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Autore: panties    21/03/2014    1 recensioni
| Fem!Austria/Prussia | Diciamo Angst, sfiora anche il Fluff |
Dalla storia:
«Correva l'anno 1941, e tutto sembrava andar bene.
La Germania -accompagnata dalla Prussia?- era il paese più temuto d'Europa, nemmeno l'Inghilterra li avrebbe sconfitti.
E lei, in quel vestito a fiori che lasciava appena intravedere le gambe e il cappello bianco posato sui lunghi capelli castani, era bellissima. »
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di vestiti a fiori e sorrisi: panoramica di un amore consumato.


Si dice che l'amore sia una cosa terribilmente crudele. 
Mai fu detta cosa più sbagliata. 
L'amore, sentimento irrefrenabile, dolce, di passione, non è crudele, no. 
Solo che, qualche volta, l'amore si esaurisce. Solo perché si ha amato una persona, non significa che si deve amare per sempre.

Soprattutto quando il 'per sempre' è così lungo.

Certo, essa rimarrà per sempre nei ricordi di chi ha deciso di andare avanti, forse con una sfumatura di rabbia o con una sfumatura di agrodolce malinconia.
In altri casi, tuttavia, l'amore è eterno. E' ciò che alcuni si azzardano a chiamare ' l'amore della propria vita'. Un sentimento talmente radicato che sembra impossibile smettere di provarlo. 
Quello che Gilbert provava, per quanto possa sembrare strano, rientrava con certezza nella seconda categoria.
Gilbert non sembrava un tipo da 'tutta la vita insieme', né tanto meno qualcuno a cui sembrava importare delle ragazze.
Tuttavia, da quando aveva incrociato i suoi occhi -quegli splendidi occhi dalle sfumature assurdi e dallo sguardo freddamente elegante- ne era stato rapito.
Lei non gli aveva sorriso -lei lo faceva raramente.

Non ricordava esattamente come o perché iniziarono a vedersi. Ricordava bene, tuttavia, il primo giorno in cui sentì veramente che le cose iniziavano a funzionare. 
Un pomeriggio, dopo un incontro con lei e Germania -loro ed i loro capi doveva discutere di alcune faccende importanti- erano usciti.
Correva l'anno 1941, e tutto sembrava andar bene. 
La Germania -accompagnata dalla Prussia?- era il paese più temuto d'Europa, nemmeno l'Inghilterra li avrebbe sconfitti.
E lei, in quel vestito a fiori che lasciava appena intravedere le gambe e il cappello bianco posato sui lunghi capelli castani, era bellissima. 
Era bellissima e rideva, quel pomeriggio alla caffetteria.


Avevano anche fatto l'amore, quella sera. Le finestre erano aperte, faceva un caldo infernale. Nel cielo c'era qualche nuvola, la luna e le stelle non si vedevano bene. Forse il giorno dopo avrebbe piovuto. 
Ma non importava, finché lei era lì con lui, finché riusciva a sentire i suoi sospiri, le sue dita che gli accarezzavano dolcemente il viso e le sue labbra posarsi, quasi timorose, sulle proprie.


Non sapeva nemmeno quando le cose erano incominciate ad andar male. Ma, ora che era passato, poteva essere quasi certo che tutto successe per quel maledetto 1943.
Fu un anno duro. 
E lui, oh, lui diede di matto. 
Era sempre nervoso. Tutti lo erano, però; perché gli effetti della cosa si erano riversati solo su di lui? 
Le gridò contro, qualche volta, per sciocchezze che non valeva la pena di portare alla memoria -anche perché gli sarebbe stato impossibile. 
Ma lei, ovviamente, rispose; era una donna forte.


E fu così che, un giorno, gli toccò guardare in faccia la realtà.
Il segnale non fu molto ambiguo: vedere il proprio fratello uscire dalla stanza di lei allacciandosi la zip bastò a fargli comprendere tutto -o almeno la maggior parte- e a farlo arrabbiare abbastanza da fare un occhio nero a Ludwig.

Comunque, fece finta di niente.
Continuò ad amarla, anche se litigavano.
E, quando lei gli spiegò che non poteva continuare così, nonostante il cuore in frantumi, le sorrise, dicendo che era meglio così.
Lei ricambiò il sorriso, evidentemente felice dal fatto che la cosa fosse reciproca, e gli lanciò un ultimo sguardo -non freddo, ma colmo d'un affetto che solo ad un amore passato si può regalare.

Perché, solo perché si ha smesso di amare una cosa, ciò non significa che è stata amata poco. 




Angolo dell'autrice.
Prima di chiedervi qualsiasi altra cosa: se ho fatto errori di battitura o d'altro tipo, ditemelo: questa storia è stata scritta e pubblicata in mezz'ora.

Molto bene, iniziamo: Fem!Austria è la mia preferita tra le versioni femminili, quella che non smetterà mai d'affascinarmi. Mai.
E la PruAus la amo a prescindere.
Quindi, tutto ciò mescolato alla mia filosofia spiccia delle nove di sera e alla colonna sonora di un bel film, è venuta fuori questa. +
Non chiedetemi come o perché.
Ma mi piace, mi piace davvero.
E non so nemmeno perché.

Comunque, se volete contattarmi in altro modo, ecco a voi.
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