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Autore: Vahly    30/06/2008    2 recensioni
Tra Severus e Remus è nata un po' alla volta una bellissima amicizia... ma al serpeverde sembra non bastare più, sebbene sia convinto di non interessare minimamente all'altro. Ma sarà davvero così?
Remus/Severus ambientata all'epoca dei malandrini.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: scritta per la community fanfic100_ita, seguendo il prompt 005 - esteriorità. QUI trovate la mia tabella per la coppia Remus/Severus.


Cioccolato di San Valentino



Severus sapeva di non essere un bel ragazzo, uno di quelli che attraevano stuoli di ammiratori pronti a far di tutto per conquistarti. Sapeva di non essere attraente, ma questo l’aveva capito molti anni prima, ed aveva imparato a conviverci.
Per questo credeva non gli importasse. Per questo era convinto che anche quel San Valentino sarebbe stato come tutti gli altri… si sarebbe divertito alle spalle di quegli sciocchi studenti innamorati che perdevano tempo in preparativi inutili, che spendevano ore preziose a preparare cioccolatini e regali, che avevano passato l’ultima gita ad Hogsmeade a fare la fila da mielandia, nel disperato tentativo di accaparrarsi l’ultimo cuore di cioccolato bianco o l’ultimo pacchetto di caramelle con scritto “I love you”.
Patetici. Erano davvero patetici ai suoi occhi… fino all’anno precedente.
Ma in quel momento, non riusciva davvero a prendersi gioco di loro, a ridere dei loro sentimenti.
Non dopo essersi reso conto di cosa vuol dire, amare qualcuno che non ricambia. Qualcuno che non ricambierà mai, perché tu sei solo uno stupido e brutto serpeverde con cui ha scambiato qualche parola di nascosto dai suoi amici.
Solo uno con cui ha passato un po’ di tempo, e con cui hai un rapporto che può quasi sembrare un’amicizia. Ma nulla di più.

Erano passati mesi da quando avevano iniziato a chiacchierare, all’inizio di rado, poi sempre più spesso.
La prima volta si era stupito del fatto che Remus il perfettino, così lo chiamava con i suoi compagni, gli avesse rivolto la parola: faceva parte delle regole non scritte, che i rifondono non avrebbero mai e poi mai parlato o trattato gentilmente un serpeverde e viceversa.
Sembrava molto timido all’inizio, quasi avesse paura ad avvicinarglisi. Gli sorrideva in quel modo che era solo suo, carico di una velata tristezza e un po’ impacciato, e pian piano gli era entrato dentro come nessuno.
Quando si vedevano, sempre di nascosto da tutti, parlavano del più e del meno, di loro stessi, dei loro sogni per il futuro. Un pomeriggio particolarmente assolato, Remus gli aveva confessato di essere un lupo mannaro. Glielo aveva detto con tono sommesso, e a Severus era sembrato che l’amico non avesse mai parlato tanto lentamente. Poteva quasi sembrare che avesse studiato il discorso per mesi davanti ad uno specchio… e chissà, forse l’aveva fatto davvero.
Quello stesso pomeriggio, Severus aveva ripagato l’amico per la fiducia con la stessa moneta.
Gli aveva rivelato dei suoi problemi in famiglia, dei litigi fra i suoi genitori, dei suoi complessi riguardo al proprio aspetto… e di essere gay.
All’inizio Remus era parso stupito, ma incredibilmente non si era allontanato né aveva cambiato atteggiamento, non gli aveva fatto stupide domande imbarazzanti, non l’aveva trattato come se avesse avuto qualcosa che non andasse. Si era limitato a dire, sorridendo, che un po’ se l’aspettava, perché non l’aveva mai visto con una ragazza.
“E allora?” avrebbe voluto rispondere il serpeverde, “Anche se fossi stato etero, nessuna ragazza si sarebbe avvicinata a me…”
Ma non l’aveva fatto.
Alla fine, avevano continuato a parlare di altro, come se la cosa non importasse. Ed anche se non erano più tornati sull’argomento, se non un paio di volte di sfuggita, Severus aveva capito che l’altro lo aveva accettato per quello che era. E la cosa lo faceva stare incredibilmente bene.
Fu solo mesi dopo che si rese conto del fatto che qualcosa non andava.
La loro amicizia era sempre più solida, sebbene nascosta a tutti, e stavano incredibilmente bene insieme. Eppure, lui non si sentiva soddisfatto… come se gli mancasse qualcosa. Quando aveva visto una ragazzina del primo anno avvicinarsi a Remus con intenti romantici, si era reso conto di che cosa si trattasse.
Aveva una cotta per lui.
Si era sentito un idiota. Uno stupido, stupido idiota; perché sapeva che se i suoi sentimenti fossero andati oltre, avrebbe rischiato di rovinare la cosa più bella che gli fosse mai capitata.
E così era stato.
Era il 13 febbraio, quando era scoppiato. Aveva trattenuto i suoi istinti e i suoi desideri a lungo, e quando Remus aveva cominciato ad indagare su cosa avrebbe fatto il giorno dopo, e se c’era qualcuno per cui stesse preparato qualche regalo, era scoppiato.
“Mi piaci tu, razza di imbecille, possibile che non te ne sia accorto?”
Aveva domandato con una nota isterica nella voce, lasciando il grifondoro totalmente piazzato. Remus non aveva pronunciato una sola parola da quel momento a quando, neanche un minuto dopo, Severus aveva tolto il disturbo ed era andato via, nel dormitorio della sua casa.
Si era comportato da vero idiota. Eppure lui era un serpeverde… avrebbe dovuto essere abile e calcolatore, non impacciato e impulsivo.
Annotò mentalmente che avrebbe dovuto imparare a controllarsi ed a nascondere meglio i suoi sentimenti, mentre affondava il viso nel cuscino. Non lo avrebbe più rivisto se non a lezione, continuava a ripetersi, l’aveva perso per sempre…

Per questo non si aspettava di trovarselo davanti tanto presto, soprattutto il 14 febbraio.
Remus lo aveva trascinato a forza nella prima aula vuota trovata, dimostrando una decisione mai esternata prima di allora.
Una volta all’interno, Severus mormorò un debole:
- Cosa c’è? Perché non sei con qualche ragazza a divertirti?
Remus sospirò, alzando gli occhi al cielo.
Poi frugò nella borsa, ed estrasse un pacchetto.
- Tieni, sono per te.
Severus sgranò gli occhi, e quasi gli prese un colpo, mentre aprendolo notò cosa conteneva: cioccolatini.
- Senti… - cominciò imbarazzato, - mi dispiace per ieri… ma non devi sentirti costretto a… insomma… non mi devi niente, lo sai. Non voglio che tu pensi che io… che io voglio solo questo da te, perché non è così… e…
- Ieri stavo aiutando James a preparare dei cioccolatini per Lily.
Lo interruppe deciso.
Sapeva dove voleva andare a parare Severus, e non gli avrebbe permesso di farsi altre paranoie inutili. Nonostante fosse tutt’altro che sicuro di sé, sapeva di dover essere lui a sistemare quella situazione.
- Stavo aiutando James, - proseguì, - e ci è voluto un bel po’. All’inizio, soprattutto… il sapore era buonissimo, ma la forma non somigliava neppure vagamente a un cuore. Avevo detto a James che sarebbero andato bene comunque, ma lui voleva la perfezione. Gli ho detto che… beh, sai, la perfezione non esiste. Ma lui ha insistito, ed alla fine cambiando l’impasto, è riuscito a fargli mantenere una forma decente… anche se ci hanno rimesso sul gusto. Gli ho detto che era un peccato perché questi erano davvero buoni, ma lui non mi ha ascoltato, ed ha detto che se volevo, potevo tenerli. Così te li ho portati.
Severus sembrava perplesso.
- Me li hai portati perché non sapevi che farne?
Domandò confuso.
Remus ridacchiò, imbarazzato, ed arrossì leggermente mentre scuoteva la testa.
- No, non hai capito… io volevo solo dirti… beh, ieri non sono riuscito a risponderti, e sono sicuro che… beh, avrai pensato un sacco di cose stupide. Ma quello che volevo farti sapere è solo che… insomma, a me quei cioccolatini piacciono un sacco, anche se hanno una forma non proprio, ehm, piacevole. Non per tutti almeno. Ma a me l’aspetto non interessa.
Si fermò, e guardò il serpeverde negli occhi così intensamente da fargli quasi male.
Fece un paio di passi per avvicinarsi, e sfiorò il pacchetto, per poi prendere la mano del serpeverde, come per volersi fare coraggio.
- Perché l’aspetto non conta, quando qualcosa… o qualcuno, ti piace così tanto.
Disse quasi in un sussurro, per poi abbassare lo sguardo.
Il serpeverde sentì muoversi qualcosa all’altezza dello stomaco, ed il volto andare in fiamme.
Poi prese coraggio, e con la mano libera sollevò il volto dell’amico.
- Remus…
Mormorò solamente, incapace di dire altro.
Così, quasi senza pensarci, avvicinò il proprio volto a quello dell’amato, e lo baciò, sentendosi rinascere quando il grifondoro rispose al bacio.
Quando si staccò, Remus sorrise, e prima di unire nuovamente le loro labbra disse solo:
- Era proprio quello che intendevo.


***fine***



Note finali:
Il titolo è un po’ banale, lo so… ma non riusciva a venirmi altro, e alla fine mi son detta “Non puoi non pubblicarla solo perché non riesci a trovare uno stupido titolo…” e così, eccomi qui.
Ho inserito AU e Ooc nelle note perché in parte credo di essere andata fuori dal personaggio, per quanto riguarda Severus Snape. AU invece l’ho messo perché nella mia versione è Remus a rivelare a Severus di essere un lupo mannaro, mentre nei libri canonici quest’ultimo lo scopre vedendo il lupo di persona… e rischiando le penne.
A parte questo, spero che vi sia piaciuta!

   
 
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