-
Vale, ti prego!! – mi inginocchio davanti alla Vale con le
mani giunte.
-
O Cla,… - dice lei sconsolata.
-
Senza di te, io… non so cosa fare!! – sfoggio i
miei occhi sberluccicosi.
-
Oh… mpf – sbuffa la Vale rassegnata – e
va bene…
-
Grazie, grazie!!
Io
mi butto letteralmente ai suoi piedi e mi inchino.
Questo
miserabile e alquanto patetico spettacolo si sta consumando nella mia
mansarda,
sotto gli occhi che ormai non si stupiscono più di nulla di
mio fratello.
Ebbene
sì, è finalmente vacanza.
Ringraziando
il cielo a scuola non ci hanno voluto dare molti compiti,
così che possiamo
realmente rilassarci. Come no.
Salve
a tutti, sono Clara, anni 15, assolutamente nessun progetto per le
vacanze.
Io,
di solito molto organizzata per fattore genetico (mia madre
è una menager), non
so dove andare.
Così
adesso sto pregando la Vale di venire con me un una di quelle vacanze
organizzate in giro per l’Europa finanziate dalla
società di mia madre.
Perché
io da sola non ci vado. Non è nel mio stile andare da sola
lontano da casa.
E,
siccome i genitori della Vale e miei si conoscono da quando siamo alle
medie,
di sicuro una vacanza insieme non ce la negheranno. Anche
perché io ho
assolutamente la testa sulle spalle, mentre Valentina salta da una
festa
all’altra. E da un guaio all’altro, ai quali, tra
parentesi, devo sempre
rimediare io.
-
Ok, adesso chiamo i miei per chiederglielo.
Vale
tira fuori dalla tasca il cellulare e con una velocità
impressionante che non
riuscirei mai a eguagliare digita un numero e si porta il telefono
all’orecchio.
Parla
due minuti al massimo, il tempo di ottenere il permesso e di salutare.
Chiude
il cell e mi guarda trionfante.
-
Posso venire. – commenta secca e felice allo stesso tempo.
Ci
afferriamo le mani e iniziamo a saltellare qua e là per la
stanza.
-
Chiedo scusa per l’interruzione, ma non dovresti avvertire
mamma di metterla
nella lista dei partecipanti?
La
creatura che ha osservato questo particolare non è altro che
mio fratello, essere
inutile quanto indispensabile. Io lo scruto per due secondi con aria
indifferente, poi afferro agilmente il Motorola rosa e cerco il numero
di mami
nella rubrica. Lo trovo e digito il tasto di chiamata.
“Pronto,
tesoro?” risponde la voce di mamma con un tono leggermente
stupito. In effetti,
non si è mai visto che sia io a chiamare lei.
-
Mami – iniziò con l’affettuoso
nomignolo, per addolcirla un po’ – può
venire
anche Valentina in vacanza con me in quei viaggi organizzati che fate
sempre
voi?
“Certo
tesoro!” mi risponde felice la mia genitrice. E’
contenta che vada in posti
nuovi con qualcuno, mi definisce un’ “anti
sociale”.
“Ah,
oggi potresti venire in ufficio con Valentina? Mi dovrebbe dare alcuni
dati”
-
Sì, così già che ci siamo ti aiutiamo,
forse.
“Grazie
mille, tesoro! Ci vediamo oggi!”
-
Ciao ma’…
Chiusi
la chiamata.
-
Adesso che ci penso, hanno bisogno anche di ragazzi più
grandi che tengano a
bada i ragazzini, no? Che ne dici de venissi anch’io,
sorellina?
Mio
fratello, che tra parentesi si chiama Stefano, mi afferra la testa tra
le
braccia e mi scompiglia i capelli, facendomi mettere su il broncio.
-
Su, ci divertiremo! Allora è deciso, vengo
anch’io!
Si
punta il dito addosso, trionfante e sorridendo spavaldo.
Sospiro
un po’. In effetti è l’unico che mi fa
divertire. Potrebbe essere bello.
-
Ordiniamoci una pizza. Ho fame – e loro sanno che quando ho
fame, sono ancora
più irritabile di quando mi sveglio presto.
Ci
facciamo portare da un fattorino due margherite giganti, e in
mezz’ora le
abbiamo finite tutte.
Mentre
digerisco, è meglio che vi presenti questi due scalmanati.
Una
è la mia migliore amica dalle medie, Valentina, figlia di
un’impiegata nello
stesso ufficio di mamma. Capelli neri lunghi e occhi scuri. Pelle
più scura del
solito per la sua abitudine di gironzolare in strada nelle ore
più calde. E’ un
po’ più bassa di me, ma attira tutti i ragazzi che
incontra. E’ molto
estroversa e casinista, ma è anche una buona amica.
E’ fissata con l’aspetto
esteriore, e appena può mi fa una revisione completa
dell’immagine.
Stefano
ha 17 anni, va nel nostro stesso liceo, è popolare,
intelligente, simpatico,
dolce e bello. Ha i capelli scuri e due occhi castano-verdi.
E’ l’altro mio
migliore amico, e insieme a Vale fanno proprio una bella coppia di
dementi. Nel
senso buono, però. E’ iper-protettivo con me, ed
è, oltre a Vale, la persona a
cui voglio più bene in assoluto.
Io?
Io sono Clara, quella intelligente, matura, solitaria e pigra. Sono
alta per la
mia età, non troppo magra e ho i capelli castani e gli occhi
verde scuro, avete
presente il muschio? Ecco, i miei occhi sono così. Non mi
lamento, e poi i
ragazzi non mi interessano più di tanto. Non voglio certo
diventare come
Valentina, che sbava dietro ad ogni ragazzo che vede…
Passò
un po’ di tempo e la pizza arrivò. Me ne mangiai
tre quarti scolandomi insieme
una lattina e mezza di Coca.
Riordinammo
il gran casino che avevamo fatto nel mentre e io e Vale ci chiudemmo in
bagno
per sistemarci.
Mentre
lei si rifaceva il trucco, io mi pettinavo i capelli.
-
Vengo solo a una condizione – dice ad un
tratto
-
Devi
rinnovarti! Tutto:
trucco, capelli,
vestiti… sarò la tua stylist per le vacanze!!
– esclama la Vale eccitata. Lei
dice sempre che sono un’ottima base per il trucco e tutto:
capelli modellabili,
sto bene con tutto quello che mi si mette addosso, sono abbastanza alta
da
permettermi le scarpe senza tacco e quelle altissime…
insomma, a sentire lei
sono una modella perfetta. Inutile dire che tutte queste attenzioni mi
sfiancano,
anche perché spesso preferirei stramene in casa a leggere un
libro piuttosto
che prosciugare le mie finanze…
-
Ok, ok… potrai fare di me tutto quello che
vorrai… ma adesso andiamo, per
favore… - mi sono arresa. Con la Vale potrebbe dire
affrontar l’inferno per una
come me.
Usciamo
di casa e prendiamo l’autobus, che per fortuna arriva subito,
sennò Vale
avrebbe incominciato a dare un giudizio su tutti i ragazzi che
passavano.
Saliamo
sul bus e, siccome l’ I-pod è scarico, le sue
chiacchiere me le devo subire
comunque.
Arriviamo
in centro, dove lavora mamma, e citofoniamo al suo ufficio. Ci
conoscono bene
praticamente tutti quelli che ci lavorano, perciò non
abbiamo problemi a farci
aprire. L’ ufficio dove lavorano gli impiegati e uno spazio
aperto grande con
le pareti bianche, molto luminoso. C’è sempre
molto movimento e rumore per via
i tutti i telefoni che squillano.
Attraversiamo
la stanza salutando qua e là degli amici di mamma, e
arriviamo alla porta che
da verso un piccolo ed elegante corridoio che si trova prima
dell’ufficio di
mamma.
La
Vale aveva ingaggiato un’interessante conversazione sui
negozi dove scontavano
i vestiti, e io l’ascoltavo distrattamente.
Apro
la porta grande e bianca con la testa girata verso Valentina,
così che non vedo
assolutamente contro chi vado a sbattere. E poi, ovviamente, rischio di
cadere.
Quindi
mi ritrovo a tirare la manica della maglia ad un ragazzo con la pelle
bianca e
i capelli biondo chiaro. Non sono razzista, è
l’unica sua caratteristica che
posso vedere prima di scivolare all’indietro.
Fortunatamente
il tizio ha i riflessi pronti, e mi afferra il braccio prima che possa
sbattere
la testa per terra.
Mi
tira su e ci guardiamo. Solo una parola. Figo.
Il
mio salvatore ha i capelli biondo chiaro, due occhi di ghiaccio e un
certo
charme francese. La pelle è molto chiara, quasi diafana, ma
questo non rovina
certo la sua bellezza. E’ alto e il fisico non è
niente, niente male.
-
Ah… - boccheggio io, imbarazzata.
-
Scusami, ho aperto la porta all’improvviso e non sapevo chi
c’era dietro… come
stai? – replica lui, più veloce. Mi sento
sciogliere di fronte alla sua voce
calma, decisa e cantilenante.
-
Bene, grazie… grazie per avermi presa al volo… -
riesco a dire io, leggermente
rosa. E c’è da dire che io sono piuttosto pallida.
-
Adesso devo andare… piacere di averti conosciuto!
– mi dice con la voce da
angelo. Anche con la faccia, sinceramente.
Io
lo guardo che esce dalla porta incantata, biascicando un
“ciao…”, mentre Vale,
dietro di me, non si trattiene più dalle risate.
Mi
giro e la guardo di sbieco, mentre finalmente si lascia andare ad una
bella e
grassa risata liberatoria.
-Ma
cos’hai da ridere?! – le ringhio addosso.
-
Niente,… è solo che… dovevi vederti!!
– e scoppia di nuovo a ridere.
La
guardo interrogativa.
-
Avevi… un’espressione incantata,
così…-
e la Vale si mette a fare l’imitazione di una
scimmia che ha davanti
dieci caschi di banane, con tanto di acquolina in bocca e sguardo
sberluccicoso.
-
Ero davvero così?! – domando sconvolta dal
ribrezzo di quella visione.
-
Eri anche peggio, credimi!
-
Avrò fatto la figura della cretina… - commento
con la solita positività che mi
contraddistingue.
Ci
avviamo verso lo studio di mamma mentre la Vale cerca di trattenere le
risa e
le lacrime.
Apriamo
la porta e vediamo Anna, mia madre, anni 50, bella, capelli castani
lunghi
tirati su e occhi nocciola, attaccata a due telefoni. E’
evidente che è nel
panico, a cercare di capire entrambi i suoi interlocutori. Ma mia
madre, si sa,
e specializzata nell’incasinare la vita a tutte le persone
che le stanno
intorno. Un po’ come Vale.
Ci
vede e ci fa segno di sederci sulle due poltrone in pelle davanti a lei.
Finalmente
mette giù i due telefoni con un sospiro e ci guarda.
-
Anna, lei ha per caso visto un ragazzo biondo passare? –
chiede senza perdere
tempo Vale.
-
Se è passato dal corridoio mi sembra ovvio… -
rispondo io un po’ inacidita.
-
Sì, l’ho visto… è passato di
qui due secondi fa… è un ragazzo molto gentile,
sapete… verrà con voi in viaggio! –
risponde mamma.
Ma
che bello! Il ragazzo con cui ho appena fatto la figura da idiota,
verrà con
noi in vacanza.
-
Che occasione d’oro… - sussurra la Vale, malefica.
-
Cosa? – chiede mamma distratta, mentre riordina altrettanto
distrattamente
alcuni fogli sulla scrivania.
-
Niente, niente! – faccio io.
-
Dicevo… che sarebbe bello se facessimo amicizia con lui!
– riprende
-
Sì! Sarebbe interessante, non trovi, Clara? –
chiede mia madre a me.
Chissà
perché, ma queste due pazze sono convinte che io debba
trovarmi un ragazzo. Ed
ogni occasione è buona per organizzare qualcosa alle mie
spalle.
E,
chissà ancora perché, ho la stranissima
sensazione che questa vacanza non me la
scorderò abbastanza facilmente. E io non sbaglio mai.
Ok! Eccomi
tornata, per la vostra gioia!
Questa mia
seconda fan fiction mi è venuta in mente
all’inizio delle vacanze, al ritorno
da scuola quando fantasticavo su dove andare insieme alla mia amica.
E adesso,
eccola trasferita su PC! Contenti, eh? Commentate per dirmi se vi
piace, e mi
scuso per gli errori di ortografia che, inevitabilmente, mi vengono
fuori… ^^’’
Ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno aggiunto ai preferiti la mia ficcy precedente, “Pensieri”! Un bacione e al prossimo cappy!