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Autore: Nanek    15/03/2014    26 recensioni
Tratto dalla storia:
«Dovrei farti arrabbiare più spesso se il risultato finale è fare l’amore con te» le sussurra, facendola arrossire come non mai, mentre le bacia ancora le labbra, avvicinandosi a lei, avvolgendola in un abbraccio.
«Pensi davvero quello che hai detto?» le chiede ancora, alludendo a quella confessione: lei farebbe davvero l’impossibile per lui? Lei… vorrebbe davvero una famiglia? Con lui?
«Non mi piace dare aria alla bocca Cal, quello che dico lo penso davvero» dice decisa, baciandogli il petto.
«Pensi anche che io sia un cretino?» ridacchia lui, accarezzandole la schiena.
«Sì, a volte sì» confessa lei, stringendolo a sé «Soprattutto quando flirti con quelle tutte “tette e culo” e zero cervello» lui alza gli occhi al cielo.
~
*Questo è il sequel di “So Out Of Reach”, suggerisco la lettura di questa storia per poter capire i vari intrecci ;) La trovate nel mio profilo ;) Buona lettura ;) *
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=CZSa3Vz4yGg :)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Out of my limit

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You're just a little bit out of my limit 
It's been two years now you haven't even seen the best of me 
And in my mind now I've been over this a thousand times 
But it's almost over 
Let's start over 

 

Non è stato facile firmare quelle carte, le carte che hanno messo fine al suo unico matrimonio, le carte che hanno ufficializzato la loro divisione, che hanno ufficializzato la fine della loro storia, durata ben cinque anni di fidanzamento e appena nove di matrimonio: non è stato facile per Calum Hood, firmare le carte del divorzio, le carte che la sua ormai ex moglie, Faith Williams, ha voluto come non mai.
Le ha volute perché lei ora ha un altro, perché lei non vuole quello che Calum desidera, lei vuole ancora vivere, lei ha trentasei anni e si crede ancora una ragazzina, una ragazzina che passa da un uomo all’altro, una ragazzina che non sembra maturare ogni anno che passa, una ragazzina che ha illuso il povero Calum di potergli dare una famiglia.
Perché è questo che voleva lui, è questo che vuole più di se stesso, Calum vuole una famiglia, ha trentotto anni, è circondato da amici con famiglie calorose che gli scaldano il cuore: ci sono Abby e Michael, e i loro due piccoli Clifford, Tommy e James; ci sono Ashton e Sue e la loro dolce Sophie, la più giovane in famiglia; e poi ci sono loro, la coppia più perfetta al mondo, la coppia più meravigliosa al mondo, Luke e June, con il piccolo Philip e la ormai ventenne Lune, la loro prima bambina, la bambina che hanno avuto così presto, la bambina che è stata la bambola di tutta la band, la bambina che Calum ha sempre un po’ preferito, senza mai confessarlo apertamente, perché in fin dei conti, è stata la prima nipotina, è stata la prima piccolina del gruppo e, lei, ha sempre avuto una certa simpatia per il suo “Zio Cal”.
Calum quindi, desiderava davvero, con il cuore in mano, di poter avere anche lui dei figli, di poter avere anche lui una famiglia, dei bambini che portassero il suo cognome, dei bambini che gli somigliassero, dei bambini che fossero frutto dell’unione tra lui e la sua Faith, la donna che considerava davvero “della sua vita”.
Ma Calum, a trentotto anni, si ritrova nuovamente solo, single, in una casa troppo grande per viverci da solo, con un vuoto anche all’altezza del petto, un vuoto che la sua ex moglie ha lasciato, senza curarsi dei suoi sentimenti, senza curarsi del suo povero cuore, che appena ha sentito quella parola, “divorzio”, si è spezzato in tanti e piccoli pezzi.
«Calum… non ti meritava, ho sempre pensato fosse una troia»
«Sì Cal appunto, sei ancora un gran figo, di donne ne è pieno il mondo»

Così dicono i suo amici, ma loro la fanno semplice a parlare, loro che, alla sera, sono circondati dalla loro bella famiglia felice.

Sospira Calum, mentre siede sul divano e fissa quello schermo, fissa quel film che non sta neanche più seguendo e quasi sobbalza, non appena il campanello di casa sua si fa sentire: chi può essere a quest’ora? Sono le undici e mezza, chi gira ancora per strada?
Si alza senza mettersi le ciabatte: cammina a piedi nudi, come ha sempre fatto prima del matrimonio, a lui le pantofole danno fastidio, non le sopporta.
Apre la porta e quasi spalanca gli occhi al ritrovarsela qui davanti, così barcollante che si appoggia al ciglio della porta: il vestito fin troppo corto, i tacchi alti, i capelli che sono semplicemente inzuppati, un sorriso divertito e una voce stridula mentre lo saluta.
«Ciao Calum» e si mette a ridacchiare, facendo un ulteriore passo avanti, cadendo tra le sue braccia: la ragazza è leggermente brilla.
«Piove e non ho l’ombrello, se torno a casa così papà mi uccide!» ride ancora, mentre Calum la trascina dentro, guidandola verso il divano: la giovane Lune è peggio della madre, feste e alcool sono i suoi migliori amici, non è la prima volta che bussa alla sua porta in queste condizioni, lui è lo “Zio che para il culo” dai rimproveri di papà Luke, perché ovviamente, lei non dovrebbe guidare dopo aver bevuto, lei non dovrebbe mettersi nei guai, lei non dovrebbe andare a queste feste e, Calum, un po’ si morde il labbro, perché è stato lui ad averla accompagnata alla prima festa un po’ alcolica, facendole scoprire questo nuovo mondo che il padre le teneva nascosto, facendole scoprire che quel mondo è davvero troppo invitante per evitarlo.
E Calum, quindi, è costretto a salvarla, ogni volta, per evitare che Luke la rinchiuda in una torre sorvegliata da un drago: Calum è più un amico che uno zio per Lune. Lo è sempre stato.
Lui l’ha aiutata con le feste, lui l’ha aiutata in cose che i genitori ritenevano proibite, lui le ha fatto assaggiare la prima birra, il primo cocktail, lui le ha fatto provare la prima sigaretta: e il tutto, all’oscuro da June e Luke, che mai devono venire a sapere di queste cose, lo ucciderebbero, non gli permetterebbero più di vederla, e quindi, più questo segreto rimane intatto, più Lune ha la possibilità di vivere la sua vita a pieno, coperta sempre dal fedele zio, che ha assistito a tante di quelle scene da poter scrivere un libro; l’ha vista vomitare, l’ha vista implorarlo di non dire nulla, l’ha vista piangere, l’ha vista addormentarsi sulla sedia della sua cucina: quella nipote ne ha passate fin troppe, e Calum è sempre stato presente.
La sua ormai ex zia, Faith, neanche se ne rendeva conto: troppo presa ad essere assente, troppo presa a passare da un letto di un uomo all’altro, e meno male che c’era Lune, con i suoi guai, a distrarre l’animo di Calum.

Questa sera però, Lune sembra presa meglio del solito: tanto che appena entra in casa, si drizza in piedi, come se fosse la persona più sveglia al mondo e, sorridendogli dolcemente, gli si avvicina, abbracciandolo.
«Sono felice di vederti!» e lui non può far altro che ricambiare quel gesto.
«Dimmi cos’hai bevuto sta sera? Ti vedo meglio delle altre volte» sussurra dolcemente, portandola sul divano.
«Non ho bevuto, Cal. Sono solo venuta a trovarti!» annuncia, accomodandosi e togliendosi i tacchi alti che le torturano i piedi.
«Tuo papà lo sa?» inarca il sopracciglio, mentre lei sbuffa «Sì lo sa, gli ho detto che venivo a dormire da te dopo la festa di compleanno: ti vedo triste Cal, sei sempre così solo…» la voce di lei si abbassa un po’, lo guarda con viso da cucciolo, lui le si siede accanto.
«E non hai bevuto nulla? Credo sia un miracolo piccola Hemmings» la deride, mentre lei cerca la coperta: è fradicia, ha i brividi.
«Vuoi del latte caldo? Sei un pezzo di ghiaccio» suggerisce, mentre lei annuisce con la testa, impossessandosi del telecomando e cominciando a cambiare canale a manetta.
 
Calum e Lune passano un’oretta su quel divano, un’oretta piena di parole, dette solo dalla ragazza: lei parla, parla come se fosse una macchinetta, è identica a sua madre in questo, ma quando sorride, è così simile a Luke, è così bella la giovane Lune, che quasi lo fa arrossire; era così piccola quando la teneva tra le sue braccia, era così piccola la sua manina che gli toccava il viso e, avvicinandosi, gli baciava il naso, era così piccola da tenere sulle spalle, ed ora invece è una donna: una bella donna, dagli occhi blu e i capelli biondi, le gambe lunghe e magre, le mani belle e affusolate, un corpo così attraente che Calum capisce perché Luke non voglia vederla sempre a qualche festa ubriaca fradicia, è così affascinante che Calum non capisce perché ancora nessun ragazzo abbia fatto breccia nel suo cuore.
«Andiamo a dormire dai» la incita, lei annuisce e vanno verso le camere; lui le accende la luce della stanzetta per gli ospiti, quella che usa praticamente solo lei, la saluta con un bacio sulla fronte come fa sempre, sin da quando era piccina, e lei ricambia, baciandogli la guancia.
«Buonanotte Cal» sussurra e lui sente una fitta allo stomaco: non lo chiama più “zio”, non lo fa troppo spesso e, la cosa, un po’ lo rattrista, perché anche quell’ultimo tratto della piccola bambina che lui ha visto crescere, è come svanito.
Si mette sotto le coperte di quel letto matrimoniale che condivide solo con se stesso, sospira quasi sconsolato per la vita solitaria che gli tocca vivere, si gira per poter spegnere la luce del comodino, ma ecco che la figura che ha appena salutato, si presenta di nuovo sul ciglio della sua porta.
«Che succede Lune?» le chiede, guardandola mentre sposta il peso del suo corpo da un piede all’altro, come se fosse nervosa, e gioca con le sue stesse mani.
«Non posso dormire con te? Il letto è grande» dice d’un fiato, e lui sorride scuotendo il capo «Non fare la bambina dai…» sussurra quasi, mentre lei comincia a lamentarsi «Quand’ero piccola mi lasciavi dormire con te» borbotta, facendogli alzare gli occhi al cielo: peccato che lei non sia più così tanto piccola, dato che è una donna, dato che gli uomini, quando la guardano, la considerano una preda da portare a letto, e non una bambina piccola da riempire di coccole.
Calum sospira, tanto lui mica è un uomo qualunque, lui è suo zio, no?
«Dai vieni» la incita, vedendola sorridere e correre veloce, buttandosi direttamente su di lui, di peso, facendogli un po’ male.
«Sempre la solita sei» la rimprovera, mentre lei ha le gambe ai lati del suo bacino, spegne la luce e appoggia la testa sul suo petto, restando così, sopra di lui, mentre Calum porta le mani a intrecciarsi dietro la schiena di lei, mentre il profumo così buono della piccola Hemmings lo invade, lo fa sentire bene, è profumo di casa, di felicità, di affetto.
«Ti voglio bene, Cal» la sente sussurrare, lui la stringe ancora più forte.
«Mi manca sentirti chiamare Zio…» confessa lui, accarezzandole i capelli, beandosi di quel momento, lei sul suo petto, lui a stringerla, la piccola Lune è sempre stata fonte di felicità, è sempre stata uno spiraglio di luce nella sua buia vita matrimoniale, è sempre stata l’unica nipote a voler stare in sua presenza, lo ha sempre coinvolto in ogni cosa, lo ha sempre portato con sé anche per una passeggiata, per un po’ di shopping, per parlare con lui, per potergli stare accanto: ha sempre avuto un debole per lei.
La sente sospirare a fondo.
«Non sono più una bambina, Cal» risponde con decisione; lui sente che il viso di lei è vicinissimo al suo, sente quel naso sfiorare il suo, si sente arrossire ed irrigidire, non ha più una bambina piccola tra le braccia, ma una ragazza, che per quanto possa essere figlia del suo migliore amico, trova attraente, non lo può negare, non a se stesso.
«Lo so Lune, lo vedo» sussurra «Ma… ho paura a guardarti con occhi diversi» confessa, rendendosi conto di avere in testa un’immagine diversa di Lune Hemmings, non più come la bambina piccola che gli baciava il naso, non più la bambina che gli faceva disegni a non finire, non più la ragazzina che lo portava a fare shopping, non più la ragazza che da ubriaca fa capolinea in casa sua: nella sua mente, Lune è soltanto una ragazza stupenda, meravigliosa, che lo rende felice, che è distesa sul suo petto, che ha il viso così vicino al suo, che invade la sua mente di cose che mai, prima d’ora, si è mai soffermato a pensare: il desiderio di baciarla, il desiderio di averla, di renderla sua, il desiderio di toccarla, di accarezzarla, pensieri che mai avrebbe pensato di fare, pensieri proibiti, pensieri che lo fanno arrossire.
«Non posso chiamarti Zio» la sente confessare «Perché mentirei a me stessa» e le labbra di Lune si appoggiano a quelle di lui, insicure, immobili, in attesa di una risposta da parte sua.
E Calum, sentendosi così accecato da quei pensieri, non pensa alle conseguenze, non pensa a quello che sta facendo e le sue labbra, vanno a ricambiare quel bacio: le mani di Calum sul viso di Lune, le labbra di Calum che avvolgono quelle di lei, quelle labbra così carnose, così morbide, che sta unendo alle sue, quelle labbra che ha sempre sentito solo sulla sua guancia o sulla fronte, quelle labbra che si schiudono con le sue, permettendo alla sua lingua di sfiorare quella di Lune, rendendo quel bacio ancora più meraviglioso.
E Lune passa dalla sua bocca alla sua guancia, per poi baciarlo sul collo, lo bacia e con le mani gioca sul suo corpo, gioca fino a togliergli la maglietta, gioca a tracciare il contorno del suo tatuaggio, che ormai conosce a memoria, ne traccia i bordi con la punta del dito, ma senza provocare il solito solletico a cui lui è abituato, quello che lui sente sono brividi; le labbra di lei sul suo collo, la sente succhiare appena, per poi scendere ancora, scendere sul petto di lui, facendolo rabbrividire come non mai.
Ed è poi il turno di Lune a passare sotto di lui, lui che la bacia con foga, lui che bacia ogni parte del suo viso, il viso che conosce a memoria, il viso così bello che ha visto crescere; passa più in basso, scende verso le sue spalle nude, scende sul suo petto, la sente gemere appena quando le sue labbra vanno sul suo seno.
Brividi sulle loro pelli, brividi provocati dalle loro mani che sfiorano parti di loro, brividi dati dalle loro labbra, labbra che sanno togliere il fiato, labbra che non smettono di cercarsi, neanche quando Calum entra in lei lentamente, tenendole le mani, sussurrandole quanto sia bella, sussurrandole quanta felicità lei gli procuri anche solo con un sorriso.
E Lune sorride in quel buio, sorride e lui lo sente, perché lo bacia con il sorriso sulle labbra, lo bacia e lo rende felice con quelle parole dolci che solo lei sa sussurrare senza sembrare banale.
«Cal» la sente dire a voce un po’ più alta, quando il culmine di quel momento viene raggiunto da entrambi, quando lui si sposta e si mette di lato, affianco a lei, avvolgendola tra le sue braccia «Lune…» bisbiglia, accarezzandole la schiena, sentendola avvicinarsi sempre di più a lui, sentendo nuovamente quelle labbra sulle sue, labbra che lasciano un bacio, e poi, il suo viso va a nascondersi sul suo petto, come a voler essere protetta un’ultima volta.
E Lune prende sonno vicino a Calum, avvolta dalle sue braccia e dal suo affetto; dorme tranquilla Lune, come se quello che è appena successo fosse solo il sogno più bello da realizzare, ma lui, non riesce a credere a quello che ha appena fatto: ha fatto l’amore con la figlia di Luke e June, ha fatto l’amore con la ragazza che ha visto crescere, ha fatto l’amore con Lune, che è così giovane, che ha ben diciotto anni in meno di lui, ha fatto l’amore con Lune ed è stata la cosa più bella al mondo.
Bella, ma dannatamente sbagliata, ne è certo.
Cosa succederà ora? Cosa dirà agli altri? Cosa dirà a June? A Luke? Che futuro spetta loro? Hanno davvero la possibilità di farcela? Loro due? E come la prenderà Ashton? Cosa si può aspettare dopo una cosa simile?
Questo non lo sa, e questo lo spaventa a morte, ma quello che importa ora, è dormire, è poter stare con Lune, è poter tenerla così stretta a lui.
È poter essere così felice.
 
 
Note di Nanek

Ma ciao a tutte care lettrici!!
Ma avete visto che brava?? Dopo appena una settimana dalla fine di So Out Of Reach ecco che posto il primo capitolo del sequeeeeeel!! Mi ritengo un po’ brava, sono brava vero? *tirano pomodori* okay basta così.
Coooooooooosa troviamo in questo primo, tosto e (spero) sorprendente capitolo?? Beh, una cosa è chiara: i 5SOS non sono più adolescenti, siamo avanti con gli anni qui! E sono tutti ben piazzati, facendo una mini sintesi: June e Abby (le più anziane lol) hanno 41 anni e sono sposate rispettivamente con Luke (38 anni) e Mike (39); poi c’è Ashton (40 anni) sposato con SUE (39)!!! Ahahah visto? Si sono pure sposati sti qua due :D ma questo non è di vitale importanza, la storia non è su di loro U.U
Queste belle coppie hanno figli a manetta: Mike/Abby hanno due Clifford: Tommy e James <3 Ashton/Sue hanno una bella bimba, la più piccola dell’intera famiglia: Sophie <3 e i nostri amati Luke/June hanno la Lune che tutti conosciamo, che è una ragazza di vent’anni e hanno pure un figlioletto ;) Philip <3 ma di tutti questi bei bambini parleremo un'altra volta perché ora, parliamo del protagonista.
38 anni, divorziato, single, il nostro Calum Hood sa sconvolgerci già dal primo capitolo! E booom! Ecco a voi chi è la ragazza che prova a rallegrare il cuore infranto di Calum! La giovane LUNE HEMMINGS lettrici!!!
Ditemelo: non ve l’aspettavate vero? ;) e se ve l’aspettavate non ci credo neanche morta U.U
Awwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww :3 quanto sono dolci questi 2 qui?? Io li amo, cioè, è un amore davvero…. Strano, diverso, nuovo, vedrete cosa combineranno insomma ;) non aspettatevi troppe rose e fiori, questa storia è un autentico casotto ve lo garantisco U.U
Bene, il mio sclero è finito, che posso dirvi ancora? Beh, per le nuove arrivate, suggerisco la lettura di “So out of reach” per capire il senso di questa storia, per capire chi diamine sono i personaggi  ecc, per le veterane, spero davvero di avervi sorpreso, il sequel di questa storia l’ho annunciato millenni fa e lo avete aspettato (spero) con felicità, spero quindi di non aver deluso le vostre aspettative, in tal caso, chiedo già scusa.
Mi dileguo, grazie per essere arrivate fin qui (coraggiose davvero), spero di ricevere qualche recensione, spero di ritrovarvi anche al prossimo aggiornamento ;)
Al prossimo sabato ;)
Nanek
  
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