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Autore: __Mic    13/03/2014    11 recensioni
Se tuo fratello si stesse per sposare, e tu fossi stata scelta come damigella d'onore, di cosa ti saresti preoccupata? Come una qualsiasi sedicenne, ti saresti preoccupata del vestito, delle scarpe, dei capelli, del trucco e della figura pessima che potresti fare cadendo davanti a tutti. Io invece mi preoccupavo di un'unica cosa quel giorno: lui mi avrebbe visto come mai prima d'ora aveva potuto fare, e non sapevo come sarei apparsa ai suoi occhi.
Vi prego di non plagiare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Se tuo fratello si stesse per sposare, e tu fossi stata scelta come damigella d'onore, di cosa ti saresti preoccupata? Come una qualsiasi sedicenne, ti saresti preoccupata del vestito, delle scarpe, dei capelli, del trucco e della figura pessima che potresti fare cadendo davanti a tutti. Io invece mi preoccupavo di un'unica cosa quel giorno: lui mi avrebbe visto come mai prima d'ora aveva potuto fare, e non sapevo come sarei apparsa ai suoi occhi.



«Michela, ti stai ferma per favore? Non riesco ad applicarti l'eye-liner dritto se la tua palpebra continua a tremare!» sbottò Anna, la truccatrice che la sposa aveva chiamato per rendere presentabili lei e la sua damigella (parole sue!).
«Lo so Anna, ma sono agitata!» piagnucolai pensando a quello che avrei passato quel giorno.
«E sentiamo, di grazia, quale tortura la attende oggi?» rispose lei sarcastica. Mi guardai intorno circospetta prima di rispondere.
«Perché sarà presente anche il ragazzo che mi piace da tre anni!» borbottai a bassa voce. «Tranquilla, fidati di me! Dopo che ti avrà visto oggi se non ti chiede di metterti con lui o è cieco, o è gay!» Scoppiai in una risata e Anna mi seguì a ruota. Sciolta la tensione, la ragazza poté finire abbastanza tranquillamente il suo lavoro.

«Michela, muoviti, dobbiamo andare!» mi urlò Valentina. Lei e mio fratello si incontrarono circa tre anni fa e, dopo essersi frequentati per un mese, si misero insieme. Valentina aveva un fratello, Simone, di due anni in più di me, e io mi innamorai di lui praticamente dalla prima volta che lo vidi. Lui era sempre dolce ed estroverso con me, ma non avrei mai sospettato di interessargli. Anche perché se così fosse stato si sarebbe dovuto far avanti lui, è il maschio, e che diamine! Comunque, Valentina e mio fratello, Marco, decisero di sposarsi e avrei voluto che quel giorno non fosse arrivato mai: non sarei stata mai pronta a farmi vedere da Simone così ...
«Mi, sei bellissima!» commentò la mia quasi cognata.
«Vogliamo parlare di te? Sei uno schianto! Mio fratello sverrà in braccio al parroco appena ti vedrà!» commentai io. Lei arrossì vistosamente, da brava ragazza timida.

Arrivata in chiesa cominciai a salutare i vari parenti. D'un tratto mi sentii picchiettare la spalla e girandomi lo vidi. Il mio cuore fece un tuffo e un sorriso si formò istantaneamente sul mio viso. «Simo!» Gli dissi salutandolo.
«Ciao! Come stai?» Chiese. Lo guardai, era bellissimo quel giorno.
«Sono agitata, guarda come sono conciata!» Replicai. Avevo un vestito di raso fuxia che arrivava ai piedi con lo scollo a cuore e senza spalline. Il corpetto era pieno di rouges mentre la gonna scendeva giù dritta. In più portavo dei tacchi vertiginosi, alti 15 cm, così a spillo da potersi spezzare con le mani senza il minimo sforzo.
«Stai bene» esordì lui spiazzandomi completamente. Lo conoscevo da tre anni e non mi aveva mai fatto un complimento.
«Grazie, anche tu» risposi arrossendo. Ed era vero, quel giorno stava proprio bene. Lo smoking fasciava il suo corpo alla perfezione e quei capelli, oh quei capelli, erano la mia fissazione.
«Pensa se si fossero sposati due anni fa quei due, saresti stata più alta di me con questi trampoli» esclamò lui ridendo.
«Ti avrei superato anche senza tacchi!» Risposi scoppiando a ridere. E in effetti era vero: Simone nell'ultimo anno si era alzato di una quindicina di centimetri, mentre prima eravamo alla stessa altezza.
«Ehi, così mi offendi!» Si imbronciò lui sporgendo il labbro inferiore. Era tenero ed eccitante allo stesso tempo.
«Posso toccarti i capelli?» Esordii io. L'avevo detto che erano la mia fissazione.
«Ragazzi, dai, bisogna entrare!» Ci disse la mamma di Valentina, Daniela.
«Arriviamo subito» rispose Simone.
«Stasera tieniti libera per il lento» continuò rivolto a me, prima di voltarsi e incamminarsi verso la chiesa. Dopo alcuni istanti di confusione mi riscossi e lo chiamai.
«Simo!» Lui si girò interrogativo.
«Solo se ti fai toccare i capelli!» Scoppiò a ridere e mi fece l'ok con il dito. Risi anch'io e mi incamminai verso la chiesa. Avevo il cuore che mi batteva all'impazzata.

La cerimonia durò un paio d'ore e allo scambio delle fedi Valentina scoppiò a piangere dalla felicità, baciando poco dopo mio fratello. Sembrava che il mondo all'infuori di loro non esistesse, e mi vennero le lacrime. Erano bellissimi, e avrei tanto voluto avere un amore come il loro, precisamente con la persona che mi stava fissando in quel momento. Sentivo il suo sguardo addosso da quando avevo messo piede in chiesa ma feci di tutto per evitarlo. Ero già imbarazzata di mio, non servivano altri problemi.

Finita la messa, entrammo a gruppi per le foto con e senza gli sposi. Stavo quasi per uscire dalla chiesa quando mi sentii prendere per il braccio. Mi girai e vidi Simone che si torturava un labbro, dubbioso su qualcosa a me sconosciuto. Aveva deciso di pedinarmi? Non mi era mai stato tanto appresso, perché iniziare quel giorno? Non che mi dispiacesse, anzi. Alla fine si decise a parlare. «Ti va di... ehm... fare qualche foto?» Boccheggiai, incredula. Se era un sogno, pregai di non svegliarmi.
«Io e te?» Chiesi. Lui annuì.
«Da soli?» Continuai, facendolo annuire nuovamente.
«Possiamo?»
«Ho chiesto al fotografo e mi ha detto che ha dieci minuti prima di dover smontare e andare in riva al mare dagli sposi»
«Ok, allora muoviamoci» gli dissi sorridendo. Scattammo varie foto: io e Simone sorridenti, Simone mentre mi da un bacio sulla guancia, Simone che mi tiene in braccio a mo' di principessa mentre io rido, io e Simone mentre facciamo facce buffe...

«Non voglio andare subito al ristorante. Troppi parenti da intrattenere» sbottò all'improvviso lui mentre uscivamo dalla chiesa.
«Se mi accompagni a casa di mia nonna a cambiarmi, dopo ti porto a vedere il porto» gli proposi. Lo vidi sorridermi grato.
«Allora andiamo» disse sventolandomi in faccia le chiavi della macchina.
Mentre Simone mi aspettava in salotto, io mi chiusi in camera e cercai di rilassarmi. Era tutto troppo bello per essere vero. Perché tutte queste attenzioni? Perché tutto questo interesse? Non me lo spiegavo.
«Michela?» Mi sentii chiamare dall'altro lato della porta e scattai in piedi.
«Mi ha chiamato mia madre, ha detto che fra una mezz'oretta arriveranno gli sposi. Poi ha chiesto dove ci eravamo cacciati, mi ha rimproverato come un ragazzino di quindici anni lamentandosi del fatto che si è preoccupata tantissimo. Stava quasi per chiamare i carabinieri» a quel pensiero scoppiammo a ridere.
«Dai mi vesto, almeno li raggiungiamo» dissi.
«E il porto?» Si lamentò lui. Giusto, già me ne ero dimenticata.
«Ti porto a vederlo in questi giorni, te lo prometto!» Gli dissi. Lui brontolò un «Ok» e poi se ne andò in salotto ad aspettarmi.

Una volta pronta mi guardai allo specchio: il vestito stavolta era corto e metteva in mostra le mie gambe. Il corpetto bianco e la gonna stretta rossa che arrivava fino sopra il ginocchio, tutto spezzato da una cinta nera alla vita. Una volta in salotto gli occhi del ragazzo si posarono sul mio corpo analizzandolo centimetro per centimetro, e soffermandosi sulle gambe scoperte.
«Fa così tanto schifo?» Sbottai, accorgendomi solo in quel momento di aver trattenuto il fiato.
«Non ho mai visto niente di più bello» sussurrò ancora in trance mentre mi osservava.
«Certo che è bravo chi ti capisce!» Gli dissi alzando i toni della voce di un'ottava.
«In che senso?» Chiese lui, confuso dalla mia irritazione improvvisa. Ah, faceva lui quello confuso? Ero io a dover essere confusa, non lui!
«Tre anni che mi tratti a malapena da amica, e oggi ti stai comportando come un perfetto ragazzo interessato! Deciditi Simo! Non puoi fare così, perché mi stai solo confondendo!» Gli urlai in faccia. Era da quella mattina che mi tormentavo ed era uscito tutto fuori, forse nel modo sbagliato. Nei suoi occhi vidi un lampo di dispiacere, e mi pentii di quello che avevo detto. Avevo esagerato. Simone aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse scuotendo la testa.
«Scusami, davvero. Lo capisco, non riesci a spiegarti il mio comportamento oggi» cominciò, facendo un lungo sospiro «ti chiedo solo di fidarti di me. Il fatto è che mi sono accorto che ho sprecato troppo tempo e sto cercando di rimediare. Mi sono preparato un lungo discorso da farti mentre balliamo, ti prego pazienta. Ti chiedo solo di fidarti di me» finì il suo discorso guardandomi con occhi imploranti. E come facevo io a dirgli di no? Come facevo io a dire di no a quel paio di occhi marroni, nel quale ci ho visto il mare?
Annuii, prima di spostare lo sguardo sull'orologio.
«Oh mio dio, è tardissimo! Gli sposini saranno già là!» Osservai spalancando gli occhi.
«Andiamo, prima che ci diano per dispersi» mi disse lui prendendomi per mano.

Dopo la ramanzina di mia madre sul fatto che avessi sedici anni e non trenta, che dovevo avvisarla, e altre cose che non avevo voluto sentire era iniziato il pranzo. Marco e Valentina aprirono le danze alle sette di sera. Fino a quel momento mi annoiai a morte: dovetti subirmi ore e ore di parenti che si congratularono con mia madre. Quando finalmente la danza degli sposi finì, misero un lento per tutti. Ero in trepidante attesa, mi guardavo intorno con la speranza di vederlo arrivare, ma niente. «Aspetti qualcuno?» Mi chiese sospettosa mia madre, studiando ogni mia minima reazione. Fortunatamente venne Simone a salvarmi da lei.
«Già, aspettavi qualcuno? Perché volevo invitarti a ballare» intervenne con sorriso beffardo. Bastardo, sapeva che stavo cercando lui.

«No, non aspettavo nessuno» dissi rivolgendomi sia a mia madre che a Simone «però il ballo lo accetto volentieri» dissi al ragazzo. Questo mi porse il gomito da vero gentiluomo e mi condusse al centro della pista. Mise le sue mani sui miei fianchi avvicinandomi a lui, e io allacciai le braccia dietro il suo collo.
«Sei arrivato appena in tempo» gli sussurrai all'orecchio. Lui rise e ci avvicinò ulteriormente.
«Sto per cominciare il discorso più lungo della mia vita, quindi non mi interrompere, per favore» cominciò lui. Il mio battito aumentò a dismisura, mentre sentivo dentro di me crescere l'ansia. «Sono un coglione, ma tu questo già lo sai. Io avrei dovuto accorgermi di te molto tempo prima, ancora prima che mi mettessi con Marianna. Io e te ci siamo conosciuti al mare, ricordi? Quando arrivammo io, tuo fratello e mia sorella, tu ci avevi visti e ti sei alzata per salutarci. Eri bellissima, non avevo mai visto niente di più perfetto. Poi la giornata in piscina. Ho sentito le farfalle nello stomaco per tutto il tempo. All'epoca pensavo fosse dovuto al fatto di avere vicino una bella ragazza in costume. Ricordo come se fosse ieri il momento in cui ti ho lasciato provare i miei occhiali da sole. Prima di quell'episodio i miei occhiali facevano il giro del mondo. Da quella volta non li ha più toccati nessuno, a parte me. E ricordi quando ti si slacciò il costume? Mi tenni a debita distanza, non volevo che la situazione diventasse più imbarazzante di così. Poi qualche settimana dopo tu mi scrissi, ero felicissimo. E vogliamo parlare del primo giorno che ci incontrammo a scuola? Eri così bella. Ora ti svelerò un segreto: sono stato con Marianna perché volevo dimenticarti, non credevo possibile una relazione tra noi, data la situazione. Ci sono stati altri incontri, ma ci volle un bel po' per farmi capire che comunque fosse andata, non ti avrei mai dimenticata. Dopo essermi lasciato con Marianna sopravvivevo dei tuoi saluti mattutini, mi facevano stare bene. E così è stato fino a qualche giorno fa. Ero depresso perché pensavo che non ti avrei mai avuta, e parlai con mia sorella. Lei chiamò tuo fratello e organizzammo una specie di piano. Parlai con la tua migliore amica, Silvia, e mi disse quello che tu provavi per me, e anche quanto stavi male. Non lo accettai, tu non dovevi stare male per me. Dopo questo decisi quello che avrei fatto, decisi che questo giorno mi sarei dichiarato. Non so se ti amo, ma voglio frequentarti. Capisco che sei sconvolta per parlare, non farlo. Sto per fare una cosa di cui non mi pentirò mai. Se non vuoi, fermami ora» concluse mentre si avvicinava. Fermarlo? Non avrei potuto. Erano tre anni che aspettavo quel momento, e ancora dovevo assimilare le sue parole. Lui era interessato a me, da tre anni. Esattamente come me. E forse dopo tante sofferenze sarei riuscita a essere felice. Con lui. L'ho sempre saputo che ne valeva la pena. L'ho aspettato perché sentivo che era quello giusto. E non mi sbagliavo.

Non aspettai che fosse lui a far toccare le nostre labbra, mi lanciai contro di lui che mi accolse a braccia aperte, anche se non si aspettava una reazione del genere. In quel bacio misi tutto l'amore che provavo. Le sue labbra erano come le avevo sempre immaginate. Il suo odore mi inebriava. Mi strinsi di più a lui, nonostante fossi certa che tutti ci stessero osservando. Quando ci staccammo, lui mi sorrise sinceramente e io lo abbracciai di slancio. In quel momento partì un applauso, e mi resi conto che al centro della sala c'eravamo solo io e Simone. Non me ne preoccupai affatto: in quel momento c'eravamo solo noi come coppia, tutto il resto veniva dopo. Sarebbe potuto anche finire il mondo, e io sarei morta felice con Simone al mio fianco.



Ehm, ciao.
Salve, è la prima one-shot che scrivo e la prima storia che pubblico, e sono abbastanza emozionata.
Alcuni fatti sono realmente accaduti, ma il 90% di questa one-shot è pura invenzione.
Io ci ho messo il cuore a scriverla e spero venga apprezzata anche da qualcuno qui.
Beh, io non so che altro aggiungere, quindi vado haha.
Non so se pubblicherò altro, per ora non ho pronto niente, anche se qualche idea per altre one-shot ce l'ho:)
Non voglio ancora dilettarmi in una long, è qualcosa di impegnativo e non mi sento pronta.
Comunque, buona lettura  a tutti.
A presto (non vi assicuro niente haha).
Ps: ho scelto volutamente di non descrivere fisicamente i personaggi.
Io me li immagino in un certo modo perché esistono, voi immaginateli come volete.
.
-Mì.♥
           


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