14/03/2014
2 recensioniRevenge
Vendetta.
L'unica parola che gli rimbalzava nella testa da quel giorno lontano.
Tobe era sdraiato supino sul letto a contemplare il soffitto di legno in pessime condizioni.
Non poteva permettersi molto, ma ciò che aveva gli bastava per sopravvivere.
Desiderava più di ogni altra cosa vendicarsi, veder soccombere l'avversario. Se lo immaginava innumerevoli volte il giorno del suo trionfo.
Quel ninja, quello stupido ed insignificante ninja, davanti a lui, coperto di sangue e di vergogna che lo implorava di smettere.
Rise sadicamente mentre giocherellava con una ciocca dei suoi capelli corvini, quella sera sciolti per lasciar loro un pò di libertà.
No.
Garu non lo avrebbe mai fatto, ne valeva del suo 'onore'. Avrebbe continuato a respingere gli attacchi di lui anche se fosse stato moribondo, fino all'ultimo respiro.
Storse la bocca in una smforfia.
Lo odiava tanto.
E pensare che erano amici un tempo.
Si alzò dal letto posizionandosi di fronte ad uno specchio rovinato.
Una chioma nero carbone gli incorniciava il viso leggermente ovale e segnato da una cicatrice a forma di 'x' rosso sangue. Se la sfiorò con le dita affusolate.
Sentì un pizzico, ma non gli badò, continuando ad accarezzarla.
Quella ferita, anche se rimarginata, gli doleva ancora.
Certo, non come gliene faceva male un'altra, molto più grande ed invisibile.
Situata nel cuore.
Non poteva permettersi molto, ma ciò che aveva gli bastava per sopravvivere.
Desiderava più di ogni altra cosa vendicarsi, veder soccombere l'avversario. Se lo immaginava innumerevoli volte il giorno del suo trionfo.
Quel ninja, quello stupido ed insignificante ninja, davanti a lui, coperto di sangue e di vergogna che lo implorava di smettere.
Rise sadicamente mentre giocherellava con una ciocca dei suoi capelli corvini, quella sera sciolti per lasciar loro un pò di libertà.
No.
Garu non lo avrebbe mai fatto, ne valeva del suo 'onore'. Avrebbe continuato a respingere gli attacchi di lui anche se fosse stato moribondo, fino all'ultimo respiro.
Storse la bocca in una smforfia.
Lo odiava tanto.
E pensare che erano amici un tempo.
Si alzò dal letto posizionandosi di fronte ad uno specchio rovinato.
Una chioma nero carbone gli incorniciava il viso leggermente ovale e segnato da una cicatrice a forma di 'x' rosso sangue. Se la sfiorò con le dita affusolate.
Sentì un pizzico, ma non gli badò, continuando ad accarezzarla.
Quella ferita, anche se rimarginata, gli doleva ancora.
Certo, non come gliene faceva male un'altra, molto più grande ed invisibile.
Situata nel cuore.