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Autore: Katia R    18/03/2014    10 recensioni
Ci sono vite che si incrociano, vite che si vivono e vite che, inspiegabilmente, si dividono. Non si sa il perché. Un giorno ti alzi e la persona che percorreva i tuoi stessi passi non è più al tuo fianco e questo ti riduce a pezzi.
Ora loro sono davanti ad una strada nuova. Una strada parallela. Il destino, si sa, è sempre pronto a giocare con noi e con la nostre vite. Ma se due anime sono destinate a stare assieme, anche due linee parallele, grazie all'amore, si possono rincontrare di nuovo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stanathan Fanny&Kat - Ti tengo io - Cap 2


- Capitolo 2 -
Just us


-Oh, piantala. Ne hai tutto il diritto- disse Sandra -Sei sua moglie!- esclamò.
E la vodka che Tamala stava mandando giù, improvvisamente fu sputata sul tavolino e lei iniziò a tossire.
-M-moglie?- Tamala domandò incredula, scambiandosi un'occhiata scioccata con Juliana. Ma Stana la ignorò -Moglie!? Era solo una cosa improvvisata e senza senso... a quanto pare!- disse rivolgendo gli occhi nuovamente alla coppia, deviando lo sguardo quando Nathan si girò verso di loro.
-Per Nate aveva un senso...- disse Sandra.
-Hai detto bene... AVEVA- disse Stana sottolineando il tempo passato -Adesso per lui non valgono niente quelle promesse... Sempre se sono mai state importanti per lui- disse facendo a pezzi il tovagliolino lì accanto, desiderando potesse essere qualcun altro.
-Okay... CHE COSA MI SONO PERSA, ESATTAMENTE!? Volete spiegare anche a noi?- chiese Tamala attirando la loro attenzione. Era ancora sconvolta e stava pulendo il tavolino con l'aiuto di Juliana.
-Tranquilla... nulla di cui vale la pena parlare. Non ha più nessun valore...- Stana riuscì a riprendersi il bicchiere con il suo drink e lo bevve tutto d'un sorso.
-No, no, no, no, mia cara! Hai appena confessato che TU E NA- - Stana le tappò la bocca con una mano -Vuoi che ti senta tutta la sala!?- disse guardandola di traverso -Non c'è bisogno di urlare e andare in iperventilazione come stai facendo! È stato tempo fa e adesso non ha più importanza...- disse Stana giocando con quello che era rimasto del suo tovagliolino.
-Non ne sapevo nulla! E sono una delle tue migliore amiche! E, senza offesa Sandra- disse rivolgendosi alla donna -Ma... Perché lei lo sapeva e io no!?- esclamò Tamala un po' stizzita.
-Perché era una cosa che doveva rimanere tra me e lui. Ma poi si è ubriacato dopo una litigata e ha confessato tutto a Michael, e ovviamente Sandra l'ha saputo- scrollò le spalle, per poi guardare la sua amica -Senti, mi dispiace non avertelo detto, ma... sul serio, non c'è nulla di cui esaltarsi. Eravamo solo noi due, nulla di ufficiale, niente prete o qualsiasi altra entità. Era solo una cosa tra me e lui. Ed è finita- disse ordinando un altro drink che prontamente Sandra le tolse da sotto il naso -Ho bisogno di bere, Sandra! Perché ogni volta che lo vedo maledico QUEL giorno! E voglio solo dimenticarlo! Dimenticare gli splendidi momenti passati insieme e cercare di andare avanti...- aveva gli occhi lucidi e avrebbe voluto scoppiare a piangere, ma non lo fece. Aveva promesso che non si sarebbe mai lasciata andare davanti ad altra gente.
-Sai tesoro...- disse Tamala -Credo che questa cosa valesse molto di più di grandi cerimonie... è una cosa che vi ha legati per sempre...- Stana si lasciò scappare una risata amara -Lo vedo!- esclamò rivolgendosi alla coppia -Vedo quanto ci ha legati e quanto valore abbia!- esclamò riappropriandosi del bicchiere, dopo un'occhiataccia a Sandra.
Aveva osservato tutta la sera la coppia, e si era soffermata su Nathan e il suo abbigliamento. Aveva sempre un ottimo gusto in quel fattore. Aveva un jeans blu scuro, una camicia bianca con i contorni del colletto neri, come i bottoni, e una giacca semi-elegante, in pelle. Si morse il labbro, ricordandosi perfettamente di quella giacca. Le aveva mandato una foto in anteprima quando l'aveva comprata. Si accorse anche che aveva perso qualche chilo e si disgustò immaginando il perché. D'altronde era grazie alla loro “attività fisica” che in passato aveva perso peso.
-Lui ci tiene davvero a te, Stana...- disse Sandra -E tu lo conosci meglio di me! Non lo vedi che è come se stesse indossando una maschera? Sta nascondendo il vero Nathan dietro. Il Nathan che è ancora innamorato di te! E non importa quante donne possa avere al suo fianco, Stana... tu sei la sua unica. Tu sei la donna con cui ha deciso di legarsi! E okay, adesso pensi che non valeva niente quel giorno, che non valevano quelle promesse... ma in cuor tuo sai che non è così. Sai quanto è stato importante quel giorno. E non sarà l'alcool a fartelo dimenticare. Non sarà nessuno... e questo è lo stesso errore che sta commettendo Nathan: cercare di dimenticare. Ma quando una cosa è vera... non puoi dimenticarla- regalò un sorriso a Stana, guardandola dolcemente. Lei abbassò lo sguardo sul bicchiere e deglutì. Sandra aveva ragione sul fatto del dimenticare. Non ci sarebbe mai riuscita. Il momento continuava a rivivere dentro i suoi pensieri. Il momento in cui lui l'aveva raggiunta su quel pontile sedendosi accanto a lei, le gambe penzoloni che quasi sfioravano l'acqua e l'azzurro acceso dei suoi occhi che trafissero i suoi.
“Sposami”.
Solo quello aveva detto, prima di tirar fuori due portachiavi. Due portachiavi speciali.
-Sapete cosa!? È ora di divertirsi!- esclamò bevendo l'ultimo sorso del suo drink e alzandosi. Si sistemò i capelli, lasciando cadere i riccioli sulle spalle prima di raggiungere la pista da ballo.
-Conosco quello sguardo- disse Tamala -E Stana non è in sé in questo momento...-
-Forse dovremmo fermarla- disse Juliana -Prima che faccia qualcosa di cui si pentirà successivamente- neanche il tempo di finire la frase che Stana aveva iniziato a ballare, muovendo il bacino e passandosi una mano tra i capelli. Si avvicinò ad uno della troupe e iniziò a ballare con lui, in modo alquanto provocante.
-Questo non porterà a nulla di buono- disse Sandra, trovandosi subito d'accordo con Tamala e Juliana.

Nathan era seduto ad un tavolino con Mikaela da un lato, che stava mandando dei messaggi, e dall'altro lato Michael, Jon e Seamus con i quali stava parlando.
Alzò il viso sentendo una risata echeggiare tra la musica. La sua risata. La individuò subito. Era sulla pista da ballo, con le braccia intorno al collo di uno dei ragazzi della troupe mentre muoveva sinuosamente i suoi fianchi, strusciandosi quasi addosso a lui. Un moto di gelosia si impossessò subito di lui, sorprendendolo. Doveva essere ubriaca, perché adesso stava esagerando con i tocchi vari e la sensualità. Serrò la mascella, non prestando più attenzione a quello che dicevano i ragazzi. Phil, uno della troupe che faceva una corte serrata a Stana da anni, si avvicinò a lei, la prese per il braccio, scostandola dall'altro uomo, facendola voltare verso di lui e Stana sorrise continuando a ballare. Gli accarezzò la guancia, mentre lui si abbassò di poco per dirle qualcosa all'orecchio facendola ridere. Nathan si ritrovò a stringere la mano in un pugno, conficcandosi quasi le unghie dentro la carne. Doveva mantenere la calma. Non era più sua.

Stana ascoltò la serie di complimenti che Phil continuava a farle all'orecchio, con un sorriso sulle labbra. Non voleva pensare stasera. Voleva divertirsi. Voleva solo dimenticare quel paio di occhi azzurri che adesso appartenevano ad un'altra donna.
-Oh, no... qua le cose non si mettono affatto bene- disse Tamala quasi in un sussurro.
-Dovremmo fermarla?- chiese Juliana.
-Io penso che tra poco lo farà qualcun altro- disse Sandra con un sorriso divertito, sorseggiando il suo drink.
Phil fece scivolare una mano lungo il fianco di Stana, attirandola a sé e in automatico lei gli allacciò le braccia al collo continuando a muoversi a ritmo di musica. Phil le sorrise, e dopo l'ennesimo complimento appoggiò la fronte alla sua. Stana riaprì gli occhi e si specchiò dentro a quelli color nocciola di lui. E improvvisamente capì che era sbagliato. Capì che non erano gli occhi che cercava, gli occhi che la facevano star bene. Cercò di allontanarsi, appoggiando le mani sul petto, mentre Phil fece scivolare una mano sulla sua coscia.

E fu in quel momento che Nathan non ci vide più. Si alzò di scatto, quasi facendo rovesciare la sedia e, non sapeva dire neanche lui come, l'attimo dopo spinse Stana lontana da Phil, facendola barcollare per via dei tacchi.
-Ma che diavolo fai?- chiese Phil, e solo in quel momento Nathan si rese conto che era anche lui mezzo brillo. Eccitato e brillo. Un mix letale.
-Mi sto domandando la stessa cosa!- esclamò Nathan voltandosi verso Stana -Che diamine stai facendo?-
-Stiamo ballando!- esclamò Phil avvicinandosi a Stana di nuovo.
-No, non credo proprio- disse lui separandoli nuovamente.
-Ma chi ti credi di essere!?- sbottò Stana nervosa. Nathan la guardò stupito -Stana...-
-No, Stana un corno! Cosa vuoi? Che diritto hai di interrompermi mentre cerco di divertirmi?- Nathan ringraziò mentalmente il fatto che la musica ad alto volume stesse coprendo in parte le loro urla. Urla che non passarono inosservate alle ragazze sedute ancora al tavolino e ai ragazzi dall'altra parte, che con la coda dell'occhio guardavano la reazione di Mikaela, per niente felice di ciò che stava guardando.
-Io...- provò a dire Nathan.
-Tu!? Tu cosa, Nate?- lo guardò in cagnesco.
-Senti, Stana...-
-No! Sono stanca, Nathan! Ti sto sempre ad ascoltare, stasera non ne ho proprio voglia! Lasciami in pace!- fece per allontanarsi, ma Nathan reagì nuovamente di impulso.
-Maledizione!- sibilò tra i denti prima di prenderla in braccio e  sollevarla sulla spalla portandola fuori in modo da avere un po' di privacy.
Quasi tutti i presenti si girarono verso Mikaela, la quale era rimasta basita dalla scena. Aveva ancora il cellulare in mano e lo stava stringendo così forte che avrebbe potuto sgretolarsi tra le sue dita. Deglutì, e quando vide gli sguardi compassionevoli di Michael, Jon e Seamus lì accanto, si alzò e raggiunse la toilette. Non doveva piangere. Anche se era stata appena umiliata, non doveva farlo.
-Okay...- disse Tamala cercando di riprendere a respirare -Questo non me l'aspettavo...-
-Pensate che dovremo andare a separarli?- chiese Nicole preoccupata.
-Oh, per carità! Tra moglie e marito non mettere il dito!- esclamò Sandra.
-Esatto!- esclamò Juliana.
-Anche perché la peggio ce l'avrà il tuo dito in questo caso- disse Tamala facendo nascere dei sorrisi spontanei.

-Lasciami andare!- continuava ad urlare Stana. Continuava a tirargli pugni sulla schiena. Ma Nathan non sentiva nulla. Nessun tipo di dolore. Niente era in confronto a quello che già portava dentro di sé. La portò più lontano possibile da occhi indiscreti, fuori, fino a quando lei gli diede un morso sulla schiena -AHI! Ma sei impazzita!? Mi hai fatto male!- esclamò lui rimettendola coi piedi per terra.
-Io impazzita!?- disse nervosa -Non sono io quella che ti ha interrotto mentre ballavi e ti ha portato di peso fuori!- esclamò guardandolo in cagnesco.
-Già, anche perché dubito ce l'avresti fatta!- voleva essere ironico, ma la rabbia che continuava a montargli dentro non lo aiutò -Ma ti sei vista? Sei ubriaca! Quanti bicchieri hai bevuto rispetto al solito?-
-Non sono affari che ti riguardano! Io e te non siamo niente!- esclamò Stana.
-Non è vero, lo sai...- disse Nathan guardandola negli occhi. Lei si arrabbiò ancora di più e si avvicinò puntandogli un dito contro, colpendolo in pieno petto -LO SO!? Sai cosa so io!? So soltanto che questa storia mi sta distruggendo, Nathan! Mi sta logorando lentamente! Ogni giorno di più! Ogni volta che ti vedo!- la voce iniziò ad incrinarsi -Io voglio dimenticare ogni singola cosa!-
-Stana...-
-No! No, Nate! Lasciami in pace. Mi hai capito!? LASCIAMI-IN-PACE!- esclamò lei scandendo le parole.
-Non posso. Non voglio- prese un bel respiro -Cristo, Stana! Come fai a non capirlo!? Tu mi appartieni! NOI ci apparteniamo!- esclamò esasperato. Stana lo guardò schiudendo la bocca e rise amaramente -Io non sono proprietà di nessuno, mio caro! Tantomeno tua!- e si allontanò di poco.
-Perché non capisci?- chiese lui raggiungendola di nuovo. Lei girò la testa di scatto -IO non capisco!? IO!? Sei tu che non hai capito che tra noi è finita! È finita! Lo capisci!? Non siamo più niente, Nathan!-
-IO, senza di te mi sento niente!- esclamò lui deglutendo. Stana fece una risata amara, mentre le lacrime minacciarono di scendere -Bella questa! Funzionano con tutte le tue amichette frasi del genere, vero!? Beh, ti avviso che io non sono una di loro!- si girò per allontanarsi ancora una volta ma Nathan la bloccò per un braccio. Nel momento in cui le loro mani si sfiorarono una scossa attraversò il corpo di entrambi. E sarebbe bastato un niente per rompere quella distanza e lasciarsi andare. Il cuore batteva più forte del solito nel petto di Stana, tanto da aver paura che potesse uscirle fuori da un momento all'altro. Deglutì mentre lui fece lo stesso, guardandola negli occhi -Tu non sei una di loro. Non lo sei mai stata. E lo sai...- per un secondo avrebbe voluto solo stringersi a lui, annullando quella distanza e rimanere tra le sue braccia, ma quando una lacrima le solcò il viso, la sua razionalità tornò a farsi largo dentro di lei -Non sono stata e non sono niente per te, Nathan. E mai lo sarò. Per favore, lasciami andare...- disse lei quasi in un sussurro alla fine.
-Non è vero- disse lui con gli occhi lucidi -Lo sai che non è vero- lei scosse la testa, serrando le labbra e sbattendo le palpebre, mentre lacrime copiose scorrevano sul viso, una dietro l'altra -Vorrei poterti credere...-
-Ti amo, Stana- disse lui esasperato -Ti amo, dannazione! Sei mia moglie! Ti ho chiesto di sposarmi perché lo volevo davvero! Se me lo avessi permesso ti avrei portata anche davanti ad un prete vero!- deglutì -Siamo legati per sempre... Joy- Stana puntò subito gli occhi nei suoi. Il suo cuore perse un battito. Da quanto tempo non sentiva quel nomignolo!? Un nomignolo uscito una sera d'estate, mentre erano sulla veranda della loro casa sulla spiaggia. Le aveva detto di essere la sua “gioia”. E le aveva affibbiato quel nomignolo. Gli sembrava adatto. E lei non disse nulla quella sera. Lo baciò soltanto, facendogli capire con un gesto che aveva apprezzato.
Riascoltare quel nomignolo dopo tutto quel tempo, le fece provare un calore che non sentiva da tanto. Un calore che le era mancato. Lui le sorrise dolcemente sapendo che ricordava -Quelle promesse tra di noi valevano più di qualsiasi altra cerimonia davanti a preti o testimoni- continuò lui, avvicinandosi lentamente -Sei parte di me. Che ti piaccia o no, Stana, sei parte di me. Sei mia moglie... ho scelto te quel giorno e non mi sono pentito neanche per un secondo di averlo fatto- disse lui. Lei deglutì e si asciugò le lacrime -Strano- disse lei schiarendosi la voce -Perché se non ricordo male sei stato tu a lasciarmi! Sei stato tu ad andartene- disse lei guardandolo negli occhi.
-Io ricordo diversamente...- replicò Nathan. Lei lo guardò per un attimo, poi abbassò lo sguardo -Non hai saputo aspettare... ti avevo chiesto tempo... e non hai saputo aspettare- disse Stana accennando un sorrisino triste -Questo cosa dice di noi!?- si girò nuovamente.
-Già, peccato che il tuo “aspettare” riguardasse solo me...- lei gli lanciò un'occhiataccia. Nathan sospirò -Senti... ci sono state delle complicazioni, lo sappiamo entrambi ma... adesso sono qui! Ho fatto una scenata davanti a tutti, e non mi importa di niente! Dovrei essere con Mikaela adesso e invece sono qui, Stana!-
-Ecco, appunto... Tornatene dentro! La tua fidanzata ti starà aspettando!- esclamò lei acida -Mi sembrava di aver capito che questa seconda possibilità non volevi sprecarla...- Nathan chiuse gli occhi e scosse la testa, sospirando, stanco -Vai dentro, Nathan. Chiedile scusa, riconquistala... Ti starà aspettando. Non farla attendere troppo. Goditi la tua seconda possibilità. C'è chi attende una vita per qualcosa di vero... e poi si ritrova con niente in mano...- un'altra lacrima ribelle sfuggì al suo controllo -Tornatene dentro e lasciami in pace...- e si voltò, allontanandosi.
-Ma dove vai? Sei ubriaca!-
-Prenderò un taxi!- esclamò lei da lontano.
E stavolta Nathan non riuscì a fare nulla. Stavolta si sentiva distrutto. Lo aveva distrutto. E capì che avevano distrutto anche tutto ciò che di bello avevano creato.
Solo mentre la guardava andare via si accorse che avevano avuto due spettatori involontari.
Terri ed Andrew, usciti per una passeggiata quando loro erano ancora dentro, avevano assistito a tutta la litigata.
Si avvicinarono a Nathan e lui abbassò lo sguardo, esausto.
-Ci penso io, Nate- disse Terri accarezzandogli la guancia -Non ti preoccupare, la riaccompagno io a casa- disse accennando un sorriso materno. Nathan annuì e lei si girò per andare -Aspetta, Terri!- esclamò lui facendola girare nuovamente. Terri lo osservò mentre si toglieva la giacca e gliela porgeva -Ha dimenticato la sua dentro, e sarà infreddolita- disse accennando un sorriso. Lei prese la giacca e gli sorrise dolcemente per poi allontanarsi.
Nathan si girò verso Andrew che accennò un sorriso, non sapendo cosa dire o fare in quel momento. Stava per dire qualcosa quando vide sfrecciare qualcuno accanto a lui.
-Mikaela, aspetta!- esclamò raggiungendola.
-Sento parlare ma non capisco chi sia- disse lei continuando ad andare avanti, senza degnarlo di uno sguardo.
-Oh, avanti! Non fare la stupida!- esclamò lui afferrandola per un braccio. Neanche il tempo di farlo che si ritrovò cinque dita stampate in faccia. Vista la differenza di altezza, per fortuna non lo prese in pieno.
-Stupida!? Si, in effetti è come mi hai trattata... da stupida!- esclamò arrabbiata.
-Senti, mi dispiace...-
-Non provarci nemmeno, Nathan! Sei solo un immaturo! E non crescerai mai- disse lei scuotendo la testa e guardandolo in modo critico -Non credo di essermi sentita mai così umiliata come questa sera!- esclamò sempre più arrabbiata -Non hai pensato neanche per un secondo a come potessi sentirmi. Non ti è importato nulla dei miei sentimenti!- continuò urlando.
-Stai esagerando...- disse lui guadagnandosi un'occhiataccia -Esagerando!?- la sua voce uscì più stridula di prima -Non sono io quella che ha preso di peso qualcuno!-
-Ci tengo a Stana, è una mia collega, una mia amica!- esclamò lui, non sapendo cosa dirle esattamente.
-Collega!? Amica!?- Mikaela scoppiò a ridere -Ma per piacere, Nate! Quello che ho visto non faceva pensare ad un semplice rapporto tra colleghi o amici!-
-Avrei dovuto lasciarla lì, ubriaca, a farsi mettere le mani addosso da quello!?-
-Non ho visto nessuno scattare come hai fatto tu! E sono sicura che se avessero continuato qualcuno sarebbe intervenuto!- Nathan non riuscì a ribattere -Tu ne sei innamorato, vero!?- disse lei con un sorrisino acido. Lui la guardò ma non rispose. Che senso avrebbe avuto mentirle?
-Inutile che cerchi una risposta... la so già! Ho visto come ti sei comportato. Come vi siete comportati. Non sembravate affatto due amici. Tantomeno due colleghi- disse lei nervosa -Quella ti ha ammaliato con il suo fare super sexy e tu ci sei cascato come uno stupido. E adesso provi a buttarti in altre relazioni cercando di dimenticare lei. Sei patetico!- esclamò deglutendo. Non doveva piangere. Non voleva dargli quella soddisfazione. Non meritava le sue lacrime -Ti sei lasciato scappare anche la donna che ami. Il che dovrebbe farti capire che razza di uomo sei, Nathan!-
-Non volevo ferirti- disse Nathan guardandola, sinceramente dispiaciuto -Io...-
-Va tutto bene, Nate. Invece di perdere tempo con me corri dalla tua amata! Sempre se lei ti voglia ancora- disse con un mezzo sorriso -E per quanto riguarda la seconda possibilità... mi sembra alquanto chiaro che hai buttato nel cesso pure questa!- esclamò -Mi chiedevo se ne valeva veramente la pena...- scosse le spalle -Adesso ho avuto la risposta. Addio Nathan...- e si voltò con un sorriso stampato in faccia, nascondendo quegli occhi lucidi che stavano per tradirla.

Terri raggiunse Stana, appoggiata alla sua auto -Tesoro...- si voltò subito verso di lei. Terri le accarezzò una guancia -Sono un'idiota- disse Stana con la voce incrinata -Me ne volevo andare... ma ho lasciato cellulare e chiavi dentro... E non mi va proprio di tornare lì- sospirò.
-Facciamo così: ti riaccompagno io a casa. Poi chiederò a Tamala di prendere le tue cose- Stana annuì. Terri le sorrise dolcemente e le porse la giacca, ma quando lei la riconobbe con una manata la buttò a terra -Non ho bisogno della sua giacca!- esclamò nuovamente arrabbiata. Terri si abbassò per riprendere la giacca, facendo cadere qualcosa dalla tasca che provocò un tintinnio sul terreno. Entrambe guardarono cosa avesse provocato quel rumore, e Terri si ritrovò tra le mani una collana con un ciondolo a forma di boccetta in vetro, piena di sabbia e con una piccola conchiglia in superficie. Stana si paralizzò appena riuscì a mettere a fuoco il ciondolo che pendolava davanti ai suoi occhi. Il cuore perse un altro battito mentre la mente volò a quel lontano ricordo...

-Ehi, bell'addormentato, sveglia...- disse sorridente, sfiorandogli i contorni del viso con un dito. Nathan aprì lentamente le palpebre sbattendole un paio di volte, per abituarsi alla luce del sole che filtrava dalle finestre.
-Ehi- disse rivolto a lei con un caloroso sorriso che le sciolse il cuore.
-Ti ho portato la colazione a letto e un portafortuna che ho creato stamattina presto...- disse lei poggiando il vassoio sul letto, davanti a lui, ed estraendo dalla tasca una collana con un ciondolo. La fece penzolare davanti ai suoi occhi e gli sorrise -Non devi indossarla per forza. È un portafortuna, e rappresenta questo piccolo angolo di paradiso tutto nostro. Noi siamo la conchiglia, la sabbia è tutto quello che ci circonda in questo momento e la bottiglia ci protegge dal resto del mondo...- Nathan prese tra le mani quel ciondolo e lo osservò -Lo so, è patetico, vero!?- disse lei facendo una smorfia. Lui sorrise e si sporse in avanti baciandola. Quando si staccarono la guardò negli occhi e sorrise -Patetico o no, è uno dei regali più belli che mi abbiano mai fatto. Ed è fatto da te, con un significato ben preciso... quindi direi che è perfetto- Stana sorrise e abbassò lo sguardo arrossendo. Quello era uno dei tanti momenti che non avrebbero mai dimenticato...

Neanche se ne accorse quando le lacrime ritornarono a scendere una dietro l'altra, senza freno. Non si accorse di aver iniziato a tremare fino a quando non sentì i singhiozzi che le scuotevano tutto il corpo.

“Tu mi appartieni! NOI ci apparteniamo!”

Terri rimise il ciondolo nella tasca della giacca e si avvicinò, spaventata dalla reazione. Stana si lasciò stringere dalle sue braccia materne, singhiozzando su di lei, senza riuscire a fermarsi. E l'attimo dopo scansò Terri e corse in un angolo, piegandosi su se stessa, pronta a svuotare il malessere che provava. Vomitò tutto l'alcool di quella sera, tutto il dolore. O almeno era ciò che sperava lei. Terri le fu subito vicina, accarezzandole dolcemente la schiena e tenendole i capelli corti di lato. Era una madre, ci era già passata. E vedere Stana in quello stato le faceva male. Tirò fuori un fazzolettino dalla tasca e lo porse a lei, adesso in posizione eretta. Stana la ringraziò con lo sguardo, e Terri le sorrise dolcemente accarezzandole i capelli e portandole una ciocca dietro l'orecchio. Stana la guardò negli occhi, ancora lacrimanti e deglutì -Portami a casa. Portami via da qui...- disse con la voce un po' roca. Terri annuì, provò a metterle la giacca sulle spalle e stavolta lei glielo permise. Poteva mentire a sé stessa e al mondo, ma il suo cuore non le avrebbe creduto mai. Non aveva senso combattere contro quel sentimento. Il cuore avrebbe sempre vinto.

Andrew si avvicinò lentamente a Nathan, in silenzio.
-Credo che ti debba delle spiegazioni...- disse Nathan stancamente.
-Non mi devi nulla, figliolo- disse lui -Non c'è bisogno di spiegazioni e non sono qui per giudicarti... Entriamo dentro- gli diede una pacca sulla spalla e insieme ritornarono alla festa.
Michael, Jon e Seamus adesso erano seduti allo stesso tavolino delle ragazze e Nathan notò che gli occhi dei presenti si posarono su di lui.
-Per l'amor del cielo, Nathan, che cosa è successo?- chiese Susan preoccupata. Nathan non disse nulla, scosse la testa dicendo di non volerne parlare e si avvicinò ai ragazzi, prendendo la giacca e il cappotto di Stana.
-Nathan!?- lo richiamò Michael.
-Va tutto bene, ragazzi... non ho voglia di parlare- disse per poi porgere la pochette di Stana a Tamala -Controlla se ci sono le sue chiavi qui dentro, per favore. Non vorrei mi incolpasse anche per aver frugato nelle sue cose- Tamala aprì la pochette e tirò fuori due portachiavi. Nathan perse un battito alla vista di uno dei due. Uno aveva un semplice oggetto attaccato, l'altro era in pietra di vetro trasparente e lo riconobbe subito. All'interno, incastonato, c'era un pezzo di stoffa. Deglutì e prese il portachiavi in mano, osservandolo. Lo accarezzò, tenendolo tra pollice e indice. Afferrò nuovamente la pochette e mise entrambi i portachiavi dentro, richiudendola.
-Scusate ragazzi, devo andare- disse per poi uscire di corsa, non prima di aver lanciato un'occhiataccia a Phil, in un angolo della sala. Se avesse osato toccare ancora una volta Stana, non avrebbe più risposto di se stesso.
Raggiunse la sua auto. Aveva bevuto solo due bicchieri di birra ma era lucido per guidare e raggiungere casa.

-Ma cosa è successo?- chiese Susan, ancora frastornata. Le altre donne si guardarono tra di loro, mentre Sandra e Michael si lanciarono uno sguardo eloquente.
-Ecco, pare... pare che Stana e Nathan avessero una storia- disse Andrew, prendendo la parola. Susan lo guardò stranita -Non che mi stupisca più di tanto la cosa- disse lei -Ma mi stupisco più del fatto che ce l'hanno tenuto nascosto e noi non ce ne siamo mai accorti!-
-Aspetta... cosa!?- disse Jon guardandosi prima con Seamus, sorpreso quanto lui, e poi con Tamala -Stana e Nathan stavano insieme?- si girò verso Michael e lo vide tranquillo -Tu lo sapevi- disse socchiudendo gli occhi. Michael scrollò le spalle, facendo un mezzo sorrisino colpevole.
-Perché non ci ha detto nulla? Insomma, di solito ce ne parla sempre!- esclamò Jon. Era un po' risentito dalla cosa. Sia Nathan che Stana erano suoi grandi amici, e ad una notizia del genere ne sarebbe stato felice.
-Non prendertela, Jon... il punto è che...- Michael guardò la moglie, non sapendo come continuare.
-Beh, ormai di “quella cosa” ne sono al corrente anche le ragazze...- disse la moglie scrollando le spalle -L'alcool fa parlare- disse divertita.
-Quale “cosa”?- chiese Seamus, anticipando Jon.
-Ecco...- Michael si schiarì la voce -C'è un motivo se Nathan me l'ha detto...- disse guardando gli amici -Voi eravate fuori città e lui era in crisi e ubriaco... così è venuto a casa mia, era tardi e ha iniziato a sfogarsi dicendo che...- fece una pausa -Che aveva avuto una lite con la moglie...-
Jon, Seamus e Susan spalancarono gli occhi, increduli -Moglie!?- disse l'attrice e solo in quel momento Michael fece una smorfia. Non era così che voleva farlo sapere.
-Oh mio Dio! Si sono sposati!?- Jon lo guardò con occhi e bocca spalancati, per poi girarsi verso Seamus, con la sua stessa espressione.
-No. Cioè... si. Non... ufficialmente, diciamo...- gesticolò con le mani -Erano loro due da soli. Si sono scambiati un oggetto per loro importante e... si sono scambiati delle promesse...-
-Beh, anche se non ufficiale... è comunque stato una cosa importante- disse Susan.
-Molto più di quanto crediamo...- disse Andrew -Li ho sentiti litigare là fuori... Ed è stupido quanto male si stiano facendo a vicenda. Lei lo ama ma lo incolpa di non aver saputo aspettare. Mentre lui ha detto qualcosa tipo... che era l'unico però a dover aspettare, non ricordo bene. Ma ho sentito chiaramente lui che gli diceva di amarla...-
Ci furono momenti di silenzio, mentre intorno a loro la gente chiacchierava e ballava al ritmo di musica, non sapendo cosa stava succedendo.
-Perché è finita?- chiese Seamus.
-Lei non si sentiva pronta di uscire allo scoperto, nonostante l'importanza del rapporto... e poi varie cose hanno complicato tutto, mandando tutto in frantumi...-
-Non ci siamo accorti di niente...- disse Tamala scuotendo la testa -Loro che per qualche periodo cercavano di evitarsi, che erano un po' goffi in certi momenti... Non ci siamo resi conto che dietro quegli strani atteggiamenti c'era tutta una storia...-
-Quando è successo? Voglio dire... quando si sono messi insieme?- chiese Seamus.
Michael scrollò le spalle -Questo non lo so... Dopo quello sfogo a casa mia, Nathan ha cercato di non pensarci più...- i ragazzi annuirono.

Stana e Terri erano in viaggio. Stana si era tolta la giacca ed era sulle sue gambe. Accarezzò il tessuto in pelle ricordando quel giorno che l'aveva comprata. Era tornato a casa con una maglietta bianca, un jeans, quella giacca di pelle e gli occhiali da sole. Inutile dire che alla sola vista Stana si era ritrovata a mordersi il labbro maliziosamente. E inutile dire che qualche minuto dopo erano già in camera da letto, avvolti tra le lenzuola. Fare l'amore era sempre intenso tra di loro. Si amavano sempre con rinnovata passione e quel tocco di dolcezza che rendeva tutto più magico. Erano da soli nella loro bolla segreta, lontani dal mondo e lontani dalla loro vita mondana nella quale non esisteva un “noi”. E per colpa sua non sarebbe mai esistito.
Deglutì e si portò la giacca al viso, respirando il suo profumo. Era intenso e virile come lo ricordava. E non riuscì a bloccare le lacrime che ricominciarono a scendere, ricordando di quando il suo profumo lo sentiva addosso alla sua pelle.
Terri la guardava con la coda dell'occhio, senza dire nulla, e Stana le fu grata. Si era sempre comportata come una madre e voleva scusarsi per non averle detto nulla. Ma sapeva che non era il momento.
Infilò una mano dentro la tasca della giacca, tirando fuori la collanina. Prese il ciondolo in una mano e deglutì -Come si fa a cambiare vita per una persona?- chiese con voce roca, facendo voltare per un istante Terri.
-Non c'è un metodo. Succede e basta... capisci che quella persona è quella giusta. Che ti ha cambiata, in meglio, che ti fa star bene...- disse mentre Stana abbassò lo sguardo -Scusami Terri...-
-Non dirlo neanche, Stana- la bloccò subito la donna, e Stana accennò un sorriso sapendo di non essersi sbagliata -Era una cosa nostra...- continuò Stana ignorandola -L'avremmo condivisa prima o poi, ma... la mia paura ha rovinato ancora una volta tutto- disse con voce incrinata. Terri le poggiò una mano sulla gamba e le sorrise -Tesoro, se vuoi sfogarti sono qui... ma sappi che non mi devi nessuna scusa e nessuna spiegazione. È la tua vita. Ed è privata...-
-Ecco, è proprio questo il punto!- sbottò Stana improvvisamente -La mia vita privata! Privata! Non l'ho mai voluta sbandierare ai quattro venti e non facendolo ho perso l'uomo che amavo!- si morse il labbro -L'uomo che amo ancora, purtroppo- disse con una smorfia.
-Le cose si possono gestire... tante coppie di serie tv e film hanno una storia. I primi mesi sono quelli più assillanti, poi però la cosa va scemando...-
-Lo credi davvero!? Con i fan che abbiamo!? No, Terri, ci seguirebbero. Sui set esterni non avremmo più pace, ci sarebbero paparazzi che vogliono catturare ogni singolo nostro movimento. E i fan impazzirebbero del tutto!- scosse la testa -Non siamo destinati a stare insieme...-
-Solo perché è un amore ostacolato?-
-Perché siamo io e lui, Terri! Siamo Stana e Nathan! Siamo parte di una delle serie tv più viste negli ultimi anni! Non funzionerebbe...-
-Mi sembra che per un po' abbia funzionato...- disse Terri. Stana annuì e sospirò -Un anno circa...- Terri si girò a guardarla, sorpresa -È iniziata alla fine delle riprese della quarta stagione- si morse il labbro e continuò -Le cose erano strane da un po' tra di noi, e dopo quelle ore a girare la “famosa scena”... siamo andati alla sua roulotte. Lui mi ha dato il regalo per il mio compleanno, io l'ho ringraziato e... Non lo so, c'è stato un attimo in cui... non saprei... è scattato qualcosa tra noi!- spiegò gesticolando -C'era un'aria diversa, e... dopo tutte quelle ore a girare quella scena, sembra assurdo, ma avevo ancora voglia di baciarlo! Ho pensato fosse solo l'emozione del momento. Sai, essendo una fan dei Caskett, ero felice di come era evoluta la storia...- scrollò le spalle -Così ho lasciato perdere e stavo andando via, ma lui mi ha fermata... e se non fosse stato per il mio buonsenso mi sarei avventata su di lui! L'ho salutato dicendogli che ci saremmo visti alla festa e... Beh, per tutta la sera ho cercato di non ritrovarmi da sola con lui...-
-Ricordo il lungo sguardo che vi siete scambiati mentre Andrew parlava- disse Terri accennando un sorriso -Ho sentito che c'era qualcosa di diverso nell'aria, ma non riuscivo a capire cosa. In fondo la vostra “chimica” è sempre stata ad ottimi livelli, ormai non facevo tanto caso ai vostri cambiamenti...-
-Qualcosa nell'aria c'era davvero- disse Stana mordendosi il labbro -Sono andata a casa prima quella sera. Dovevo sistemare le ultime cose visto che l'indomani avrei preso l'aereo per tornare in Canada, dai miei...- Terri annuì, fermandosi ad un semaforo -Nathan era all'aeroporto il giorno dopo. Stava tornando anche lui a casa... ma l'aeroporto era un posto troppo “pubblico” e quindi abbiamo preferito salutarci con un semplice cenno. Ero lì in attesa di imbarcarmi e guardavo il cellulare, indecisa su cosa scrivergli. Insomma, la sera prima non ci eravamo potuti salutare per bene perché lui stava parlando con alcuni della troupe... e non so... avevo solo voglia di poterlo abbracciare...-
Terri nel frattempo ripartì, sempre attenta al discorso di Stana -Mi sentivo così stupida. Poi mi è arrivato un messaggio. Ed era lui che mi diceva che gli sarei mancata e io gli dissi che mi avrebbe fatto piacere un incontro una volta in Canada...- accennò un sorriso ricordando il messaggio.

“Mi è dispiaciuto non essermi potuto fermare... In aeroporto c'è sempre così tanta gente! :)”
Stana cercò di trattenere un sorriso, mordendosi il labbro.
“Si, hai proprio ragione : ) dispiace anche a me... Mi piacerebbe che ci organizzassimo per vederci durante queste vacanze...”.
Inviò, iniziando a torturarsi il labbro in attesa di risposta. Quando arrivò, Stana sorrise e scosse la testa, cercando di ignorare quelle farfalle allo stomaco. Voleva vederla.
“Quindi... mi stai chiedendo un appuntamento signorina Katic!? … Perché se così fosse non direi mai di no... ; )”
Stana arrossì leggermente, e si guardò intorno, cercando di capire se qualcuno la stesse osservando. Era riuscita a camuffarsi abbastanza bene.
“Mmm... può essere signor Fillion... ; )”
Inviò e si morse il labbro. Cosa stavano facendo!? Stavano flirtando? Scosse la testa, non riuscendo a trattenere un sorrisino.
“Dimmi dove e quando... e sono già lì!”
Ridacchiò. Sembrava impaziente.
“Che impazienza Fillion! Qualcosa mi fa pensare che qualcuno qui senta già la mia mancanza... : )”
Controllò l'ora e aspettò la risposta.
“Non lo negherei mai... Appena atterro ti chiamo per metterci d'accordo. Buon volo signorina Katic! xo N”
Il battito del cuore di Stana diventò irregolare appena lesse. Deglutì e sentì le farfalle svolazzare ancora più forte. Ma che le stava succedendo!? Guardò nuovamente lo schermo e la risposta fu chiara. Oh no. Quello era davvero un bel pasticcio. Mai innamorarsi della propria co-star. Sospirò e rispose in automatico...
“Non vedo l'ora... Buon volo anche a lei, signor Fillion xoxo S”.

-E poi, poco prima di pranzo ricevetti la sua chiamata... C'era stato un ritardo del suo volo...- accennò un sorriso ricordando gli sguardi della madre e della sorella mentre era al telefono con lui.

-Ehi! Scusa se chiamo adesso, spero di non disturbare!- esclamò lui.
-Tranquillo, nessun disturbo. Qualche problema?- chiese sapendo che sarebbe dovuto atterrare due ore prima.
-Soliti ritardi- disse lui sospirando -Sono stanco. Io e gli altri passeggeri abbiamo dovuto attendere un'ora e mezza prima di riuscire ad imbarcarci...-
-Almeno il volo è andato bene?- chiese lei.
-Si, si! Il tuo?-
-Tutto okay. A parte che uno degli assistenti di volo mi ha riconosciuta... e ha iniziato a provarci con me- disse lei ridacchiando.
-Come biasimarlo!?- disse lui, mentre lei si morse il labbro e iniziò a giocare con una ciocca dei capelli.
-Non lo so, Fillion... Per come ero cammuffata potevo fare concorrenza a Morticia- disse lei divertita.
-Beh, Morticia era una donna di classe! E poi... tu staresti bene anche con un sacco di iuta addosso...- disse con una tonalità di voce più intensa. Stana si morse nuovamente il labbro e sentì le guance prendere colore, grata che lui non potesse vederla.
Beh, lui no, ma la madre e la sorella si. Christina sorrideva divertita, scambiandosi sguardi eloquenti con la madre che stava preparando il pranzo. Stana lanciò un'occhiataccia alle due, per poi prestare attenzione all'uomo al telefono -Ci sei ancora, Stana?- chiese lui.
-Si, si. Scusa- disse lei sorridente -Uhm... lo sai che i complimenti mi imbarazzano...- disse lei schiarendosi leggermente la voce. Lui ridacchiò e Stana sentì nuovamente quella sensazione allo stomaco -Immagino che sarai rossa, e che ti sei appena portata una ciocca di capelli dietro l'orecchio...- Stana schiuse la bocca, sorpresa, mentre rimase con la mano a mezz'aria. Aveva davvero fatto quello che aveva appena detto lui.
-Ho indovinato, vero!?- disse divertito. Stana sbuffò, fintamente scocciata. Nathan ridacchiò -Okay, visto che tra poco devo andare a pranzo direi di metterci d'accordo su dove e quando incontrarci...- disse Nathan.
-Oh, non so... potrei avere un impegno con quel simpatico assistente di volo- disse lei divertita.
-Oh, capisco- disse Nathan -Beh, quando ti stancherai di divertirti con un ragazzino... vieni da un vero uomo- disse con voce suadente.
-Ma sentilo!- esclamò lei -E saresti tu l'uomo?- chiese.
-Hai dei dubbi, Katic? Perché potrei facilmente farti cambiare idea- disse lui con voce più roca e bassa. Lei si morse il labbro -Ah si!? E come esattamente?- chiese divertita dalla cosa. Notò un altro sguardo tra la madre e Christina e fece un cenno con la mano per dirgli di smetterla.
-Sarei ben lieto di mostrartelo...- il tono sexy con cui l'aveva detto, provocò dei brividi a Stana.
-Non lo so...- disse lei facendo finta di pensarci -Mmm... forse potrei accettare la proposta...-
-Bene. Stasera alle sette. Noleggerò un'auto per farti venire a prendere. Sii puntuale, Katic- disse lui divertito.
-Ci sarò- disse lei sorridente, prima di chiudere la chiamata.

-Inutile dirti che sono stata puntualissima quella sera- disse Stana -Anzi, a dirti la verità ero pronta mezz'ora prima! E mia madre e mia sorella non hanno fatto altro che sfottermi per tutto il tempo...- Terri ridacchiò -Beh, comunque... ad aspettarmi c'era un'auto scura. Sono salita dietro e come autista c'era un signore di mezz'età. Mi ha accompagnato in un'area dismessa dell'aeroporto. Lì ad aspettarmi c'era lui. Lui... e un jet privato- disse scuotendo la testa -Aveva noleggiato tutto quello per il nostro incontro e io non sapevo se sentirmi felice o spaventata...-
-E poi cosa è successo?- chiese Terri, ormai curiosa.

Nathan si avvicinò all'auto e le aprì lo sportello -Ehi!- esclamò sorridente abbracciandola e stampandole un bacio sulla guancia. Stana gli sorrise e Nathan le afferrò la mano, chiudendo lo sportello. Un brivido attraversò il corpo di Stana.
Nathan ringraziò l'autista e poi la tirò lentamente verso il jet.
-Wow! Un jet tutto per noi?- chiese Stana stupita.
-Ovvio! Desideravi altra gente?- chiese divertito -Non aspettarti camerieri o quant'altro. La ditta di catering se ne è andata cinque minuti fa. E il pilota è andato a farsi un giro. Privacy assoluta- disse lui sorridente. Stana ricambiò il sorriso e salirono le scalette, ancora mano nella mano. Lei si concentrò su ogni minimo dettaglio. Un piccolo salottino formato da divani e tv al plasma, un tavolo con una candela centrale e...
-Non ci credo! Ma queste sono le mie caramelle preferite, le Red Vines!- esclamò lei sorridente. Nathan gliele portava sempre come regalo ogni volta che tornava da un viaggio in Canada. Sapeva come migliorarle la giornata a volte. Lui sorrise -Sorpresa!-
-Beh, wow! Un'auto che mi viene e a prendere a casa, un jet privato, noi due da soli e in più le mie caramelle preferite...- non la lasciò finire e le piazzò davanti un mazzo di fiori. Lei schiuse la bocca -E un mazzo di rose blu e girasoli- disse lei afferrando il bouquet. Lo portò al viso, chiuse gli occhi e inspirò il loro profumo. Poi alzò gli occhi puntandoli nei suoi, sorridenti -Fillion, per caso mi stai corteggiando?- chiese divertita. Lui tornò serio e si avvicinò -Anche se fosse sarebbe un problema per te?- chiese cercando di accennare un sorriso, ma Stana si accorse che era nervoso. Lei abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo subito. Una sua risposta avrebbe cambiato qualcosa tra di loro. Definitivamente.
Si portò una ciocca dietro l'orecchio e accennò un sorriso timido -No- disse per poi mordersi il labbro. Sentì Nathan rilasciare un respiro per poi avvicinarsi e spostarle la sedia -Ceniamo, signorina Katic. La serata è ancora lunga...-
...
La serata continuò tra risate e sguardi. Nathan di tanto in tanto sfiorava la mano di Stana, sorridendo, mentre lei abbassava lo sguardo sulle loro mani, si mordeva il labbro e arrossiva.
Parlarono di varie cose e ricordarono alcuni aneddoti divertenti accaduti sul set. Stana adorava quelle piccole rughe che gli si formavano ai lati degli occhi quando rideva o sorrideva. E lui adorava il suono della sua risata.
Neanche si accorsero che era mezzanotte passata fino a quando Nathan controllò l'orologio.
-Credo che sia ora di andare- disse Nathan, e Stana sentì una morsa allo stomaco. Non voleva che la serata finisse.
-Vorrei rimanere di più, ma purtroppo dobbiamo pensare anche al pilota e al tuo autista- disse lui divertito. Lei sorrise e annuì -Si, capisco- si alzò, seguita da Nathan. Notò che l'autista stava parcheggiando. Nathan si avvicinò, aiutandola ad indossare il cappotto e si scambiarono un altro sguardo, sorridenti. Lei prese il mazzo di rose blu e girasoli mentre lui, senza dire nulla, le afferrò la mano e l'accompagnò fino all'auto. Salutarono con un cenno l'autista e poi Nathan aprì lo sportello a Stana.
-Beh...- disse lui sospirando -A quanto pare è arrivato il momento di salutarci- disse accennando un sorriso. Stana lo guardò e si avvicinò, impacciata, abbracciandolo. Lui la strinse a sé con le sue possenti braccia -Fai buon viaggio- gli sussurrò un attimo prima di staccarsi per lasciarle un bacio sulla fronte. Lei chiuse gli occhi, godendosi il momento e inspirando il suo profumo -Grazie, Nate- disse guardandolo negli occhi -Anche per la serata...- lui le sorrise di nuovo mentre lei si ritrovò a fissare le sue labbra, con la voglia di baciarlo, di assaporarlo ancora una volta...
Anche Nathan alternava lo sguardo dagli occhi alle labbra, ma entrambi non volevano precipitare troppo le cose.
-Beh, a presto, Fillion!- disse lei deglutendo per poi prendere posto sui sedili posteriori.
-A presto- disse appoggiando la mano sullo sportello -Mandami un messaggio quando arrivi a casa- disse infine. Lei sorrise di nuovo -Stessa cosa per te. A qualsiasi orario!-
Lui annuì -Sarà fatto- le regalò un altro sorriso e poi insieme chiusero lo sportello. Rimasero a guardarsi negli occhi fino a quando l'auto cominciò a muoversi e ad allontanarsi pian, piano. Stana lo guardò fino a quando non scomparve dalla sua visuale. Si erano salutati così, come due semplici amici. Due amici che però avevano fin troppe cose non dette alle spalle.

-E poi? È finita così? Nessun bacio? Non ti ha seguita?- le domande arrivarono a raffica e se non fosse stata moralmente distrutta, Stana avrebbe riso per la faccia di Terri.
-No...- rispose semplicemente.
-Ma come!?-
-No. È stato tutto perfetto, Terri...- disse con un sorriso malinconico -Era tutto perfetto...- disse guardando fuori dal finestrino.






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Angolo autrici:

Delusi!? :P

Katia: Ancora grazie mille per le bellissime recensioni che ci avete lasciato! Rispondo tra poco, promesso! :D
Anyway... Le prime cose iniziano a venire a galla! Ma che cosa sarà successo? Il nostro Nathan sembra non ne combini manco una giusta, povero! XD
Aveva quel gran pezzo di "moglie"... e se l'è fatta scappare! O forse non è andata così? Mmmmm... lo scoprirete più avanti! ; )
Intanto godetevi questi piccoli flashback dei tempi felici : )
Speriamo sempre di non deludervi e sono sempre accettati i vostri pensieri, qualunque essi siano! :D

Fanny: Oh mamma mia, che casino! E adesso?? ... eh, adesso aspettiamo martedì per il prossimo capitolo! :P
Grazie mille davvero a tutti quelli che ci seguono!
Speriamo di non deludervi! A martedì! :D

   
 
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