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Autore: _MaliksWife_    13/03/2014    33 recensioni
"Perché vuoi essere come loro? I loro stilisti le costringono ad essere così magre solo per risparmiare la stoffa dei vestiti" esclamò Zayn, dalla sua voce fredda potevo capire che era davvero infastidito.
"Perché voglio essere accettata..." dissi abbassando la testa.
Lui si avvicinò a me, e posò la sua mano sul mio mento alzandolo, costringendomi a guardarlo negli occhi.
"Tu sei perfetta così come sei. Ti accetto io, non ti basta?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Automatic girl - Capitolo 6

Quello era il giorno fissato per l'appuntamento con il dottore. Ormai era un "dottore", mi faceva troppo male chiamarlo "psicologo". Non ero pazza in un certo senso, non nè avevo bisogno. Era questo che volevo far capire a mia madre, non era poi così difficile. Lei mi ripeteva sempre che non mi mandava in quel posto perchè mi credeva pazza,ma perchè era preocuoata per me. Certo. Mi dava terribilmente fastidio quella frase, ripetuta in continuazione come un disco rotto. Cercava di dirmi che ero un'isterica pazza con educazione, ma riuciva comunque a dirlo. Una cosa che proprio non sopportavo. -Summer. Vestiti.- disse mia madre, preparando la colazione. Non c'era un'atmosfera, non c'era niente. Solo silenzio, assoluto silenzio.
-Oggi ti accompagnerò anch'io, in modo che tu non faccia troppe scene.- disse priva di affetto. Tossii, annuendo. Mia madre voleva accompagnarmi lì, non ci voleva proprio. Vidi per un momento tutti i miei piani in pasto ai coccodrilli. Madeletta sfiga!
-Ma no mamma, no. Perchè dovrei fare scena senza di te? Forse è il contrario...- risposi, tentando di convincerla in tutti i modi a rimanere a casa.
-No, non posso. Devo parlare anch'io con lo psicologo. È una cosa seria.- Feci un respiro profondo, ero distrutta. Non poteva venire anche lei con me. Tremavo, mi sentivo addosso un'ansia terribile che era sul punto di farmi scoppiare. In quel momento potevo benissimamente dire "ciao, ciao" ai miei sogni. Mia madre uscì dalla stanza, molto seria. Srollai la testa, incredula. Presi il mio cellulare e, abracciandomi ad un cuscino, chiamai Zayn. "Rispondi, rispondi, rispondi" ripetevo sotto voce, mordendomi delicamente il labbro. Zayn per me era come un vecchio saggio, un nonno, era per questo che chiedevo sempre il suo parere. Era davvero maturo, lo riconoscevo.
-317 9176. Pronto?-
-Ciao Zayn. Sono Summer.- risposi con la voce a tratti.
-Oh, ciao Summer.-
-Dio mio, Zayn. Mia madre vuole accompagnarmi dal dottore!- dissi aumentando sempre di più il grado di preocupazione nella mia voce.
-Eham, io lo sapevo.-
-Sì, ora non dirmi "te lo avevo detto" che... Ti maciullo nel vero senso della parola!-
-Summer, era impossibile che ti lasciasse andare da sola ad un evento così importante.- Sbuffai, in preda al panico.
-Zayn, aiuto! Ti prego.- implorai.
-Summer, io non posso farci niente. Dai, è un dottore. Uno dei più bravi dottori londinesi. Non ti mangerà mica!-
-Okay, mi fido. Ma con la palestra?-
-Si risolverà tutto, Summer.- Ero sul punto di dirgli che non potevo farcela. Attaccai di scatto, senza neanche salutare. Era entrata mia madre in camera e non volevo farle origliare la nostra conversazione.
-Allora? Sei pronta?- mi disse con la dignità di una regina che si rivolge ai propri sudditi. Odiavo il tono di voce con cui lo diceva. Tra me e lei non c'era più un dialogo stabile. Avevo perso davvero il rapporto, e nonostante la odiassi mi dispiaceva non parlarci più come prima.
-Devo andarci per forza?- chiesi, con lo sguardo basso. Annuii, non spostandomi gli occhi di dosso. Rotai gli occhi al cielo, tanto vale era provarci. Chiusi la porta a chiave, costringendo mia madre a uscire. Indossai la prima cosa che ho trovato nel cassetto dell'armadio, tanto ormai non c'erano più speranze di procurarmi mentendo, i soldi per la palestra. Ero sfinita e terribilimente a terra. Non c'erano più speranze. Dovevo far fronte all'umiliazione più grande della mia vita, e non era affatto semplice. "Sì risolverà tutto" mi disse poco prima Zayn al telefono. Ci credevo molto, vero. Questa era l'unica cosa che davvero speravo! Non vedo solo l'ora che un giorno quella speranza diventi una certezza, anche se quel giorno poteva essere davvero lontano. Aspettare e aspettare. Mi fidavo totalmente di Zayn, lui era il mio migliore amico, la mia fortezza, il mio braccio destro, la mia ancora, la mia pagina di diario, il mio tutto. Era come mio fratello, lui almeno in parte, riesce a sostituire i suo posto... Anche se ogni volta che ci penso fà male ricordare che il mio fratellone se ne andato. Ma con Zayn ero riuscita a ristabilire quel rapporto di amicizia, dopo tutti i contrasti. Era una cosa meravigliosa, davvero.

**

 
"Dottor Clark Jason" c'era scritto sulla targhetta della porta.Eravamo solo io e mia madre, in sala d'aspetto. Lui, in mio psicologo, non c'era ancora. L'ansia cresceva, la nausea pure. Quella sala era così fredda, gelida, distaccata, inquietante al massimo. Al solo il pensiero di tornare il quella stanza, mi si congelarono le tempie. Digrignai i denti, nervosa. Mentre la carta sulle pareti si scollava, uscii da quella porta un vecchietto. Barba lunga e bianca, una specie di tunica, occhiaie sotto gli occhi. Sembrava uno di quei vecchi maestri giapponesi dei cartoni animati di kung-fu. Stavo quasi per scoppiare a ridere, ma mi trattenni. Oltretutto non era il momento per ridere, avrei voluto solo urlare. All'apparenza era simpatico, ma ciò non mi faceva dimenticare che era uno psicologo, e questo non mi faceva per niente piacere. Rabbrividivo.
-Tu devi essere Summer, giusto?- disse lui. Dio, aveva una vocina così stridula! Sembrava davvero un topolino, mi veniva da ridere.
-Si, sono io.- risposi. Deglutii. Nonostante aveva un aria rassicurante, sapevo qual era il suo obbiettivo. A me non piaceva parlare del mio peso, mi innervosiva fin troppo. Comunque, fatto sta che io non avrei spiccicato una sola parola se mia madre fosse stata presente. Eravamo solo io e mia madre, in sala d'aspetto. Quella sala era così fredda, gelida, distaccata. Inquietante al massimo. Solo il pensiero di gardare a faccia a faccia quello psicologo del cavolo mi si congelavano le tempie.  Comunque, fatto sta che io non avrei spiccicato una sola parola se mia madre fosse stata presente.
-Summer, iniziamo. Devo parlare per un pò con tua mamma. Da soli. Per te va bene?- mi chiese il dottore. Annuii.
-Su Summer. Va bene? Sì o no. Devi rispondermi! Non devi essere timida, non con me.- mi disse un pò arrabbiato. Secondo me non era arrabbiato, lo faceva soltanto per indurmi a parlare.
-Certo, certo. Andate pure. Ci sono tanti giornaletti qui, non mi annoierò!- urlai quasi, per fargli capire che non ero affatto timida, ma infastidita. Non volevo fare l'acida con lui, ma era d'obbligo. Mi provocava. Mi fissarono un secondo entrambi, ma io continuavo a tenere lo sguardo rivolto verso il soffitto. Mia madre entrò nella stanza. Per ammazzare il tempo sfogliavo delle riviste di moda, controllavo il mio cellulare, ma niente distoglieva la mia mente da cio che mia madre potesse dire sù di me. Volevo spiarli, ma non era giusto. Mi stava sicuramente calugnando, dicendo cose non vere che mi abbassavano di livello, ma la alzavano. Alla fine mi arresi, andai vicino alla porta, a quella vecchia porta di legno tutto bucherellato dai tarli, e con un orecchio appoggiato stavo ad ascoltare. Non si capiva niente, soltanto strani mormorii. La porta era piuttosto spessa. Sono riuscita a capire solo una cosa "Vostra figlia soffre di una grave forma di anoressia nervosa". Non riuscii a sentire altro. Anoressia nervosa? Mia madre era riuscita a convincere anche lo psicologo, ne ero convinta. Stavo per dare il via ad un torrente di lacrime, ma stava per arrivare il mio turno, dovevo trattenermi.

 
POV SUMMER'S MUM

Ero tesa come un filo di lino, le parole che uscivano dalla bocca di quello psichiatra mi colpivano il cuore come delle lame. Lame affilate, innumerevoli. Parlava senza nessun sentimento, pronunciava la parola "grave" senza nessuna preocupazione. Ero nervosa, agitata, ansiosa, preocupata... Troppo da far sopportare ad un solo essere umano. Ad una mamma. Summer soffriva di anoressia nervosa. Una grave forma di anoressia nervosa, com mi aveva riferito. Non riuscivo a crederci, Summer cosa? Ero davvero preocupata per lei. Solo che lei non voleva capirlo. Credeva che io la odiassi, credeva che la volevo solo male, ma lei non sapeva di essere la mia intera vita in tutti i sensi. Non capiva che tutto quello che facevo era per il suo bene.
-Prima di parlare direttamente con Summer, a tu per tu con il paziente, voglio parlare con una persona che influisce molto con la vita della ragazza : sua madre. Sì, una persona con la quale puó confidarsi- cercava di spiegarmi, gesticolando, ma io lo interuppi. Qualcosa non quadrava!
-No, scusami dottore, ma... Summer non si confida con me. Anzi, non ci parliamo proprio.- dissi, rammaricata.
-Neanche quando torna da scuola?- chiese, guardandomi male.
-No, quasi mai. Mi vede come un estranea, un essere spregievole, non só come spiegarle.- risposi con un nodo alla gola.
-E vi siete chieste mai il perchè, signora.- mi disse. Non me lo aspettavo, rimasi perplessa. Con la bocca aperta. Stava insinuando che la colpa era mia, cavolo.
-Vi prego, datemi del "tu". Ad ogni modo, penso sia un comportamento del tutto normale alla sua età. Sbaglio?- risposi, ricordando la mia adolescenza.
-Oh, bhe. Nell'adolescenza il rapporto con i genitori và sempre di più a scarseggiare, ma non parlarci per niente è grave-. Esitai per qualche istante, mi sentivo in colpa. Ero molto dispiaciuta da quelle parole. Non me le aspettavo, credevo di essere un' ottima madre, ma invece era tutto il contrario. Ma in fondo non era mia la colpa! Bhe, non era tutta mia la colpa... No, era tutta colpa mia.
-Sai signora, da tanto tempo l'unica cura per l'anoresia è il ricovero, a volte anche forzato, che implica l'isolamento totale dalla famiglia e da tutte le altre persone che potrebbero implicarla a dimagrire sempre di più.- disse, annuendo. Sospirai, ero molto nervosa.
-In ogni caso, è necessario fare controlli medici, psicologici e nutrizionisti. La strada per arrivare alla guarigione è lunga e difficile, e presenta molte ricadute. Deve esserne consapevole. Bisogna combattere, e la ragazza deve dare il suo contributo. Sai, molte donne restanno ossessionate a vita. La guarigione totale non è garantita- mi disse, spezzandomi il cuore. Polverizzandomelo, annientandomelo. Non aveva nessuna pietà. Io non potevo sopportare tutto quello.
-Dottore, vi prego. Il ricovero no. No!- lo implorai, gridando. Summer non poteva ricoverarsi, era la mia piccola, la mia bambina! Non poteva. Che cosa era successo? Non mi ero accorta di essere arrivata a questo stato con Summer.
-Bhè, il ricovero non è un gioco. Ricoverandola, la ragazza presenterà un calo d'umore. Serio. Ma possiamo evitare il ricovero, signora con dei semplici consigli. Consigli per te, signora. Con la ragazza parlerò in seguito, voglio soffermermi sù di te.- disse, in maniera fredda. Cominciai a farmi tutta rossa, volevo piangere. L'agitazione aumentava, aumentava, aumentava. Annuii e gli dissi che ero totalmente aperta a ogni tipo di consiglio. In quel momento avrei accettato consigli sù Summer perfino da un ubriacone! Ero disperata, ero in uno stato di panico.
-In pratica Summer ha perso il rapporto con la propria madre. Non doveva succedere. Lei l'ha persa perchè capisce la tua preocupazione, e avendo un cervello limitato da giovane ragazza adolescente, non ti comprende. Ti vede ossessiva, quindi il miglior modo è lasciarla per il suo conto.- spiegò. Mi sentivo una stupida davvero. Non credevo di essere così inaffidabile! Poi lui conosce così bene il cervello adolescenziale, tutti i comportamenti, tutto. Senza il suo aiuto non sarei andata da nessuna perte. Fatto stà che quella visita mi aveva rovinato la giornata, la vita addiritura. Sentirmi dire che la situazione era così inclinata, e sentirmi dire che bastava così poco per spezzarla mi faceva salire l'ansia. Un nodo alla gola, gli occhi mi pungevano.
-Ditemi tutto. Ditemi tutto, anche se fà male.- risposi, trattenendo le lacrime. Strinsi i pugni più forte.
-Lo sò che fà male, lo sò. Comprendo benissimo.- disse, accarezzandomi l'avambraccio.
-Come stavamo dicendo, devi lasciar fare a Summer quello che vuole. Sò che non sembra giusto, ma è l'unica soluzione. Summer è una ragazza intuitiva e inteligente, capisce la tua paura e preocupazione per lei, e sentendosi indipendente tende all'effetto contrario. Ciò nonostante non deve mancare un controllo medico e nutritivo costante.- disse lo psicologo. Non capivo, mi sembrava una cosa stupida, ma era lui il laureato in medicina lì. Continuavo ad annuire, non riuscivo a parlare. Se solo mi sarei sforzata di farlo sarei scoppiata a piangere, e non volevo farlo davanti a lui.
-Per esempio, non dovresti mai comprare del cibo per invogliarla a mangiare. Tipo cioccolatini, gelati, delle cose che sai sicuramente che alla ragazza piacciono. Possono piacerle anche una cifra, ma ti ricordo che lei non le mangerà mai, perchè è molto attenta alla sua linea. Questo peggiorerà solo il suo umore.- mi disse. In quel momento ripensai a tutte le volte che avevo riempito la casa di schifezze, nella speranza che Summer toccasse qualcosa, ma niente. Io e Sum eravamo davvero un caso perso. Annuii, nella speranza che continuasse con i consigli.
-Ciascun membro della famiglia decide autonomamente cosa mangiare, nessuno deve essere forzato ad ingollare qualcosa! Vuole mangiare solo una mela al giorno? Va bene. Lasciala fare. Poi sarò io a farle capire che non va bene. Io e il suo stomaco.- aggiunse. "Summer, mangia tutta la pasta altrimenti sei in castigo per una settimana!" quelle erano le parola che dicevo sempre a Summer. Mi sentivo... Non riuscivo a descriere, la sensazione peggiore di tutta la mia vita.
-Non devi trasformare il momento del pasto in un campo di battaglia! Summer è consapevole di quello che stà facendo. Lascia che sia lei a decidere cosa mangiare, anche se non è salutare. Lei si sente sottopressione, quindi non controllare eccessivamente cosa mangia e quanto mangia.- disse, mettendomi di nuovo la mano sulla spalla. A quel punto cedetti. Mi misi a piangere, peggio di come faceva Summer a tre anni, peggio! -Sono una pessima madre!- urlai, conficcandomi le unghia nei polpastrelli. Annaspando fra la rabbia e il dolore.
-Non devi darle tu consigli, lei percepisce che tu non sei la persona adatta per dei consigli sul cibo, lascia che sia io a farlo. Ma sopratutto non devi offenderla o criticarla. Mai farlo, mai. È rischioso.- disse. Mi sentivo una fottuta merda.
-Io invece lo faccio sempre. Sono la mamma peggiore del mondo.- troppi i nervi in corpo, cominciò a sanguinarmi il naso.
-Signora, lei non è una pessima mamma! È una madre normalissima, solo che, siccome ci tiene a tua figlia è venuta qui, per essere "la mamma migliore". Vedila da questo punto.- disse, accarezzandomi la testa. Dopotutto aveva ragione, ma per me era solo troppo ottimista.
-Un altra cosa... Non devi invadere la sua privacy. Non bisogna farlo, non devi leggere il suo diario, e non devi rispondere al suo posto al cellulare. È tua figlia, non una tua cara amica. Lei non si sente al suo agio con te, in un certo senso. Tu non sei una sua amica, con cui VUOLE passare il suo tempo, ma sua madre. Una persona con cui DEVE passare il tempo.- disse scandendo bene "vuole" e "deve". Mi aveva messa in agitazione. Non mi rendevo ancora conto di essere nella fascia di età dove il ragazzo odia il genitore, credevo di non arrivare mai a questo punto.
-Non scegliere tu i vestiti al posto suo. Di solito una ragazza anoressica tende ad indossare vestiti molto lunghi e larghi. Si accorge del suo eccessivo stato di sottopeso e della preocupazione che causa a sua madre, allora cerca di non far notare niente a nessuno. Lasciala fare- Annuii, ricordando tutte quelle volte che le ho impedito di comprare degli abiti.
-Tu devi essere franca e sincera nei suoi confronti, non nasconderle niente. Anche delle cose che le riguardano, che pensi non le potra mai venire a sapere, gliele devi dire spontaneamente. Per esempio, se Summer lo chiede, potresti anche raccontarle di tutto quello che ti ho detto adesso, signora.- disse sicuro. Lo ringraziai, sì. Ero davvero orgogliosa di aver mandato Summer da uno psicologo così bravo, gentile e consapevole del suo lavoro. Era arrivato il turno di Summer, io uscii dalla stanza per non entrare eccessivamente nella sua privacy, come aveva detto poco prima. Ero davvero contenta di aver ricevuto quei suggerimenti, e ho cercato di metterli in pratica. Fatto stà che ero uscita da quella stanza senza un pezzo di cuore. Straziata e depressa. Una brutta esperienza, davvero una brutta cosa.

 
POV SUMMER

Avevo appena finito di parlare con "Clark". Questo era il suo nome. Sapere il suo nome mi infondeva più sicurezza. Meglio chiamarlo Clark che "psicologo" dopotutto. Appena sono uscita dalla porta, mia madre corse ad abbracciarmi.
-Comunque questa è soltanto una prima seduta. Ne faremo molte altre. Daccordo Summer?- mi disse Clark, sorridendo. Daccordo? Me lo ha perfino chiesto, come se avessi libera scelta. Cavolo! Annuii con la testa bassa, ma poi mi ricordai di dover essere estroversa e a voce alta risposi "CERTO, CERTO!". Mia madre gli diede dei soldi. Avevo ancora dei rimorsi, quei soldi servivano per la palestra. Non dovevano essere gettati in quel modo. Mi venne in mente di parlarne davanti a mia madre, di questo, con Clark. Senza che l'argomento uscisse, senza che nessuno mi interpellasse.
-Clark, vorrei parlarti do una cosa.- dissi, asciugandomi una lacrima traditrice. Mi sorrise.
-Hey piccola, guarda che sono qui per questo! Tu devi dirmi tutto, avanti.- rispose dolce. Nonostante fosse uno psicologo era garbato e gentile, sapeva prendermi per il verso giusto. Non parlai ancora, avevo una specie di trauma.
-Avanti! Ehm, vuoi venire nella stanza con me o ti stà bene anche qui?- chiese.
-Mia madre mi proebito di frequentare una scuola di danza classica, perchè dice che è lì che ho influenze sul mio peso, secondo lei. Ma io ho bisogno di danzare, proibendomelo mi ha sottratto un hobbie, un passatempo. Ora io non sò più cosa fare!- sbottai, con le parole più semplici che ero riuscita a trovare. Mia madre mi appoggiò gli occhi addosso, mi lanciò uno sguardo assassino. Quegli sguardi del tipo "quando torniamo a casa sei morta".
-Non è vero! È una bugiarda, una stupida bugiarda!- urlò mia madre, massaggiandosi le tempie. Clark, con una mano, le tappò la bocca. Avrei voluto farlo anch'io... Tapparle quella boccaccia!
-Mai darla della bugiarda, e mai insultarla.- disse Clark a mia madre, dolcemente. Probabilmente ne avevano discusso anche prima. Lei annuii, scusandosi.
-Non chiedere "scusa" a me, chiedile a lei direttamente.- disse Clark, voltando mia madre verso di me, trascinandola per un polso. La mamma si scusò con me. Non l'avevo neanche guardata negli occhi in quel momento, guardavo il soffitto facendo l'arrogante.
-Dottore, io non sò più come fare con lei!- bofonchiò quell'apatica di mia madre.
-Eh, è la fissa delle ballerine. Il loro motto è "dimagrire, dimagrire, dimagrire".- disse Clark, guardandomi con sguardo severo.
-Invece non è così, più sei florida e meglio è!- disse mia madre. Sbuffai e poi scoppiai a ridere, ma Clark mi fece uno sguardo accattivante che mi fece ammutulire di scatto.
-No. Ci vuole moderazione in tutto.- disse lui, non sò se era per giustificarmi o solo perchè era la verità.
-Comunque, sai signora, non dovrebbe impedire affatto la palestra alla fanciulla. Questo implicherà depressione e sbalzi d'umore. Non vogliamo questo vero? Sai dove porta, giusto?- disse. Ci furono due attimi di silenzio, come se Clark avesse detto qualcosa di davvero grave. Io ero ignara di tutto ad ogni modo.
-Quindi tu, puoi benissimo lasciarla frequentare la palestra, ma con più frequenti visite qui. Alla fine capirà lei il modo giusto per moderarsi!- disse. Sgranai gli occhi, mi stappai le orecchie. Oddio, avevo forse ottenuto il permesso per la palestra? Evvai, grande Clark! Aveva centrato a pieno il punto. Spero che mia madre capisca. Lei annuii, forse aveva capito. Ma secondo me lo aveva detto solo per far tacere Clark, non avrebbe mantenuto la parola. Ero più che sicura.
-Eham, okay. Ma a Summer non viene... Da due mesi... Il ciclo mestruale. È una cosa gravissima ! E poi non ho nemmeno i soldi per visite e palesta.- disse mia madre, con aria vendicativa. Come le era venuto in mente di aprire un discorso così intimo?! La odiavo. Punto e basta. Voleva mettermi in imbarazzo, lo aveva fatto di proposito. Le mancava solo una torcia sotto il mento e una risata malefica.
-Un sintomo del tutto normale per un anoressica.- spiegò Clark.
-Okay, ti ha pagato? Sì. Ora possiamo andare mamma? Andiamo. Forza!- dissi io, prima di fare altre figure di merda.
-Summer! Cosa fai?- urlò la mamma. Non m'importava. Salutai Clark, e io e quella che purtroppo era mia madre ci dirigemmo verso casa. Nutrivo la speranza.

CONTINUA

 
Holaa ツ Ho aggiornato yeee Illustro brevemente questo capitolo lol Allora, prima di tutto il piano di Summer va a rotoli. È costretta dalla mamma ad andare dallo psicologo. Poi... Mh, ho aggiunto un "POV SUMMER MUM'S". L'ho ritenuto necessario per far capire che la mamma di Summer non è una tiranna malvaglia, come la descrive lei. È solo una mamma protettiva, la classica mamma dopotutto. Quindi tutto quello che fà è perchè è preocupata e molto protettiva. E sempre nel POV SUMMER MUM'S ho aggiunto dei piccoli consigli. Okay, secondo me sono validi, ma non sono assolutamente una psicologa, quindi non mi assumo responsabilita lol. :') Mi fermo. Spero vi piaccia il capitolo, non immaginate quanti complessi mi sono fatta nel pubblicarlo. Mi sembrava troppo superficiale... Non sò come dire, spero piaccia a voi. E volevo dirvi anche grazie per tutte le recensioni che lasciate. Mi rendete sempre più fiera, GRAZIE Poi state cominciando a farvi sempre più numerose, oddio. A volte non ho neanche tempo di rispondervi, siete troppe. Anyway, io rispondo sempre a tutte perchè ne vale la pena. Siete dolciosissimissime ʘ‿ʘ Asdfghjkl E a volte nelle risposte alle recensioni sclero, non fateci caso lol. :') Okay, adesso non vorrei dilungarmi troppo... Ma, avete visto per caso i "Braccialetti Rossi"? Oddio quel film *-* Io sono braccialetti-rossi dipendente lol. Comunque non era questo il punto dove volevo arrivare :'D Volevo dirvi, avete visto Cris? Bhè... Cris >>>>> Voglio dire, Cris è troppo Summer! Sono uguali, stesso carattere, stesso problema. Non trovate? E ora che ho visto quella "fiction", non faccio che immaginare Summer come Cris nella mia mente. Peccato che quel programma sia finito, era la mia vita. Il mio tutto :O Vabbhè, io quando vi scrivo in questi spazi-autore non riesco mai a contenermi lol. Vorrei ridurmi, ma non ci riesco :') Farò molto allenamento a questo punto! Stacco la spina, okay. Byeee Twitter - @hazzasdiimples (Follow me, I follow you back) Facebook - Giada Granatiero Giada xx
  
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