Film > Ribelle - The Brave
Ricorda la storia  |      
Autore: ToscaSam    15/03/2014    6 recensioni
Le riflessioni mattutine di una principessa a cui è stato imposto il matrimonio. Come affronterà la decisione impostale dalla madre? Forse nessuno crederà a quel che qui si rivela ...
(Questa storia partecipa al contest organizzato da Princess L " Frasette Ganze Contest")
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era il giorno.
Si svegliò piena di angoscia, o meglio: si accorse di non aver mai dormito, quella notte, e quel che le era sembrato il risveglio era in realtà una presa di coscienza del fatto che stavano per venirla a svegliare.
Sentì i passi di sua madre che rimbombavano sulle grandi pietre del castello.
Quella era stata una decisione di sua madre, accidenti. Lei non voleva farlo, non voleva! I passi erano ancora lontani, eppure inconfondibili: passetti irrequieti ma decisi, pronti a dare ordini e a determinare il futuro degli altri.
Si strinse forte alle coperte e chiuse gli occhi: desiderò addormentarsi in quei pochi secondi che la separavano dal risveglio ufficiale; sperò che se si fosse addormentata la realtà sarebbe scivolata in un mondo differente, sperò che tutto con lei si sarebbe assopito. Non voleva, non voleva assolutamente alzarsi, quel giorno.
E se si fosse nascosta? Non essere sciocca, si disse. La sua camera, per quanto grande, non possedeva nascondigli infallibili, e sai che lavata di capo le avrebbe riservato sua madre, appena l’avesse scoperta. Non voleva nascondersi, disse a sé stessa, ripensandoci, perché lei era una persona fiera e quel comportamento non le si addiceva.
Tutto il tempo della sua infanzia l’aveva passato ad esercitarsi alle maniere regali, ad essere educata, pulita, compassionevole, colta, decisa, perfetta …  e adesso il coraggio le mancava.
I passi si fecero sempre più vicini.
La giovane allentò un poco la presa delle coperte.
Sentiva il cuore batterle in petto come mai le era capitato prima d’ora.
Ancora quei passi che incombevano. Stava iniziando ad odiarli, ad odiare chi ne fosse il possessore, ad odiare sua madre! Non aveva mai odiato sua madre, per quanto rigida e severa fosse stata. Credeva di somigliarle moto, infondo.
“Sarai una regina” le aveva sempre detto “e bisogna che tu impari a comportarti come tale”. E con queste parole aveva punito ogni sua esuberanza, ogni suo capriccio, ogni sua risata spontanea, ogni suo desiderio di rimpinzarsi fino a scoppiare, ogni sua marachella di bambina.
Solo in quei dieci secondi le la separavano dal suo destino, capì di essere stata obbligata a comportarsi da adulta fin da bambina.
Lei non era mai stata una bambina.
L’angoscia di quel momento le prese ancora di più lo stomaco, come una morsa di ferro. Iniziò a respirare più velocemente e a sudare freddo.
Di lì a poche ore avrebbe conosciuto il suo “promesso sposo”. Che divertente, uno che non aveva mai visto in vita sua avrebbe avuto il permesso di sposarla. Non le importava niente se era il figlio di un clan di nobili origini, come lei. Non le importava niente nemmeno del matrimonio, a dire il vero.
Aveva mille dubbi su quello che avrebbe dovuto dire o fare, su quella che sarebbe diventata la sua vita. Non voleva e basta.
I piedi di sua madre erano fermi sulla porta: ancora una manciata di attimi e avrebbe sentito i cardini cigolare e la madre entrare nella sua stanza.
Ti prego, non entrare, non entrare. Fa che la porta si sia sigillata. Fa che io mi sia sognata tutto.
Poi la madre bussò.
La giovane, distesa nel letto, sentì il cuore in gola.
Il torpore che finora le aveva avvolto i pensieri se ne sparì d’un colpo.
 
« Elinor! Farai bene ad essere già in piedi! Ti mando le serve a prepararti e ricordati di rendermi fiera di te».
La giovane ragazza dai capelli scuri, sempre aggrappata alle sue coperte, disperata, affrettò una risposta di assenso.
Dalla porta entrarono un paio di serve giovani, che la attesero alla postazione per pettinarla e vestirla.
Elinor era tremante.
Poi il viso di sua madre comparve dalla porta e con austerità le disse: « Sbrigati!».
Quello che successe dopo fu privo di qualunque senso, ma dette a Elinor la carica giusta per affrontare il suo futuro: fu assalita da una grande rabbia interiore.
Il volto di sua madre, impaziente, austero, le disse chiaro e tondo che se lei doveva rendere fiero qualcuno, beh, l’avrebbe fatto. E nel miglior modo possibile. Sua madre aveva dubbi, forse? Come poteva dubitare di lei? Lei che era sempre stata obbediente e distinta. Dopotutto era a lei che sarebbe toccata la mano del futuro re. Chi fosse questo giovane Fergus DunBroch non le importava più niente: sarebbe stato la sua felicità, in ogni caso! Per vendetta, per orgoglio personale. Qualcuno osava avere compassione per lei? Qualcuno credeva che non sarebbe stata felice, ma che poverina doveva obbedire al suo destino? Ah, poveri illusi: Elinor andava incontro a quel futuro perché era esattamente  quello che voleva. Lei voleva essere una regina, essere perfetta, essere migliore persino di sua madre. E se mai avrebbe avuto dei figli, sarebbero stati anch’essi migliori di qualunque altro figlio, perché era quello che lei voleva.
Nessuno le stava imponendo di alzarsi, nessuno l’aveva obbligata a sposare Fergus DunBroch. Lei era Elinor, la futura regina, e una regina è tale perché ha il diritto e il dovere di governare.
Quella a cui andava incontro era la sua felicità. E glie l’avrebbe fatto vedere, a sua madre, che lei non c’entrava nulla.
Amaramente soddisfatta, nel suo letto, Elinor sorrise.
Nel profondo del cuore sapeva benissimo che questa era una scusa vacillante. Si promise di crederci fino infondo.
Non era il massimo, ma la scelta non era sua. In fin dei conti non è rimanendo a letto che si diventa la Regina di un regno.
 
-----ANGOLO DELL’AUTRICE-----
Salve a tutti, cari lettori.
Auguro una buona fortuna a tutti i partecipanti del contest (molto carino e divertente!)
La frase che dovevo inserire è proprio l’ultima: “Non era il massimo, ma la scelta non era sua. In fin dei conti non è rimanendo a letto che si diventa la Regina di un regno”.
Se mi lascerete una recensioncina vi amerò per tutta la vita °3°
(Yeeeeah il mio primo contest … è stato emozionante!! çAç)
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Ribelle - The Brave / Vai alla pagina dell'autore: ToscaSam