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Autore: ParalyzedArtwork    17/03/2014    0 recensioni
Cassie vivrà una magica storia al centro della sua mente, come la bellissima Alice nel suo splendido paese delle meraviglie.
Osservando ogni piccolo particolare di ogni giorno e ricordandosi tutta la sua storia ormai persa.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una casa rosa, una di quelle alla "Home Sweet Home." con tanto di tendine con i fiorellini, infissi in legno ecc ecc.
Con il vialetto in ciottoli ed ai lati siepi perfettamente squadrate.
Era una di quelle case, o meglio ville, troppo perfette per esistere realmente, come quelle dei film, anche se quel suo colore rosastro dellle pareti luccicanti esterne ricordava meglio quella delle casa delle Barbie o delle vecchie Case delle Bambole
Questa sua perfezione, invece di rassicurarmi, creava in me una sorta di ansia, di terrore, come se al suo interno si fosse consumato un terribile omicidio! O che so io!
Non osavo avvicinarmi, ero ancora immersa in questa discarica di oggetti e nascondendomi dietro un Peluque rimasi ancora a fissare quella strana abitazione, quando la porta della casa si aprì.
Non ero molto lontana dall'ingresso, ma non riuscivo comunque a percepire i rumori provenienti da quella direzione.
Dalla porta uscì un uomo dai capelli tagliati corti biondi e gli occhi azzurri, per quanto riusssi a vederne, strabuzai gli occhi attenta sempre a non farmi notare. Vestiva di un colore molto chiaro, un blu tenue avrei detto ( O forse lo era di più? )
Con ornamenti in oro e blu scuro e stingeva l'elsa di un pugnale che era posto al lato sinistro del suo fianco.
Si guardava intorno come se avesse la percezione che qualcuno lo stesse spiando. Sul volto aveva impresso un sorrisetto felice anche se il fare con cui si aggirava lasciava trapelare un istinto minaccio dell'uomo.
L'uomo fece dei passi verso la mia direzione e subito mi rintanai dietro il Peluque a forma di orso.
Speravo con tutta me stessa che non mi avesse visto e che non si stesse dirigendo nella mia direzione.
Lascia passare una manciata di minuti, il cuore mi si era fermato in gola, il respiro stava diventando pesenta e stavo iniziando a tremare.
Non riuscivo a sopportare quell'attesa.
Mi sporsi ancora, ma sta volta in modo maggiore, mi sporsi lentamente, ma appena posai lo sguardo alla casa vidi solo un camice blu che mi sorrideva con un sorriso spensierato.
... Rabbrividì e l'unica cosa che fui capace di dire balbettando fu: "Ciao, non credi che sia una bellissima giornata?"
Dopo di che strinse l'elsa e il mio cuore morì, dopo un'ultimo respiro.





Tutto era in subuglio, le macchine avevano iniziato a segnare valori assurdi, fuori dalla norme e la ragazza in modo inspiegabile stava per rimanere senza ossigeno o avere un attacco di cuore. I medici non riuscivano a capire cosa stesse succedendo era tutto totalmente inspiegabile per un corpo quasi  decretato "morto."
Ci fu un trambusto generale all'ospedale di Boston e nella camera numerosi medici erano affollati, girando frettolosamente per la stanza controllando valori e provando a fare il necessario per salvare la vita ad un morto, mentre fuori, fuori dalla stanza attraverso il vetro i genitori della ragazza si disperavano cercando di capire cosa fosse accaduto. In un nano secondo erano stati fatti uscire dalla stanza e furono sostituiti da circa cinque medici di diversa specializzazione con tanto di infermieri.
Tutto quello che sembrava una mattinata tranquilla e pieni di buoni propositi per il suo risveglio si stava trasformando in un dannato incubo di cui nessuno sapeva dare spiegazioni.





All'improvviso da dietro un baule del tesoro apperve una figura con la testa da orso che aggitava le braccia ed iniziò ad urlare come un ossesso. Il suono proveniva da dietro la maschera ma non sembrava otturato, anzi era chiaro e senza interferenze. Il terrore che era sul mio molto si trasformò immediatamente in spavento o solamente in... Stupore? Non sapevo definire quell'emozione, se fosse quello il suo nome.
L'uomo con la testa da orso si avvicinò urlando in una coreografia del tutto spaventosa, bensì buffa direi. Probabimente la maschera non gli permetteva di vedere cosa ci fosse all'esterno.
Era ormai addosso al l'uomo con la spada che, appena si ritrovò faccia a faccia con lui, scappò in direzione della casa rosa, urlando come un bambino.
Adesso l'orso aveva smesso di agitare le braccia e mi ero ormai tranquillizzata quando egli accortosi dei miei respiri affannosi, che si stavano regolarizzando, si girò e ricominciò ad aggitare le braccia urlano e avanzando verso di me.
Alzai un sopracciglio sconcertata. Se cercava di procurare terrore non ci riusciva minimamente e credo mi fosse sfuggiat anche una risata.

"Ehm, grazie ma adesso puoi smetterla è andato via."

L'uomo a quelle parole si fermò all'istante, pose più le braccia e smise di urlare. Credo che l'ultima cosa che fece sia stata quella migliore, visto che rischiavo di perdere l'udito per quanto stava urlando ripetutamente.
Era una voce abbastanza insopportabile direi.
Si tolse la faccia d'orso e rivelò il volto di un ragazzo dai capelli nocciola non molto corti con una grangia laterale.
Appena mi vide si lasciò sfuggire un sorriso ed io ricambiai quel sorriso così amorevole.
Era come se ci fosse il sole o solamente come se qualcuno che ti manca fosse venuto a trovarti dopo tanto tempo.
C'era una nuova emozione nell'aria, un'emozione che mi stava trasmettendo lui, serinità? No, qualcosa di più bello, ma non riuscivo ancora a decifrarlo.
Poi quel magico momento fu interrotto, la sua voce tolse dal mio sguardo quell'espressione imbambolata che si era annidata sul mio viso.

"Piacere, Marco."

Allungò una mano nella mia direzione, sempre sorridendo.
Ricambia il sorriso ed imitando il suo gesto dissi fiera:

"Piacere! Io ..."

Ed in quel momento la mia voce si fermò, ebbi un tuffo al cuore, uno stato di angoscia mi pervase, fissai il ragazzo scuotendo la testa e ripetei più volte

"Io non lo so..."
   
 
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