegato sul quale poggiava un braccio, lasciando le lunghe dita rilassate a sfiorare l’aria; con l’altra mano si teneva al bordo della vasca. Non portava nemmeno l’haori di capitano.
Rangiku si mosse nell’acqua, avvicinandosi a lui, ma non ancora del tutto. – Dov’è Nanao? – domandò guardandosi attorno.
Gin copiò il suo movimento voltando la testa da una parte e dall’altra. – Oh. Pare non ci sia, eh? -
- Questo… - Rangiku posò cautamente le belle dita bagnate sul bordo, una dietro l’altra, vicino a quelle di lui – è un bagno privato per i vicecapitani. - Gin la seguì col suo sguardo nascosto da sotto le palpebre, voltando il capo lentamente mentre lei si avvicinava, finché la shinigami non fu di fianco a lui con il mento posato sulle nocche e il capitano che la osservava dall’alto in basso.
- Un così bel posto, vorreste tenervelo solo per voi? – chiese lui in tono beffardo, forse addirittura calcando un po’ il suo accento, a volte gli piaceva farlo.
Rangiku sorrise di un piccolo ghigno da bambina al suo indirizzo, accogliendo l’invito a giocare. – Be’, è così che funziona… -
- Uh? – Gin si chinò verso di lei appoggiandosi alla mano che stava vicino a quella di Rangiku, e lei vide le dita contrarsi e la pelle tendersi sulle nocche, e la luce variare impercettibilmente sul polso e sulle unghie pallide mentre la mano sopportava il peso di Gin. Era così attratta da quella piccola meraviglia della natura da non rendersi conto che lui si era già portato vicinissimo al suo orecchio.
- Non va bene no, Ran-chan. -
Rangiku si voltò e gli sfiorò i capelli con il naso. Era così vicina che poteva vedergli, infinitesimale e dolcissima, la piega di carne sulla palpebra. – La cosa ti interessa? Tu non hai l’aria di uno che vuole farsi un bagno – ribatté.
Lui sorrise un po’ di più, forse in previsione della frase successiva.
- Con tutti quegli abiti addosso… -
Il sorriso si aprì mostrando denti bianchi.
Chiunque altro avrebbe pensato che quello era il sorriso di un predatore. Chiunque altro avrebbe avuto paura.
Non lei.
Rangiku sollevò un braccio, e chiuse le dita sulla stoffa nera dell’abito di Gin, strattonandola un po’, gentilmente.
- Toglilo. -
- E se tornasse Nanao? – domandò lui mellifluo, ma si stava già slacciando l’obi, con la mano libera.
Rangiku non rispose e si limitò a ridere appena, facendo scivolare via il bordo superiore del kimono e lasciando scorrere le dita sulla parte superiore del petto di Gin. Lui era ancora piegato verso di lei e come sempre sorrideva. Lei contrasse le dita e intaccò con le unghie forti la pelle tra la clavicola e la spalla.
- Vorresti farmi male, Ran? – chiese Gin, senza preavviso, distogliendo lo sguardo da lei per posarlo sulla sua mano.
- A volte sì. – Ma era solo un sospiro rassegnato e non privo di desiderio.
Per un attimo il sorriso di Gin svanì, ma solo un istante prima che il capitano muovesse la mano in uno scatto per afferrare il gomito di Rangiku, portandola più vicino. Quando le loro labbra furono tanto vicine che la donna già sentiva il bisogno di mordere quelle dell’altro, lui dischiuse di poco le proprie, come per parlare ancora.
- So cosa stai per dire – lo interruppe lei, aprendo gli occhi. Gin corrugò appena la fronte e si guardò dal rispondere, prendendole il bacio che le aveva preannunciato chiaramente, e fu lui a morderle il labbro inferiore.
Quando si staccarono Rangiku era un po’ euforica e si allontanò con una spinta dal bordo della vasca, guardando verso di lui, e sorridendo. – “Non va bene no, Ran”! -
   
 
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