Premessa: in un paio di aggiornamenti di questa
fanfiction inserirò una dedica particolare, spero che non me ne
vogliate...se non vi interessano saltatele pure!!
Allora... La prima fra tutte va alla mia
migliore amica Chiara, che mi sopporta da più di quattro anni; che mi
ascolta sempre, anche quando dico delle enormi sciocchezze; che ha il mio
stesso nome!; che mi tira su di morale quando sono triste; che mi racconta
tutto quello che le viene riferito in merito di pettegolezzi scolastici,
perchè dice che io non mi accorgo mai di nulla; che si offre di
accompagnarmi da qualche parte anche se non le va, perchè tanto lo sa bene
che va a finire che da sola mi perdo; che non si arrabbia anche se le
rompo sempre le scatole; che non mi prende in giro se me ne esco con una
cavolata assurda; che ha il coraggio di dirmi tranquillamente (ma sempre
velatamente,eh!) se i capelli messi in quel modo mi stanno male; che è
l’unica che mi regge quando parto con i discorsi filosofici; che mi fa
ridere per le facce strane che riesce a fare; che si è sorbita la lettura
in anteprima di tutta la fanfic, e mi ha dato utili consigli che in realtà
non ho seguito poi troppo....; che riesce a sopportare il mio lato
bisbetico, e quello antipatico e quello dispettoso e quello lunatico; che
mi dice chiaramente ciò che pensa, anche se non è quello che vorrei
sentire o non c’entra nulla con l’argomento di cui stavamo parlando; che
arriva sempre in ritardo agli appuntamenti, quando sa bene che io sono il
tipo che se non arriva almeno dieci minuti prima si sente male; che mi ha
pazientemente sopportato quando la stressavo con la storia del
Sommo&co.; che è così tranquilla che per litigare con lei devi fare
qualcosa di veramente grave grave grave (tipo attentare alla vita di
Orlando Bloom); che è l’unica che mi aiuta a cercare le cose che perdo in
continuazione. Che spero sarà mia amica per
sempre. Oh, e che oggi compie 18
anni! Buon compleanno
tesoro! Chiara.
1) Era appena uscito
dalla mensa dopo un poco soddisfacente pasto, quando sentì un rumore di
passi stranamente ritmato avvicinarsi, era come se qualcuno stesse….oh,
no. “Buongiorno Mello!”
disse la bambina alla quale apparteneva il rumore di poco prima, mentre si
dirigeva dal ragazzo saltellando, con stampato sul viso un sorriso a
trentadue denti. Mello disperato cercò
riparo dietro una colonna, ma ormai era troppo
tardi. “Devo allenare i
riflessi” pensò. “Stai andando a
pranzo?” chiese lei con voce acuta, e prima che l’altro potesse rispondere
che aveva appunto appena finito di mangiare, quella lo prese per un
braccio e lo trascinò nella sala. A Mello non piaceva
andare a mensa, c’era decisamente troppa gente
e… “Cavolo”, disse,
improvvisamente distratto dai suoi profondi ragionamenti sul
sovraffollamento dell’istituto, quando vide che Sami, la ragazzina di
prima, si stava dirigendo col suo solito passo zompettante al tavolo dove
era seduto Near. Già,
Near. Quel maledettissimo
nano albino che gli voleva soffiare il posto da cervellone della Wammy’s
House…. Vide Sami
sedersi…sperava proprio che non lo chiamass….
“Meeeeeeellooooooooooooo….”. Una voce lontana gli
fece perdere ogni speranza: Sami, con gesti evidenti gli diceva di andare
a sedersi anche lui lì con loro. Accidenti, non poteva rifiutare,
altrimenti avrebbe perso punti nella sua immaginaria classifica
io-sono-più-figo-di-te-mio-caro-Near. Stancamente si diresse al tavolo
piccolo e tondo dove quei due scocciatori stavano mangiando. O meglio,
dove Near stava giocando (Mello si rese conto allora di non averlo mai
visto nutrirsi…che fosse un robot??), e Sami stava ingurgitando latte.
Guardò il vassoio della ragazza: era colmo di latte, latte, latte in
polvere per dopo, fiocchi di latte, pane al latte, la salsa del maiale al
latte, gelato gusto fior di latte e caramelline morbide…al
latte. Si può ben capire,
insomma, che mangiasse qualsiasi cibo avesse per ingrediente principale un
alimento nutriente che comincia per l- e finisce per
-atte. “Uhm…che varietà di
sapori…”, disse ironico, quando Sami gli offrì qualcuno dei suoi
piatti. Gesto inutile, tanto
Mello aveva sempre appresso grandi scorte di cioccolato (non si sa mai
cosa può succedere). Nel silenzio, interrotto solo da qualche chomp e
glu-glu della ragazza, prese a fissarla. Gli arrivava quasi ad
una spalla, era poco più bassa di Near, minuta, aveva lunghi capelli neri
ondulati, una carnagione estremamente chiara, labbra rosse carnose e due
occhini a volte azzurri, a volte grigi. Oh, era pure
mancina. Era una persona
simpatica, peccato parlasse un pochino troppo, e la sua sincerità a volte
fuori luogo era disarmante. L’aveva conosciuta due anni addietro, quando
era arrivata all’orfanotrofio. All’inizio stava sempre sola, si diceva
avesse subito un forte trauma, e non parlava mai (all’epoca!), la vista
vacua persa nel vuoto, come intenta a rincorrere un ricordo
lontano. I suoi genitori erano
morti per proteggerla in un incidente aereo, lei era stata l’unica a
sopravvivere, gli raccontò più avanti, col suo sorriso falsamente radioso
ed uno sguardo carico di tristezza e lacrime mai
piante. Fu per caso, poco
dopo il suo arrivo, che si trovò a parlare con lei, tutto grazie al
cioccolato. Il fatto si svolse
più o meno così, ormai ne è passato di tempo: una delle barrette cadde a
terra e quando imprecando Mello si voltò per raccoglierla una manina, la
sua, gliela stava porgendo. Un gesto naturale, semplice, che lo portò a
sorridere, e così fece anche lei. E si sa, ci vuole poco per fare
amicizia, se si è ben disposti verso l’altro! Da allora Sami
riacquistò la gioia di vivere e cominciò a seguirlo trotterellando
dovunque il ragazzo andasse. Aveva due anni in meno di lui, e non
conosceva il suo vero nome. Ridestatosi dai
pensieri, vide Sami chiacchierare allegramente con un silenzioso Near. Più
che altro era un monologo. Ad un tratto il nano albino chiese: “Perché
prendi tutto quel latte?” “Perché giochi sempre
con i tuoi pupazzi anche se hai un anno in più di me?” rispose guardandolo
intensamente e aggiunse “E poi devo crescere! Sai, servirebbe anche a te
un po’, altrimenti tra qualche mese ti supererò persino in
altezza!”. E fu Mello a
scoppiare in una fragorosa risata, soffocata subito dallo sguardo di finto
rimprovero di Sami, che disse: “Mello! Pensa per te! Dovresti farti
qualche analisi del sangue, con tutto quel cioccolato chissà a quanto ti
saranno schizzati glicemia colesterolo e
trigliceridi!” “Guarda che le mie
barrette hanno il 68% di grassi in meno!” “Ah beh allora….”, e
si mise a ridere. Sami era speciale,
fungeva un po’ da collante tra Mello e Near. E stavolta il ragazzo
rimase davvero stupito vedendo quest’ultimo accennare un timido
sorriso. |