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Autore: Thunder Road    19/03/2014    3 recensioni
[Sarebbe una songfic, ci sono moltissimi riferimenti a Bruce Springsteen, se avete voglia cercatevi le canzoni che sono citate, meritano di essere ascoltate e vi faranno capire la storia ancora meglio.]
Lei ballava, lei amava ballare.
La sera, quando era di buon umore, prima di venire a letto, metteva su la discografia di Springsteen e iniziava a ballare.
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Thunder Road'
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Shivers-
#1


Note: La canzone usata è Thunder Road, di Bruce Springsteen, dall' album Born to Run, del 1975. Non è presente il testo completo.

Thunder Road:



Lei ballava, lei amava ballare.
La sera, quando era di buon umore, prima di venire a letto, metteva su la discografia di Springsteen e iniziava a ballare.
Qualsiasi cosa capitasse, lei ballava. Ma il meglio di se lo dava solo se c' era una canzone di Born to Run. O The River, o Darkness on the Edge Of Town, o... insomma, lei dava il meglio di se anche con le canzoni che nessuno riuscirebbe a ballare, piuttosto si metteva a fare fouettè per tutta Growin' Up, o magari improvvisava un pezzo alla sbarra su The River. Una volta l' ho vista improvvisare un pezzo di danza moderna con un cappello simile a quelli di Chorus Line su Cover Me. Ballava per tutta la stanza, ed era come se i passi li sapesse da sempre.
Magari era in camicia da notte, ma sembrava comunque la protagonista di un balletto a teatro, uno di quelli lussuosi a cui vai con il vestito buono che hai messo solo al matrimonio dei tuoi.
Io me ne stavo lì, sotto le coperte del letto a una piazza dove avremo dormito, a guardarla ballare. E canticchiavo, oppure, una volta che si era rotto lo stereo, suonavo la chitarra.
Poi ad un certo punto, quando aveva ballato due o tre canzoni, si inginocchiava in fondo al letto e si metteva sotto le coperte, gattonava un po' e poi mi abbracciava.
Dio solo sa quanto fossi innamorato, non mi importava nemmeno se non facevamo l' amore, per me era importante avere lei, lei e tutto ciò che la riguardava. I pregi, ovvio, ma anche i difetti, sopratutto i difetti, perché sono quelli che fanno la differenza, senza difetti saremmo tutti perfetti e quindi tutti uguali. Chi vuole vivere in un mondo in cui tutti siamo uguali? Ognuno è perfetto a suo modo, e cazzo, lei era perfetta anche quando faceva battute completamente idiote, fuori luogo e che nemmeno facevano ridere lei.
Il fondo nelle battute squallide l' ha toccato quando era in seconda superiore, io interza, ed ero lì con lei in classe con un paio di amici. La professoressa disse:" Ci sono degli estranei che fanno casotto qui!" E lei rispose. "Ma prof, non sono gli estranei che fanno casotto, è il casotto che fa gli estranei!" Nella stanza calò il silenzio, la prof rise per educazione, Alessandro fece quasi cadere la videocamera che teneva in mano, non mi ricordo nemmeno perché, e io mi tolsi le cuffie e mi battei una mano sugli occhi, disperato.
Ma era per quello che la amavo, o forse no.
Non ho mai capito perché mi sono innamorato di lei, ma so che il primo giorno in cui ci siamo dati appuntamento alla fermata del bus per farla venire a casa mia a giocare ai videogiochi, quando è apparsa dalla parte opposta a quello che avrebbe dovuto dicendo che aveva sbagliato autobus, ho capito che c'era qualcosa in lei di cui avevo bisogno. Nel tempo ho capito che era di lei che avevo bisogno, e che avrei voluto lei. Magari non per sempre, nessuno dei due ci crede più, all amore infinito, ma comunque per una certa quantità di tempo indeterminata.
Ed eccoci, 2 anni dopo.
Ancora, voglio solo lei, dormo a casa sua tutti i week end più o meno da un anno, e se prima di conoscerla qualcuno mi avesse detto che avrei dormito nello stesso letto di una ragazza per lei, perché la amavo, e non con l' unico scopo di fare sesso, avrei sicuramente riso a quel qualcuno dritto in faccia, mandandolo a fanculo senza mezzi termini.



The screen door slams, Mary's dress sways
Like a vision she dances across the porch
As the radio plays, Roy Orbison singing for the lonely
Hey that's me and I want you only



Capitava, ogni tanto, che lei ci rimanesse male per qualcosa, ma il più delle volte iniziava a dire cose cattive su di me, ma non in modo stronzo, perché veniva e ad ogni insulto mi dava un pizzicotto sulle guance, ma contemporaneamente mi abbracciava e mi guardava con gli occhi con cui si guarda ciò ama più di qualsiasi cosa. Mi sono sempre chiesto, ogni volta che capitava, se anche' io avessi quello sguardo quando la abbracciavo. Ad ogni modo, se ci rimaneva male, magari non lodava nemmeno a vedere e non se la prendeva assolutamente. A parte una volta, in cui ha iniziato a strillare, poi a piangere e a buttare le cose per terra. Infine,quando si era calmata, mi aveva chiesto se potevamo saltare la notte insieme per quel week end. Non ho avuto il coraggio di ribattere, era distrutta, a pezzi, io ero la causa e questo rese anche me a pezzi, forse più di lei, perché mi ero fatto carico di entrambi i dolori, il suo e il mio.
Quando sono tornato a casa mi sono ubriacato come mai prima di allora e come mai più è successo. Davvero, non ho mai bevuto tanta vodka in una volta sola. Non riuscivo a far fronte a me stesso con tutto quel dolore, con la responsabilità di un dolore non mio, l'avevo fatta stare male per davvero, non avrei voluto, rischiavo di perdere la cosa più bella del mondo, l'unica che avessi mai amato in quel modo così ingenuo e innocente. Ubriaco com'ero, andai ad aprire alla porta alle 3 di notte, senza nemmeno rendermene conto.
Mi ritrovai di fronte lei, con la faccia tutta sporca di trucco, le mani impiastricciate per essersi cercata di pulire e la giacca di pelle sopra al pigiama. Quando si rese conto che ero completamente ubriaco, probabilmente perché avevo in mano una bottiglia di vodka quasi vuota e perché piangevo dicendo cose senso, mi ha tolto la bottiglia di mano, mi ha abbracciato e, piangendo, mi disse che mi amava. Poi mi ha portato in bagno, dove ho praticamente vomitato l' anima. Poi ha finito la vodka al posto mio, ha pulito il bagno, mi ha messo nel letto e si è sdraiata con me, dicendo che ero un idiota e che il giorno dopo sarei stato malissimo. Ha aspettato che mi addormentassi, poi si è alzata e ha messo in ordine tutto, mettendo le bottiglie di vodka di mio padre in modo che non si notasse che ne mancava una, si è messa di nuovo nel letto e si è addormentata anche lei. La mattina dopo mi sono svegliato, ho ripensato al litigio della sera prima e ricominciato a piangere, svegliandola. Non l' ho mai più vista così dispiaciuta per qualcosa come per le mie lacrime. "Amore mio." Disse sorridendo. "Certo che sei proprio un bambino." Mi baciò, mi abbracciò e aspettò che mi calmassi. "Non ti preoccupare, è tutto a posto, ok?" Mi aveva detto poi dolcemente. E fare l' amore non è mai stato tanto bello come in quel momento.
Da quel giorno però ho paura che possa di nuovo farla stare così male, che succeda tutto da capo e che io non regga il confronto con me stesso allo specchio.



Don't turn me home again
I just can't face myself alone again
Don't you run back inside, darling
You know just what I'm here for
[...]



Quando l' ho conosciuta, non era esattamente ciò che si può definire una persona felice. Anzi, tutt' altro. L' ho conosciuta che era appena uscita da una fase di autolesionismo, ma non me lo disse subito. Fu solo quando ne parlammo in non so quale contesto che lo venni a sapere. Ai tempi non stavamo nemmeno insieme,eravamo giusto grandi amici. Lei la mia figliola e il suo papà. Non aveva cicatrici o segni di cui potessi sospettare, ma un giorno mi scrisse che le avevo salvato la vita. Allora capii, che se aveva smesso era solo perché io la rendevo felice essendo suo amico, e credetemi, non esiste una cosa più bella da sentirsi dire.
In quel periodo io soffrivo parecchio per una storia con quella che, quell' anno lì, era la mia ragazza, con cui le cose andavano sempre peggio, poi miglioravano e poi peggioravano ancora. E quando avevo bisogno di un sostegno, le scrivevo un messaggio.
Lei faceva di tutto per aiutarmi, è venuta a casa mia ed è rimasta oltre quando avrebbe dovuto, fregandosene se i suoi si arrabbiavano o saltando gli allenamenti o le lezioni di danza.
Lei lo faceva perché voleva che io avessi compagnia, sapeva che da solo sarei solo stato peggio, quindi prendeva il primo bus, anche a costo di correre come una pazza e arrivare nella mia via senza fiato e sifaceva tutta la scalinata fino a casa mia. Con la pioggia, con la neve, con il sole e con lo sciopero dei bus, camminando per un' ora e arrivando in ritardo a casa sua di un ora e mezza. Ma quando entrava in casa mia mi abbracciava e, giuro, nessuno mi abbracciava come lei, nemmeno la mia ragazza. Ci sedevamo sul divano e guardavamo un film, giocavamo ai videogiochi, suonavamo la chitarra, ascoltavamo le fiabe nelle audio cassette. Un paio di volte siamo anche usciti, io le parlavo, lei mi ascoltava,in silenzio e poi mi rispondeva, consigliandomi se glielo chiedevo o semplicemente dicendomi che sarebbe andato tutto a posto. Lei di dolore per amore ne sapeva, ma io ancora non lo sapevo. Lei, che prima di me non aveva mai avuto un ragazzo, sapeva più cose sull' amore che chiunque altro. Era come se lei prendesse il mio dolore e lo studiasse, lo analizzasse, fino ad arrivare ad un punto in cui lo faceva suo e soffriva con me. Credo che sia l'unica persona al mondo capace di farlo, davvero.



You can hide 'neath your covers
And study your pain
Make crosses from your lovers
Throw roses in the rain

[...]


Quando andava in seconda superiore, io ero in terza, ma è comunque riuscita a darmi ripetizioni di inglese nonostante lei quegli argomenti non li avesse mai visti. Li studiava con me, ma poi alla fine sono stato comunque bocciato e ci siamo ritrovati in classe insieme l' anno dopo. Avrebbe anche studiato filosofia, pur di darmi una mano. Io quella mano la usai come ancora di salvataggio come lei aveva usato il mio affetto per salvarsi la vita. Io però non ce la feci e ricascai in acqua.
"Non ammesso alla classe quarta."
"Mi dispiace, ma tra noi non funziona più come all' inizio, credo che dovremmo finirla."

BOOM, due ultimatum in un giorno solo. Eppure lei c'è sempre stata, mi ha abbracciato e consolato per tutta la sera. Quella notte ha dormito per terra nel sacco a pelo dopo aver passato dalle due del pomeriggio all' una di notte a consolare me che che piangevo.
Il giorno dopo mi ha fatto guardare Springsteen & I e mi ha preparato le crepes.
A dire la verità, nessuno ha mai fatto tanto come lei ha fatto per me, lei che nonostante tutto, nonostante il tempo, il suo umore, nonsotante io abbia il dono di rovinare sempre tutto, mi ha preso per mano e mi ha portato verso la terra promessa della felicità. Ancora adesso, sta continuando a portarmici per mano, lungola strada, canticchiando e saltellando. O ballando, dipende se c'è la musica o no.
Lei, come ho detto, amava ballare, e nonostante avesse potuto, non aveva mai avuto l' aspirazione di entrare in grandi scuole di ballo. Niente audizioni per la Royal Ballet School, non aveva voluto studiare alla Scala, niente. Lei ballava perché amava ballare, e amava anche me. Per il suo compleanno la portavo sempre a vedere un balletto diverso. Lo schiaccianoci, Don Chisciotte, Biancaneve, Il lago dei cigni, Sylvie e cose così. Si commuoveva sempre, e usciva dal teatro su quei tacchi e con quel vestito nero lungo con le lacrime agli occhi e ringraziandomi per il regalo. Non ho mai avuto il coraggio di dirglielo, ma il regalo più grande che potesse farmi era stare con me, perché io vivevo di lei e per lei. Vivevo delle sue mani graziose, dei suoi capelli castani che non stavano mai a posto, di quegli occhi che ha solo chi ne ha passate tante e altrettante ne ha viste. Che però erano occhi felici. E chiunque la conoscesse, appena ha avuto l' occasione di parlarmi a quattr'occhi, i primi tempi in cui stavamo insieme, mi diceva che la stavo rendendo felice e che non dovevo farla soffrire, che i suoi erano cambiati ed era solo grazie a me. La prima volta che andai a casa sua i suoi genitori mi ringraziarono. Si vedeva che sapevano tutto di me e della nostra storia. Sapevano cos' era successo il giorno in cui ci mettemmo insieme, a che ora l' avevo presa per mano la prima volta e cos' era successo quando ci siamo dati il primo bacio. Lei era davvero innocente ed ingenua. Aveva il corpodi una donna, ma da qualche parte, era ancora una bambina.

Oh oh, come take my hand
We're riding out tonight to case the promised land
Woah oh oh, thunder road, oh thunder road, oh thunder road



Andavamo al liceo artistico, e la prima volta che la vidi disegnare fuori dalle normali ore di lezione, fu mentre schizzava un foglio che prendeva il volo e diventava un aereplanino, che poi si trasformava in uno stormo di rondini, che scappavano dalla finestra di una casa. Poi accanto alla finestra ha scritto 'Be Free' in un bel carattere svolazzante. Ha ricalcato con il pennino a china e poi si è girata verso di me. 'Credi che riusciresti a fare una cornice? Così ce lo metto e lo appendiamo sul letto.' Quel pomeriggio le costruii una cornice con il legno e poi lei appese il disegno sopra il mio letto, dove è ancora oggi. La sera, si sdraiò con me dopo aver ballato e guardò il disegno. "Io sono il foglio di carta." Disse. "E tu la mia finestra." Ci misi un po' a capire, ma quando lo feci, non riuscii a trattenermi dall' abbracciarla forte. Ma lei era lo stesso per me, fino a che non sono stato con lei, fino a che non mi sono sentito felice e libero davvero, non mi ero mai reso conto di quanto fossi in gabbia prima. Prima, con la mia precedente ragazza, ero felice, forse, pieno di promesse a me e a lei. Sposarsi, vivere insieme, avere dei figli e stare per sempre insieme. Cazzate, tutte cazzate. Ma me ne rendo conto solo ora, ora che so che a 15 anni abbiamo ben poco da programmare e che a quell' età bisognerebbe divertirsi, non passare i giorni a piangere per una ragazzina viziata che non distingue la cotta che passa e poi ritorna e poi ripassa dall' amore.
La sera in cui appesi il disegno al muro, le chiesi se c' era mai stato qualcuno che lei aveva rifiutato. Mi raccontò di un paiodi ragazzi che le avevano detto che era bella, del ragazzo che le aveva 'rubato', così disse, il primo bacio, di quanto avesse amato quel momento, e di quanto, d' altro canto, avesse odiato il ragazzo in questione. Avrebbe voluto darlo a me, il primo bacio, ma quella sera di febbraio non fui io ad avere l' onore di sentirla tremare, poter sentire la paura farsi strada in ogni suo singolo muscolo, non poter essere io ad accarezzarle la mano per tranquillizarla, non poter essere io il suo 'il primo bacio non si scorda mai'. Ma in fondo, se potessi avere la possibilità ditornare indietro e far sì che il nostro primo bacio fosse anche il suo primo bacio, non lo farei. Avrei paura di non essere all' altezza dei suoi sogni, perchè lei è una ragazza nata per sognare, e il suo prima bacio lo sognava esattamente come l' ha dato.
Una volta mi ha fatto vedere le cose che scriveva e come si vestiva prima di iniziare il liceo, quando, almeno così lei diceva, era fissata che doveva diventare Emo-Punk. Quello era il suo scheletro nell' armadio, a nessuno era mai stato concesso di vedere così in là. Non aveva mai negato di essere stata così diversa da come quando l' ho conosciuta, ma vederla in quel modo mi aveva fatto capire meglio il percorso che aveva percorso per arrivare ad essere la persona straordinaria che era e che tanto amavo.




But tonight we'll be free
All the promises'll be broken
There were ghosts in the eyes
Of all the boys you sent away
They haunt this dusty beach road
In the skeleton frames of burned out Chevrolets


Non le ho mai dedicato She's the one, nemmeno New York City Serenade, niente canzoni, nonostante noi vivessimo di musica e se mai ci saremmo sposati, l' avremmo fatto con la musica. Non so perchè, ma a nessuno dei due è mai venuto in mente di mettersi a cantare una canzone all' altro, semplicemente nonsiamo quel tipo di coppia.
Ma abbiamo un sacco di cose, o meglio, di canzoni, che abbiamo fatto nostre. Born to Run è una di quelle cose, ci sono versi che semplicemente ci rappresentano, ci raccontano. O The River, e quando avevamo tra i 17 e i 18 anni eravamo fissati con Growin' up.
Adesso cantiamo spessissimo E Street Shuffle.
Insomma, Springsteen è stata davvero la nostra colonna sonora. Appena conosciuti mi chiese se potevo darle dei consigli per rifarsi l' mp3, io le consigliai di sentirsi She's the One, The River e Dancing in the dark, aggiungendo che avrebbe dovuto cercarsi tutta la discografia. Un paio di mesi dopo mi disse che aveva finito e che le aveva tutte. Qualche weekend dopo è andata in vacanza da suo padre, a La Spezia, ed è tornata con due libri di Springsteen. Non faceva altro che leggerli, sfogliarli, guardava le foto, leggeva i testi inediti e canticchiava Fever. Ricordo che quel giorno, appoggiato al calorifero della classe con Riccardo, mi sentii come un padre quando il figlio vince le olimpiadi. "Baciala, amico mio, baciala." Mi disse Riccardo.
Io risi, ma l' avrei fatto davvero.
Lei non faceva altro che cantare I'm on Fire e Fire, dopo il nostro primo bacio.
Il primo weekend che passai da lei, lo passai mangiando crepes, gelato, e popcorn guardando Springsteen & I, e appena finiva, lo facevamo ripartire. Ci siamo addormentati ai primi 'Thank You Bruce' della settima volta che lo rivedevamo, non so che ore fossero, ma comunque il buio era già lì da un bel po', e i suoi erano andati a dormire da un sacco.
Bruce era la nostra vita di coppia, io la sua vita, lei la mia, Springsteen la nostra. Una weekend abbiamo ridipinto il murosopra il suo letto, e abbiamo stampato, ritagliato e incollato lettera per lettera la frase:" Together Wendy we'll live int the sadness, I'll love you with all the madness of my soul" , fu un lavoraccio, ma alla fine eravamo soddisfatti del risultato. E' una perfetta imbianchina, dico davvero. E quel giorno ho scoperto che da piccola voleva fare l operaia navale.
Quella sera lei ballò She's the one, e io mi unii a lei.
"Certo che fai schifo a ballare." Mi disse quella sera sotto le coperte. "Ma io ti amo lo stesso."




 

   
 
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