Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: Elly Chan    01/07/2008    2 recensioni
Ecco la mia seconda storia! Voi avete già pensato alle vacanze? NO?! Allora fate in fretta, altrimenti rischiate di finire come Clara, con un fratello buffone, un'amica casinista e una mamma iper-organizzata, cosa ci sarà mai di bello in questa vacanza?! E riuscirà il misterioso biondino francese a rendere la sua vacanza un po' meno disastrosa?
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
vacanza

- Vale, ti prego!! – mi inginocchio davanti alla Vale con le mani giunte.

- O Cla,… - dice lei sconsolata.

- Senza di te, io… non so cosa fare!! – sfoggio i miei occhi sberluccicosi.

- Oh… mpf – sbuffa la Vale rassegnata – e va bene…

- Grazie, grazie!!

Io mi butto letteralmente ai suoi piedi e mi inchino. La Vale rotea gli occhi al cielo con le mani conserte.

Questo miserabile e alquanto patetico spettacolo si sta consumando nella mia mansarda, sotto gli occhi che ormai non si stupiscono più di nulla di mio fratello.

Ebbene sì, è finalmente vacanza.

Ringraziando il cielo a scuola non ci hanno voluto dare molti compiti, così che possiamo realmente rilassarci. Come no.

Salve a tutti, sono Clara, anni 15, assolutamente nessun progetto per le vacanze.

Io, di solito molto organizzata per fattore genetico (mia madre è una menager), non so dove andare.

Così adesso sto pregando la Vale di venire con me un una di quelle vacanze organizzate in giro per l’Europa finanziate dalla società di mia madre.

Perché io da sola non ci vado. Non è nel mio stile andare da sola lontano da casa.

E, siccome i genitori della Vale e miei si conoscono da quando siamo alle medie, di sicuro una vacanza insieme non ce la negheranno. Anche perché io ho assolutamente la testa sulle spalle, mentre Valentina salta da una festa all’altra. E da un guaio all’altro, ai quali, tra parentesi, devo sempre rimediare io.

- Ok, adesso chiamo i miei per chiederglielo.

Vale tira fuori dalla tasca il cellulare e con una velocità impressionante che non riuscirei mai a eguagliare digita un numero e si porta il telefono all’orecchio.

Parla due minuti al massimo, il tempo di ottenere il permesso e di salutare.

Chiude il cell e mi guarda trionfante.

- Posso venire. – commenta secca e felice allo stesso tempo.

Ci afferriamo le mani e iniziamo a saltellare qua e là per la stanza.

- Chiedo scusa per l’interruzione, ma non dovresti avvertire mamma di metterla nella lista dei partecipanti?

La creatura che ha osservato questo particolare non è altro che mio fratello, essere inutile quanto indispensabile. Io lo scruto per due secondi con aria indifferente, poi afferro agilmente il Motorola rosa e cerco il numero di mami nella rubrica. Lo trovo e digito il tasto di chiamata.

“Pronto, tesoro?” risponde la voce di mamma con un tono leggermente stupito. In effetti, non si è mai visto che sia io a chiamare lei.

- Mami – iniziò con l’affettuoso nomignolo, per addolcirla un po’ – può venire anche Valentina in vacanza con me in quei viaggi organizzati che fate sempre voi?

“Certo tesoro!” mi risponde felice la mia genitrice. E’ contenta che vada in posti nuovi con qualcuno, mi definisce un’ “anti sociale”.

“Ah, oggi potresti venire in ufficio con Valentina? Mi dovrebbe dare alcuni dati”

- Sì, così già che ci siamo ti aiutiamo, forse.

“Grazie mille, tesoro! Ci vediamo oggi!”

- Ciao ma’…

Chiusi la chiamata.

- Adesso che ci penso, hanno bisogno anche di ragazzi più grandi che tengano a bada i ragazzini, no? Che ne dici de venissi anch’io, sorellina?

Mio fratello, che tra parentesi si chiama Stefano, mi afferra la testa tra le braccia e mi scompiglia i capelli, facendomi mettere su il broncio.

- Su, ci divertiremo! Allora è deciso, vengo anch’io!

Si punta il dito addosso, trionfante e sorridendo spavaldo.

Sospiro un po’. In effetti è l’unico che mi fa divertire. Potrebbe essere bello.

- Ordiniamoci una pizza. Ho fame – e loro sanno che quando ho fame, sono ancora più irritabile di quando mi sveglio presto.

Ci facciamo portare da un fattorino due margherite giganti, e in mezz’ora le abbiamo finite tutte.

Mentre digerisco, è meglio che vi presenti questi due scalmanati.

Una è la mia migliore amica dalle medie, Valentina, figlia di un’impiegata nello stesso ufficio di mamma. Capelli neri lunghi e occhi scuri. Pelle più scura del solito per la sua abitudine di gironzolare in strada nelle ore più calde. E’ un po’ più bassa di me, ma attira tutti i ragazzi che incontra. E’ molto estroversa e casinista, ma è anche una buona amica. E’ fissata con l’aspetto esteriore, e appena può mi fa una revisione completa dell’immagine.

Stefano ha 17 anni, va nel nostro stesso liceo, è popolare, intelligente, simpatico, dolce e bello. Ha i capelli scuri e due occhi castano-verdi. E’ l’altro mio migliore amico, e insieme a Vale fanno proprio una bella coppia di dementi. Nel senso buono, però. E’ iper-protettivo con me, ed è, oltre a Vale, la persona a cui voglio più bene in assoluto.

Io? Io sono Clara, quella intelligente, matura, solitaria e pigra. Sono alta per la mia età, non troppo magra e ho i capelli castani e gli occhi verde scuro, avete presente il muschio? Ecco, i miei occhi sono così. Non mi lamento, e poi i ragazzi non mi interessano più di tanto. Non voglio certo diventare come Valentina, che sbava dietro ad ogni ragazzo che vede…

Passò un po’ di tempo e la pizza arrivò. Me ne mangiai tre quarti scolandomi insieme una lattina e mezza di Coca.

Riordinammo il gran casino che avevamo fatto nel mentre e io e Vale ci chiudemmo in bagno per sistemarci.

Mentre lei si rifaceva il trucco, io mi pettinavo i capelli.

-   Vengo solo a una condizione – dice ad un tratto la Vale. Io la guardo allarmata.

-   Devi rinnovarti! Tutto: trucco, capelli, vestiti… sarò la tua stylist per le vacanze!! – esclama la Vale eccitata. Lei dice sempre che sono un’ottima base per il trucco e tutto: capelli modellabili, sto bene con tutto quello che mi si mette addosso, sono abbastanza alta da permettermi le scarpe senza tacco e quelle altissime… insomma, a sentire lei sono una modella perfetta. Inutile dire che tutte queste attenzioni mi sfiancano, anche perché spesso preferirei stramene in casa a leggere un libro piuttosto che prosciugare le mie finanze…

- Ok, ok… potrai fare di me tutto quello che vorrai… ma adesso andiamo, per favore… - mi sono arresa. Con la Vale potrebbe dire affrontar l’inferno per una come me.

Usciamo di casa e prendiamo l’autobus, che per fortuna arriva subito, sennò Vale avrebbe incominciato a dare un giudizio su tutti i ragazzi che passavano.

Saliamo sul bus e, siccome l’ I-pod è scarico, le sue chiacchiere me le devo subire comunque.

Arriviamo in centro, dove lavora mamma, e citofoniamo al suo ufficio. Ci conoscono bene praticamente tutti quelli che ci lavorano, perciò non abbiamo problemi a farci aprire. L’ ufficio dove lavorano gli impiegati e uno spazio aperto grande con le pareti bianche, molto luminoso. C’è sempre molto movimento e rumore per via i tutti i telefoni che squillano.

Attraversiamo la stanza salutando qua e là degli amici di mamma, e arriviamo alla porta che da verso un piccolo ed elegante corridoio che si trova prima dell’ufficio di mamma.

La Vale aveva ingaggiato un’interessante conversazione sui negozi dove scontavano i vestiti, e io l’ascoltavo distrattamente.

Apro la porta grande e bianca con la testa girata verso Valentina, così che non vedo assolutamente contro chi vado a sbattere. E poi, ovviamente, rischio di cadere.

Quindi mi ritrovo a tirare la manica della maglia ad un ragazzo con la pelle bianca e i capelli biondo chiaro. Non sono razzista, è l’unica sua caratteristica che posso vedere prima di scivolare all’indietro.

Fortunatamente il tizio ha i riflessi pronti, e mi afferra il braccio prima che possa sbattere la testa per terra.

Mi tira su e ci guardiamo. Solo una parola. Figo.

Il mio salvatore ha i capelli biondo chiaro, due occhi di ghiaccio e un certo charme francese. La pelle è molto chiara, quasi diafana, ma questo non rovina certo la sua bellezza. E’ alto e il fisico non è niente, niente male.

- Ah… - boccheggio io, imbarazzata.

- Scusami, ho aperto la porta all’improvviso e non sapevo chi c’era dietro… come stai? – replica lui, più veloce. Mi sento sciogliere di fronte alla sua voce calma, decisa e cantilenante.

- Bene, grazie… grazie per avermi presa al volo… - riesco a dire io, leggermente rosa. E c’è da dire che io sono piuttosto pallida.

- Adesso devo andare… piacere di averti conosciuto! – mi dice con la voce da angelo. Anche con la faccia, sinceramente.

Io lo guardo che esce dalla porta incantata, biascicando un “ciao…”, mentre Vale, dietro di me, non si trattiene più dalle risate.

Mi giro e la guardo di sbieco, mentre finalmente si lascia andare ad una bella e grassa risata liberatoria.

-Ma cos’hai da ridere?! – le ringhio addosso.

- Niente,… è solo che… dovevi vederti!! – e scoppia di nuovo a ridere.

La guardo interrogativa.

- Avevi… un’espressione incantata, così…-  e la Vale si mette a fare l’imitazione di una scimmia che ha davanti dieci caschi di banane, con tanto di acquolina in bocca e sguardo sberluccicoso.

- Ero davvero così?! – domando sconvolta dal ribrezzo di quella visione.

- Eri anche peggio, credimi!

- Avrò fatto la figura della cretina… - commento con la solita positività che mi contraddistingue.

Ci avviamo verso lo studio di mamma mentre la Vale cerca di trattenere le risa e le lacrime.

Apriamo la porta e vediamo Anna, mia madre, anni 50, bella, capelli castani lunghi tirati su e occhi nocciola, attaccata a due telefoni. E’ evidente che è nel panico, a cercare di capire entrambi i suoi interlocutori. Ma mia madre, si sa, e specializzata nell’incasinare la vita a tutte le persone che le stanno intorno. Un po’ come Vale.

Ci vede e ci fa segno di sederci sulle due poltrone in pelle davanti a lei.

Finalmente mette giù i due telefoni con un sospiro e ci guarda.

- Anna, lei ha per caso visto un ragazzo biondo passare? – chiede senza perdere tempo Vale.

- Se è passato dal corridoio mi sembra ovvio… - rispondo io un po’ inacidita.

- Sì, l’ho visto… è passato di qui due secondi fa… è un ragazzo molto gentile, sapete… verrà con voi in viaggio! – risponde mamma.

Ma che bello! Il ragazzo con cui ho appena fatto la figura da idiota, verrà con noi in vacanza.

- Che occasione d’oro… - sussurra la Vale, malefica.

- Cosa? – chiede mamma distratta, mentre riordina altrettanto distrattamente alcuni fogli sulla scrivania.

- Niente, niente! – faccio io.

- Dicevo… che sarebbe bello se facessimo amicizia con lui! – riprende la Vale.

- Sì! Sarebbe interessante, non trovi, Clara? – chiede mia madre a me.

Chissà perché, ma queste due pazze sono convinte che io debba trovarmi un ragazzo. Ed ogni occasione è buona per organizzare qualcosa alle mie spalle.

E, chissà ancora perché, ho la stranissima sensazione che questa vacanza non me la scorderò abbastanza facilmente. E io non sbaglio mai.

 

 

Ok! Eccomi tornata, per la vostra gioia!

Questa mia seconda fan fiction mi è venuta in mente all’inizio delle vacanze, al ritorno da scuola quando fantasticavo su dove andare insieme alla mia amica.

E adesso, eccola trasferita su PC! Contenti, eh? Commentate per dirmi se vi piace, e mi scuso per gli errori di ortografia che, inevitabilmente, mi vengono fuori… ^^’’

Ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno aggiunto ai preferiti la mia ficcy precedente, “Pensieri”! Un bacione e al prossimo cappy!

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Elly Chan