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Autore: hikaru83    20/03/2014    3 recensioni
Mitsui non ha mai pensato all'amore, qualche scappatella con le ragazze, soprattutto nel periodo passato come teppista, ma niente di più. Però ora non può fare a meno di pensarci, anche se è un ragazzo, anche se lo ha incontrato poche volte, anche se si è sempre ripetuto che è sbagliato. Nulla di tutto ciò può fargli smettere di sentire la sua voce nella testa e vedere i suoi occhi ovunque.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hisashi Mitsui, Kazushi Hasegawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Buona giornata a tutti (o dovrei dire buona nottata visto l’ora), non mi sono completamente ammattita, lo so che siamo ancora a marzo, ma questa fic è tutta per Slanif (ma ovviamente i commenti positivi sono ben accetti da tutti) che si sta leggendo L’abbraccio dell’inverno fic altamente fluff e che ha tra le coppie sia Sendoh con Yo che Mitsui con Kogure, coppie che non ama molto (in realtà non ama e basta) e lo sta facendo per me. Visto che per ora non riesco a scrivere niente SenKosh per la prima volta scriverò di una coppia che lei ama e che non è molto apprezzata (anche se sta cercando di fare il lavaggio del cervello a tutte, Arcadia_SPH ne sa qualcosa) e cioè una HaseMit, il titolo della fic è dovuto proprio a questo. Sì avete capito bene niente Hana, niente Ru (ok ok in realtà una comparsata la fanno, anche perché sono sempre io, non posso lasciarli da parte i miei puccetti). Beh Slanif io ci provo poi non prendertela con me se non è come te l’aspetti ok? Come sempre i personaggi non sono miei, forse sono un po' OOC (già non sono certa di Hana e Ru e scrivo sempre di loro, figuriamoci con Mitsui e Hasegawa) e non ci guadagno nulla a scrivere.
 

Quattordici giugno

 
Cammino per strada senza guardare dove vado, le mani in tasca, le cuffie nelle orecchie, lo sguardo basso, non ho voglia di tornare a casa, fa troppo caldo e poi non mi va di sentire le continue prediche di mia madre o di vedere la totale indifferenza nello sguardo di mio padre. Quindi cammino e basta.

Sono tornato a giocare a basket da qualche mese, e con la mia squadra siamo riusciti a qualificarci per i campionati nazionali estivi, partiremo tra qualche giorno. Ma io non sono tranquillo. Non è per la paura per le squadre che affronteremo, è vero sono tutte ottime squadre, ma del resto lo siamo anche noi, in fondo ci siamo qualificati no? E poi non vedo l’ora di scontrarmi con i campioni, beh d’accordo un po’ di timore ci sta, ma c’è anche tanta voglia di riscatto.

In realtà quello che non mi fa stare tranquillo sono la voce e gli occhi di uno degli avversari che abbiamo affrontato per le qualificazioni.  Un tipo dello Shoyo il numero sei, Hasegawa. Non riesco a togliermelo dalla testa da quella partita. Ogni volta che prendo in mano un pallone, o insacco uno dei miei canestri da tre, durante le noiosissime ore di lezione, persino quando sono concentrato a evitare un’altra insufficienza. Lui è li, con quello sguardo di sfida, pronto a battersi con me. E poi la notte, la notte ultimamente sta diventando sempre più complicato dormire, lo sogno sempre. Tutte le maledettissime notti. I suoi occhi, la sua voce, il suo corpo. Il problema è che nei miei sogni non ci troviamo durante una sfida, no cavolo decisamente non durante  una sfida. Mi sveglio sudato ansante e eccitato come mai mi era successo prima, e più il tempo passa, più la cosa si fa sempre più grave. Devo risolvere questa cosa, prima del ritiro, assolutamente. Ma come? Insomma neanche so cosa mi sta succedendo. Mi sono sempre piaciute le ragazze, quelle gallinelle che si divertivano a farsi scarrozzare sulle moto da dei veri teppisti, e pronte a qualsiasi cosa per farsi notare, mai avuto dubbi in proposito. Ma allora perché? Insomma non sarò mica diventato un dannato finocchio, vero?

Mentre cammino, alzo lo sguardo per un secondo e vedo un campetto da basket. Niente di che direte voi, ma il campetto è occupato da una nota testa rossa e udite udite l’iceberg in persona. Già il fatto che questi due se ne stanno tranquilli nello stesso campetto senza insultarsi mi sembra strano, ma che poi giochino insieme, perché stanno giocando, non c’è una sfida tra loro, giocano e si divertono, beh questo non mi sembra strano, mi sembra impossibile. Eppure sono davanti ai miei occhi, ridono, sì anche Rukawa e nel loro sguardo non leggo niente di diverso dall’amore. È assurdo, inconcepibile, fino a un istante fa avrei detto sbagliato, ma ora, ora che li vedo davanti ai miei occhi, non riesco a capire cosa ci sia di sbagliato, sono perfetti insieme, assolutamente perfetti, non li vedrei con nessun altro.

Mi sento toccare una spalla, mi volto e mi trovo a faccia a faccia con la mia ossessione personale.

“Ciao Mitsui!”

“Ciao!”

“Tutto bene? Pronto per i campionati.”

“Sì grazie, e tu, tutto bene?”

“Sì, diciamo di sì, anche se non ho molto da fare grazie a te e alla tua squadra.”

“Ah già, scusa.”

“Ehi, stavo scherzando, è uno sport qualcuno vince, qualcuno perde fa parte del gioco, questa volta hai vinto tu, la prossima però non è detto.”

“Peccato che probabilmente non ci scontreremo tanto presto, con i voti che ho quasi sicuramente verrò rimandato.”

“Beh non dobbiamo per forza aspettare le prossime partite ufficiali, insomma potremmo fare come loro.” Mi dice indicando Sakuragi e Rukawa che giocano indisturbati a pochi passi da noi, ma che sembrano in un altro mondo, mondo in cui nessun’altro è invitato.

“Come loro dici?” Lo guardo sospettoso, che mi stia prendendo in giro?

“Cos’è hai paura che ti distrugga?”

“Ma figuriamoci, se vuoi ti sfido anche ora.”

“Sicuro?”

“Certo.”

“Non credo però che loro vogliano essere disturbati.” Dice guardando ancora il campetto dove le due matricole inseparabili dello Shohoku giocano. O per meglio dire, stavano giocando, ora invece, beh la chiamerei marcatura a uomo quella, molto a uomo e molto poco marcatura, almeno non come si intende nel basket. Ma non si vergognano? No, direi di no. D’accordo è quasi sera, e l’afa spinge la gente a rintanarsi in posti con l’aria condizionata però siamo sempre in un luogo pubblico se qualcuno li scoprisse sarebbero guai, eppure si stanno davvero baciando. Si staccano dopo quelle che a me sono sembrate ore, non sono riuscito a distogliere lo sguardo un istante, me ne sono stato immobile a osservare un signor bacio tra due dei miei compagni di squadra, mi sento un maniaco.

“RU!!!” Urla Sakuragi tremendamente rosso, a quanto pare tra i due è lui quello più timido.

“Hn?”

“Hn? Non puoi uscirtene con un hn, ti rendi conto dove siamo?” Allora la scimmia un minimo di pudore ce l’ha.

“Hai perso e io mi sono preso il mio premio.” Semplice, diretto la risposta tipica di Rukawa.

“Ma e se qualcuno ci avesse visti?” Dice cercando di guardarsi intorno, ma una mano di Rukawa gli blocca il viso.

“È davvero così importante?” Gli dice guardandolo negli occhi.

“No!” Risponde dopo pochi secondi la testa rossa con un sorriso dolce. Cavoli non l’ho mai visto sorridere così, è davvero carino. Mi blocco, cosa ho appena pensato? Oh mamma mi sto ammattendo.

“Bene!” Gli dice non staccando lo sguardo dal suo.

“Ede?”

“Hn.”

“Torniamo a casa?”

“Ok.”

“Ti preparerò una cenetta con i fiocchi. Il tensai ha proprio voglia di cucinare oggi.”

“Anche il dolce?”

“Kit a volte sospetto che stai con me solo per il quantitativo industriale di dolci che ti preparo.”

“Ops, scoperto.” Gli risponde con uno sguardo furbo negli occhi.

“Maledetta kitsune!” Gli risponde Hanamichi, ma con un sorriso stampato in faccia.

“Do’aho.” Lo prende per mano e escono dal campetto, ci passano proprio di fianco, Sakuragi ci vede.

“Ehi Mitchi sei venuto a rubare i segreti del genio.” Mi dice baldanzoso come sempre, senza staccare la mano da quella di Rukawa. Senza nessunissima vergogna.

“Scimmia smettila di dire stupidaggini.”

“Io non dico stupidaggini, e poi lui chi è? Ah è vero lo conosco, il tizio dello Shoyo giusto? Cosa fai Mitchi fraternizzi con il nemico?” Vorrei rispondergli per le rime ma non so come, alla parola fraternizzare mi sono venute in mente immagini decisamente poco caste, per fortuna Rukawa interviene. Vi rendete conto come sono messo? Salvato dall’intervento di Rukawa.

“Do’aho, andiamo.” Trascina per mano Hanamichi avvicinandolo di più a sé, sembra che non sopporti quando Sakuragi non gli da’ tutta la sua attenzione. “Senpai.” Dice con un cenno per salutarmi. Rispondo anch’io con un cenno e d’un tratto mi viene in mente Hasegawa che è ancora accanto a me. Ha visto e sentito tutto, non può essere altrimenti. Cavoli chissà cosa penserà di me ora. Mi volto e l’osservo.

“Per fortuna che in campo quei due non fanno che cozzare l’uno contro l’altro.” Mi dice togliendomi dall’impaccio di dover iniziare un discorso. Non mi sembra schifato o altro, buon segno. Aspettate un momento, buon segno per cosa?

“Già, anche durante gli allenamenti.” Riesco a dire ancora confuso per quello che ho appena pensato.

“Beh a quanto pare quando sono soli non hanno nessun problema.” Dice mentre sentiamo ancora la voce allegra di Sakuragi in lontananza.

“A quanto pare no...”

“Allora, ti va?” Mi volto di scatto, mi va? Mi va, cosa? Il suo sguardo è divertito. “La sfida, ti va ancora?” Ah la sfida, certo, cosa mi aspettavo? “Maniaco.” Cosa? “Sei un maniaco, guarda che faccia che hai.” Si mette a ridere, ma non è una risata di scherno, per questo dopo poco mi ritrovo a ridere anch’io.

“Facciamo un’altra volta va bene?”

“Ok, allora dammi il tuo numero, così ci sentiamo.” Gli lascio il numero, mi saluta e lo vedo allontanarsi. Mentre osservo la sua schiena sempre più lontana mi rendo conto di una cosa, fin’ora mi sono sempre fissato sul fatto che essendo un maschio dovevo per forza stare con una ragazza. Ho frequentato teppisti per quasi due anni e abbiamo sempre preso in giro quelli che noi chiamavamo finocchi, perché non era normale, erano contro natura. Però ora che ho visto la scimmia rossa e l’algida kitsune insieme mi sono reso conto che contro natura non c’è proprio niente, e poi, i miei sogni mi sono piaciuti, insomma uno non è che si eccita così per niente, il piacere dev’esserci. Hasegawa è un tipo a posto, è simpatico e mi piace, è inutile negarlo mi piace, e io me lo faccio scappare per paura? No, se ho imparato una cosa è che la paura bisogna affrontarla. Così lo chiamo mentre gli corro dietro.

“Hasegawa!” Lui si volta sorpreso.

“Qualcosa non va?”

“No, solo che... insomma... stavo pensando... se ti va è chiaro...”

“Mitsui tutto bene?”

“Sì, cioè no, cioè...” Faccio un bel respiro. “ Senti ti va di bere qualcosa con me.”

“Quando?”

“Ora, cioè se puoi.”

“Ok .”

“Davvero?”

“Davvero!” Camminiamo uno accanto all’altro un questa calda sera di metà giugno. Prendiamo da bere in un  bar, ma preferiamo andare a sederci sulla spiaggia, oramai il sole è quasi del tutto tramontato  e non c’è molta gente in giro. Lui interrompe il silenzio. “Non l’avrei mai detto sai?”

“Cosa?”

“Che fossi il tuo tipo.” Mi guarda con un misto di aspettativa ma anche timore. Decido di essere onesto, in fondo ogni tanto bisogna rischiare. Lui ha trovato il coraggio di farlo, ora tocca a me.

“Se devo essere sincero fino a poco fa neanche io me lo aspettavo.” Il suo sguardo stupito nel mio.

“E cosa è successo che ti ha fatto cambiare idea?”

“Quei due, prima. Li ho visti e all’improvviso mi sono chiesto cosa ci vedessi di tanto sbagliato.”

“E cosa ti sei risposto?”

“Probabilmente ero solo stupido.”

“E adesso? Cosa facciamo io e te?” Io e te, non so perché ma mi piace come suona.

“Non lo so.” Rispondo sinceramente.

“Ma almeno un po’ ti piaccio?” Mi chiede lui, oramai giochiamo a carte scoperte.

“Sarei qui, altrimenti?” Gli rispondo con il cuore in gola.  “E io?” Gli chiedo.

“Stai scherzando?” Sgrana lo sguardo, ha un’espressione buffa ma anche tanto sorpresa.

“Perché?” Gli domando, sinceramente non ho idea di cos’abbia.

“Ho una cotta per te dall’ultimo anno delle medie, davvero non te ne sei mai accorto?” Il mio sguardo dev’essere molto eloquente perché dopo una risata lui continua. “E io che pensavo che non ti interessassi ma che non volevi mettermi a disagio.”

“Non sono mai stato bravo con queste cose.”

“Ma dai? Non l’avrei mai detto.”

“Allora cosa facciamo?”

“Che ne dici di un’uscita, come questa sera? Una partitella ogni tanto, e poi vediamo come va.”

“Come con le ragazze?”

“Sì, ma per favore, niente shopping.” Mi dice ridendo.

“Ok, per ora ti va una passeggiata sulla spiaggia?” Annuisce, camminiamo sulla sabbia a piedi nudi, le scarpe in mano e le nostri voci nelle orecchie. Chiacchieriamo per ore, oramai è buio ma ho ancora meno voglia di prima di tornare a casa,  non voglio separarmi da lui. Ora, se fosse una ragazza probabilmente l’avrei già baciato. Dico sul serio, mi piace, mi piace stare con lui, mi piace sentirlo parlare, mi piace sentire la sua voce, le sue risate. Mi piace il suo odore, mi attira, mi sento come una falena attirata dalla luce, ma non so cosa fare, e se lui pensasse che lo sto prendendo in giro? E poi come diamine si bacia un ragazzo?

“Mitsui è tardi, io dovrei tornare a casa. È meglio se ci incamminiamo verso la strada.” Sollevo lo sguardo effettivamente è tardi, però non voglio separarmi da lui, non senza aver assaggiato quelle labbra, ma come faccio? “Lo so, mi ucciderai ma non posso resistere, è da troppo che lo sogno.” Mi dice, non capisco il senso della frase fino a quando le sue mani non mi afferrano il viso, calde mani appoggiate sulle mie guance che mi attirano verso di lui. Un profumo di menta e poi le sue labbra sulle mie. All’inizio non capisco, troppe emozioni tutte insieme, poi, smetto di pensare e mi lascio andare. Le sue labbra sono morbide, dolci e fresche, sento il cuore battermi furiosamente in petto, mi sento felice come non mai. Dopo un po’, troppo presto per me, si allontana da me. “Scusa, io...”

“Non scusarti. Piuttosto sei proprio sicuro di dover tornare subito a casa? Non vuoi stare un altro po’ con me?” Mi sorride, sorpreso.

“Mitsui sei sicuro?”

“Hisashi.”

“Cosa?”

“Mi chiamo Hisashi e sì sono sicuro, come mai prima d’ora.” Un altro splendido sorriso e ho la certezza di aver fatto la scelta giusta. Credo proprio che mi toccherà ringraziare quei due dementi. Ma ci penserò domani, non ho tempo di pensarci ora, ora mi perdo in un altro bacio, e un altro ancora, mentre Kazushi mi stringe a sé. Sì ho proprio fatto la scelta giusta.

 
Fine
 

Note: Ok io ci ho provato, non è stato facile con Kogure che mi ha guardato tutto il tempo molto arrabbiato (vi assicuro che quando vuole fa paura), ma per te Slanif l’ho fatto. Non ho idea se con i tempi ci si ritrova, cioè se a metà giugno si sono già qualificati ma non sono ancora partiti, ma va bene uguale vero? Hasegawa e Mitsui si sono incontrati alle medie, ho controllato rileggendomi i volumetti della mitica partita contro lo Shoyo. Lo so è fluff, non posso farci niente, ed è anche tanto casta, ma cerca di capirmi, già divento rossa con Hana e Ru ^/////^ figurati con questi due, no, no di più per ora non posso >/////< , spero ti sia piaciuta lo stesso. A proposito grazie a chi ha commentato l’ultimo capitolo dell’abbraccio dell’inverno, vi ringrazierò come si deve nella fic per il compleanno di Hana e grazie a tutte voi per essere arrivate illese fino a qui.
  
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