20/03/2014
8 recensioniXIII Luna
"La luna mostra il sentiero, ma non i pericoli della strada."
☽O☾ Proverbio Africano
☽O☾ Proverbio Africano
La delicata brezza estiva le accarezzava la pelle scura e le scompigliava i lunghi capelli neri che fuoriuscivano dal cappuccio del mantello. Dayanira si muoveva veloce nel bosco nonostante la penetrante oscurità; le chiome degli alberi non lasciavano intravedere il cielo, ma lei la sentiva, inalava il suo potere ad ogni respiro appena affannato dalla corsa. La Tredicesima Luna rischiarava il cielo notturno e offuscava anche la stella più brillante con la sua pallida luce. Finalmente il bosco si aprì e la strega si ritrovò in una piccola radura circolare. I suoi occhi cobalto scrutarono il cielo e un brivido le invase il corpo; l’ora era vicina. Come prima cosa si sfilò i sandali e posò i piedi nudi sulla morbida erba umida, si concesse qualche secondo per assaporare quel piacevole contatto e lasciò cadere anche la bisaccia e il mantello. Una volta libera allargò le braccia con i palmi verso la luna, chiuse gli occhi e prese un lungo respiro. Sentì l’energia della Natura invaderla sia dal Cielo sia dalla Terra. Non poteva permettersi di fallire, doveva salvare sua sorella dall’Inquisizione ad ogni costo.
- Aiutami… - sussurrò a fior di labbra mentre sollevava le palpebre, potendo così ammirare la splendida Luna che saliva velocemente nel cielo.
Sciolse quella posizione e mosse qualche passo verso il centro dello spiazzo erboso, allungò il braccio di fronte a sé, ma questa volta con il palmo della mano rivolto verso il basso. Sulla terra cominciarono ad aprirsi dei solchi poco profondi che alla fine si riunirono disegnando un pentacolo racchiuso in un cerchio. La donna raccolse la sua sacca e si andò a mettere al centro del simbolo; le sue mani tremavano visibilmente, una morsa le attanagliava lo stomaco, ma si impose di rimanere salda e lucida. Si sollevò il lungo abito viola e si sedette incrociando le sottili gambe, di nuovo inspirò profondamente per calmarsi mentre apriva la borsa di tela e ne prelevava il contenuto: una piccola ciotola di ebano, con delle rune intagliate sui bordi, una fiaschetta e un coltello cerimoniale, anch’esso ornato con simboli magici. Versò l’acqua nella ciotola e posò accanto ad essa il pugnale, con le dita sfiorò il suolo e il cerchio avvampò nelle fiamme. Controllò la Luna, tutto era pronto, cominciò così, con voce sicura a intonare la litania.
- Luna Blu, una serva della Natura e dell’Equilibrio invoca il tuo potere, salva la sua vita, - con la mano sinistra impugnò il coltello e si incise una piccola ferita sulla destra, strinse il pugno e lasciò cadere alcune gocce nella ciotola, mentre l’acqua perdeva la sua trasparenza Dayanira continuò – Salva il suo sangue. Ripeté ancora e ancora quella frase, la sua fronte era imperlata di sudore, i suoi muscoli tesi allo stremo per sopportare quello sforzo estenuante. All’improvviso il fuoco si spense e l’acqua nella ciotola tornò a essere limpida, un fiero sorriso stremato le si disegnò sul volto e infine si lasciò cadere a terra. Ardinia era salva, la Dea l’aveva ascoltata.
NdA:
Ciao a tutti e grazie per aver letto questa mia piccola storia.
Come ho detto nell'introduzione, questo racconto è stato scritto per il contest di Aleyiah: "Sai lanciare un incantesimo? [Pagan] Flash Contest". I prompt: - Tredicesima Luna - Pentacolo
500 parole esatte.
Spero di averli utilizzati bene e di essere riuscita a catturare la loro essenza. Grazie a tutti di nuovo, soprattutto ad Aleyiah per aver ideato questo contest estremamente stimolante.
- Aiutami… - sussurrò a fior di labbra mentre sollevava le palpebre, potendo così ammirare la splendida Luna che saliva velocemente nel cielo.
Sciolse quella posizione e mosse qualche passo verso il centro dello spiazzo erboso, allungò il braccio di fronte a sé, ma questa volta con il palmo della mano rivolto verso il basso. Sulla terra cominciarono ad aprirsi dei solchi poco profondi che alla fine si riunirono disegnando un pentacolo racchiuso in un cerchio. La donna raccolse la sua sacca e si andò a mettere al centro del simbolo; le sue mani tremavano visibilmente, una morsa le attanagliava lo stomaco, ma si impose di rimanere salda e lucida. Si sollevò il lungo abito viola e si sedette incrociando le sottili gambe, di nuovo inspirò profondamente per calmarsi mentre apriva la borsa di tela e ne prelevava il contenuto: una piccola ciotola di ebano, con delle rune intagliate sui bordi, una fiaschetta e un coltello cerimoniale, anch’esso ornato con simboli magici. Versò l’acqua nella ciotola e posò accanto ad essa il pugnale, con le dita sfiorò il suolo e il cerchio avvampò nelle fiamme. Controllò la Luna, tutto era pronto, cominciò così, con voce sicura a intonare la litania.
- Luna Blu, una serva della Natura e dell’Equilibrio invoca il tuo potere, salva la sua vita, - con la mano sinistra impugnò il coltello e si incise una piccola ferita sulla destra, strinse il pugno e lasciò cadere alcune gocce nella ciotola, mentre l’acqua perdeva la sua trasparenza Dayanira continuò – Salva il suo sangue. Ripeté ancora e ancora quella frase, la sua fronte era imperlata di sudore, i suoi muscoli tesi allo stremo per sopportare quello sforzo estenuante. All’improvviso il fuoco si spense e l’acqua nella ciotola tornò a essere limpida, un fiero sorriso stremato le si disegnò sul volto e infine si lasciò cadere a terra. Ardinia era salva, la Dea l’aveva ascoltata.
NdA:
Ciao a tutti e grazie per aver letto questa mia piccola storia.
Come ho detto nell'introduzione, questo racconto è stato scritto per il contest di Aleyiah: "Sai lanciare un incantesimo? [Pagan] Flash Contest". I prompt: - Tredicesima Luna - Pentacolo
500 parole esatte.
Spero di averli utilizzati bene e di essere riuscita a catturare la loro essenza. Grazie a tutti di nuovo, soprattutto ad Aleyiah per aver ideato questo contest estremamente stimolante.
Baci Baci
Jogio
Jogio