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Autore: earlgreytea68    17/03/2014    8 recensioni
Mentre è morto, Sherlock scrive a John delle lettere.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Letters [ traduzione di _opheliac ]'
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Note autore:

Storia by earlgreytea68, originariamente postata su Archive Of Our Own, al link: http://archiveofourown.org/works/570058

Traduzione a cura di:  _opheliac.

Beta: PapySanzo89, che ringrazio moltissimo!

 

 

Letters: The Writing Of

 

John –

Ci sono cose che devo dirti, ma tu non sei qui per sentirle, e non posso mettermi in contatto con te perché dovrei essere morto. È tremendamente noioso, quest’affare dell’essere morto.

Comunque: l’esperimento nel congelatore dovrebbe essere girato ogni 14 ore di venti gradi in senso antiorario.

Non posso credere di aver dimenticato di dirtelo.

--SH

****

John –

Sono così dannatamente stanco di parlare in dannato Francese. Sentivo come se avessi dovuto scrivere almeno qualche parola in Inglese per ricordare a me stesso che posso ancora farlo.

--SH

****

John –

Spero non ci sia stato un processo per tutta quella storia di quando hai attaccato il Commissario? Non ho visto nulla al riguardo sui giornali o su Internet,  ma possono essere inaffidabili.

Spero non ne sia derivata una seccatura.

--SH

****

John –

Mi sono intrufolato nel sito della Met. Non posso credere che SD lavori ancora per loro. Sono tutti degli idioti.

--SH

****

John –

Puoi passarmi una penna?

--SH

Per favore. Mi dimentico sempre il per favore, non è vero?

****

John –

Stamattina sono passato davanti ad una scimmia addestrata, che faceva giochetti in strada per racimolare denaro. Beh, il proprietario stava racimolando soldi, ovviamente, il che sembra alquanto ingiusto ma suppongo che la scimmia non faccia molto uso di denaro. Ho pensato che ti sarebbe potuto piacere e che ci avresti fatto fermare per guardarlo. Così mi sono fermato e l’ho guardato per te. Era abbastanza noioso, di sicuro non così interessante come il circo a cui siamo andati. È poi finita in rissa, ma non è stato, in nessun modo o forma, colpa mia.

--SH

****

John –

Il costo di due pinte di latte ad Instanbul è di 74 penny ( convertito dalla lira Turca )

--SH

****

John –

È per questo che usavi il blog, non è vero? Per far uscire i pensieri dalla tua mente? Non mi aveva mai infastidito, prima che ci fossi tu, l’avere pensieri nella mia testa. È lì che i pensieri appartengono. Ma adesso mi sono abituato a condividerli con te e sembra che non riescano più a starci.

Ma se è per quello che scrivevi il blog – non importa, non lo capisco. Non hai mai avuto bisogno di scrivere tutti i tuoi pensieri e metterli su Internet così che degli estranei potessero leggerli. Avresti semplicemente potuto condividerli con me. Avrei ascoltato qualsiasi cosa tu avessi avuto da dire. Tutto ciò tu avessi avuto da dire. Non posso credere tu non lo sapessi. Lo sapevi?

--S

****

John –

Se tu avessi voluto prendere un cane, avresti potuto farlo. Ti avrebbe fatto bene.

--S

****

John –

Non riesco a dormire.

Anagrammi di John Hamish Watson:

 

Maths Ninja Whoosh

Hashish Jam Wonton

Hath Snowman Joins

Astonish Wham John

 

È barare se uso John nell’anagramma?

 

John Hamish Watson

John Hamish Watson

John    

****

John –

Sono disperato per una buona tazza di tè. Nessuno qui è in grado di fare il tè. In realtà, tu eri l’unica persona che conoscevo che sapesse fare veramente una buona tazza di tè. Chi immaginava che mi sarebbe mancato così tanto il tuo tè? John, vieni qui immediatamente, ho bisogno di una tazza di tè.

--S

****

John –

Come non detto, vieni qui immediatamente, ho bisogno di te.

--S

****

John –

Lascia perdere la scorsa lettera. È stata una lunga giornata.

Ma che sto dicendo? Non è che vedrai mai queste lettere, in ogni caso. Non è che posso spedirtele. Dovrei distruggerle tutte quante e smetterla di scriverti. È completamente folle.

--S

****

John –

È possibile che stia diventando matto.

--S

****

John –

Ho visitato il tuo blog. Non ne hai fatto più nulla. Non ti è permesso. Come posso essere in grado di tenermi aggiornato sulle sciocchezze che accadono nella tua vita senza il tuo blog? Cos’è quell’ultimo post? Potrei strangolarti per questo. Smetti di fare qualsiasi cosa tu stia facendo al momento, e vai a scrivermi un post.

--S

****

John –

Mi sembra ancora di stare impazzendo.

--S

****

John –

Oggi  ero fermo ad un ingresso, osservando l’edificio dall’altro lato della strada e fumando. ( Vedi, ormai non censuro neanche le parole, è da qui che puoi capire che non vedrai mai queste lettere. ) Mentre ero fermo lì, ho notato con la coda dell’occhio un uomo con un maglione a strisce che attraversava la strada. L’uomo era più alto di te di circa cinque centimetri e mezzo, ma i suoi capelli erano dello stesso colore dei tuoi, quel colore che non è proprio biondo e non è proprio castano, ed erano tagliati molto corti, nel modo in cui li portavi tu quando ci siamo incontrati e l’esercito ti era ancora attaccato addosso, in ogni movimento che facevi, finché un giorno non c’era più e tu sorridevi di più e ridevi e non ti comportavi come se potessimo essere sotto attacco o uccisi ad ogni momento. Mi sento malissimo adesso al pensiero di averti convinto che eravamo salvi quando non lo eravamo. Avrei voluto seguire quell’uomo con il maglione a strisce che non era te e dirgli scusami, scusami, scusami, non lo sapevo. Se lo avessi saputo, non avrei mai lasciato che ti rilassassi al riguardo.

--S

****

John –

Non riesco a dormire.

--S

****

John –

Sono andato a vedere il nuovo film di James Bond, perché ho pensato che tu avresti voluto che lo facessi. È spazzatura.  Ti scriverei tutte le mie motivazioni ma sono molto stanco al momento e il mio braccio fa troppo male e penso andrò a prendere degli antidolorifici praticamente inefficaci e a crollare a letto sperando di dormire, quindi ti lascerò soltanto con questo: ti ho pensato, in ogni scena.

--S

****

Caro John,

mi trovo in Afghanistan. Non sapevo che sarei venuto qui. Non avrei voluto venirci, ma non sapevo e non volevo nessuna delle cose che sono accadute da quando mi sono buttato dal tetto. In realtà, non sapevo e non intendevo neanche molte delle cose che sono accadute prima di quello.  E adesso sono in Afghanistan e io

Non ero mai stato qui prima. Lo sapevi? Non ne abbiamo mai parlato, quindi non mi hai mai detto nulla al riguardo, e ci sono un sacco di cose che posso dedurre ma niente mi aveva realmente preparato a questo. Il sole è spietato, e l’aria è sempre piena di polvere, e il rumore intorno a me è un’infinita battaglia a cui non riesco a dar senso. Cerco di pensare a te qui, tu, nei tuoi ridicoli maglioni, con le mani attorno una tazza di tè, bagnato dalla pioggia di Londra, e non riesco ad immaginarlo John. Non saresti mai potuto essere qui, non il mio John, un altro John, forse il John di qualcun altro, anche se provo a non pensare a certe cose, ma non il mio. C’è qualcosa in questo posto che mi rende così felice di averti lasciato a Londra, anche se nel modo in cui l’ho fatto. Sono così felice che sei   e non qui. Non mi importa di questo mentre sono qui e non riesco nemmeno a immaginare tu l’abbia fatto, e John, il mio John, ti avessi conosciuto allora, avessi saputo che eri intrappolato qui e infelice, sai che ti avrei salvato? Ti salverei da qualsiasi cosa, ed è possibile che tu non lo sappia, per quanto mi sembri incredibile. Mi avessi chiamato, in quel periodo prima che ci incontrassimo, e avessi sentito la tua voce da un posto lontano e isolato, e mi avessi detto “Sherlock, tu non mi conosci, ma lo farai, mi conoscerai più di qualsiasi altro nella tua vita, e meglio, quindi vieni a prendermi.” Sarei venuto. Senza pensarci.

E penso a proiettili, spari, ferite. Non posso evitarlo in questi giorni. Ci penserei lo stesso, ne sono circondato fin troppo. Ma ci penso e penso a te e guardo pezzi di deserto e mi chiedo se questa è stata la sabbia dove è caduto il tuo sangue, se questa sabbia l’ha avidamente inghiottito, il sangue di John Watson, e mi sento irrazionalmente furioso al pensiero. Voglio colpire tutta la sabbia di questo paese, voglio trasportarla via di qui e lasciare questa terra senza nulla, questo posto dove l’unica cosa che riesco a sentire è sangue e in qualche modo è tutto tuo.

Di notte, quando tutto è più calmo, quando posso respirare un po’ meglio, vado fuori e mi siedo a guardare il cielo. Non ha confini qui. È cosparso di stelle. Molte più di quelle che possiamo vedere a Londra. Lo so che ti stai accigliando e stai pensando che l’astronomia non è proprio il mio campo e non discuterò con te ma so com’è il cielo notturno, l’ho sempre saputo, e questo non è il mio cielo notturno. Ma ad un certo punto è stato il tuo. Questo è quello che osservavi quando non riuscivi a dormire. Mi chiedo se hai sempre avuto gli incubi, dalle battaglie, o se gli incubi non sono iniziati finché non ti hanno sparato. Mi chiedo se sei sveglio a Londra, se gli incubi adesso sono ritornati. Mi chiedo se ti siedi lì e guardi il mio stesso cielo e pensi a me anche se solo per il tempo di un battito.  

****

Caro John,

sono così esausto.

--S

****

Caro John,

non riesco a dormire.

--S

****

Caro John,

Ringraziamento in America. Ringrazio che tu sia sano e salvo a Londra. Odio tutto il resto.

--Sherlock

****

Caro John,

mi manchi. Mi manca il suono della tua voce. Mi manca il suono del tuo tartassarmi su cose che non importavano, che non erano mai importate realmente, ma desidererei ugualmente aver preso il latte quando me lo chiedevi. Ti porterò il latte ogni giorno, lo prometto. Non avevo realizzato quanto fossi affezionato al latte. È stato un errore in onestà, da parte mia.

--Sherlock

****

Caro John,

mi manchi mi manchi mi manchi mi manchi mi manchi

****

Caro John,

qui è tutto odioso e stupido e stupido e odioso e lo odio. Lo odio. Mi manca Londra. Mi manca il 221B. Mi manca il nostro divano. Mi manca la nostra carta da parati. Mi manca il mio teschio. Mi manca la signora Hudson. Mi manca Lestrade. Mi manca persino Anderson. Mi manca il modo in cui potevo dire quanto erano blu i tuoi occhi solo quando ti stavo accanto.  Mi manca il modo in cui mi sorridevi come se pensassi che ero gentile.  Mi manca il modo in cui ridevi come se pensassi che ero divertente. Mi manca il suono del tuo respiro.

--Sherlock

****

Caro John,

ho mangiato una mela oggi. Aveva 22 semi. Non sono sicuro se sia entro la media o inusuale. Devo prendere nota e darci un’occhiata.

--Sherlock

****

Caro John,

quando eravamo ammanettati insieme e mi hai tenuto la mano, è venuto fuori che mi è sembrato fosse molto bello. Non abbiamo avuto modo di parlarne, quindi non sono sicuro come tu ti sia sentito al riguardo. Sono terrorizzato da come tu ti sia sentito al riguardo.

--Sherlock

****

Caro John,

ancora nessun aggiornamento sul tuo blog. È meglio che tu sia ancora vivo. Sarei molto arrabbiato se tornassi e tu fossi morto e tutto questo fosse servito a nulla.

--Sherlock

****

Caro John,

NOIA. Ho così tanto da fare. Sono annoiato da non crederci. Vieni immediatamente.

--Sherlock

****

Caro John,

oggi ho contato quanti soldi avevo e ho calcolato quanta cocaina avrei potuto comprare nella città in cui mi trovo al momento. Dopo ho comprato un pacco di sigarette e ci ho fumato sopra, invece. Penso converresti che sia stata la scelta più saggia, quindi mi aspetto che mi perdonerai al riguardo.

--Sherlock

****

Caro John,

il vento è una variabile che non riesco a controllare. Devo iniziare a considerarlo maggiormente. Lo sai quante equazioni ci vogliono per sparare un buon colpo? Hai la più vaga idea di quanta matematica tu abbia messo in atto nella tua testa per uccidere il tassista? Non leggerai mai questa lettera, quindi posso dirlo: è possibile che tu sia più intelligente di me.

--Sherlock

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Caro John,

ancora esausto. Non riesco ancora a dormire.

--Sherlock

****

J –

Il fatto è che non ho mai pensato, non davvero, che non sarei tornato da te. Non mi è mai passato per la testa. Ho pensato che avrei vinto, ovviamente avrei vinto, e poi saremmo stati salvi e io sarei tornato a casa e tu saresti stato arrabbiato per alcuni minuti ma dopo avresti realizzato che avevo ragione, perché io ho sempre ragione e tutto si sarebbe sistemato. Non ho pensato

Potrebbe non

Mi sono sforzato al massimo per far finta di essere morto. Non ho mai voluto esserlo per davvero.  Penso che tutto questo sia, veramente, una stronzata. Ma forse avrei

Non capisco perché tu tenga un blog. Non capisco come tu fossi in grado di sederti e buttare giù le parole. Lo trovavi soddisfacente? Riuscivano a cogliere ciò che volevi dire? Quello che volevi dire a me? Il tuo stupido blog non è ancora stato aggiornato e ho un telefono anonimo tra le mani e vorrei solo chiamare il tuo numero e sentire la tua voce, solo un’ultima volta, ma sono seduto qui fumando l’ultima sigaretta che mi è rimasta e mi rendo conto che non sarebbe abbastanza. Ti dovrei chiedere se mi hai mai detto tutto ciò che volevi dirmi e non sarebbe abbastanza, tutte queste stupide parole che continuo a scriverti anche se so che non riuscirai a leggerle e non ho idea del perché io abbia perso tempo nello scrivere tutte queste parole inutili, o il perché io stia ancora perdendo tempo scrivendo stupide parole.

Ti amo

Ti amo

Ti amo

Ti ho amato dal primo momento in cui ti ho visto, dal primo momento. Non beffarti di me, non pensi che se ci fosse qualcuno che può davvero innamorarsi a prima vista, quello sarei io? Potrei dire così tanto di una persona al primo sguardo, più di qualsiasi altro, e  tu eri

E poi tu hai pensato che io ero incredibile, quando tu eri quello davvero incredibile, e ti ho amato e amato e amato e non te l’ho mai detto e sono stato così stupido e mi odio così tanto e mi dispiace così tanto così tanto così tanto

Ti amo.

TI AMO

Tuo,

Sherlock.

 

 

 

 

Note della traduttrice:

Finalmente riesco a postare anche questa, la prima parte di questa serie meravigliosa, da qualche settimana conclusa su Ao3. Angst a palate, ma quanto amore.

Se a qualcuno è venuto il dubbio no, non sono impazzita e no, non mi sono persa la grammatica per strada. Molti pezzi sono volutamente sregolati e senza punteggiatura, esattamente come nell’originale, per far percepire ancora di più lo stato d’animo di Sherlock.  Per quanto possa essere un po’ confusionaria la lettura, vale decisamente la pena lasciare l’alone di angoscia crescente per poterne godere appieno.

Cercherò di aggiornare una volta a settimana, ma ho anche un’altra traduzione in corso sempre sul fandom di Sherlock e devo trovare il modo di gestirmi adeguatamente. Ma dovrei farcela senza problemi, almeno secondo i miei piani.

Grazie per aver letto fino a qui, fatemi sapere cosa ne pensate, riferirò all’autrice!

_opheliac

 

   
 
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