Galeotto fu il viaggio...

L'aereo che attraversava il cielo e sprofondava nelle nuvole era silenzioso e ondeggiava delicatamente: solcava la luce mattiniera, sopra i paesaggi mozzafiato delle distese canadesi.

-Siamo quasi arrivati all'aereoporto canadese. Allacciate le cinture ed aspettate il segnale acustico per riaccendere i dispositivi elettronici- la voce del comandante squillò potente ed echeggiò ne veicolo, talmente trillante da destare Gwen dal torpore in cui si era rintanata durante il viaggio.

All'aereoporto Americano si era rifugiata nel grande veicolo bianco e si era accomodata nello squallido abitacolo riservato ai passeggeri: era composto da file di sedie parallele fra loro, rilegate di pelle nera. Appena seduta, si era infilata le cuffie nelle orecchie e aveva abbandonato l'incessante veglia sul paesaggio sottostante per rifugiarsi in quel torpore rilassante.

Si era gustata con trepidazione l'emozione del decollo iniziale, poi era scivolata in un lento ed inesorabile sonno che aveva preso le sue membra ottenendo il sopravvento.

Non era neanche riuscita a lanciare uno sguardo verso il suo vicino, ma aveva sentito i respiri irregolari che proferiva e la musica punk che rimbombava dagli auricolari posti all'interno delle orecchie.

La tempia sinistra di Gwen era poggiata sul finestrino e un brivido di gelo corse lungo la spina dorsale, prima che i suoi occhi si posassero sul paesaggio che si dilagava sotto di lei: la luce dell'alba, pungente e capace di destare qualsiasi addormentato, offrì al suo sguardo uno spettacolo quasi surreale:

le distese canadesi si sterminavano a perdita d'occhio, e lo spettacolo si tingeva di verde, grigio e rosso: il verde degli appezzamenti di terra raccontava la storia di quel luogo florido e graffiato dal grigio delle numerose casupole accostate l'una all'altra.

Gwen incollò lo sguardo al finestrino, quando un impercettibile pressa sulla spalla la costrinse a volgere lo sguardo verso il suo vicino.

No.

Non lui.

Non qua.

Non in questo istante.

Non accanto a me, come avrebbe dovuto essere.

Anche lui sembrava accigliato nel vedere la ragazza, la sua piccola, la sua ex fidanzata.

-G-Gwen...- balbettò, grattandosi nervosamente la nuca, mentre gli occhi azzurri erano spalancati sulla gotica, la quale non nascondeva la sorpresa nel vedere il punk.

Ho fatto questo viaggio per dimenticarti e tu sei qua.

La dark sentì le guance accendersi di un rosso vivo.

Era partita, da sola, per lasciarsi tutto alle spalle, compreso Duncan, e ora eccolo lì, affiancao alla sua figura.

Increspò le labbra in un sorriso forzato, tentando di dissolvere l'ansia creatasi.

-Duncan... Io... Non...- incespicò, celando lo sguardo spostandolo all'interno del paesaggio che si stagliava imponente, sempre più vicino.

E' un segno del destino questo?

Il punk si riscosse dalla taciturnia che l'aveva improvvisamente colpito e tentò di ravvivare la conversazione.

-Che coincidenza. Mi sembra di essere al tour su questo aereo, a parte per il fatto che non è per niente scassato come quello di Chris- si concesse una risata liberatoria -Ti ricordi quella stagione?-

domandò, cercando di riallacciare la complicità che un tempo aveva con la sua piccola.

Certo che me la ricordo quella stagione. E' la nostra stagione Duncan. Quella in cui ci siamo inamorati.

Quel pensiero le procurò una fitta in pieno petto, e abbozzò un sorriso per non tradire i suoi sentimenti.

-Sì, me la ricordo molto bene.- ammise, vagando con lo sguardo al di fuori dell'oblò circolare che dava sull'esterno.

-E' la nostra stagione.- il punk pronunciò quelle parole a fior di labbra, parole inevitabili ma che procurarono una fitta di dolore che atterrì i loro cuori.

Cosa significano queste parole, Duncan? Cosa cerchi di dirmi?

La gotica puntò le sue iridi tremolanti e lucide in quelle di Duncan, il quale azzerò improvvisamente la loro distanza.

E accadde, perchè doveva accadere, era destino.

Il punk si avvicinò, e premette le sue labbra su quelle di Gwen, che ne intensificò il contatto appena sfiorato in un vero e proprio bacio passionale.

Spinse la lingua nell'incavo caldo del labbro inferiore del ragazzo, intrecciarono le loro lingue con complicità ed iniziarono una danza in cui tutti e due erano perfettamente consoni di ciò che stavano facendo. Quando a tutti e due il fiato cominciò a scarseggiare si staccarono ansimanti e cercarono l'uno lo sguardo dell'altro.

Significa qualcosa questo bacio? O è solo l'ennesima illusione?

-Ritorniamo indietro, Gwen. Ti prego- sussurrò il punk, con la voce carica di emozione quasi quanto l'aria tersa che gli circondava.

Avrebbe accettato? Sì, e lo capì dal cuore, che in quel momento batteva impazzito riflesso nelle iridi celesti di Duncan.

ANGOLO AUTRICE:

Dediche:

§ Gwuncan99

§ Stella_2000

§ Sara_Rocker

§ Dalhia_Gwen

§ SmileSmoke

§ Tiziadark00 (e la sua Heather :D)

§ Lexy Angels

Pubblicità:

§ Storie di Gwuncan99: Escape

§ Storie di Stella_2000: Buio

§ Storie di Sara_Rocker: Desert_Zone

§ Storie di Dalhia_Gwen: L'imperfetto cuore di diamante

§ Storie di SmileSmoke: L'Amore è una lotta

§ Storie di Tiziadark00: Una cella, due cuori

§ Storie di Lexy Angels: Their Magic (una storia che ha con me)

Resto dell'angolo:

Ciaooo!

Questa one-shot mi è venuta così, ma so che fa schifo quindi chiedo perdono -.-”

Spero in qualche recensione (anche negativa)! :D

Dolcetti :3

Gwen