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Autore: akiko    03/07/2008    7 recensioni
Mello e Near all’orfanotrofio, il loro cammino dall’infanzia all’età adulta, passando per l’adolescenza e le sue strane sensazioni con il supporto involontario di una ragazzina molto dotata. Cosa aspettarsi da questa fanfiction? Amore, confusione, passione e scelte, il tutto condito da una buona dose di ironia, come l’esperienza della vita ci impone! ps. Mi scuso da ora se Mello può risultare un tantino pazzo e lunatico...mi sono ispirata a me stessa!!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, Mello, Near
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Premessa:

in un paio di aggiornamenti di questa fanfiction inserirò una dedica particolare, spero che non me ne vogliate...se non vi interessano saltatele pure!! Allora...

La prima fra tutte va alla mia migliore amica Chiara, che mi sopporta da più di quattro anni; che mi ascolta sempre, anche quando dico delle enormi sciocchezze; che ha il mio stesso nome!; che mi tira su di morale quando sono triste; che mi racconta tutto quello che le viene riferito in merito di pettegolezzi scolastici, perchè dice che io non mi accorgo mai di nulla; che si offre di accompagnarmi da qualche parte anche se non le va, perchè tanto lo sa bene che va a finire che da sola mi perdo; che non si arrabbia anche se le rompo sempre le scatole; che non mi prende in giro se me ne esco con una cavolata assurda; che ha il coraggio di dirmi tranquillamente (ma sempre velatamente,eh!) se i capelli messi in quel modo mi stanno male; che è l’unica che mi regge quando parto con i discorsi filosofici; che mi fa ridere per le facce strane che riesce a fare; che si è sorbita la lettura in anteprima di tutta la fanfic, e mi ha dato utili consigli che in realtà non ho seguito poi troppo....; che riesce a sopportare il mio lato bisbetico, e quello antipatico e quello dispettoso e quello lunatico; che mi dice chiaramente ciò che pensa, anche se non è quello che vorrei sentire o non c’entra nulla con l’argomento di cui stavamo parlando; che arriva sempre in ritardo agli appuntamenti, quando sa bene che io sono il tipo che se non arriva almeno dieci minuti prima si sente male; che mi ha pazientemente sopportato quando la stressavo con la storia del Sommo&co.; che è così tranquilla che per litigare con lei devi fare qualcosa di veramente grave grave grave (tipo attentare alla vita di Orlando Bloom); che è l’unica che mi aiuta a cercare le cose che perdo in continuazione.

Che spero sarà  mia amica per sempre.

Oh, e che oggi compie 18 anni!

Buon compleanno tesoro!

 

Chiara.

 

 

 

1)

 

Era appena uscito dalla mensa dopo un poco soddisfacente pasto, quando sentì un rumore di passi stranamente ritmato avvicinarsi, era come se qualcuno stesse….oh, no.

“Buongiorno Mello!” disse la bambina alla quale apparteneva il rumore di poco prima, mentre si dirigeva dal ragazzo saltellando, con stampato sul viso un sorriso a trentadue denti.

Mello disperato cercò riparo dietro una colonna, ma ormai era troppo tardi.

“Devo allenare i riflessi” pensò.

“Stai andando a pranzo?” chiese lei con voce acuta, e prima che l’altro potesse rispondere che aveva appunto appena finito di mangiare, quella lo prese per un braccio e lo trascinò nella sala.

A Mello non piaceva andare a mensa, c’era decisamente troppa gente e…

“Cavolo”, disse, improvvisamente distratto dai suoi profondi ragionamenti sul sovraffollamento dell’istituto, quando vide che Sami, la ragazzina di prima, si stava dirigendo col suo solito passo zompettante al tavolo dove era seduto Near.

Già, Near.

Quel maledettissimo nano albino che gli voleva soffiare il posto da cervellone della Wammy’s House….

Vide Sami sedersi…sperava proprio che non lo chiamass…. “Meeeeeeellooooooooooooo….”.

Una voce lontana gli fece perdere ogni speranza: Sami, con gesti evidenti gli diceva di andare a sedersi anche lui lì con loro. Accidenti, non poteva rifiutare, altrimenti avrebbe perso punti nella sua immaginaria classifica io-sono-più-figo-di-te-mio-caro-Near. Stancamente si diresse al tavolo piccolo e tondo dove quei due scocciatori stavano mangiando. O meglio, dove Near stava giocando (Mello si rese conto allora di non averlo mai visto nutrirsi…che fosse un robot??), e Sami stava ingurgitando latte. Guardò il vassoio della ragazza: era colmo di latte, latte, latte in polvere per dopo, fiocchi di latte, pane al latte, la salsa del maiale al latte, gelato gusto fior di latte e caramelline morbide…al latte.

Si può ben capire, insomma, che mangiasse qualsiasi cibo avesse per ingrediente principale un alimento nutriente che comincia per l- e finisce per -atte.

“Uhm…che varietà di sapori…”, disse ironico, quando Sami gli offrì qualcuno dei suoi piatti.

Gesto inutile, tanto Mello aveva sempre appresso grandi scorte di cioccolato (non si sa mai cosa può succedere). Nel silenzio, interrotto solo da qualche chomp e glu-glu della ragazza, prese a fissarla.

Gli arrivava quasi ad una spalla, era poco più bassa di Near, minuta, aveva lunghi capelli neri ondulati, una carnagione estremamente chiara, labbra rosse carnose e due occhini a volte azzurri, a volte grigi. Oh, era pure mancina.

Era una persona simpatica, peccato parlasse un pochino troppo, e la sua sincerità a volte fuori luogo era disarmante. L’aveva conosciuta due anni addietro, quando era arrivata all’orfanotrofio. All’inizio stava sempre sola, si diceva avesse subito un forte trauma, e non parlava mai (all’epoca!), la vista vacua persa nel vuoto, come intenta a rincorrere un ricordo lontano.

I suoi genitori erano morti per proteggerla in un incidente aereo, lei era stata l’unica a sopravvivere, gli raccontò più avanti, col suo sorriso falsamente radioso ed uno sguardo carico di tristezza e lacrime mai piante.

Fu per caso, poco dopo il suo arrivo, che si trovò a parlare con lei, tutto grazie al cioccolato.

Il fatto si svolse più o meno così, ormai ne è passato di tempo: una delle barrette cadde a terra e quando imprecando Mello si voltò per raccoglierla una manina, la sua, gliela stava porgendo. Un gesto naturale, semplice, che lo portò a sorridere, e così fece anche lei. E si sa, ci vuole poco per fare amicizia, se si è ben disposti verso l’altro!

Da allora Sami riacquistò la gioia di vivere e cominciò a seguirlo trotterellando dovunque il ragazzo andasse. Aveva due anni in meno di lui, e non conosceva il suo vero nome.

Ridestatosi dai pensieri, vide Sami chiacchierare allegramente con un silenzioso Near. Più che altro era un monologo. Ad un tratto il nano albino chiese: “Perché prendi tutto quel latte?”

“Perché giochi sempre con i tuoi pupazzi anche se hai un anno in più di me?” rispose guardandolo intensamente e aggiunse “E poi devo crescere! Sai, servirebbe anche a te un po’, altrimenti tra qualche mese ti supererò persino in altezza!”.

E fu Mello a scoppiare in una fragorosa risata, soffocata subito dallo sguardo di finto rimprovero di Sami, che disse: “Mello! Pensa per te! Dovresti farti qualche analisi del sangue, con tutto quel cioccolato chissà a quanto ti saranno schizzati glicemia colesterolo e trigliceridi!”

“Guarda che le mie barrette hanno il 68% di grassi in meno!”

“Ah beh allora….”, e si mise a ridere.

Sami era speciale, fungeva un po’ da collante tra Mello e Near.

E stavolta il ragazzo rimase davvero stupito vedendo quest’ultimo accennare un timido sorriso.

 

 

  
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