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Autore: alicenelmiomondo    16/03/2014    1 recensioni
Presi coraggio e alzai nuovamente lo sguardo verso gli occhi facendo l'errore più grande di tutta la mia vita; i suoi occhi erano vuoti... ma non bianchi, bensì rossi; rossi come il rivolo di sangue che aveva sulle labbra.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi tirai a sedere di soprassalto, il fiato corto e la fronte imperlata di sudore misto a paura; mi ero svegliata perchè avevo sentito una presenza... qualcuno che mi alitava sul collo e poi l'aria frizzante della notte sulle mie caviglie.
Mi alzai di lentamente e mi diressi verso la finestra e rimasi a fissare le tende che svolazzavano per il leggero vento, mi sporsi leggermente dal balcone e sentii l'aria fredda della notte scompigliarmi i capelli, d'istinto mi guardai intorno come per controllare se tutto fosse in ordine.  Nel buio della notte vidi qualcosa... un'ombra che guizzava veloce, la paura mi bloccò e il sangue mi si gelò nelle vene. Chiusi di scatto la finestra e mi girai velocemente, avevo sentito di nuovo quella  presenza  e il cuore mi si era fermato.  Mi diressi a passi lenti verso la porta; i piedi nudi scricchiolavano sul pavimento di legno, la camicia da notte sventolava sulle caviglie nude; mi avvicinai alla porta trattenendo il respiro. Girai la maniglia molto lentamente e aprii la porta con tutta la delicatezza del caso, la porta scricchiolava e quel rumore mi diede i brividi; a passi lenti mi diressi verso il corridoio; guardai l'orologio: 3.47 a.m. Distolsi lo sguardo dall'orologio a pendolo e lo sguardo mi cadde sul quadro della vecchia moglie del mio padrino; mi aveva sempre spaventata quel quadro, quella donna dall'aria sempre così triste e con quel suo sguardo penetrante, morta pugnalata da un pazzo maniaco sulla veranda dove si era baciata la prima volta con il mio padrino. Ogni volta che ci passavo davanti sembrava come se mi controllasse, come se dicesse sempre: non sei degna di camminare per questi corridoi, sparisci. Di nuovo sentii quel vento sul collo e mi girai di scatto; la visione che mi si parò di fronte mi fece rizzare i capelli mozzandomi il respiro. Piano chiusi gli occhi e li riaprii cercando di calmare il respiro... non era possibile; non lo era, dovevo aver preso una botta in testa; stavo sognando. Stavo cercando di calmarmi quando quella strana figura si girò facendomi andare il cuore in gola: era la donna del quadro, la prima moglie del mio padrino, e... e mi stava indicando. La guardai con gli occhi sbarrati pronta ad urlare. Per essere il fantasma di una morta era molto bella,inutile dire che era pallidissima, aveva le caviglie sottile i piedi minuti dove si vedevano i solchi delle vene; ormai vuote di sangue. Le braccia mi facevano paura perchè sembravano due ossa ricoperte da un sottile strato di pelle e le mani erano uguali. Aveva dei capelli lunghissimi legati in una treccia che le arrivava fino a metà schiena adornati da fiori bianchi, che se non ricordavo male erano i fiori della morte, il viso era scarno e magro, gli zigomi erano vuoti e aveva le guance incavate nel viso. La bocca era piccola e con le labbra secche, anche se erano bagnate da un leggero rivolo di sangue. saltai gli occhi perchè avevo paura di quel che avrei potuto vedere. Da sotto l'abito che indossava riuscivo a intravedere il corpo scarno e le ossa sporgenti: le clavicola e le costole ricoperte anch'esse da un sottilissimo strato di pelle. Presi coraggio e alzai nuovamente lo sguardo verso gli occhi facendo l'errore più grande di tutta la mia vita; i suoi occhi erano vuoti... ma non bianchi, bensì rossi; rossi come il rivolo di sangue che aveva sulle labbra. Una lieve nausea mi pervase e mi fece barcollare. La donna era ferma con il suo dito scarno puntato verso di me, presi coraccio e con la poca saliva che avevo in gola le domandai:
- chi diavolo sei?
lei non rispose ma girò il braccio verso il quadro della donna vicino a me... come avevo intuito ma cosa voleva?
- che cosa vuoi da me?
lei non disse niente rimase ferma di fronte a me quando... il sangue nei suoi occhi non cominciò a colare sporcandole l'abito e lasciando posto a due occhi pallidi... tristi, non erano totalmente bianchi ma quasi, aveva l'iride verde... quasi grigia. Quella visione mi diede il voltastomaco e mi dovetti appoggiare al muro per non cadere. e le riposi nuovamente la domanda
-chi sei?
questa volta non si mosse; aprì e chiuse lievemente le labbra scandendo bene le parole
-dov'è?
la sua voce era  piatta, morta non aveva alterazioni... sembrava la voce di un'automa
-dov'è chi?
-dov'è lei
mentre diceva le parole girò la mano verso il quadro e io la guardai sconcertata
- tu sei lei
intorno a gli occhi le colò nuovamente un rivolo di sangue; si stava infuriando
-dov'è il cadavere
scandì le parole una ad una molto lentamente mentre il sangue le colava dagli occhi
-il... il mio padrino l'ha fatto bruciare
lei mi guardò per un secondo e poi i suoi occhi si riempirono nuovamente di sangue e tutto accadde in pochi secondi, la vidi che mi saltava addosso con gli occhi insanguinati e la bocca spalancata. Urlai con tutta la forza che avevo in gola e poi non vidi più niente... ero morta, o almeno lo credevo. Sentii due mani che mi tastavano il polso e un sospiro di sollievo. Aprii gli occhi e vidi il mio padrino che mi sussurrò
-è andata via
-ma l'hai vista anche tu?
-torniamo a dormire domani ti spiegherò; l'importante è che non ti abbia fatto nulla... per stanotte non tornerà.
   
 
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