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Autore: pentolina    17/03/2014    6 recensioni
Stana e Nathan si rivedono dopo quattro anni...
Cosa succederà? Come cambierà la vita dei nostri personaggi in 276 giorni?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family'
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Giorno 200
3.00 P.M. Fillion’s house
“Grazie Stana… senza il tuo aiuto sarei ancor qui a far tartine.” Dice Cookie sistemando il dolce in frigo.
“Niente figurati… ci siamo divertite vero, ragazze?” Risponde Stana coinvolgendo le bimbe indaffarate a rubarsi la maionese avanzata.
“Si!” Afferma Sophia.
“Ho fame!” Esclama Allison.
“Ho preparato il tiramisù per merenda.” Dice Cookie.
“Andate a lavarvi le mani… io vado a chiamare i ragazzi.” Afferma Stana finendo di pulire il tavolo.
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“Ragazzi, cosa state combinando?” Domanda Stana entrando in garage trovando i tre uomini sdraiati a terra sotto la macchina mentre Dylan gioca con gli attrezzi del nonno.
“Papà, ha rotto la macchina del nonno!” Racconta Dylan.
“Nat, si è improvvisato meccanico.” Risponde Jeff spingendosi fuori da sotto la macchina.
“Nate, non sa nemmeno aggiustare una bicicletta figuriamoci una macchina.” Lo prende in giro Stana.
“Ehi! Non è vero!” Si lamenta sbucando da sotto il mezzo, con il broncio.
“Non mi fiderò mai più di te come meccanico improvvisato!” Ammette Bob alzandosi.
“Siete tutti molto gentili… e io che volevo aiutarvi!” Dice offeso pulendosi le mani nere.
“È ora di una pausa… c’è il tiramisù che vi aspetta.” Afferma Stana prendendo il figlio in braccio.
“Ottimo… ne approfitterò per chiamare Zac! Lui si che se ne intende di motori.” Spiega Bob guardando male Nathan.
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4.30 P.M. Fillion’s house
“Grazie Zac, per aver sistemato i guai di mio figlio!” Dice conducendo l’amico in casa.
“Consideralo il tuo regalo di compleanno.” Scherza, seguendo Bob.
“Accomodati in soggiorno… vado a prendere un buon vino.” Lo invita Bob proseguendo verso la cucina.
Zac fermatosi sull’uscito vede una bellissima donna e tre bambini che se la ridono, impegnati a giocare a Twister, tutti incastrati uno con l’altro con mani e piedi posizionati sui quattro colori del tappeto.
“Amore, metti il piedino destro sul rosso.” Cerca di spiegargli Stana inginocchiandosi un momento per aiutare il figlio.
I quattro proseguono a giocare, trovandosi in posizione veramente scomode e assurde, ignari della presenza dello sconosciuto che immobile sull’uscio ammira le curve perfette della donna.
Jeff scendendo le scale nota l’individuo impegnato a osservare qualcosa che sembra interessargli molto all’interno del soggiorno.
Si avvicina silenziosamente riuscendo finalmente a scoprire cosa sta guardando l’uomo.
“Salve, lei d’essere l’amico di mio padre.” Lo saluta Jeff affiancandolo.
“Oh… si salve. Sono Zac. Lei d’essere il figlio che si è improvvisato meccanico.” Scherza Zac porgendogli la mano.
“No, non sono. È l’altro figlio che ha combinato il guaio e quella è la sua donna.” Lo avverte Jeff stringendogli la mano.
I due restano in silenzio per diversi minuti: Zac torna a guardare la donna mentre Jeff osserva l’uomo.
“Vedo che hai conosciuto mio figlio!” Afferma Bob arrivando con una bottiglia di rosso e due bicchieri di vino.
“Già!” Risponde Zac continuando a guardare i quattro giocare.
“Cosa state guardando di interessante?” Domanda Nathan vedendo i tre impalati davanti all’entrata del soggiorno.
“Sono i tuoi nipotini?” Domanda Zac all’amico.
“Si… vieni accomodati.” Lo invita Bob.
“Tieni d’occhio quel tipo. Ha occhi lunghi…” Commenta Jeff una volta restato solo con il fratello.
“Perché?” Domanda Nathan guardando verso l’uomo.
“Tu, fai come ti dico. Tienilo d’occhi!” Risponde Jeff entrando.
Nathan da un’ultima occhiata all’amico del padre per poi seguire il fratello.
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Quindici minuti dopo
“Nate… Cosa fai?” Domanda Stana vedendo Nathan che le abbottona la camicetta.
“Prendi freddo…” Risponde sorridendo lui.
“Ma se sto morendo di caldo.” Afferma slacciandosi di nuovo i bottoni e piegandosi per aiutare Allison.
Jeff si scambia uno sguardo con Nathan prima di guardare verso i due amici che continuano a chiacchierare ma a differenza di Bob, Zac continua a guardare Stana.
“VINTO!” Esulta Sophia dopo che anche Allison è caduta toccando il tappeto con le ginocchia.
“Nooo!” Piagnucola Allison arrabbiata.
“Non serve arrabbiarsi… la prossima volta vincerai tu.” Interviene Jeff.
“Finalmente è finito sto gioco…” Bisbiglia sottovoce Nathan mentre Stana ripiega con cura il tappeto.
“Mamma…” La chiama Dylan aggrappandosi alle gambe della donna strofinandosi gli occhietti.
“Sei stanco, amore?” Domanda Stana consegnando a Jeff il gioco.
“Mmmm…” Si lamenta allungando le braccia verso l’alto.
“Vieni ci mettiamo qui sul divano… papà, ci passi il ciuccio?” Domanda Stana sedendosi e prendendo il figlio sulle ginocchia.
“Eccolo qui.” Afferma mettendo il ciuccio al figlio e sedendo accanto a loro.
Dylan si sistema su un fianco contro il petto della mamma iniziando a giocare con i bottoni della camicia mentre lei gli racconta una storia.
“Giuro che se non la smette di guardarti gli chiudo gli occhi con due pugni.” Bisbiglia all’orecchio della donna per poi baciarle il collo.
“Smettila gelosone…” Lo prende in giro Stana per poi proseguire con la storia.
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6.00 P.M. Fillion’s house
“Avete preso tutto?” Domanda Stana finendo di vestire Dylan.
“SI!” Rispondono in coro Allison e Sophia.
“Ciao ragazze!” Le saluta Jeff.
“Ciao papi...” Risponde Sophia aprendo la porta.
“Mi raccomando fate le brave.” Gli raccomanda Bob.
“Noi ci divertiremo tantissimo senza di voi.” Scherza Stana guardando Jeff e Nathan.
“Anche noi…” Risponde Jeff.
“Buona festa, Bob.” Dice Stana.
“Grazie… buona serata anche a voi!” Ricambia il saluto Bob.
“Metti i bambini a dormire nella stanza degli ospiti… ti voglio tutta per me quando torno.” Sussurra Nathan abbracciandola.
“Vedi di non bere troppo… altrimenti non riuscirai a starmi dietro.” Scherza lei facendogli l’occhiolino, prima di baciarlo.
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Giorno 201
2.00 A.M. Nathan’s house
Nathan e Jeff dopo mezzora di tentativi riescono a centrale la toppa della porta di casa e ad entrare.
“SSSHHHHH!!! FAI PIANO!” Dice Nathan con un tono tutt’altro che basso.
“NON URLARE!” Lo rimprovera Jeff richiudendo la porta.
“È COLPA TUA SE NON RIESCO NEMMENO A REGGERMI IN PIEDI!” Afferma Nathan aggrappandosi ai mobili per restare in equilibrio.
“TU HAI VOLUTO SFIDARMI… E HAI PERSO…” Controbatte Jeff inciampando nei suoi piedi finendo addosso al fratello che nel cadere si porta dietro una sedia facendo un fracasso allucinante.
“SSSHHHH!” Dice Nathan sdraiato accanto a Jeff che se la ride di gusto.
“Ma cosa diavolo state facendo?” Domanda Stana accendendo la luce trovando i due a terra.
“CIAO AMORE!” La saluta Nathan.
“SIAMO A CASA!” Aggiunge Jeff.
“Ssshhh… abbassate i toni prima che i bambini si sveglino e capiscano che padri snaturati si ritrovano.” Gli rimprovera lei.
“SAI HA PROPRIO DELLE BELLE GAMBE TUA MOGLIE!” Dichiara Jeff ammirando le lunghe gambe nude della cognata.
“E NON HAI VISTO IL RESTO!” Afferma Nathan mettendosi seduto.
“Allora!?! Vi devo tappare la bocca o riuscite a parlare piano?!” Domanda preoccupata che i bambini possano vedere questo spettacolo.
“Mi piacciono  le minacce…” Commenta Jeff abbassando i toni.
“Nate, ti aiuto ad alzarti…” Dice Stana prendendolo per mano.
Nathan però è di altre intenzioni e invece che alzarsi tira giù Stana.
“NATE!” Strilla ritrovandosi seduto sulle gambe dell’uomo mentre Jeff se la ride.
“Scusa amore… non ho fatto apposta.” Sussurra sul collo della donna prima di baciarla.
“Ragazzi sono le due di notte che dite se andiamo a dormire?” Propone Stana cercando di alzarsi.
“Dove pensi di andare…” Bisbiglia Nathan trattenendola per la vita mentre con l’altra mano le accarezza le cosce nude.
“Ma è così comodo qui…” Commenta Jeff quasi addormentato.
“Jeff, il letto è ancor più comodo… fidati!” Dice Stana cercando di convincerlo.
“Mmmm…” Brontola Jeff girandosi su un fianco con gli occhi chiusi mentre Nathan s’intrufola con le mani sotto la maglietta della donna.
“Nate… che dici se mi aiuti a portare Jeff a letto e poi io e te…” Sussurra succhiandogli il lobo dell’orecchio, sapendo che l’unico modo per convincerlo ad alzarsi è quello di tentarlo.
“Mmmhhh… Ok…” Risponde aiutandola ad alzarsi.
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5.00 A.M. Nathan’s house
“Mamma…” Chiama Dylan sbirciando dentro la camera matrimoniale buia.
“Amore, sono nella tua cameretta…” Risponde Stana dalla stanza accanto accendendo la luce.
“Mamma…” Ripete una volta entrato.
“Amore… vieni, qui c’è posto anche per te.” Dice Stana sollevando le coperte.
Il piccolo si sistema accanto a lei abbracciandola.
“Torniamo a dormire che è presto.” Afferma spegnendo la luce per poi stringere il figlio a se.
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1.00 P.M. Nathan’s house
Nathan allunga la mano accanto a se tastando qua e là nel tentativo di toccare Stana ma quando al posto della solita pelle morbida e liscia della compagna sente una distesa di peli ruvidi… spalanca gli occhi urlando: “ODDIO!” Finendo rovinosamente a terra.
“Chi è?” Esclama Jeff mettendosi seduto e guardandosi attorno senza vedere nessuno.
“Aaaaahhh… che dolore!” Si lamenta Nathan massaggiandosi la schiena.
“Cosa cavolo ci fai lì?!” Chiede Jeff guardando male il fratello.
“Oddio la mia schiena!” Si lagna restando bloccato a terra.
“Nat, come ci sono finito nel tuo letto?” Domanda Jeff riconoscendo la camera del fratello.
“Dammi una mano ad alzarmi.” Gli ordina Nathan aggrappandosi al materasso.
“Perché siamo in boxer? Chi ci ha spogliati? Oddio non avremo mica…” Dice terrorizzato Jeff.
“Ma sei scemo?!! Sono un uomo mica un finocchio!” Afferma riuscendo a sedersi sul letto.
“Oh mamma…” Bisbiglia Jeff schioccato.
“Cosa?” Chiede girandosi per guardare il fratello.
“Niente!” Esclama nascondendo l’indumento dietro alla schiena.
“Cosa mi nascondi?” Domanda Nathan.
“Oh… guarda sono le una, meglio se ci alziamo.” Dice Jeff sollevandosi tenendo sempre le mani nascoste dietro alla schiena.
“Vieni qui!” Afferma afferrando il fratello per un braccio facendolo ricadere sul materasso.
“Nathan… che fai!?!” Dice cercando di rialzarsi.
“Cosa nascondi!” Esclama strappandogli l’indumento di mano.
Nathan apre il piccolo pezzo di stoffa riconoscendolo come un paio di mutandine di Stana.
“Che cazzo ci fai con le mutandine della mia donna in mano?” Domanda arrabbiato.
“Ehi… stai calmo. Ne so tanto quanto te.” Risponde allontanandosi dal fratello.
Nathan salta giù dal letto, spalanca la porta e inizia a chiamare Stana a gran voce ma in casa  non c’è nessuno all’infuori di loro.
“Dove cazzo sono tutti!” Brontola tornando in camera alla ricerca del cellulare mentre Jeff si riveste con calma.
“Eccolo… adesso mi sente...” Borbotta componendo il numero che sa a memoria.
“Jeff… vi siete svegliati!” Risponde subito Stana.
“Allora è vero?! Io lo uccido!” Esclama Nathan sentendo la donna chiamarlo con il nome del fratello.
“Nate, cos’hai? Ti sei svegliato male?” Domanda sentendolo imprecare.
“Dove sei? E perché mi chiami Jeff?” Chiede arrabbiato.
“Perché pensavo fossi lui dato che stai chiamando con il suo cellulare… Comunque sto parcheggio… un minuto e siamo lì.” Risponde Stana riattaccando.
Nathan lancia il cellulare sul letto precipitandosi all’ingresso.
“Papà!” Esclama Dylan correndogli incontro.
“Si è svegliato papà?” Domanda Sophia seguita da Allison.
“Si entrate un momento tutti quanti… devo parlare con zia Stana.” Dice spingendo i tre dentro casa per poi chiudere la porta.
“Dove vai in mutande?” Chiede divertita Stana scaricando le ultime borse dalla macchina.
“Dimmi cos’è successo ieri sera? Cos’abbiamo fatto?” Domanda preoccupato cercando di star calmo.
“Non so, non ero alla festa con voi.” Risponde Stana.
“No… dopo. Qui a casa…”
“Nate, possiamo rientrare… o vuoi morire di freddo!?” Domanda cercando di superarlo.
“Dimmi dove hai dormito?” Chiede bloccandola.
“In cameretta di Dylan… dato che avete occupato tutto il letto voi. Dai entriamo.” Risponde spingendolo verso la porta.
“SI!” Esulta Nathan abbracciandola forte.
“Che fate lì fuori?!” Chiede Jeff aprendo la porta di casa.
“Non so chiedi a tuo fratello che vuole prendersi una broncopolmonite.” Dice Stana staccandosi da Nathan ed entrando in casa.
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Giorno 210
6.00 P.M. Nathan’s house
“Cia…” Le parole gli muoiono in gola vedendo la visione davanti a se.
“Ciao papà!” Lo saluta Dylan correndo dentro casa.
“Nate! Ci sei?” Domanda passando la mano davanti agli occhi all’uomo imbambolato.
“Cosa?” Chiede confuso.
“Ehi! La mia faccia è qui!” Gli fa notare vedendolo fissarle il decolté.
“Si scusa…” Risponde cercando di recuperare un po’di contegno.
“Possiamo spostarci in soggiorno o dobbiamo restar qui?” Chiede vedendolo immobile ancora con la mano sulla maniglia.
“Si scusa…” Dice facendole cenno di andare avanti.
“C’è qualcosa che non va nel mio vestito?” Domanda preoccupata.
“No! Sei bellissima!” Si affretta a rispondere.
“Grazie. Allora qui c’è tutto il necessario: ciucci, camomilla, pigiama… spero di non aver dimenticato nulla. Ricordati di mettergli le mutandine assorbenti… di solito non fa la pipì a letto ma essendo la prima volta che dorme senza di me, meglio prevenire.” Spiega piegandosi per controllare nello zainetto del figlio.
“NATE!” Esclama vedendolo a bocca aperta dietro di se mentre le ammira il fondoschiena.
“Ma sei sicura che non manchi un pezzo del vestito?” Domanda seriamente.
“Perché è rotto?” Chiede allarmata guardandosi allo specchio.
“No è che… è un po’ troppo corto qui.” Spiega toccandole la coscia nuda.
“Che scemo che sei… e io che sto anche ad ascoltarti.” Lo riprende lei dandogli una sberla sul braccio.
“Vieni qui!” Dice tirandola a se.
“Allora ti ricordi tutto?” Lo interroga mettendogli le braccia intorno al collo.
“Tutto cosa?” Scherza Nathan.
Stana sbuffa e fa per staccarsi ma lui la ferma.
“Ok… scusa… scusa! Stavo scherzavo!” La blocca baciandole il collo.
“Mi raccomando per qualsiasi problema chiamami! Ti risponderà Emily ma lei riferirà subito a me.” Spiega Stana.
“Andrà tutto bene! Però insisto perché tu venga a dormire qui una volta terminato lo spettacolo.” Insiste accarezzandole la schiena nuda.
“Ne abbiamo già parlato. Finirò sicuramente tardi e non voglio disturbarvi.” Ribadisce baciandolo dolcemente.
“Ufffff…” Sbuffa facendo la faccia triste.
“Prendilo come un test… vediamo se riesci ad arrangiarti senza di me se si sveglia durante la notte.” Cerca di convincerlo sistemandogli il ciuffo ribelle.
“Mamma…” S’intromette Dylan cercando di intrufolarsi fra le gambe dei genitori e allungando le braccia verso la donna.
“Amore, fai il bravo con papà, vero?” Gli raccomanda prendendolo in braccio.
“Quando torni?” Domanda giocherellando con la collana della mamma.
“Domani mattina, quando ti sveglierai, io sarò già arrivata. Va bene?” Spiega accarezzandogli la schiena.
“Non voglio…” Dice abbracciandola.
“Ma ti divertirai tantissimo, vero papà?!” Afferma cercando l’appoggio di Nathan.
“Verissimo! Guarda ho anche preso un nuovo film da vedere: Capitan America.” Conferma prendendo il dvd in mano.
“E domani per colazione vi porterò pancake al cioccolato.” Dichiara Stana.
“Abbiamo anche il gelato da mangiare mentre guardiamo il film.” Aggiunge accarezzando il figlio.
“Ehi… Dylan ti svelo un segreto, ascoltami.” Dice cercando di convincere il piccolo a staccarsi.
“Cosa?” Chiede curioso guardando il padre.
“Se ci manca la mamma e vogliamo vederla schiacciamo questo tasto e la possiamo vedere alla tv mentre vince i premi e le fanno le foto.” Spiega Nathan con il telecomando in mano.
“Hai vinto?” Chiede alla mamma.
“Si e devo andare a prendere il premio altrimenti lo danno a qualcun altro.” Spiega Stana dandogli un bacio sulla guancia lasciandogli uno stampo rosso.
“Guarda Grillo… la mamma ti ha marchiato con il suo stemma!” Afferma Nathan portandogli davanti allo specchio.
“Anche papà…” Suggerisce indicando l’uomo.
“Vieni qui, papà!” Dice tirandolo per il colletto della camicia e stampando anche a lui un bacio sulla guancia, facendo ridere Dylan.
“Adesso siamo di proprietà esclusiva della mamma. Siamo tutti suoi.” Dichiara Nathan.
“Eravate miei anche prima!” Chiarisce Stana.
“Anch’io?” Domanda Nathan avvicinandosi.
“Anche tu…” Sussurra prima di colmare la distanza che gli divide baciandolo.
“MIA!” S’intromette Dylan spingendo via il viso del papà per separargli.
“Gelosone!” Lo prende in giro Nathan facendogli la lingua.
“Ok, è tardi devo andare.” Dichiara guardando l’ora e passando Dylan in braccio a Nathan.
Stana si sistema il trucco e dopo aver salutato per bene i suoi uomini esce di casa.
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9.00 P.M. Nathan’s house
“Grillo, guardiamo se vediamo la mamma?” Domanda Nathan cambiando canale.
“SIIII!” Esclama saltellando verso la tv.
“Mamma!” Urla mettendosi davanti al televisore e indicando con il ditino la donna che sta percorrendo il red carpet sottobraccio a un uomo.
“Grillo… spostati, non vedo.” Gli ordina Nathan muovendosi a destra e a sinistra per riuscire a vedere qualcosa.
Dylan appoggia le labbra alla tv dando un bacio alla mamma.
“Vieni qui peste!” Dice prendendo il piccolo in braccio e portandolo con se sul divano.
“Ora sul red carpet vediamo una splendida Stana Katic con un elegantissimo Bradley Cooper.” Annuncia il primo telecronista.
“La bellissima coppia che ha portato al successo il film “Time” della regista Anne Fletcher.” Aggiunge il secondo mentre vengono ripresi i due attori che scherzano mentre vengono chiamati a gran voce dai numerosi fotografi.
“Questa sera concorrono per il premio della miglior coppia dell’anno. Sai che ti dico Susan… vinceranno sicuramente loro!”
“Sono perfettamente d’accordo con te, Steve. Guarda con che naturalezza scherzano assieme. Sembrano una vera coppia d’innamorati come nel loro film.”
Nathan sta letteralmente fumando dalla gelosia mentre guarda attentamente dove quel tipo mette le mani.
Bradley abbraccia da dietro Stana… Bacia dolcemente Stana sulla guancia… Prima di uscire di scena mano nella mano con lei.
“Io lo uccido quello!” Borbotta Nathan mordendo il telecomando trattenendosi dal non lanciarlo contro la tv.
“Papà, milla.” Dice Dylan riportandolo alla realtà.
“Si adesso vado a farti la camomilla. Ricordati di dire alla mamma che lei è SOLO NOSTRA!” Afferma alzandosi.
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Giorno 211
2.00 A.M. Nathan’s house
Nathan si gira e rigira nel letto da più di due ore nel disperato tentativo di addormentarsi ma ogni volta che chiude gli occhi si immagina Stana e Bradley mentre fanno sesso su tutte le superfici possibili ed immaginabili.
Sbuffa controllando per la ventesima volta il cellulare.
Nessun messaggio.
Preme il tasto verde per chiamare Stana ma ogni volta parte la segreteria telefonica.
“Nathan dormi!” Si ordina ad alta voce.
Inizia così un dialogo fra lui e la sua coscienza:
“E se?”
“No non mi tradirebbe mai!”
“Ma se state assieme da due ore… e poi hai visto Bradley Cooper che gran pezzo di figo?”
“Non sono proprio due ore e poi non ci ho visto nulla d’interessante in quel tipo.”
“Intanto loro hanno girato diverse scene di sesso… si sono visti nudi.”
“Ma tu da che parte stai?” Domanda irritato a se stesso mettendosi seduto.
In quel momento il cellulare inizia a vibrare sul comodino.
“Pronto!” Risponde immediatamente.
“Sono qui fuori. Aprimi.” Dice Stana dall’altro capo del telefono.
Nathan getta il telefono sul letto precipitandosi ad aprire la porta.
“Ho cambiato idea. Spero…”
Nathan non le da nemmeno il tempo di finire la frase che la sbatte contro il muro iniziando a baciarla con foga.
Stana resta in un primo momento sorpresa poi inizia a ricambiare i baci mentre lui le toglie velocemente il vestito lasciandolo cadere a terra.
“Nate… spostiamoci… in camera…” Suggerisce a fatica mentre lui le succhia con forza i capezzoli.
Nathan la ignora completamente scendendo dal seno, all’ombelico per poi arrivare giù fino al perizoma. La bacia sopra l’intimo stringendo con le mani i glutei mentre lei gli stringe forte i capelli desiderando di più. Le fa divaricare le gambe, sposta quel tanto che basta il pezzo di stoffa, per leccarle le labbra umide per poi penetrarla con due dita fino in fondo. Stana si morde la lingua per non urlare spingendo la testa dell’uomo verso il suo centro. Lui l’accontenta leccandole il clitoride mentre continua la sua magia con le dita.
“NATE!” Grida sempre più eccitata.
Nathan risale lasciando una scia di baci fino a incontrare la bocca della donna. Lei ne approfitta per togliergli maglietta e boxer, agguantando il pene dell’uomo e iniziando a pompare sempre più forte.
“Ti voglio!” Ringhia all’orecchio della donna, bloccandola e strappandole l’ultimo pezzo di stoffa che ha addosso.
La solleva adagiandola sul bordo del mobile dell’ingresso pronto a possederla.
La penetra deciso fino in fondo facendole mancare il fiato.
Stana si aggrappa saldamente alle sue spalle mentre lui ripete nuovamente tutto da capo.
“Aaaaaa!” Si lamenta per l’irruenza del compagno che però continua imperterrito.
Sempre di più… sempre più forte… sempre più a fondo… ignorando i lamenti della donna.
“Nate… mi fai male…” Si lamenta lei.
“Dimmi che sei mia?” Le ordina Nathan proseguendo con il suo ritmo.
Stana morde la spalla dell’uomo per non urlare di nuovo.
“DIMMELO!” Le ripete alzando la voce e spingendo più a fondo.
“SI!” Risponde stringendogli i capelli.
“Non così… dimmelo!” Insiste stringendole un seno con la mano destra.
“Sono tua!” Dice sapendo esattamente cosa vuol sentirsi dire.
“Solo mia?” Chiede mordicchiandole il capezzolo.
“Solo TUAAA!” Urla sentendo il piacere pervaderla.
Nathan sente stringere attorno al suo pene gonfio e dopo un paio di spinte viene anche lui, riempiendola con il suo seme.
Sudati e senza fiato sciolgono il loro legame.
“Papà!!!” Si sente chiamare dall’altra parte della casa.
Nathan si riveste velocemente mentre Stana raccoglie il suo vestito e il perizoma strappato.
“Ehi… grillo che succede?” Domanda trovando Dylan rannicchiato dietro la porta della sua cameretta.
Il piccolo indica con il dito verso il letto trattenendosi per non scoppiare a piangere.
Nathan sposta le coperte trovandole bagnate.
“Tranquillo… non serve piangere. Cerchiamo qualcosa di pulito nel tuo zainetto, vieni.” Dice dolcemente Nathan.
“Ecco vedi… la mamma ha pensato a tutto.” Afferma trionfante estraendo un altro pigiama pulito.
“Che succede?” Chiede Stana entrando con addosso solo la camicia dell’uomo.
“Piccolo incidente di pipì…” Spiega Nathan guardando verso il letto.
“Non gli hai messo il pannolino come ti avevo detto?” Domanda con tono di rimprovero prendendo Dylan in braccio.
“Mi sono dimenticato…” Risponde lui.
“Ovvio. Passami le cose.” Gli ordina seccata.
“Ti ho detto che mi sono dimenticato, scusa.” Risponde infastidito dal tono della donna dandogli le cose pulite.
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4.00 A.M. Nathan’s house
“Si può sapere che ti prende?” Domanda una volta soli a letto.
“Niente. Spegni la luce.” Risponde Stana sdraiandosi dandogli le spalle.
“Stana!” Insiste lui.
“Ne parliamo più tardi. Spegni!” Gli ordina chiudendo gli occhi.
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10.00 A.M. Nathan’s house
“Adesso possiamo parlare… Cos’ho fatto?” Domanda passandole le tazze della colazione.
“Non ci arrivi da solo?”
“Non cominciare con gli indovinelli!” La riprende immediatamente.
“Cos’hai fatto ieri sera?” Chiede lei chiudendo la lavastoviglie.
“Cos’ho??? ABBIAMO fatto l’amore.” Risponde lui.
“Ah… ti sembra che abbiamo fatto l’amore?” Domanda lei appoggiata al bancone.
“Ti stai arrabbiando perché l’abbiamo fatto all’ingresso di casa mia… non pensavo che…”
“Non è per il dov’e… Ma per il come! Abbiamo fatto l’amore talmente tante volte in passato che so distinguere quando fai l’amore e quando fai del sesso con rabbia. Ed è quello che hai fatto ieri con me.” Dice interrompendolo.
“No non è vero…” Controbatte lui.
“Allora dimmi cosa ti ho detto mentre lo stavamo facendo?” Domanda per confermare la sua tesi.
“Non so… che sei mia.” Risponde lui.
“Lo vedi. Non ti sei nemmeno accorto di quello che ti dicevo. Ti ricordi solo le domande possessive a cui mi hai obbligato a rispondere come volevi tu.” Gli fa notare lei.
“Ma sono sempre possessivo e passionale… dovresti saperlo dato che mi conosci così bene!” Afferma mettendosi di fronte a Stana.
“Passionale, possessivo e dolce quando fai l’amore ma ieri eri possessivo e violento. E fai così quando sei arrabbiato o geloso.” Lo corregge lei.
“Ti ho fatto male?” Chiede preoccupato accarezzandole il viso.
“Un po’ ma non è per questo… Non voglio fare sesso con te! Voglio fare l’amore. Voglio sentirmi amata, protetta e desiderata. Non voglio che sfoghi la gelosia o il nervosismo che hai dentro su di me. So che sei un uomo geloso e possessivo sono i tuoi più grandi difetti ma so anche che se vuoi riesci a controllarti. Non voglio si ripeta un’altra volta quel periodo che abbiamo passato anni fa. Non facevamo altro che litigare perché avevi la paranoia che ti tradissi con chiunque osava fermarsi a parlare con me.” Chiarisce sistemandogli il colletto della camicia.
“Scusa… solo che quando ti ho vista con quel tipo: ti toccava, ti baciava e ti prendeva per mano e mi è partito l’embolo primitivo. Mi dispiace. Ti prometto che non succederà più. Faremo sempre e solo l’amore.” Si scusa baciandola dolcemente e abbracciandola.
“Un’altra cosa è la seconda volta che lo facciamo senza protezione e non voglio che succeda ancora.” Lo avverte Stana.
“Giusto… ho fatto anche quello. Ma se… se fossi rimasta incinta abortiresti?” Chiede preoccupato.
“No, assolutamente no ma non sarebbe il momento adatto. Siamo ancora nella fase dove ci si conosce.” Spiega ridendo.
“Ah… siamo solo alla prima fase. E pensare che volevo chiederti di sposarmi.” Ammette serio.
“Stai scherzando?” Domanda smettendo di ridere.
“No, ho preso anche l’anello. Guarda!” Dice aprendo il cassetto dietro di lui e estraendo una guarnizione di plastica.
“Che cretino che sei! Mi hai fatto prendere un colpo!” Afferma dandogli una sberla sul petto, tirando un sospiro di sollievo.
“Spiegami signorina Katic sarebbe così una brutta cosa sposarmi?” Chiede facendo il finto offeso.
“No, ma è un po’ presto. Voglio fare altre cose prima di sposarti.” Spiega lasciandogli dei bacini sul naso.
“Tipo cosa?” Domanda curioso mettendola a sedere sul bancone e posizionandosi fra le sue gambe.
“Tipo dare a nostro figlio il tuo cognome, tipo andare a vivere assieme, tipo fare un viaggio solo noi tre… insomma altre cose.”
Nathan sorride ad ogni sua parola e quando ha finito di parlare si affretta a baciarla con passione stringendola a se.
“Mamma!” Gli interrompe Dylan entrando di corsa in cucina.
“Ignoriamolo…” Sussurra riprendendo a baciarla.
“MAMMA!” Urla più forte toccandole la gamba.
“Vuoi ancora ignorarlo?” Domanda Stana.
“Zitta e baciami…”
“Lasciala! Mamma è mia!” Ordina spingendo con tutta la forza la gamba del papà.
“È sicuramente tuo!” Afferma ridendo Stana allontanandolo.
“Ehi… ometto! Vieni qui!” Dice Nathan prendendolo in braccio.
“Cosa abbiamo detto ieri sera? Che la mamma è solo…”
“Mia…” Conclude sicuro.
“No… abbiamo detto che è solo nostra!” Lo corregge Nathan.
“No. Mia!” Controbatte allungandosi verso la donna.
“No… no… prima devi dire solo nostra. Poi ti lascio andare dalla mamma.” Afferma allontanandosi da Stana con il figlio in braccio.
“Mamma!” Si lamenta piegandosi verso di lei.
“Nate, sei ridicolo… lascialo!” Lo ammonisce Stana scendendo dal bancone.
“No quel che è giusto è giusto… non puoi essere solo sua. Avevamo detto NOSTRA!” Spiega indietreggiando.
“Mammmaaa!” Strilla più forte.
“Dammi mio figlio!” Gli ordina.
Nathan scappa di corsa fuori dalla cucina inseguito dalla donna mentre Dylan se la ride come un matto.
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Giorno 215
10.00 A.M. Los Angeles Zoo & Botanical Gardens
“Andiamo di qua!” Dichiara Sophia tirando con se Dylan e Allison.
“Ehi! Sophia, dovete aspettarci c’è tanta gente e rischiate di perdervi.” La ferma Jeff.
“Ma voi continuate a fermarvi a chiacchierare… siete lenti.” Protesta Sophia.
Jeff sta spiegando alla figlia più grande perché devono stare vicini; Dylan e Allison accucciati a terra osservano interessati un insetto impegnato a scavarsi una via di fuga mentre Stana e Nathan stanno provando i cappelli più strani al negozietto di souvenir; quando l’elefante emette un forte barrito facendo spaventare i più piccoli.
Dylan e Allison si alzano di scatto in piedi correndo entrambi verso Stana che sta prendendo in giro Nathan.
“Mamma…” Grida Dylan aggrappandosi alla sua gamba destra mentre Allison si tiene a quella sinistra.
“Che succede, Grillo?” Chiede Nathan vedendo il piccolo spaventato prendendolo in braccio.
“C’è stato un rumore fortissimo.” Spiega Allison allungando le braccia verso l’alto per essere presa.
“Tranquilli era solo l’elefante che voleva salutarvi, dov’è Jeff?” Chiede Stana prendo la bimba in braccio e guardandosi attorno.
“Eccomi!” Esclama sbucando fuori da dietro la sagoma di una tigre.
“Papà, posso prendere questo?” Chiede Allison indicando il peluche Koala.
“Un altro? Abbiamo più peluche noi che la fabbrica della Trudi.” Commenta Jeff.
“Te lo prendo lo zio Nat, tesoro. Sophia, Dylan scegliete qualcosa anche voi.” S’intromette Nathan sorridendo ai bambini.
“Nate!” Lo richiama all’attenzione Stana.
“Cosa?” Chiede guardando la compagna.
“Abbiamo già tre borse di acquisti… Vuoi portarti dietro tutte queste cose per tutto il giorno?” Domanda Jeff.
“Tranquillo, con il mio sorriso ho già conquistato la commessa. Terrà qui volentieri le borse fino al nostro ritorno.” Spiega pavoneggiandosi un po’ mentre Stana lo sta fulminando con lo sguardo.
“Sicuro che non vuoi restare qui anche tu con lei?” Domanda infastidita Stana.
“Ahi… ahi… sei nei guai!” Lo sfotte Jeff.
“Piccola, sai che ho occhi solo per te.” Afferma con fare teatrale avvicinandosi alla donna.
“Jeff andiamo!” Dice Stana prendendo sottobraccio il cognato mentre i bambini proseguono alla ricerca di altri giochi da prendere.
“Hai perso la tua occasione mi dispiace.” Scherza Jeff passando il braccio attorno alle spalle di Stana.
“Metti giù quelle zampacce!” Afferma Nathan schiaffeggiando il braccio del fratello e abbracciando da dietro Stana che se la ride.
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4.00 P.M. Los Angeles Zoo & Botanical Gardens
“Ops… mi sa che abbiamo un problema ragazzi.” Dice Jeff vedendo all’ingresso dei paparazzi.
“Forse non sono qui per noi.” Commenta Nathan.
“Ragazzi, se sono qui per noi sanno che siamo assieme quindi è inutile nasconderci.” Afferma Stana.
“Quindi andiamo?” Domanda Nathan.
“Aspetta, che lo copro.” Dice Stana tirando su il cappuccio a Dylan che è addormentato sulla spalla del padre mentre Jeff fa lo stesso con le figlie.
“Ragazze, ora ci faranno tante foto e tante domande non dovete parlare e dovete tenerci sempre per mano. Ok?” Spiega Jeff prendendo Allison in braccio mentre Sophia prende per mano Stana.
“Pronti?” Domanda Nathan sistemando meglio Dylan.
“Ok… andiamo!” Afferma Stana incamminandosi con il gruppo verso l’uscita.
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“Stana, Nathan siete tornati assieme?”
“Nathan sei il padre di Dylan?”
“Nathan, da quanto state assieme?”
Come previsto vengono bombardati da un milione di domande mentre cercando di farsi largo per raggiungere le macchine.
“Jeff, che ci dici di Stana?”
Le domande proseguono come i vari flash che infastidiscono le bambine mentre Dylan si sveglia di soprassalto per il fracasso che lo circonda.
“Papà…” Sussurra cercando di alzare la testa ma Nathan gliela tiene giù dicendo: “Ssshhh… resta giù.”
“Stana, cosa ci dici di Jon? State ancora assieme?”
“Non lo so ditemelo voi…” Scherza lei aprendo la portiera per permettere a Nathan di mettere Dylan sul seggiolino.
“Posso andare con lo zio?” Chiede Sophia al papà.
“No, sali.” Risponde allacciando la cintura a Allison.
“Anch’io voglio andare con la zia.” Afferma la piccola unendosi alle proteste della sorella.
“Ci vediamo a casa dei nonni.” Sussurra Stana all’orecchio di Sophia allacciando la cintura alla bambina.
Una volta sistemate le bambine Stana raggiunge Nathan che ha già messo in moto e la sta aspettando mentre i paparazzi continuano a scattare foto.
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5.00 P.M. Fillion’s house
“Ci hanno fatto tantissime foto!” Racconta Allison al nonno mentre Cookie distribuisce i panini alla nutella che ha preparato per i nipotini.
“Mi dispiace non immaginavo fossero così tanti.” Afferma Stana aiutando Allison ad aprire il succo.
“Andiamo sul giornale?” Chiede eccitata Sophia.
“Tranquilla Stana… come vedi sono elettrizzate dall’idea di essere state fotografate.” La rassicura Jeff.
“Oddio… metteranno le foto dei piccoli su quei giornaletti stupidi?” Domanda preoccupata Cookie.
“Mamma, i visi dei bambini saranno offuscati. Non posso pubblicare foto di minori senza il consenso dei genitori.” Le spiega Nathan.
“Ah… meno male.” Afferma tirando un sospiro di sollievo.
“Mamma, non ne voglio più.” Dichiara Dylan consegnando il panino alla donna.
“Sicuro? Lo sai che se finisce in mano a papà non lo vedi più.” Gli ricorda lei consegnando il panino a Nathan.
Dylan annuisce bevendo il succo.
“Vuoi che la nonna ti prepari qualcos’altro?” Chiede dolcemente Cookie al nipotino.
Il piccolo nega con la testa lasciandosi pulire le mani e la bocca dalla mamma.
“No, grazie nonna.” Risponde Stana per lui.
“Ma non ha mangiato nulla.” Commenta Cookie.
“Mamma, per favore. Non muore di fame te l’assicuro.” Interviene Nathan zittendo la madre.
“Zia, colori con me?” Domanda Allison avvicinandosi con un quaderno e un astuccio di colori.
“Si, vieni tesoro.” Risponde Stana aiutando la piccola a sistemarsi sulle sue gambe.
Dylan trovata la borsa della mamma sul divano inizia a trafficare alla ricerca di qualcosa d’interessante mentre Sophia si unisce alla sorella e alla zia.
Dopo un paio di minuti, Dylan torna con il ciuccio in bocca e qualcosa d’interessante in mano.
“Papà, mi gonfi il palloncino.” Chiede alzando l’oggetto in alto permettendo così a tutti di vederlo.
Jeff scoppia ridere; Nathan spalanca gli occhi guardando il figlio che si avvicina; Cookie osserva schioccata il nipotino; Bob guarda Stana che sembra non essersi accorta di niente impegnata a colorare con le nipotine.
“Anch’io voglio un palloncino!” Esclama Allison guardando il cuginetto.
“Anch’io!” Fa eco Sophia.
“Oddio…” Sussurra Stana alzando la testa e accorgendosi finalmente di quello che ha in mano il figlio.
“Lo gonfi, papà?” Chiede di nuovo il piccolo arrivando davanti a lui.
Nathan lo strappa dalle mani del figlio dicendo: “Non è un palloncino.”
“È mio!” Protesta Dylan allungandosi nel tentativo di riprenderselo.
“Non è un gioco.” Cerca di spiegargli Nathan alzandosi per andare a buttarlo via.
“No… è mio!” Esclama il piccolo.
“Dove l’hai trovato?” Chiede curioso Jeff.
“Grillo, non è un gioco per piccoli.” Ripete Nathan al figlio.
Dylan, estrae dalla tasca altri tre “palloncini” uguali.
“Ma da dove gli ha presi?” Chiede schioccata Cookie.
“Amore, dove gli hai trovati?” Chiede Stana prendendo a Dylan anche gli altri tre.
“Noooo!” Grida scoppiando in lacrime.
“Cosa sono?” Chiede Sophia.
“Io voglio un palloncino!” Afferma Allison mentre i cinque adulti imbarazzati per la situazione non sanno da che parte iniziare.
Stana controlla le tasche del figlio per assicurarsi che non ce ne siano altri mentre Jeff riesce a trovare la scatola aperta sul divano accanto alla borsa della donna.
“Sono tuoi?” Chiede entrando con la scatola di preservativi in mano.
“No.” Risponde Stana imbarazzata diventando paonazza.
“Sono miei.” Ammette Nathan togliendo la compagna dal centro dell’attenzione e recuperando scatola e preservativi.
“Papà, cosa sono?” Chiede Sophia mentre Nathan esce di casa per portare quelle cose in macchina lontane da nipoti e figlio.
Dylan, in lacrime va verso l’ingresso indicando la porta.
“Amore, vieni… papà torna subito!” Afferma Stana mentre Jeff cerca di distrarre la figlia maggiore per evitare di rispondere.
“Zia, giochi con me?” Domanda Allison prendendo Stana per mano.
“Si tesoro, arrivo subito.” Risponde accarezzando la piccola sulla testa.
“Paappà!” Singhiozza Dylan vedendolo rientrare e precipitandosi da lui.
“Vieni… sei stanco?” Domanda prendendolo in braccio.
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11.00 P.M. Nathan’s house
“Non sono mai stata così imbarazzata in vita mia.” Ammette Stana ridendo raggiungendo Nathan a letto.
“È stato diverte soprattutto quando Jeff non sapeva più come distrarre Sophia. Voleva assolutamente una risposta.” Commenta tirando la donna a se.
“Sempre meglio di tuo figlio che voleva che lo gonfiassi come un palloncino.” Lo prende in giro lei scoppiando a ridere.
“Basta parlare…” Risponde mordendole il collo mentre con la mano destra le accarezza la coscia nuda.
“Mmm… cosa vuoi fare?” Chiede sorridendo.
“Voglio usare i palloncini.” Afferma aiutandola a liberarsi della maglietta.
“Allora bisogna gonfiare qualcos’altro per poterli usare.” Dichiara posizionandosi fra le gambe dell’uomo costringendolo a sdraiarsi.
“E come vuoi fare?” Domanda lasciandosi spogliare.
“Così…” Sussurra iniziando a massaggiargli il pene.
“E così…” Dice sensualmente leccandogli la cappella.
“E così…” Bisbiglia per poi prenderlo in bocca.
Nathan si lascia ricadere sui cuscini mentre il suo membro diventa sempre più duro.
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Giorno 216
3.00 A.M. Nathan’s house
“Oddio… sono esausto.” Afferma Nathan lasciandosi cadere a peso morto sul letto.
“Esagerato… ho fatto tutto io.” Scherza Stana finendo di asciugarti i capelli.
“Domani dovrò fare rifornimento… sono finiti.” Commenta lui guardando la scatola vuota di preservativi.
“Ma hai visto che ore sono?!!” Esclama preoccupata.
“Avevi d’andare da qualche parte?” Scherza lui guardando la sveglia.
Stana non risponde ma finisce di vestirsi velocemente.
“Dove vai?” Domanda Nathan.
“Vado a controllare Dylan… è strano che a quest’ora non sia ancora venuto a cercarci.” Risponde aprendo la porta.
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“Era sveglio?” Chiede Nathan vedendo la donna entrare con il figlio addormentato in braccio.
“Si…” Risponde poco convinta sistemandolo in mezzo al letto.
“Bugia… non sei brava a mentire.” Dice lui.
“Ok… dormiva.” Ammette sdraiandosi.
“Stana… avevamo…”
“Lo so cosa avevamo detto ma mi manca dormire con lui… tra un po’ sarà grande e non potrà più dormire con me… non potrò più coccolarlo.” Spiega accarezzando il viso del piccolo.
“Basta farne un altro!” Afferma Nathan sorridendo.
“Forse…” Risponde lei.
“Cosa?” Chiede meravigliato della risposta.
“Cosa?” Ripete lei.
“Hai detto forse… vuoi avere un altro figlio con me! Hai detto forse.” Afferma felice lui.
“La stanchezza mi sta facendo straparlare…” Commenta spegnendo la luce.
“Hai detto forse… ci stai pensando!” Esclama sorridendo.
“Buona notte.” Sussurra sorridendo.
“Guarda che me lo segno… hai detto forse.”
Stana non risponde, finge di russare per farlo stare zitto.
 
  
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