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Autore: Asuka_Asami    15/03/2014    5 recensioni
Storia in revisione;presenza di errori di battitura come TOMILINSON o robacce del genere, scusate. Provvederò a correggere al più presto ogni singolo errore. 
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C'è un lato di me che cade a pezzi ed è la parte che tu non vedi.
-Fabri Fibra
Le parole gli morirono in gola, mentre cercava di rispondere a tono. Sussultò non appena sentì le mani possenti e maledettamente grandi di Harry, accarezzargli il ginocchio, per poi risalire lungo la coscia soda che Harry già adorava. Sorrise, vedendo il suo professore rimanere immobile.
“Vieni con me, Louis. Lo vedo che mi desideri, che vorresti baciarmi, torturarmi, farmi gemere, godere …”
“Taci, cazzo.” Sbottò, irritato da quelle parole che avevano un sapore amaro, troppo proibito per essere assaporate. Lui, contrariamente a ciò che lo spingeva ad accettare qualsiasi assurda richiesta di Harry, apparteneva a Zayn. A lui soltanto.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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 14 Capitolo

Una mal trattenuta imprecazione scivolò via dalle labbra piene e rosee di Zayn, il quale era occupato a bruciare una magnifica colazione al marito, prima di recarsi a lavoro, rintanandosi fino a tarda ora nel suo ufficio, come un topo di biblioteca.
In realtà, la prospettiva di stare lontano da Louis fino a tardi non lo allettava per niente, perché, al suo studio freddo, - con un riscaldamento davvero pessimo- preferiva di gran lunga le esili braccia di Louis, porto sicuro in cui rifugiarsi, durante le burrasche che tormentavano il suo animo.

“Zayn, tesoro.” Zayn  sentì Louis posargli un piccolo bacio sulla spalla, sorridendo alla vista delle uova bruciate. Zayn era sempre stato un pessimo cuoco, ma vederlo lì, in cucina, con solo un pantalone gessato addosso faceva eccitare alquanto Louis, il quale, ormai, conosceva a memoria ogni angolo nascosto e segreto di suo marito. Poteva, anche  diventando cieco,  delineare il profilo della sua mascella spigolosa -contraddistinta per la durezza e l’armonia dei lineamenti. Poteva descrivere ogni piccola sfumatura delle sue pupille, tante erano le volte in cui quegli occhi l’avevano salvato, anche se in minima parte. A Louis, quel ragazzo dalla carnagione mulatta, dai capelli corvini e terribilmente lucidi, procurava un effetto che non era in grado di descrivere a parole
“Scusami, Lou. Ho bruciato tutto. Sono un totale coglione.” Sbuffò  Zayn  sonoramente, voltandosi verso la figura minuta, avvolto da un leggero maglione e da un paio di Jeans, che Zayn avrebbe voluto strappare e bruciare, impedendogli di indossarli, tanto erano aderenti ed incredibilmente sensuali.
“Sì, lo sei.- Gli diede un buffetto sul naso, baciandogli la guancia ispida.- Dovresti fare un corso di cucina per casalinghe disperate ed incapaci o qualcosa del genere.”
“Simpatico, Louis. Cos’è, hai già fatto colazione con dello yogurt?”
Louis sorrise sornione, voltandogli le spalle, mentre una mano di Zayn palpava il suo sedere sodo e tondo- che Louis  odiava.
Zayn era leggermente confuso dall’ilarità che li avvolgeva, trasportandoli in un mondo- non più quotidiano da un mese a quella parte- nel quale erano presenti solo gioia e battute di scherno. Era da tanto, forse troppo  tempo che Louis e Zayn non battibeccavano allegramente, riprendendosi bonariamente sugli innumerevoli difetti che possedevano. Ma, Zayn, era sempre stato un tipo che non si poneva domande, perché era impaurito dalle risposte o dal fatto di non poterne ricevere. Aveva imparato a catturare ogni piccola gioia che la vita gli riservava, perché era consapevole che, il destino o chi per lui, gli avrebbe reciso ciò che di più bello possedeva. Si inebriava, dunque, del profumo di Louis, perché aveva paura di non poterlo sentire, un giorno, quando il Karma avrebbe estrapolato dalla sua vita l’amore più grande che possedeva, portandoglielo via. Si ubriacava delle sue parole, perché erano un melodia, spesso stonata, ma meravigliosa; La voce, leggermente acuta, era il preludio della felicità, l’allegretto che accelerava i battiti del suo cuore. Louis era prezioso, mentre Zayn, era semplicemente consapevole di doverlo abbandonare o di essere abbandonato. Non era un prospettiva felice, forse era un delle peggiori. Ma Zayn aveva imparato ad accettarlo, come aveva accettato ed accolto di buon grado la consapevolezza di essere innamorato del fratello di un ragazzo per cui avrebbe donato un braccio, un occhio, qualsiasi cosa. Zayn era pragmatico, sensibile, intuitivo. E aveva, forse prima di Louis stesso, captato il cambiamento nella loro vita coniugale, ma Passerà, sperava.
 
Il dolore procuratogli dalla scoperta che quella sera Louis, dopo il suo rientro, non era a casa, lo schiaffeggiò in pieno viso, facendolo scivolare lungo il tessuto morbido del divano in pelle, palcoscenico della loro passione e testimone delle loro piccole lotte per il telecomando.
 Cosa sta succedendo, Louis?  Se Louis si fosse dimenticato l’amore che li univa, se avesse solo per un momento allontanato Bryan dalla sua anima, cosa li avrebbe legati? Chi li avrebbe legati, se non quell’uomo che Zayn aveva amato così intensamente, da perdere le forze? Se anche la più piccola e segreta parte di Bryan nascosta dentro Louis fosse scomparsa, se quel ceruleo negli occhi del marito sarebbe ritornato il ghiaccio, - che lui non aveva mai avuto il privilegio di conoscere- il loro amore si sarebbe spezzato. Zayn si sarebbe spezzato.
 
 Louis si infilò tra le coperte calde che odoravano di casa e di Zayn. Accarezzò il braccio mulatto del ragazzo sdraiato supino accanto a lui.
“Mi tradisci, Louis?” Louis per poco non cadde del letto, mentre quel veleno nascosto in quella frase, lo colpiva come una folata di vento leggero, ma nociva. Sentiva le forze venire meno, il respiro si bloccò, facendolo diventare pallido e confondendolo con il copriletto.
“Non potrei mai, lo sai.”
“Non so più niente, Louis. Non da quando tu hai iniziato a lavorare. Non da quando mi lasci solo o, peggio ancora, rientri tardi la sera, oppure non ritorni per niente. Che ci sta succedendo, Louis. Non mi ami più? L’hai mai fatto, almeno?” Si strinse i capelli tra le mani, ricoperte da qualche tatuaggio.
“Io, Zayn, ti sono sempre stato vicino. Ho mandato a puttane tutti. Perfino il ricordo di mio fratello per stare con te.” E Louis si sentì semplicemente una merda, un pezzente, che non meritava nulla, se non il dolore. I sentimenti, l’amore, la felicità che lui tanto cercava di trasmettere a coloro che lo circondavano erano andati a farsi benedire, mentre dentro di lui, il vuoto prendeva il sopravvento. E quel vuoto era causato da un volto che, dentro Louis, era vivido e chiaro.
“ E allora perché cazzo mi lasci sempre solo, Louis. Io dipendo da te …”
“Oh, Zayn, tu non dipendi da me, credimi. Tu dipendi dal ricordo che di Bryan.” Le parole fuoriuscirono dalle sue labbra come un urlo silenzioso, quando in realtà, era solo un fievole sussurro.
“ Che cazzo stai dicendo, Louis?”  Zayn, rabbrividì, scostandosi le coperte dal suo petto.
“Mi avevi detto che non mi avresti lasciato. Che mi amavi. Che cosa sta cambiando, Louis?” I suoi occhi erano rossi, mentre Louis si alzava, lasciando che il tepore emanato dal suo corpo abbandonasse le lenzuola, che avrebbero dovuto accogliere il loro amore, i loro corpi accaldati.
“Senti, Zayn, io non so più nulla, adesso. Non fare domande; Non ne hai mai fatte, non iniziare adesso. Ti chiedo solo pazienza. Solo quella Zayn!” Louis aveva solo bisogno di tempo; Il tempo sufficiente a dimenticare la meravigliosa passione che aveva legato la sua pelle con quella di Harry. Tempo sufficiente a dimenticare le parole di Harry, le sue lacrime- che Louis ne era certo, non avrebbero mai più impregnato i suoi meravigliosi occhi.- le sue labbra. Dio, le sue labbra erano pura ambrosia.
“No, Louis. Io ho bisogno di certezze. Tutto quello che era maledettamente in forse nella mia vita, alla fine è volato via, lontano da me. E sai di chi sto parla …” Zayn alzò la voce, alzandosi dal materasso, ormai troppo piccolo e scomodo.
“Lo so, cazzo. Lo so- Urlò Louis, alzandosi e fronteggiando suo marito, rosso in volto per la rabbia.- Io a modo mio ti amo, Zayn. Ma, adesso, ho solo bisogno di pensare.”
“Chi cazzo devi pensare, Louis. Chi?- Zayn afferrò i suoi capelli, tirandoli e voltando le spalle al corpo minuto del suo ragazzo, con le lacrime agli occhi.- Sono fottute settimane, Louis, che non parliamo, che facciamo l’amore senza parlare, senza amarci ed incontrarci davvero! Sei la buttano di chi, esattamente?- sospirò, avvicinandosi alla finestra.- Inizialmente credevo che fosse per colpa di quella futtuta volta in cui ti ho lasciato solo, per stare una notte al bar. Ma, Louis, è da un mese circa che nemmeno riesci a guardi negli occhi e mi manchi come solo Dio sa cosa. Torna da me.”
“Io sono già con te. Il mio posto è sempre stato accanto a te.” Louis non poteva spiegare il senso di dovere che provava nei confronti di Zayn; Le responsabilità che sentiva verso il bellissimo e meraviglioso ragazzo mulatto che aveva  sposato, perché Zayn era il suo riscatto. Zayn era quel che rimaneva di Bryan e  lui aveva il dovere di salvarlo.
“Ripartiamo da qui, Louis. Vuoi?” Zayn circondò la sua vita con le sue braccia forti, maledettamente fredde. Louis si sforzò a non paragonarle a quelle di Harry ed al calore che esse sprigionavano.
“Va bene, Zayn. Solo … Non fare domande, ti spiegherò tutto.”
Louis non l’avrebbe mai fatto, ne era sicuro. Avrebbe nascosto l’ennesimo segreto a Zayn, ma ormai, il loro matrimonio, la loro stessa vita, si basava  su cumoli di menzogne.
 
 
 
Louis aveva dormito due, forse tre ore. Aveva passato la notte a fare l’amore con Zayn, abbandonandosi a quell’apparente beatitudine, per poi rigirarsi nel letto, senza mai chiudere occhio. Pensava ad Harry ed alle sue parole sussurrate ad un centimetro del suo volto. I suoi occhi si confondevano con l’oscurità, perché erano troppo cupi, troppo misteriosi per essere quella luce che tutti, almeno una volta nella vita aspettavano. Louis ed Harry appartenevano alla stessa realtà, anche se erano lontani. L’aveva colto il senso di quelle parole, Louis, ma aveva preferito accantonarle, anche se si ripetevano come una cantilena nella sua mente.
 Non aveva voglia di vederlo ne tantomeno di parlargli, ma doveva mettere le cose in chiaro. Doveva decidere se essere o non essere. Il giusto o il sbagliato. Doveva allontanare il diavolo tentatore, cercando di abbandonare quell’inferno terrestre, perché Louis, ormai, non riusciva a sopportare nemmeno quello che lo tormentava dentro.
“Harry, devo parlarti. Siediti”
Il corpo atleti e slanciato del magnifico ragazzo tutto gambe, occhi e tenebra scivolò lungo la poltrona, di fronte alla cattedra del vice preside, che Louis in quel momento stava occupando per ‘Questioni improrogabili ’, come aveva accennato al prof. Payne.
“Dimenticami” Asserì serio, Louis, puntando il suo magnifico sguardo ceruleo e stanco sulle labbra deliziosamente rosse di Harry.
“Louis, tu non hai assolutamente idea del casino in cui ti sei cacciato. Non ne hai assolutamente e minimamente idea, fidati. Tu, emerito coglione del cazzo, mi hai fatto rivelare una parte di me che nessuno, dico nessuno, doveva conoscere e che fai? Mi liquidi con un ‘ dimenticami ’, ma Vaffanculo, Louis.”  Harry alzò le braccia al cielo, facendo pizzicare gli occhi a Louis.
 
Il cuore di Harry perse un battito, non appena una figura appena più alta di Louis, si avvicinò a quel piccolo corpo minuto , del quale poteva riconoscere ogni singola forme, curva imperfezione. Il corpo di Louis era riconoscibile ovunque, perché possedeva delle linee così morbide e definite che difficilmente potevano trovarsi due volte. Senti la rabbia ribollire nel sangue e la testa girò leggermente; Il pensiero di suo marito era un fantasma che inizialmente non lo infastidiva, ma, in quel momento, la presenza di quel ragazzo dannatamente affascinante e di un colore mulatto, lo infastidiva e non poco. Louis era roba sua; la sua essenza nascosta tra quelle labbra sottile, era un magnifico scrigno in cui custodire la parte più nera della sua anima, ormai ridotta ai minimi termini. Louis gli apparteneva, forse.
 
 
Louis camminava con solo un maglione rosso addosso, che a mala a pena gli copriva la curva del sedere, lasciando scoperta la spalla sinistra. Erano le sei del mattino ed era domenica. Era passato un mese e due giorni da quando Louis non vedeva Harry se non a scuola; un mese da quando Zayn aveva occupato buona parte dei suoi pensieri, perché aveva troppo da farsi perdonare; un mese che il volto di Bryan lo tormentava senza un reale motivo, mescolandosi con il suono dolce di una voce immaginaria che riusciva ad attribuire ad una solo bambina, dai capelli castani, le treccine bionde e due fossette tutte da fotografare. Era un mese di voto, intervallato da occhi magnificamente verdi e sorrise luccicanti che appartenevano a Zayn. La loro vita stava decisamente migliorando.
 
E Louis sorrise, strofinando le sue piccole mani  sul maglione rosso, cercando gli ingredienti per preparare una magnifica colazione, degna del loro terzo anniversario.
 
 

AbigayleWood

Ultimo capitolo di passaggio, che ho voluto dedicare a Zayn e poi, nella parte finale, a Louis che prende una decisione. D’ora in avanti i capitoli saranno concentrati su entrambe le coppie e gli aggiornamenti saranno lenti a causa di studio e perdonatemi, ma non riuscivo a pubblicare prima di oggi.
Spero mi perdoniate. Oggi volevo concluderla, ma mancano troppi capitoli ed io voglio fare le cose per bene, anche se, vi avverto, non è  l’unica fan fiction che sto scrivendo, ma non so se pubblicherò altro, ora come ora.
Un bacione xx
   
 
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