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Autore: Prinzesschen    02/07/2008    2 recensioni
Sono passati tanti anni da quando Edward ha lasciato Bella (in New Moon). Lei ha continuato a vivere e le loro strade non si sono mai più incrociate, ma...a volte il passato torna a ferire! Piccola one-shot scritta senza alcuno scopo di lucro e il cui protagonista maschile così come alcuni personaggi citati appartengono alla scrittrice Stephenie Meyer. Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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edward e hanna

Ciao a tutti! Questa è la prima fanfic che scrivo in questa sezione e spero vi piaccia. Sono passati tanti anni da quando Edward ha lasciato Bella (in New Moon). Lei ha continuato a vivere e le loro strade non si sono mai più incrociate.

Spero che mi farete sapere che ne pensate! accetto qualsiasi tipo di commento! buona lettura! Baci *AnNa*

-Cavolo Edward! Tu non mi ami! Tu rivedi lei in me! Rivedi lei! E’ solo per questo che hai perso tempo con me…io non sono lei! Perché non lo capisci?!

Le lacrime scendevano irrefrenabili. Gli occhi arrossati puntati addosso a lui. A lui che diceva di amarmi. A lui che diceva di essersene andato per salvarmi.

Da cosa poi?

Da lui?

Balle balle balle!

Strinsi i pugni ancora più forte tanto che le nocche diventarono bianche.

-Hannah smettila lo sai che non è così…

Si avvicinò e mi sfiorò piano il viso con la sue mano ghiacciate e marmoree ma io la colpii e la allontanai

Lui fece un passo indietro, rassegnato.

-Mi odi vero?

Tremavo, scossa dai singhiozzi. Lo sguardo basso. Gli occhi pieni di rabbia e dolore.

-Si…

-Vuoi che me ne vada?

Non alzai lo sguardo, spaventata dalla tristezza che sapevo avrei scorto nelle sue iridi dorate.

Volevo che se ne andasse?

Volevo o meglio potevo vivere senza vederlo più? Senza sentire le sue mani su di me? Senza avvertire anche a chilometri di distanza il suo sguardo premuroso che mi vegliava?

Ancora calde lacrime mi solcavano incessantemente il viso.

Mia nonna lo amava. Lui l’aveva lasciata sola.

Io lo amavo. Lui mi aveva lasciata sola.

Ma allora perché era tornato? Sperava di rompere questa maledizione? Di cambiare la storia? Di tornare da lei attraverso di me?

 

-Assomigli talmente tanto alla mia Bella…

 

Aveva pronunciato quelle parole dopo che avevo scoperto chi realmente fosse. Dopo che avevo scoperto cosa c’era stato fra lui e mia nonna Bella.

Ricordo che da piccola avevo una innata predilezione per le storie di vampiri. Le adoravo. Creature affascinanti, i vampiri. Davvero affascinanti. Misteriose. Pericolose e attraenti nel loro essere pericolose.

Lei diventava triste ogni volta che li nominavo, il che accadeva piuttosto spesso.

Si rabbuiava e mi pregava di smetterla. Allora non capivo. Adesso si…adesso tutto mi è chiaro.

Se il nonno Jacob avesse saputo cosa stavo vivendo e avevo vissuto in quegli ultimi mesi credo mi avrebbe uccisa. Credo avrebbe ucciso Edward.

Lo odiava con tutto se stesso. Amava la nonna già quando lei era fidanzata con Edward. Lui era uno schifoso succiasangue. Era un assassino. Non capiva cosa lei ci trovasse di tanto amabile e affascinante.

Da quando la nonna era morta il nonno si era intristito. Era tornato a vivere a La Push da solo. Io di tanto in tanto andavo a trovarlo, ma era una sofferenza vedere i suoi occhi spenti. La nonna aveva portato con sé la sua luce e la sua vita.

Se solo avesse saputo di Edward e me…credo sarebbe morto.

 

-Vuoi che me ne vada? Che esca dalla tua vita per sempre?

Lo ripeté ancora e potevo sentire addosso il suo sguardo implorante.

-Se me lo chiederai andrò via. Non mi vedrai più.

Era solo un ipocrita. In quel momento sentì la mia rabbia crescere.

-SEI GIA’ ANDATO VIA UNA VOLTA EDWARD! COSA CAMBIA ADESSO?! SE DAVVERO VOLEVI  ANDARTENE PERCHE’ SEI TORNATO?

SONO STANCA! STANCA, ED! STANCA DI PENSARTI E DI NON RIUSCIRE A FARMI UNA RAGIONE DEL FATTO CHE TU AMI CIO’ CHE PORTO CON ME E CHE RESTA DI LEI! STANCA CHE TU MI SCHIAFFI IN FACCIA IL MIO DOLORE PROPRIO QUANDO STO PER DIMENTICARTI O ALMENO CI PROVO! STANCA STANCA STANCA!

Mi accasciai sul pavimento lucido del mio appartamento. La mani sulla testa come a volere proteggermi dal suo sguardo e dalle sue parole.

-Vuoi che me ne vada?

Lo ripetè per la terza volta con la sua esasperante calma e il suo esasperante autocontrollo.

-Si!

Quella semplice sillaba rimbombò nella mia mente con un’eco assordante. La mia voce. La condanna a una vita di inferno. Ad una vita senza di lui.

-D’accordo,Addio Hannah… voglio solo che tu sappia che ti ho amata, ti amo e ti amerò, ti sbagli se credi che ami solo ciò che rimane di lei in te…

Si voltò e si diresse piano verso la porta. Ad ogni passo un’altra lacrima mi rigava il viso. Ad ogni parte un emozione moriva. Speranza. Amore. Tristezza.

Rimaneva soltanto la paura. La paura di una vita senza di lui.

La porta si richiuse alle sue spalle ed io mi strinsi ancora più forte le mani sulla testa.

Disperazione. No, quella non moriva. Magari si sarebbe affievolita con il tempo. Ma non sarebbe mai morta del tutto.

Mi sentivo vuota.

Sola.

Impaurita.

Un battito un po’ più forte degli altri mi diede l’impressione che il cuore mi stesse volando fuori dal petto.

E se dicesse la verità?

E se davvero mi amasse?

E se mi stessi sbagliando?

Il dubbio si impossessò di me.

Avrei potuto insegnargli ad amarmi per ciò che sono e non per ciò che Lei era.

L’egoismo prese il sopravvento.

Non potevo vivere senza di lui. Meglio la consapevolezza che non mi amava che il vuoto conseguente al suo abbandono.

Lui era la mia aria.

Lui era la mia vita.

Lui era tutto ciò che mi completava.

Mi alzai e corsi verso l’uscita del mio appartamento.

Scesi di corsa le scale senza preoccuparmi di chiudere la porta.

Uscì in strada.

Erano le 5 del mattino e a Forks regnava il più assoluto silenzio. Mi sembrava un grido assordante. Mi sembrava che il silenzio partecipasse al mio dolore., al morire della mia speranza.

Non riuscivo a vederlo.

Urlai il suo nome.

Lo urlai più forte che potei più e più volte; corsi a perdifiato.

Non riuscivo a trovarlo.

Le lacrime ricominciarono a fluire incontrollate.

-Hannah?

Quella voce. La sua voce. Quel suono che amavo più del lecito e senza il quale non potevo vivere. La mia salvezza doveva trovarsi pochi metri dietro di me.

Mi voltai.

Lui era lì, immobile e bello. Mi fissava confuso e forse speranzoso.

Mi avvicinai a passi veloci che in breve si trasformarono in corsa e mi buttai fra le sue braccia.

-Edward non mi lasciare! Mai mai mai mai Ed! Non posso vivere senza di te! Non mi importa se l’unica cosa che ti tiene legato a me è lei…non mi importa, non mi importa nulla! Sono egoista lo so, ma non posso sopravvivere se non sei con me!

Lui mi strinse.

Rimanemmo in quel modo, in mezzo alla strada per un tempo che non riuscimmo a calcolare, poi lui mi alzò il viso con un dito freddo.

-Amo te..! Forse è vero che mi sono legato a te perché mi ricordavi Bella ma adesso è tutto diverso. Non si vive di soli ricordi e io amo te perché sei te stessa. Nessuno è uguale a te e tanto meno Bella. Si, forse le assomiglierai fisicamente, ma…ti amo per ciò che sei, non per chi sembri.

Incrociai il suo sguardo e mi perdetti in quelle iridi dorate che sembravano luccicare alla luce dell’alba che piano affiorava all’orizzonte.

Avvicinò il suo volto al mio e mi baciò. Fu uno di quei baci teneri e dolci che solo lui sapeva regalarmi. E  mi sentii bene. Ero li tra le braccia dell’uomo che amavo e niente avrebbe potuto rovinare quel momento.

  
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