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Autore: alix katlice    17/03/2014    3 recensioni
SOSPESA! : per mancanza di tempo e ispirazione. Giuro che tornerò presto, e la finirò! è solo questione di tempo!
{ Pirate!Killian♥Princess!Emma / AU!Enchanted Forest / Mini-Long }
La Principessa Emma ha tutto: è la figlia di Snow White e del principe Charming, vive in un enorme castello, i suoi armadi sono pieni di vestiti sgargianti, ha una stuoia di dame che la accompagnano in tutto ciò che fa.
L'unica cosa che le manca? La libertà.
E chi è fra gli uomini più libero di un pirata?
Piccoli passi di un percorso che inizia a dodici anni, quando la Principessa Emma incontra per la prima volta gli occhi di Killian Jones, fino ad arrivare a ciò che vuole veramente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa fan fiction non è stata scritta a scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono *sfortunatamente per me e fortunatamente per loro*.
 
 
Titolo: ~ amare è libertà
Ratingarancione
Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Captain Hook
Pairing: Emma♥Hook
Avvertimenti: AU
Genere: Mini-Long





 
  ~ amare è libertà

 

 

 

 
 
III
Capitolo


Oh Capitano!
 


 

Killian Jones, ormai diciottenne, era un pirata.
La principessa Emma, al ricevere la notizia, era rimasta semplicemente incredula.
Le era sembrato così speciale quella sera di due anni prima.
A differenza della loro prima separazione, questa era stata oltremodo sofferta, da ambedue le parti: Emma aveva passato gli svariati giorni che la separavano dal ballo dei suoi diciott’anni perlopiù sdraiata sull’enorme letto a baldacchino, facendo entrare nella sua camera solamente una stretta cerchia di persone.
E pensava, pensava in continuazione, perché dai racconti pieni di preoccupazione di sua madre e di suo padre Killian Jones era uno dei più temibili pirati degli ultimi anni, a discapito della sua giovane età.
La principessa Emma si era fermata a riflettere, in quei giorni infiniti. Aveva pensato spesso al perché Killian Jones fosse diventato un pirata –o forse lo era sempre stato ed era stato talmente bravo da non farglielo notare-.
Era giunta alla conclusione che Killian Jones doveva aver sofferto molto, e per quanto la reputasse contorta e malvagia, l’idea di un Killian Jones pirata l’affascinava come non mai.
Il Killian Jones gentiluomo era stata una vera sorpresa per lei, -non era abituata a persone come lui, persone dal cuore libero che vanno dove le porta il vento-.
Il Killian Jones pirata avrebbe fatto la sua comparsa alla sua festa dei diciotto anni, gliel’aveva promesso.
Mancavano poche settimane.
 

 
 
 
Il principe Baelfire avrebbe chiesto la sua mano quella notte stessa.
La principessa Emma era stata avvisata dell’evento, in modo che i sovrani non si ritrovassero spiacevoli sorprese, -come imbarazzo e un no come risposta-.
Era stato deciso da tempo e lei non si sarebbe potuta ribellare: in più, i sovrani di ambedue i regni pensavano, ed erano particolarmente certi di questo, che Emma in fin dei conti non avrebbe potuto avere un motivo per rifiutare quella proposta di matrimonio.
Aveva annuito la principessa Emma, quando sua madre le si era seduta accanto, sul letto, e gliel’aveva domandato.
<< Sposerai il principe Baelfire, Emma? Sarai felice? >> aveva detto, accarezzandole i capelli.
Emma aveva riflettuto bene sulle parole che di lì a poco avrebbe dovuto riferito a sua madre. Pensò tante cose in quel momento, ma Killian Jones e i suoi racconti erano sempre in primo piano.
<< Penso di amarlo, mamma. Voglio sposarlo. >>
 

 

 
Il cuore della principessa Emma aveva battuto tanto forte che, per un momento, lei aveva pensato che potesse sfondarle il petto.
Killian Jones era lì.
Era lì, ed era cresciuto: sembrava ancora più uomo che ragazzo, ma i lineamenti si erano fatti più marcati, indossava abiti scuri e il suo sguardo era più maturo.
Era stata la principessa Emma a fargli cenno di avvicinarsi, quel giorno. Era stata la principessa Emma ad aspettarlo dietro la colonna, al riparo da sguardi indiscreti e dagli invitati, a pregarlo silenziosamente di farsi avanti, di parlarle, di guardarla.
Killian Jones aveva immediatamente risposto al richiamo, liquidando con un gesto infastidito l’uomo con cui stava parlando e dirigendosi verso la principessa.
Ma non erano rimasti lì, dietro la colonna: Emma non aveva voglia di correre il rischio di farsi scovare dai suoi genitori, e per questo, senza dire una parola, si era diretta verso i lunghi e vuoti corridoi che conducevano alla sala da ballo.
<< Quando avevate intenzione di avvertirmi del vostro cambiamento? >> aveva domandato la principessa Emma, voltandosi e trovandosi a pochissimi centimetri dal viso del pirata.
<< Cambiamento, sua maestà? >> aveva chiesto in risposta Killian Jones.
Le era mancata la sua voce, si era ritrovata a pensare la principessa Emma. Le era mancato quel tono un po’ sfrontato, quel luccichio negli occhi.
<< Siete diventato un pirata, Killian Jones. O dovrei dir Capitano >> aveva replicato. Era sicura che lui non potesse essere altro che un capitano, su una nave.
Il suo carisma era una delle cose che più l’affascinava, ed era più che certa che per un capitano di una nave il carisma era una delle qualità più importanti che dovesse possedere.
<< Oh no, mia cara, state cadendo in errore. Non sono diventato un pirata, io lo sono sempre stato >> aveva detto Killian Jones, avvicinandosi ulteriormente.
In seguito la principessa Emma non aveva la più pallida idea di cosa fosse successo per farli avvicinare così, e soprattutto in quel modo.
L’aria fra loro era piena di tensione, ma non era il genere di tensione che Emma poteva scorgere fra i suoi genitori, assolutamente. Non aveva mai provato prima una sensazione tanto forte.
Killian Jones la confondeva, lo aveva sempre fatto.
Lui aveva passato una mano fra i suoi capelli con dolcezza, e poi l’aveva avvicinata a sé, aveva sospirato –ed Emma aveva sentito il suo fiato caldo sulle labbra-.
In seguito l’aveva baciata.
 

 
 


La principessa Emma era tornata alla sala da ballo con calma, passo cadenzato, per far sì che il rossore che si era diffuso sulle sua guance svanisse come la sensazione tutt’altro che spiacevole delle labbra del pirata sulle sue.
I sovrani, Snow White e Charming, erano riusciti ad intercettarla e a comunicarle, eccitati e sorridenti, che il principe Baelfire la stava aspettando in mezzo alla sala da ballo.
Si era sentita sprofondare.
 

 
 

 
<< Sono giunte alle mie orecchie discorsi che mi hanno irritato non poco >> aveva detto Killian Jones, dopo che il ballo era terminato e la Principessa Emma aveva preso la sua decisione.
<< Che tipo di discorsi, mio Capitano? Sicuramente menzogne, la gente in questo reame parla tanto senza conoscere niente >> aveva risposto lei, tentando di non guardarlo negli occhi.
Aveva spesso sentito dire che gli occhi sono il riflesso dell’anima, e se era vero, ciò significava che guardandolo apertamente lui avrebbe potuto facilmente intuire la sua malinconia e l’amarezza che provava; e, visto che Killian Jones era tutto fuorché stupido, avrebbe fatto un po’ di calcoli e sarebbe giunto ad una conclusione.
<< Mi è giunta voce che il principe Baelfire ha chiesto la vostra mano, e che voi avete accettato. >>
La Principessa Emma aveva respirato profondamente prima di parlare.
<< Devo ritirare ciò che ho detto prima, perché questa è verità. >>
<< Verità? State per sposarvi, e diventare di qualcun altro? >>
C’era scherno nel suo tono, come se fosse stato ferito da quella dichiarazione ma non volesse darlo a vedere. Era comprensibile, per la Principessa Emma, ma non c’era alcun motivo per essere dispiaciuti per quel matrimonio.
Loro non condividevano alcun tipo di relazione o legame.
<< Io appartengo solo a me stessa, capitano. È stato così e sempre lo sarà. Ora devo salutarvi. >>
Se n’era andata senza voltarsi indietro, un peso sul petto che rischiava di farla precipitare.
In realtà, quella frase, “io appartengo solo a me stessa”, era vera solo in parte.
Sì, lei non apparteneva a nessuno e nessuno si sarebbe mai dovuto azzardare solamente a provare a dire che lei fosse sua. Però… era lei che, dal loro primo incontro, aveva donato a quegli occhi azzurri una parte di sé.
E, in un certo senso, un po’ di lei gli apparteneva realmente.
  
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