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Autore: Zampa di lupo    17/03/2014    2 recensioni
Zaffira è una ragazza strana. Un giorno,di ritorno da una gita incontra Pietro. Lui le spiega dell'esistenza dei Pietranimali. Le rivela anche che alcuni scienziati riuscirono a trasferire i cuori e i poteri dei Pietranimali nei loro corpi,e che lei discende da uno di loro. Ma non le rivelerà mai l'esistenza del Serpentonice.
Tengo molto a questa storia,e se entrate... Recensite per favore. Ho abbassato il rating da arancione a giallo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 Un problema dopo l'altro. 
Il problema era che non potevano dare inizio alla finta. A Zaffira venne in mente che i suoi la tenevano d'occhio. Decise una cosa:avrebbe detto tutto ai suoi. Ivan e Pietro non erano del tutto d'accordo ma,dopo una sua attenta argomentazione,si convinsero che fosse la soluzione migliore. Tutti in realtà sapevano la pericolosità della cosa. Se i Quattro,come li avevano nominati,lo fossero venuti a sapere avrebbero fatto del male ai suoi genitori. Zaffira era  preoccupata solo per questo particolare. Ivan decise di accompagnarla. Una volta davanti a casa Zaffira sospirò. Era il momento. Stava per suonare quando sentì delle voci a lei sconosciute provenire dalla casa. Stavano dicendo: «Non sappiamo cosa sia successo,ha creato uno scudo poi il pelo è diventato bianco. Non sapevamo cosa fare.» Le altre voci gli diedero ragione. Zaffira ebbe un'intuizione:i suoi genitori lavoravano con i Quattro. Lo disse a Ivan che le disse che era meglio se si allontanava. Lo obbligò a seguirla capendo al volo che voleva vendicarla. Tornarono da Pietro e lei si sdraiò sul divano. Lui le si sedette vicino e le accarezzò i capelli. Zaffira si mise a piangere. Si sedette e lui la abbracciò. La consolò come solo lui avrebbe potuto fare in quel momento. Pietro li raggiunse e chiese cosa fosse successo ma Ivan gli fece segno di rimandare. Si sedette anche lui con loro. Poi si alzò e tornò dopo alcuni minuti con della cioccolata calda in due tazze. Le dispiaceva aver rovinato loro la giornata per via di una sciocca intuizione. Quando si calmò spiegarono la situazione a Pietro che disse: «Credo di aver capito cosa sia successo. I tuoi erano in combutta con i Quattro per questo sapevano del vicolo. Volevano che fossi tu a confessare per fare in modo di ottenere il risultato. Che fossi tu a consegnarti a loro.» Riprese a piangere,non poteva sentire altre brutte notizie così si mise le mani sulle orecchie. Ivan le tolse le mani e le disse all'orecchio: «Vieni,voglio farti vedere un posto che ho scoperto da poco.» La prese per mano e la condusse alla porta. La accompagnò fuori. Camminarono a lungo e infine arrivarono su una specie di promontorio dal quale si vedeva tutta la città. Ivan fece sedere Zaffira su un masso. «Bello vero?»
«Certo!» Lo disse con stupore«È la cosa più bella che abbia mai visto,e si sente tutto. La sirena di un'ambulanza,sento tutti i rumori e vedo tutte le luci.» Zaffira sospirò,era bellissimo. Poi cadde il silenzio. Ivan le si sedette vicino e la strinse a sé. Restarono così per un po' di tempo poi si alzarono. Tornarono a casa,perché ormai quella era anche casa di Zaffira. Decise che il giorno dopo sarebbe andata a scuola,poi si ricordò che non poteva. Vennero presto le vacanze di Natale. Zaffira adorava stare seduta sul divano con Pietro e Ivan a guardare la TV. Si divertiva molto a parlare e a cantare con loro. A passare il tempo con loro in generale. Arrivò la Vigilia. Era circa mezzogiorno quando sentirono il rumore delle sirene fuori di casa. Ci fu uno scatto da parte di tutti. Non poterono fare nulla perché la polizia irruppe con violenza e sfondando la porta. Si avvicinarono a Zaffira. che capì esattamente cosa fosse successo. I "suoi" avevano denunciato la scomparsa e poi avevano detto che passava molto tempo da Pietro. Loro avevano sospettato la sua presenza lì e poi avevano fatto irruzione. Il loro problema fu che la confrontarono con una foto dove il suo zaffiro era ancora viola. Un dottore le si avvicinò. Analizzò occhi e capelli e disse che erano naturali per cui non era Zaffira. Se ne andarono e rimontarono la porta. Tutti assieme decretarono l'accorciamento dei suoi capelli. Era un'ottima soluzione. L'avrebbe resa irriconoscibile. Le li tagliò Pietro. Li accorciò molto,davanti a fine collo e dietro appena sotto la testa. Era irriconoscibile. Appena la vide Ivan rimase a bocca aperta e disse: «Mi scusi ha visto una ragazzina che sarebbe dovuta uscire da qui perché...» Interruppe la frase. «Stai benissimo.» Zaffira arrossì violentemente. Le piaceva il fatto che pensasse che stava bene. Decisero di fare una passeggiata al parco. Una volta arrivati si sedettero su una panchina. Dopo poco che erano seduti Pietro li raggiunse. Sembrava felice di averli trovati così gli chiesero perché e lui rispose che era una storia lunga. Dopo un po' che insistevano disse: «Allora,quando vi ho detto che avreste dovuto passare tutto il giorno assieme avete fatto cadere il mondo e ora che non è più necessario non fate altro che chiacchierare da buoni amici. Cosa dite?» Era vero. Aveva toccato un tasto dolonte. Li lasciò a riflettere. Ora Zaffira non sapeva più cosa pensare perché era vero. Le venne in mente quello che aveva detto Ivan per scherzare e che a lei sarebbe piaciuto fare davvero. Alla fine se ne andarono in totale silenzio,un silenzio carico di domande senza risposta. Arrivarono a casa senza scambiarsi parole. Zaffira pensò alla prima volta che era andata al parco con Ivan,era stato molto divertente. Quella ragazza era una pazza. A casa trovarono una sorpresa che li costrinse a smettere di riflettere. La casa era in fiamme. I pompieri erano accorsi e in giro c'era una gran folla di curiosi. La neve nera bruciava negli occhi mista alle lacrime di paura. Si avvicinarono a un pompiere e chiesero se c'erano feriti o morti. Rispose che non sapeva ma sembrava che nella casa ci fosse qualcuno. Ivan la guardò e lei capì cosa volesse che facesse e...lo fece. Si allontanò e si trasformò in leopardo. Come se non ci fosse nessuno entrò nella casa. Cercò a lungo ma non trovò altro che cenere. Stava per uscire e comunicare a Ivan di non aver trovato nulla quando vide l'orologio che Pietro indossava sempre. Lo raccolse e si mise a cercare in giro. Passò alcuni minuti a cercare ma non trovò altro che cenere. Alla fine uscì. Aveva ancora l'orologio di Pietro in bocca. Si avvicinò a Ivan, ancora vicino ai pompieri e lasciò cadere l'orologio ai suoi piedi. Vide che lui si chinava e lo raccoglieva. Si sentì male come non mai. Corse via. In pochi minuti raggiunse il posto che le aveva mostrato Ivan. Riprese la sua forma umana e si accorse di avere i capelli imbrattati di cenere. Pianse e le lacrime che mi rigavano il volto erano nere. Passò molto prima che qualcuno la raggiungesse. Era Ivan. Zaffira era seduta sul masso che le aveva fatto da panchina anche la prima volta. Lui le si sedette vicino. Zaffira gli chiese se avessero trovato Pietro. Lui la guardò. «Non ho aspettato finissero le ricerche,se tu non lo hai trovato non lo troveranno di certo.» Le dispiaque,era tristissima. Ivan aveva riposto tutte le sue speranze in lei. Pensò alle cose che erano state bruciate dal fuoco,la TV,i divani e le poltrone,il pietra-scopritore... "Un attimo,non può essere bruciato tutto,di sicuro non è bruciata la punta in diamante." Lo disse a Ivan che le raccontò di aver effettivamente sentito dire che l'incendio era stato appiccato da qualcuno. Entrambi capirono chi era stato:i Quattro. Quella scoperta fece venire loro i brividi. Vedendo tremare Zaffira,Ivan,la strinse a se come la prima volta che erano stati lì. A un certo punto Zaffira disse: «Sai,ho pensato a lungo a quello che ci ha detto Pietro al parco.» Intuì che era lo stesso per lui. Restarono in silenzio a lungo. Nessuno si sentiva di toccare l'argomento. Zaffira cambiò discorso. «E ora cosa facciamo?» Non rispose. Come aveva potuto toccare due tasti sbagliati in una volta sola? Alla fine Ivan si riprese e disse che sarebbe stato bello attuare il piano di Pietro. Zaffira si ricordava che Pietro aveva parlato di andare dalla zia di Ivan. Fu d'accordo. Ivan propose subito il problema dell'arrivarci. Zaffira ebbe un'idea e disse: «Partiamo subito. Io mi trasformo in Leopardo Zaffiro e tu sali in groppa,poi andiamo.» Non sembrava convinto,ma non Zaffira non seppe se della sua resistenza o se per il pericolo di essere scoperti. 
Lei si trasformò e cominciò a correre mentre lui stava ancora salendo. Ivan la guardò storto e si aggrappò con troppa forza al pelo dalla ragazza. Lei ringhiò e lui allentò la presa. Ci vollero ben sette ore per arrivare a casa di sua zia. Zaffira era forte,ma quella era la prima volta che correva,e restava trasformata,così a lungo. La casa non le piacque. Emanava un'aura misteriosa. C'era puzza di zolfo,ma non erano in prossimità di vulcani o gayser. Il cervello di Zaffira corrva nel tentare di intuire la fonte dell'odore. Ivan intanto bussava alla porta. Aprì una signora sulla cinquantina,con degli occhiali tondi sul naso e l'aria arcigna. Per fortuna Zaffira era ancora un leopardo e il suo pelo bianco si confondeva,facendola sembrare un semplice leopardo troppo cresciuto. Dopo poco che la donna si era messa sulla soglia arrivò un uomo con in mano un fucile. Lo puntò verso Zaffira che in risposta battè una zampa a terra e si alzò uno scudo di zaffiro bianco. Si preparò all'impatto del proiettile che non arrivò. Ivan le si avvicinò e le sussurrò: «Zaf,credo che tu abbia sbagliato strada.» Appena Ivan finì la frase la donna disse: «Ivan da quanto tempo,sembra passata un'eternità!»

Zaffiro: Per lungo tempo associato alla pace e alla felicità, si credeva aiutasse nella comunicazione, nella introspezione, nell`intuizione, nell`ispirazione e nelle preghiere. Gli antichi gli attribuivano poteri secondo i quali lo Zaffiro li aiutava nella predizione del futuro. (Dal saggio di George Frederick Kunz)

Mio mini angolo
Questo è il mio primo angolo,lo uso solo per dirvi questo. Tengo molto alla storia,mi piacerebbe avere un parere,anche negativo o con un messaggio privato. Non so se metterò altri angoli,al prossimo capitolo. 
  
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