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Autore: R e d_V a m p i r e     17/03/2014    6 recensioni
''...il mare è splendido qui, mi chiedo perché non ci siamo mai venuti prima. Dovreste farci un salto anche voi, sul serio. Se il Paradiso non è così, per l'Angelo, poco ci deve mancare. Sta andando tutto bene, tralascinado il fatto che Magnus abbia deciso di andare in giro con un gonnellino di paglia, dimenticandosi che non siamo alle Haw-''
«Oh, andiamo pasticcino! Hai deciso di voler rimanere seduto lì per tutta la vacanza?»
[15° - Malec ; End]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho il culto delle gioie semplici.
Esse sono l'ultimo rifugio di uno spirito complesso.
Oscar Wilde



Life cannot be written, life can only be lived.






''...il mare è splendido qui, mi chiedo perché non ci siamo mai venuti prima. Dovreste farci un salto anche voi, sul serio. Se il Paradiso non è così, per l'Angelo, poco ci deve mancare. Sta andando tutto bene, tralascinado il fatto che Magnus abbia deciso di andare in giro con un gonnellino di paglia, dimenticandosi che non siamo alle Haw-''
«Oh, andiamo pasticcino! Hai deciso di voler rimanere seduto lì per tutta la vacanza?»
Alec sobbalzò, colto in flagrante, e per poco non tirò una linea sbilenca sulla cartolina che stava compilando, rovinando il lavoro di più di mezz'ora.
Con quel caldo era davvero difficile trovare qualcosa di intelligente da scrivere, o avere anche solo la voglia per farlo, effettivamente.
Soprattutto avendo quella meraviglia di mare a nemmeno mezzo metro di distanza.
Ad essere del tutto sinceri, quando erano arrivati non era stato del tutto convinto dal bungalow costruito sopra l'acqua. Gli ricordava una palafitta, e non sembrava nemmeno così stabile, con quel tetto di paglia poi.
Ogni suo dubbio si era dissipato appena messo piede all'interno; era tutto stupendo, incredibile. Arredato con buon gusto, si era innamorato del tavolino di vetro che mostrava uno scorcio del panorama sotto l'abitazione e che poteva persino essere scostato. Per dare da mangiare ai pesci, supponeva, anche se non l'aveva mai provato.
E poi c'era la camera da letto, grandissima, che dava su una veranda altrettanto ampia su cui si trovava una jacuzzi con vista sulla zona migliore dell'isola. Non capiva cosa se ne sarebbero dovuti fare di una piscina, avendo a disposizione il mare, ma non si lamentava. Soprattutto perché aveva deciso di impadronirsi dell'amaca sospesa, il posto a parer suo più rilassante di tutta l'abitazione.
Anche se, la prima volta che l'aveva provata, per fargli dispetto Magnus lo aveva fatto capovolgere e finire in acqua completamente vestito.
«No, ma stavo scrivendo una cartolina, se non l'avessi notato» borbottò, sventolando fra pollice ed indice il pezzo di carta che aveva, sul davanti, una veduta delle spiagge da mozzare il fiato. Certo non come avrebbe fatto il vederlo di persona, ma si ci poteva accontentare.
Lo stregone si tirò su gli occhiali da sole, fra i capelli sale e pepe. Erano umidi, e le striature grige si notavano di più di quando erano asciutti. Ma il marito diceva sempre che gli davano un'aria affascinante, così aveva rinunciato a tingerli.
«Siamo sulla Perla del Pacifico e tu scrivi una cartolina. Mi chiedo se cambierai mai.»
Sospirò, con un sorriso.
Il Cacciatore non potè fare a meno di ricambiarlo, notando le piccole rughe d'espressione che si formavano sempre ai lati di quegli occhi da gatto, quando lo faceva. Era una cosa che adorava di lui.
Lasciò perdere la missiva, spostando la penna e il foglio di lato, per far scorrere lo sguardo oltre le spalle del figlio di Lilith, sulla veduta che riusciva a lasciarlo incantato ogni volta, da che erano arrivati.
Il sole stava morendo fra le acque cristalline, lasciando il cielo nell'indecisione del giorno e della sera; non del tutto tinto di blu, ma con qualche sfumatura aranciata e rosata e la luna a far timido capolino in lontananza.
Sbuffò, allargandosi la camicia hawaiana - regalo del suo incorreggibile sposo -, perché nonostante non fossero più in pieno giorno continuava ad esserci troppo caldo per i suoi gusti.
«Suppongo che, se non l'ho fatto in tutti questi anni, non inizierò a farlo adesso» commentò, tranquillamente.
Il Nascosto sorrise un po' di più, decidendosi ad avvicinarsi. Aveva intravisto oltre la stoffa leggera della camicia, al gesto dell'altro, la runa che decorava il suo petto, proprio sopra il suo cuore.
Alec lo osservò, perplesso, spostarsi alle sue spalle e chinarsi ad abbracciarlo, appoggiando la guancia ispida di una leggera barbetta contro la sua. Adesso sembravano avere un incarnato simile, malgrado si notasse che il suo fosse dovuto all'abbronzatura e quello del marito alla genetica.
Sentì le guance arrossarsi leggermente, poi, anche dopo tutto quel tempo, quando percepì il tocco delicato delle dita di Magnus sul suo petto, a ripercorrere con gentilezza il segno scuro sulla sua pelle.
Anche se da quell'angolazione non riusciva a vederlo, anche perché coperto da una maglietta con un tripudio di fiori colorati e tavole da surf, sapeva perfettamente che sul petto del compagno ce ne fosse uno del tutto identico.
«Strabiliante, la magia, non trovi? E' ancora lo stesso di quel giorno.»
Mormorò, contro il suo collo.
Il Lightwood rabbrividì leggermente, anche se non era più un ragazzino da un pezzo. «Già...» sospirò, prima di voltarsi e premere una mano sulla guancia dello stregone, per portarselo più vicino e baciarlo. Aveva le labbra salate.
Desiderò baciarlo ancora, ancora e ancora, fino a quando non avrebbero riottenuto lo stesso sapore dolce di sempre.
Fu  la mancanza d'aria ad impedirglielo, così dovette scostarsi appena, sfiorando con la punta delle dita il profilo del viso del marito.
«Stai diventando vecchio, Magnus»
Sussurrò, emozionato. C'era dolcezza, nelle sue parole, oltre che una velata presa in giro. Ma gli occhi azzurri, dietro i capelli non più perfettamente scuri come un tempo, erano ancora brillanti come quando aveva diciotto anni.
Magnus sapeva che era una cosa che non sarebbe mai cambiata in lui. E gli dava sicurezza, quando si ritrovava a rendersi conto del tempo che scorreva.
E che non si sarebbe più arrestato.
«Anche tu, Alexander... ma sei sempre il ragazzo più bello che abbia mai conosciuto, lo sai?»
Il Nephilim sorrise, socchiudendo gli occhi, pronto a tornare a baciarlo.
Ma fu interrotto dalla vibrazione del cellulare, che lo convinse ad allontanarsi dalle labbra del figlio di Lilith per allungarsi sul tavolino a recuperarlo, ridacchiando per l'espressione imbronciata che era apparsa sul viso del Nascosto. Non per questo, però, Magnus lo aveva lasciato andare. Anzi, aveva appoggiato il mento su una sua spalla, guardando curioso verso il telefonino in attesa che il marito rispondesse. Diventavano sempre più tecnologici, quegli aggeggi.
Ma il bronciò sparì, ritrovandosi ben presto a stringere più forte il suo compagno di vita, ricambiando il suo sorriso sereno, mentre venivano assordati da un vociare conosciuto. Che rappresentava tutta la loro vita, e il loro futuro.

«Ehm... non vorrei disturbarvi, non ricordo com'è il fuso orario l- Amatis, sta zitta un secondo! No, Will, non te li passo, aspetta il tuo turno. Per Raziel, Alex, sono i miei genitori mica i tuoi! Ops, scusate. Beh, sì... ecco. Buon venticinquesimo anniversario di matrimonio, papà!»



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»Angolino di Red«


Non ci posso credere. Ho finito. Non mi sembra ancora vero *cerca fazzoletti*
Iniziamo col fare un paio di precisazioni sul ''vociare assordante'' finale. Amatis l'avete conosciuta nel precedente capitolo, è figlia di Jocelyn e Luke. Will è il figlio di Tessa e Jem. Alex, diminutivo di Alexander sì, è il figlio di Jace e Clary. Mentre chi parla al telefono... è Max. Mi sembra superfluo dire di chi sia figlio (oltre che sia ovviamente adottato).  
Mentre il posto dove si trovano i nostri cari, se non l'avete compreso, è la splendida Bora Bora.
Ok, ora ho finito con le precisazioni e passo ai ringraziamenti.
Ringrazio chiunque abbia letto, sbirciato e seguito questa raccolta. Ringrazio i tredici che l'hanno messa fra le preferite, i cinque delle ricordate e i ventinove delle seguite.
Ringrazio soprattutto le mie stalker ufficiali, Class of 13 e unicorn_inthemind, che con le loro recensioni mi hanno resa davvero felice e mi hanno fatta anche un po' emozionare, lo ammetto.
Ma ringrazio anche tutti gli altri che hanno dato il loro parere, che si sono fatti sentire e hanno lasciato un po' di sé per ogni capitolo.
Io ho amato scrivere e quindi non ho un capitolo preferito. Ma ammetto che a quest'ultimo ci sono particolarmente affezionata, malgrado non sia forse, probabilmente, quasi certamente il migliore nel mezzo.
Menzione speciale al grande Oscar Wilde, ovviamente, che mi ha accompagnato in questo breve percorso con le sue citazioni e mi ha fatto dannare per trovarne che stessero bene fra loro e per decidere quale prendere e quale scartare senza sentirmi troppo in colpa.
Bon, non ho altro da dire o le note finiranno per superare il capitolo.
Un bacio a tutti quanti, e alla prossima.
E ricordate, fan del Malec.
Non ci resta che fare quello che fanno tutti. Sperare.
Red 
   
 
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