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Autore: Nana Kudo    15/03/2014    3 recensioni
Una lacrima solitaria le rigò il viso, mentre l'ennesimo petalo color confetto si andava a staccare dal ramo di un albero lì vicino, sfiorandola, librando e danzando in cielo fino a cadere a terra.
“Avevi detto che da zero comincia tutto” disse a bassa voce. “Senza di esso nulla potrebbe mai esistere” aggiunse, stringendo i pugni, con le lacrime che ad intermittenza cadevano nell’acqua del laghetto creando piccoli cerchi in esso che lentamente si espandevano. “Ma perché io mi ritrovo costantemente ferma a questo punto?”
Genere: Romantico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Zero
Quell’idiota
***
 
 
 
 
 
“Allora, che dovevi dirmi?”
La piccola Miyano sorrise, infilando le piccole mani nelle tasche dei pantaloncini e tirandone poi dopo un piccolo oggetto che fece sbarrare gli occhi a Shinichi.

 
Ai, un sorriso spavaldo dipinto sul viso si rigirò una piccola pillola bicolore tra le minute e pallide mani.
“L’ho appena terminato” disse, facendo deglutire rumorosamente Conan. “Perciò non sono sicura che funzioni”
Il piccolo annuì, gli occhi illuminati dal fascio abbagliante delle lampade a neon riflesse sulla plastica rossa del medicinale.
“Questa volta ho provato ad aggiungere un co-enzima che dovrebbe incrementare la potenza e l’efficacia dell’enzima separasi durante il processo di mitosi, affiancato dal catalizzante topoisomerasi II, risultando con la duplicazione di più cellule rispetto a un normale procuro di mitosi, e contrastando l’effetto dell’aptx4869 che, invece, costrinse le tue cellule a una morte programmata, regredendo così ogni organo e tessuto, e infine, il tuo corpo”
Il finto bambino rimase in silenzio, non così poi attento a ogni minima parola della scienziata, piuttosto, ai movimenti della tanto bramata pillola tra le dita di quella; avrebbe preferito di gran lunga poter ingerirla subito e andare da Ran evitando il solito discorsetto che, sapeva, sarebbe finito con il solito “potresti morire”.
“Però” disse Ai. “L’aggiunta di questo co-enzima potrebbe risultare in una divisione cellulare spropositata e fuori controllo, o nel peggiore dei casi, addirittura in un effetto opposto a quello desiderato, in altre parole, svolgere il ruolo di catalizzante nel processo tuttora sospeso dell’apoptosi, avvenuto subito dopo aver ingerito l’aptoxina e portare a una morte cellulare che per motivi ignoti avevi scampato quella sera al Tropical Land”
Conan guardava con un sopracciglio innalzato e un’espressione scocciata la ramata elencare tutti i possibili effetti collaterali di quel farmaco.
Calcolando quanto quei discorsi influenzavano la sua decisione riguardo all’assunzione di quell’antidoto, non poté fare a meno di chiedersi se intavolarli ogni volta avesse davvero senso, e so lo facesse per abitudine, o divertimento.
-Magari le piace soltanto vedermi perdere la pazienza guardando l’antidoto tra le sue mani e facendomi sudare freddo, aspettando che finisca di parlare-
“Potrebbe invece far duplicare cellule infet-” si fermò di colpo, Ai, accorgendosi che quello era ormai con la mente da tutt’altra parte, e che non era proprio concentrato o quantomeno interessato a ciò che diceva.
Corrugò la fronte, una vena color del cielo cominciò a pulsare, marcandole la pelle di una figura simile ai rami di un albero.
Lanciò la pillola rossa e bianca verso il detective che, come svegliato da un getto d’acqua gelida che si scontrava sulla sua pelle, tornò alla realtà e afferrò il piccolo oggetto al volo.
“Dovrebbe durare ventiquattro ore.
“Passato il primo giorno monitoreremo le attività delle cellule all’interno del tuo corpo nel laboratorio e solo allora riusciremo a trarre conclusioni riguardo al suo effetto”
Mise le mani in tasca, avviandosi alla palestra dove si svolgeva il torneo, da cui, a intervalli, giungevano boati della folla e applausi.
“Mi raccomando” arrestò i suoi passi, senza però voltarsi verso Shinichi. “Cerca di non metterti nei guai fino allora” disse, lasciando poi l’atrio, e il ragazzo da solo, con il distributore di bibite e merendine a pochi metri e pareti addobbate con i volti che, dedusse, fossero dei vincitori di tornei svolti in quell’istituto negli ultimi anni.
Shinichi, un sorriso che lentamente fece curvare gli angoli delle labbra, aspettò qualche istante dopo che l’amica svanisse dalla stanza, prima di cominciare a cercare un posto appartato e privo di spettatori dove ingerire il farmaco.
 
***
 
Un grido si diffuse per tutta l’area, non appena uno dei giudici afferrò il polso solleticato da un nastro lungo e colorato della ragazza, annunciandola vincitrice di quel lungo torneo che durò parecchie ore, prima di trovare finalmente una fine.
 
I bambini saltellavano allegri accanto a un Agasa sereno e sorridente, Sonoko che corse subito giù dagli spalti per raggiungere il prima possibile l’amica diretta agli spogliatoi, e Kogoro ed Eri che, per la gioia di vedere la maestosa e accecante medaglia color oro al collo della figlia, quasi dimenticarono i loro diverbi personali.
Mentre un uomo sulla cinquantina, fasciato da un abito di tweed e con degli occhiali dalle lenti rettangolari poggiati malamente al naso, prese in mano un microfono, cominciando a ringraziare i concorrenti e gli spettatori per aver partecipato all’incontro, la folla, a tratti, iniziò ad alzarsi dalla fredda superficie di gomma scura e abbandonare l’enorme palestra.
“Ran-oneesan è stata fantastica!” esultò Ayumi, con la fascia ancora stretta sulla fronte che lasciava cadere disordinatamente alcuni ciuffi color castagna sopra al suo tessuto. “Un giorno voglio essere forte come lei!”
“Sono sicuro che potrebbe sconfiggere molti criminali, come fa Kamen Yaiba, senza alcuna difficoltà” disse Mitsuiko, il tono di voce sicuro e lo sguardo simile a quello di un abile investigatore che con disinvoltura esprimeva la sua teoria riguardo l’omicidio di cui si stava occupando, e un dito alzato dinanzi al volto lungo e pieno di lentiggini.
“Oh, molto più di Kamen Yaiba!” i piccoli si voltarono, e alle loro spalle, la sfigura slanciata di Sonoko si abbassò, le mani poggiate ai fianchi, il tono arrogante e sfrontato di sempre. “Ran potrebbe tranquillamente mettere fuori gioco più avversari senza nemmeno farsi un graffio”
“Adesso stai esagerando, Sonoko” la voce di Ran conquistò l’attenzione dei presenti, costringendoli a girarsi.
Un sorriso dipinto sul viso, il kimono bianco arrotolato in una mano, la borraccia piena per metà nell’altra, e un aspetto piuttosto stanco.
“Ran, bambina mia!” urlò Eri, correndo incontro alla figlia e avvolgendola in un caloroso abbraccio, seguita poco dopo dal marito. “Sei stata fantastica”
“Già, eri la più brava, sul serio” aggiunse il padre, seguito poco dopo da Agasa e i Detective Boys.
Nonostante tutti quanti continuassero a farle gli elogi per la vittoria, lei se ne infischiava bellamente.
La mente era assorta in tutt’altri pensieri.
Precisamente, alla chiamata con Shinichi.
Ancora non riusciva a togliersi dalla testa quella voce che lo richiamava, per quanto si sforzasse di farlo.
Era più forte di lei, purtroppo.
Sospirò, staccandosi dai genitori e avvicinandosi ai quattro bambini affiancati dal Professore.
“Sei stata bravissima, Oneesan!” dissero Ayumi, Genta e Mitsuiko in coro, facendo sorridere Ran.
“Grazie ragazzi” allungò una mano, scompigliando i capelli alla piccola. “Vi ho sentito fare il tifo per tutto il tempo. Se non fosse stato per voi, non avrei vinto”
Si volse verso Agasa. Sorridendogli, cercando poi con lo sguardo la figura fredda e distante di Ai, che si limitò ad un fugace sorriso, niente più.
Arretrò di qualche centimetro, girando il capo in più direzioni, come alla ricerca di qualcosa, o qualcuno.
“Conan..?”
Dalla reazione di tutti, appurò che nessuno si fosse accorto della mancanza del bambino occhialuto fino a quel momento.
Cominciarono all’unisono a roteare lo sguardo in giro nei dintorni, cercando la piccola figura di Conan.
“Forse è andato semplicemente al bagno” ipotizzò Kogoro, facendo spallucce.
La moglie annuì, seguita dall’amica della figlia.
“Non credo” s’intromise Ayumi, l’indice della mano destra poggiato su una guancia, un’espressione seria e pensosa dipinta in viso. “L’ultima volta che l’ho visto è stato appena siamo arrivati, poi si è allontanato un attimo con Ai-chan e non è più tornato”
Ai, senza rendersene conto, s’irrigidì, cercando subito con le iridi azzurrine lo sguardo del più anziano, che captò subito la sua preoccupazione.
“Ah già, me n’ero completamente scordato!” sbottò Agasa, facendo sussultare gli altri che non si aspettavano una reazione del genere dello scienziato. “Mi ha chiamato sua madre per avvisarmi che sarebbe passata a prenderlo per andare al mare per qualche giorno”
“D’accordo che fa caldo, ma non così tanto da andare perfino al mare” borbottò il detective Mouri, cingendo le braccia al petto con fare indispettito. “E poi, perché ha chiamato lei e non me?” si rivolse al Professore, che sembrò indeciso su cosa rispondere. “Se non sbaglio il moccioso vive a casa con noi, avrebbe potuto dirmelo che sarebbe passata a prenderlo”
“Beh, forse perché siamo parenti..” azzardò il vecchio, non convincendo però l’uomo.
Ran, rimasta in disparte ad ascoltare il vicino di casa dell’amico d’infanzia e il padre, sembrò rattristarsi di colpo.
Per qualche strano motivo, quando c’era Conan con lei, quel vuoto che la mancanza di Shinichi le recava veniva sempre colmato; ma in quel momento, nel sapere che non aveva nemmeno assistito al suo incontro, sembrò approfondirsi ancora di più.
Strano come la mancanza o presenza di una persona possa influenzare il proprio stato d’animo.
“Ran-oneesan?” la vocina della piccola Ayumi la destò da quei pensieri malinconici, che represse in un angolo remoto della sua mente, per poi sorridere.
Fece per dire qualcosa quando Sonoko la tirò per la manica della felpa blu verso un angolo silenzioso della sala.
“Shinichi?” si limitò a chiedere, sapendo per certo che l’amica avrebbe intuito la sua allusione al ragazzo.
Sorrise malinconica, Ran.
Sonoko aveva la capacità di andare dritta al sodo senza molti giri di parole, finendo però quasi sempre col rattristarla.
Lei se ne accorse, e fece per sistemare le cose, venendo battuta sul tempo dalla karateka.
“Quello stakanovista di un detective non mi ha lasciata nemmeno finire di parlare” sputò acida, una vena che le pulsava sulla fronte e le braccia conserte, la borsa poggiata a terra accanto ai suoi piedi.
“Come non ti ha lasciata nemmeno finire?” domandò incredula la giovane ereditiera, con una nota di stizza nella sua voce.
“Stavo per dirglielo quando mi ha praticamente chiuso il telefono in faccia. Tsé, quell’idiota”
“Cosa stavi per dire a quell’idiota?”
Quella voce, così sfrontata e familiare, la fece rabbrividire nonostante il caldo di quella stanza stracolma di gente.
Gli occhi strabuzzati, la mandibola che, fuori dal suo controllo, si abbassò.
-Non è possibile-
Si voltò di scatto verso la fonte di quella voce in un movimento un po’ insicuro, come se avesse paura di averla solo immaginata, rimanendo però piacevolmente sorpresa dalla figura che le si parava davanti.
“Shinichi..”
 
 
 
 
 
 
 
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Nana’s Corner:
Konnichiwaaa!!!! :DD
Gommen nasai per il ritardo, settimana scorsa avrei dovuto aggiornare sia Zero che Akai Ito, ma non sono stata molto bene e quindi non sono riuscita nemmeno a scrivere >.<
Poi, per caso, settimana scorsa ho visto “Shadowhunters- Città di Ossa” e.. sì, mi è piaciuto talmente tanto che sono finita col leggere addirittura i primi due libri (340 pagine circa a testa) in meno di una settimana *O*
Quando mi fisso su qualcosa ^^”
E inoltre.. mi è venuta l’ispirazione e ho cominciato a scrivere alcuni abbozzi sulla trama.. per un’originale! :D
Già, aggiungendoci anche lo studio.. non ho avuto proprio occasione per scrivere.. e dire che volevo fare una OS per il White Day :(
Però dai, guardiamo il lato positivo: alla fine ce l’ho fatta a trovare un po’ di tempo per scrivere oggi appena tornata a casa u.u (In realtà, dato che sto mangiando torte da due giorni, sono bloccata sul divano e per combattere la noia mi sono messa a finire le ultime righe del capitolo lol)
Cooomunque.. ed eccoci qui col secondo capitolo di questa long! ^^
Come avevate già intuito tutti nello scorso, Ai ha trovato un antidoto. Che poi sia un prototipo o quello definitivo è ancora da scoprire, però è già un inizio. Per quanto riguarda la spiegazione sull’antidoto e la storia della mitosi, il co-enzima ecc.. gommen, non lo so spiegare .-.
Spero sia abbastanza chiaro dalla spiegazione di Ai, ma in ogni caso lascio i link sull’apoptosi (anche la telomerasi che ho dimenticato di accennare nel capitolo ma che, in breve, moltiplico a dismisura e più velocemente le cellule nel corpo di qualsiasi essere vivente), e la mitosi qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Apoptosi, http://it.wikipedia.org/wiki/Telomerasi, http://it.wikipedia.org/wiki/Mitosi.
Ed infine… SHINICHI! *__*
Sì, avete capito benissimo, è TORNATO! ^^
No, per la prima volta non comincerò con “chi vi dice che sia proprio Shinichi?” xD, ma più che altro, è perché suonerei ridicola :P
Allora, contenti? ^^
Sappiate solo una cosa: il fatto che Shinichi è già tornato potrebbe non essere una cosa tanto positiva, pero u.u (Nd tutti: guastafeste -.-“)
 
Scusatemi se non ho ancora finito di rispondere alle vostre recensioni, lo farò appena posso :)
Grazie a chi ha recensito lo scorso <3, chi ha aggiunto la storia a una delle tre sezioni e a chi legge solamente. Arigatou <3<3
Vado va, che “Città di Vetro” mi chiama *^* (sì, la mia è un’ossessione vera e propria.. O.o)
Grazie per aver letto ^^
 
xxx,
Nana.
   
 
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