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Autore: Yssel    18/03/2014    0 recensioni
Sempre la stessa storia. Chris non sapeva fare il bucato, affatto, e c' era voluto un colpo di fortuna, una mattina, per risolvere i loro problemi: una lavatrice mezza rotta. L' avevano presa e sistemata- Josh l' aveva fatto, non ci sbagliamo-, ma Chris non aveva ancora imparato ad usarla. E Josh faceva il bucato, sì, ma cieco da un occhio aveva un campo visivo ben ristretto, finiva sempre per prendere i calzini sbagliati.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Avevano pulito tutte le ragnatele, negli ultimi due giorni. Che schifo, gli aveva detto, lo vedi dove arrivano ad insidiarsi i ragni?, e l' altro aveva sbuffato senza dare troppo conto a quelle parole. Non che i ragni non gli piacessero, ma loro aggiunti al fatto che vivevano in una stanza dispersa in mezzo ad una discarica abbandonata, questo gli faceva un po' schifo. Se lo diceva tutti i giorni, meglio così che essere morti, ma la schiuma da barba gli scivolava sulle mani e si ricordava troppo tardi di non stropicciarsi gli occhi per il sonno.
Adesso Joshua fissava quegli angoli puliti e ridipinti- rigorosamente di un viola scuro misto a qualche goccia di rosso acceso, l' effetto con la luce che emavano le lampadine appese al soffitto lo ammaliava- steso su quello che doveva essere il letto di Chris e che invece risultava un inutile materasso con le molle arrugginite, l' azzurro delle strisce era ormai sbiadito fino quasi a scomparire. Teneva i piedi all' aria, gli unici rumori che sentiva erano il ticchettio dell' orologio e l' acqua del lavandino davanti a lui.
Chris stava sterilizzando qualcosa, forse una delle ennesime braccia pallide o violacee che si ritrovava di fronte all' ingresso della discarica tutte le mattine. Non sapeva neanche da dove venivano, le raccoglieva in un sacco nero e ci faceva i suoi esperimenti. Comunque, Josh non le aveva mai toccate né aveva mai tenuto a farlo; se ne stava alla larga, in cerca di un qualche rimedio per il ronzio dentro la sua testa. Ecco, i suoi pensieri erano come le api e, da bravo alveare, la sua testa ne conteneva sciami interi. Si fissò i calzini, uno bianco ed uno nero. Sempre la stessa storia. Chris non sapeva fare il bucato, affatto, e c' era voluto un colpo di fortuna, una mattina, per risolvere i loro problemi: una lavatrice mezza rotta. L' avevano presa e sistemata- Josh l' aveva fatto, non ci sbagliamo-, ma Chris non aveva ancora imparato ad usarla. E Josh faceva il bucato, sì, ma cieco da un occhio aveva un campo visivo ben ristretto, finiva sempre per prendere i calzini sbagliati.
Lasciate crollare le gambe sul materasso, accompagnando il tutto con un contorno di sbuffi e scosse della testa, Joshua si voltò verso Chris. Era ancora ricurvo sul lavandino. Il più piccolo fischiò, allora Chris si decise a mostrargli il braccio mozzato e ben pulito che teneva fra le mani. Aveva un sorriso malato che gli ornava ogni bene, il solito sorriso malato che Josh adorava e venerava durante i suoi sogni con tematiche discutibili. Chris poggiò l' oggetto del suo desiderio sul tavolo di fronte a sé, si fece schioccare i guanti sulle mani ed afferò il coltello da lui stesso brevettato, il suo compagno di viaggio.
"Vieni qui."
Joshua rabbrividì e si sollevò dal materasso, saltellò verso il compagno e, impacciato, lo guardò curioso. Chris non lo aveva ancora graziato dei suoi occhi.
"Prima o poi dovrò insegnarti come fare.", disse il più alto, accarezzando la lama del coltello.
"Non è difficile, e tu devi imparare. Altrimenti non esco di qui con quella testa marcia che è Ricky, le sue incisioni non si avvicinano neanche lontanamente alle mie." Manie di protagonismo. Il piano era facile, bisognava vedersela con quelle facce vuote e sradicare loro le maschere che gli erano state incollate. Facile a dirsi, ma quando gli altri- perché Chris no, Chris ci era cresciuto con quel coltello- si erano ritrovati davanti uno di quelli, lo avevano ucciso per avere inciso le parti sbagliate ed avergli tagliato la giugulare. Ricordando quell' episodio, la pelle di Chris si arrotolò su se stessa. Chiuse le palpebre, ricominciò. "Devi partite dalle guance.", e passò la lama sul braccio, prima sfiorandolo e poi assestandogli un colpo secco. Seguì le linee disegnate sotto gli occhi di Josh che, poverini, non sapevano se stare attenti al braccio che veniva tagliuzzato o alla lingua di Chris che faceva capolino dalle labbra per lo sforzo e la concentrazione.
 
Si ricompose quando Chris scoppiò a ridere. Allora si passò una mano fra i capelli, che aveva sbagliato? Si domandò se fosse il caso di prestare interesse per quello che gli stava venendo mostrato, non voleva certo apparire indiscreto, conoscendosi. Ma Chris aveva altri piani.
Gli porse il coltello, Josh indietreggiò.
"Prova tu."
"No."
"Non parli per giorni e la prima parola che mi rivolgi è un rifiuto?"
In effetti, Josh perdeva l' abitudine di parlare. Non era matto, solo che non ne sentiva il bisogno e teneva la bocca chiusa, la usava solo per sbadigliare e mugugnare come un cagnolino al quale si è pestata la coda. Era così, lui, e Chris si era ripromesso di rispettare questo silenzio, benigno o no che fosse. Anche se, a dir la verità, Joshua credeva fermamente di non piacere davvero a Chris. Scopavano, qualche volta si baciavano, uscivano a cercare il cibo insieme, ma più di quello non facevano niente di costruttivo per stare insieme. Anche se, beh, Chris nutriva questi strani tremolii e sentimenti per lui che... Che gli andavano piuttosto bene. Era la sua bocca dello stomaco ad odiarli. Josh, per lui, andava bene così: mezzo cieco, muto quando gli pareva, complessato, disposto a sopportare i suoi elogi all' anatomia umana, divoratore di libri, che si lasciava prendere quando gli andava ed imbranato in tutto, per tutto e in tutti i posti in cui capitava. Però non glielo avrebbe certo confessato.
 
"Prova tu."
"No."
"Non parli per giorni e la prima parola che mi rivolgi è un rifiuto?" In effetti, Josh perdeva l' abitudine di parlare. Non era matto, solo che non ne sentiva il bisogno e teneva la bocca chiusa, la usava solo per sbadigliare e mugugnare come un cagnolino al quale si è pestata la coda. Era così, lui, e Chris si era ripromesso di rispettare questo silenzio, benigno o no che fosse. Anche se, a dir la verità, Joshua credeva fermamente di non piacere davvero a Chris. Scopavano, qualche volta si baciavano, uscivano a cercare il cibo insieme, ma più di quello non facevano niente di costruttivo per stare insieme. Anche se, beh, Chris nutriva questi strani tremolii e sentimenti per lui che... Che gli andavano piuttosto bene. Era la sua bocca dello stomaco ad odiarli.
Josh, per lui, andava bene così: mezzo cieco, muto quando gli pareva, complessato, disposto a sopportare i suoi elogi all' anatomia umana, divoratore di libri, che si lasciava prendere quando gli andava ed imbranato in tutto, per tutto e in tutti i posti in cui capitava. Però non glielo avrebbe certo confessato. Josh si sentì un po' in colpa, afferrò con delicatezza il manico lavorato del coltello e sviò gli occhi da Chris, ruggendo sotto i baffi. Non gli piaceva fare quelle cose in presenza di Chris, si sentiva sempre inferiore. Inutile dire che la sua nuca era diventata oggetto di rimprovero molto amato dai palmi del più alto. Una cazzata? Uno schiaffo sulla nuca. "Fammi contento, dai."
"Non so come si fa."
"Te l' ho fatto vedere!"
Stavo guardando te, avrebbe voluto dirgli Josh. Chris sospirò, l' esasperazione gli fece colare dei rimasugli di trucco scuro sulla fronte, e gli si parò dietro, aderì alla sua schiena e gli poggiò la testa su una spalla. Gli prese una mano, infine, e cominciò a guidarla sul braccio, a finire le incisioni che aveva programmato. Rigido come un pezzo di legno, Josh ringraziò di essersi coperto il volto di bianco, quelle situazioni lo imbarazzavano. Chris canticchiava a bocca chiusa, le note ondeggiavano fino alle orecchie del più piccolo e gli scivolavano dentro la maglietta, in cerca di un rifugio adatto.
Un rumore pacato si diffuse per i muri, il coltello andò troppo a fondo e il braccio dmsi divise in due- nulla di questo era stato programmato, ma Chris ne rise. Aveva colto Josh di sorpresa, gli aveva tirato una pacca sul culo e quel povero ragazzo si era preso un tale spavento da mollare tutta la forza nella lama del coltello.
Quest' ultimo, riposto il coltello nelle mani del proprietario, se ne tornò sul materasso, a fissarlo male, "Vaffanculo."
Chris scosse la testa e buttò nel cestino i pezzi di muscoli andati a male.
  
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