Cap
1
-
Finirai con il fare tardi. –
La
voce di suo fratello, proveniente dal piano di
sotto, la fece sobbalzare e le procurò una bella striscia di
eyeliner nero
lungo tutta la palpebra. Sbuffò, tamponando con lo
struccante e cercando di
trovare un rimedio a quel danno.
Come
se non fosse già abbastanza nervosa per conto
suo. In fin dei conti cosa c’era mai di così
importante, si decideva soltanto
cosa ne sarebbe stato di tutta la sua vita. Mentre legava i capelli
corvini in
un’alta coda di cavallo, ripensò al risultato del
suo test. Candida o
Intrepida? La fazione prima del sangue. Era questo il motto che tutti
gli
iniziati dovevano tenere a mente prima di fare la loro scelta; sarebbe
rimasta
nella fazione con i suoi genitori o avrebbe scelto quella degli
Intrepidi?
Ancora
non lo sapeva e la notte non le aveva certo
portato consiglio.
-
Fiamma! –
Questa
volta era sua madre, impaziente forse anche
più di lei, che scalpitava dalla sera precedente e da buona
ex intrepida
sperava nel passaggio della figlia in quella fazione. Margareth
l’aveva
lasciata per amore, in una realtà in cui per
un’Intrepida non era possibile
frequentare un Candido, e da allora non si era pentita particolarmente
della
sua scelta, ma sperava che quella di sua figlia fosse diversa.
-
Sto arrivando! –
Si
sistemò meglio la camicia bianca, che cominciava
a starle un po’ troppo stretta e aderiva alle sue forme
morbide da giovane
donna, valutando quanto fosse trasparente sotto la luce al neon. Dopo
aver
appurato che non si vedeva nulla di compromettente, lanciò
un’ultima occhiata a
quella che sarebbe stata la sua stanza ancora per pochi secondi e poi
si
diresse al piano di sotto.
*
Tobias
osservava suo padre sul podio, tra gli
Eruditi e gli Intrepidi, che si schiariva la gola davanti al microfono.
-
Benvenuti alla cerimonia della scelta. Benvenuti
alla cerimonia in cui onoriamo la filosofia democratica dei nostri
antenati,
che riconosce a ciascuno di noi il diritto di scegliere la propria
strada nella
vita. –
Già,
come se quelle belle parole fossero davvero ciò
che passava per la testa di suo padre.
Si
ricordava bene ciò che gli aveva detto la sera
precedente, dopo cena, quando ormai aveva sperato che il discorso sulla
scelta
non sarebbe stato affrontato. Speranza inutile, ovviamente.
“Fa’
ciò che devi, ma sappi che se oserai
disonorarmi allora farai bene a fingere di non avere una famiglia,
perché questo
è ciò che faremo noi”.
Probabilmente
anni prima la cosa avrebbe potuto
ferirlo, ma ormai l’idea di non essere più
costretto a vederlo era quasi un
sollievo. A suo padre lui non era mai andato bene, non era il figlio
che aveva
sempre desiderato, e le sue punizioni e i commenti gelidi non
l’avevano mai
indotto a credere il contrario.
-
Anni fa gli uomini si divisero in fazioni per
contrastare il disordine nel mondo. Quelli che davano la colpa
all’aggressività
fondarono la fazione dei Pacifici. – proseguì.
I
Pacifici si sorridevano a vicenda e avevano un’aria
rilassata, come se nulla potesse turbarli.
-
Quelli che incolpavano l’ignoranza divennero
Eruditi. –
Lasciò
vagare lo sguardo tra di loro, sulle loro
espressioni tronfie di chi era convinto di essere dalla parte della
ragione.
-
Quelli che accusavano l’ipocrisia si chiamarono
Candidi. –
Anche
quella sarebbe stata una buona scelta per lui,
tutto sommato gli abitanti di quella fazione non erano poi
così male.
-
Quelli che condannavano l’egoismo formarono gli
Abneganti. –
La
sua fazione, l’unico posto in cui era
assolutamente certo di non voler rimanere.
-
E quelli che incolpavano la codardia divennero gli
Intrepidi. –
Un brivido gli corse lungo la schiena, come se il suo corpo sapesse ancora prima della sua mente e del suo cuore quale fosse la scelta migliore per lui. La fazione degli Intrepidi sembrava un buon posto da chiamare casa.
*
Eric
ascoltava le parole di Marcus con la fronte
corrugata, infastidito da quell’enorme giro di parole.
-
Senza di loro non sopravvivremmo. –
Eccolo
lì il colpo di scena. Il silenzio che accolse
le sue parole fu assoluto, perché in quella semplice frase
era racchiusa la paura
più grande di tutti loro; era qualcosa di peggiore persino
della morte:
diventare un Escluso.
-
Perciò in questo giorno celebriamo una lieta
ricorrenza, accogliendo gli iniziati nelle nostre fazioni, che
lavoreranno con
noi per sviluppare una società e un mondo migliore.
– concluse.
Eric
si unì educatamente allo scroscio di applausi.
Quando il silenzio venne ripristinato, Marcus cominciò a
chiamare i primi nomi.
Il
primo era un Intrepido, che rimase nella sua
fazione tra le acclamazioni dei compagni. Tra gli Intrepidi
l’idea di cambiare
fazione era qualcosa di ancora più inconcepibile che negli
altri gruppi,
significava tradimento.
-
Fiamma Balcoin. –
La seconda chiamata, una Candida, avanzò risolutamente verso le coppe. C’era qualcosa nel suo sguardo, una bruciante determinazione, che lo spinse a osservarla meglio. Si scoprì a notare come i capelli corvini assumessero sfumature rubino sotto le lampade al neon e gli occhi color ghiaccio fissassero come ipnotizzati i carboni crepitanti, come la casta divisa dei Candidi apparisse stranamente seducente su di lei. La vide recidere velocemente il palmo e lasciar gocciolare un po’ di sangue sui carboni. Un’altra Intrepida.
*
Fiamma
raggiunse il gruppo degli Intrepidi, venendo
accolta da un paio di pacche sulla schiena e qualche lieve sorriso di
benvenuto. Li aveva
scelti, ma adesso
spettava a loro accettarla come un membro effettivo della fazione.
Raddrizzò
la schiena e incrociò lo sguardo del
ragazzo che l’aveva fissata per tutta la durata della sua
scelta. Era alto, con
i capelli neri che gli ricadevano sul volto donandogli
un’aria di distratta
eleganza e un paio di occhi di un incredibile grigio chiaro. Nel
complesso era
piuttosto carino.
-
Tobias Eaton. –
Il
nome, pronunciato con un che di gelido, attirò
l’attenzione
di tutti. Fiamma ricordava di averne sentito parlare, era il figlio di
Marcus. Lo
osservò mentre avanzava, l’espressione seria sul
bel volto dai tratti marcati,
recideva il palmo e lasciava che lo gocce di sangue sfrigolassero sui
carboni.
Vide
l’espressione di Marcus farsi spietata per una
frazione di secondo, poi tornò a essere impassibile.
Tobias
si sistemò accanto a lei, fissando
risolutamente un punto imprecisato. Seguendo il suo sguardo,
capì che stava
fissando il muro davanti a sé, deciso a non mostrarsi debole
davanti a suo
padre.
Erano
giunti quasi alla fine quando venne chiamato l’Erudito
che l’aveva esaminata con attenzione.
-
Eric Murter. –
Avanzò
a testa alta, sicuro di sé e della sua
scelta, e impiegò solo una frazione di secondo a unirsi agli
Intrepidi. Anche
il suo ingresso fu accolto con un boato d’approvazione.
Quando Elizabeth
Cressling scelse i Candidi, la cerimonia ebbe termine.
-
Forza, diamoci una mossa. – esordì uno degli
Intrepidi più grandi, guidando il gruppo fuori dalla sala e
dando il via a una
corsa sfrenata lungo le scale. Quando arrivarono al piano terra, Fiamma
era quasi
senza fiato, ma sembrava che la loro folle avanzata non fosse ancora
finita.
Gli Intrepidi si scaraventarono fuori dall’edificio, puntando
in direzione del
fischio del treno che arrivava in lontananza.
Solo
in quel momento realizzò cosa si aspettavano da
lei, da tutti loro. Dovevano saltare.
Spazio
autrice:
Salve,
sono nuova nel fandom e spero che questo mio
tentativo di long non faccia poi troppo schifo. Ho letto Divergent
ieri, tutto
d’un fiato, e sono rimasta conquistata dalla trama. Tuttavia
mi sono chiesta:
ma com’è stata l’iniziazione di Quattro,
e quella di Eric (sì, perché io devo
avere seri problemi dal momento che ho amato questo ragazzo u.u)?
Perché questi
due non si sopportano affatto? Bene, in questa long cerco di dare una
mia
personale versione di quegli anni. Spero che vi piaccia e che vogliate
lasciarmi una recensioncina per farmi sapere che ne pensate. Concludo
dicendo
che dal prossimo capitolo i POV non saranno alternati come questo ma
ogni
capitolo sarà dedicato a uno di questi tre ragazzuoli. Alla
prossima.
Baci baci,
Fiamma Erin Gaunt