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Autore: Maudwin    21/03/2014    3 recensioni
Anno 2669, il denaro non esiste e il tempo viene usato come merce di scambio.
Matt un uomo stanco delle condizioni in cui versa il suo paese catapultato in una storia più grande di lui, Dom il ricco e "vecchio" proprietario di una fabbrica nel Ghetto e Chris uno scienziato molto curioso del passato. Cosa faranno questi tre uomini per rivoluzionare il mondo in cui vivono?
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Kate Hudson, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Erano le otto di sera, il mio orologio segnava che mi restavano solo poche ore da vivere. Poco male... stavo andando a ritirare lo stipendio.
La vita nel Ghetto non era facile, per nessuno, specialmente in quel periodo, i grandi ricconi di New Greenwich continuavano a far aumentare le tasse per poter soddisfare i sempre più numerosi capricci, a spese della povera gente.
La coda per ritirare la paga giornaliera era lunghissima. Dovevo sbrigarmi.
Quella sera il creditore sarebbe andato dalla mia ragazza a ritirare ciò che gli doveva, se non avesse avuto abbastanza tempo sarebbe morta. Non potevo permetterlo. Non potevo.
"Il tempo è denaro" recitava il manifesto appeso all'entrata dell'ufficio del capo. Un semplice monito? Oppure un altro degli scherzi dei ricconi? Entrambi probabilmente.
Guardai i volti dei miei colleghi, tutti stremati dalle molte ore di lavoro.
Ore aumentate, stipendi calati, imposte spropositate... ci spremevano fino all'osso, quando la nostra classe sarebbe sparita chi avrebbe pagato i loro privilegi? Non si rendevano conto che eravamo preziosissimi per loro?
Avevo ormai 36 anni, ed ero stufo. Stufo del lavoro, del sistema, della vita; ma dovevo resistere... non per me per Kate e per nostro figlio Bing.
Lei mi aveva aiutato, mi aveva letteralmente salvato all'ultimo secondo. Ed ora che lei aveva perso il lavoro io ero l'unico che riusciva a mantenere la famiglia.
La fila procedeva lentissima, non c'era tempo, nel Ghetto non c'era mai tempo... mai.
Io e Kate non ci siamo mai spostati perché un'ora da spendere nessuno dei due l'aveva. Le avevo comprato un bellissimo anello il giorno in cui era nato il nostro bambino. Mi era costato un mese. Un mese io non l'avevo mai avuto, ma per lei... sarei morto per lei. Mi aveva detto di restituirlo ma io non avevo voluto. Il tempo per pagarlo me lo aveva donato un mio vecchio zio alcolizzato, che aveva avuto fortuna alla lotteria e si era azzerato pochi secondi dopo la donazione.
Ma quanto cazzo è lenta la fila oggi? che cazzo sta facendo quello stronzo di Dominic? Intrattiene un salotto privato con ogni dipendente? Pensai stizzito vedendo la fila muoversi sempre più lentamente man mano che i secondi passavano.
"Il nostro tempo sta fuggendo." Mi ripeteva sempre Kate prima di dormire. Come darle torto, il tempo è denaro, è vita, e noi ne avevamo pochissimo.
Battevo i denti dal nervoso. Oh ma perché proprio oggi ci deve mettere i secoli per dare otto fottute ore di paga? Il mio cervello turbinava. controllai l'orologio, mi restavano solo tre ore. Avevo dato il tempo risparmiato a Kate per riuscire a saldare il debito. Ma dovevo arrivare prima di loro, altrimenti lei si sarebbe esaurita.
Finalmente, dopo un'altra mezz'ora di attesa, che non avevo, arrivò il mio turno. Entrai nell'ufficio di Dom, il capo, che mi accolse con un sorriso a trentadue denti. Mi pigliava forse per il culo? I suoi capelli biondi erano perfettamente pettinati. Era avvolto in una giacca griffata, pagata forse un anno o forse di più. Lui era uno dei ricconi di New Greenwich, mandato a controllare che il sistema funzionasse.
"Buona sera Matthew" disse senza smettere di sorridere.
Non risposi e allungai il braccio verso la macchina che erogava il tempo.
"Non così in fretta caro Matt, aspetta solo un minuto" non avevo un minuto, Kate non aveva un minuto. Ma ovviamente lui se ne fotteva, lui aveva i millenni davanti a se, molti sostenevano che avesse già superato i 500, come tutti, però, ne mostrava solo 25. "Non ce l'ho un minuto, Dominic" dissi piuttosto incazzato.
Scoppiò a ridere "certo, ovviamente" disse tra una risata e l'altra. Mi stava bellamente sfottendo e io non potevo fare nulla o mi avrebbero arrestato, condannando me e la mia famiglia a morte certa.
"Ti ruberò solo pochi secondi del tuo preziosissimo tempo" disse con tono sibilante, sottolineando con la voce la parola preziosissimo. Quanto lo odiavo. Quanto avrei potuto ancora odiarlo, ovviamente quel giorno non potevo saperlo.
"Come già sai, le tasse sono aumentate, e quindi abbiamo dovuto scalare un'ora dalla tua solita paga"
Mi scalavano un'ora dalla paga, ottimo. Me ne avevano già scalata una il mese prima, e quello prima ancora. Lavoravo 12 ore al giorno per un cazzo.
Quell'anno avevo già chiesto due prestiti, e non potevamo continuare così.
Annuii con senza convinzione e allungai nuovamente il braccio. Mi pagarono quanto dovuto e corsi fuori dall'ufficio, senza salutare.
Corsi fuori dallo stabile e imboccai la via principale, nel Ghetto nessuno camminava mai, nessuno poteva permettersi di camminare, corsi fino al limite delle forze, verso il mio appartamento. Arrivato alla fine della strada principale svoltai in un vicolo, quella scorciatoia la usavo solo quando ero veramente di fretta, mi arrampicai su una staccionata e mantenni la sinistra per duecento metri. Giunto all'incrocio svoltai a destra, il mio appartamento si trovava in fondo alla strada. Vidi mio figlio corrermi in contro, era terrorizzato. "Papà... mamma sta... muoviti ti prego" mi urlò disperato mentre correvo verso di lui. Piangeva. Capii subito e percorsi gli ultimi cento metri che mi separavano dal palazzo con una velocità sorprendente. Salii le scale e entrai nell'appartamento.
La vidi subito, distesa sul divano. Bianca in volto. Sentii le lacrime bagnarmi le guance e crollai ai piedi del divano, presi la sua mano e la strinsi forte, provando a passarle un po' del mio tempo... nulla, ero arrivato troppo tardi.
Sentii mio figlio entrare in casa "Bing, esci ti prego" gli dissi con la voce rotta dai singulti. Non volevo che vedesse sua madre in quelle condizioni, dovevo farla portare via. Almeno non era in casa mentre lei moriva, pensai.
Poco dopo arrivarono dei funzionari e la portarono via. Lasciarono me e mio figlio a piangere in silenzio l'uno stretto all'altro.
Presi il nostro serbatoio di tempo d'emergenza dal fondo dell'armadio, c'erano ancora cinque ore dentro. Perché non le ha utilizzate? Chiesi a me stesso. Ovviamente, cazzo, si aspettava che tornassi in tempo. Io l'ho uccisa.
Caddi a terra disperato. Aggiunsi al serbatoio altre cinque ore e lo detti a mio figlio, raccomandandomi di nasconderlo bene. Gli dissi che sarei tornato prima dell'alba e gli detti un bacio sulla guancia.
Uscii di casa, con una calma sorprendente, camminavo nella notte. Arrivai al fiume, dove lei mi aveva salvato la vita dieci anni prima. Mentre pensavo a come avrei potuto vivere senza di lei vidi passare la macchina di Dom.
Decisi in quel momento che mi sarei vendicato.
Con estrema calma mi diressi verso la casa più bella del Ghetto. La finestra della cucina era socchiusa ed entrai senza difficoltà. Mi diressi nella stanza del padrone di casa, aprii piano la porta, ero intenzionato ad azzerarlo, perché in fondo l'aveva uccisa lui.
Mi avvicinai al letto, sentivo il suo respiro. Appena presi la sua mano mi accorsi che non era lui. Mi sentii colpire da un pugno sul naso e fui bloccato a terra.
Vidi Dominic uscire dall'armadio di fronte a me. Mi guardava con un sorriso di soddisfazione dipinto in volto. "lascialo andare Chris, lui è dalla nostra parte." sentii la presa sulla mia schiena allentarsi. L'uomo che mi aveva atterrato mi aiutò ad alzarmi. Era un uomo alto, can i capelli neri tagliati molto corti, era chiaramente una guardia del corpo ben addestrata.
"Matt, non mi aspettavo una tale iniziativa da parte tua, cosa avevi intenzione di fare? Volevi azzerarmi? Sei così sicuro di te da non poter immaginare che mi fossi ben protetto?" Aveva ragione: cosa pensavo di fare? "Chris ti presento Matt, ci sarà molto utile per il nostro piano."
Non capivo a cosa si riferisse. "vedi Matthew, io e il mio amico Chris, abbiamo intenzione di sovvertire il sistema." Sovvertire il sistema? Ma cosa cazzo sta dicendo? Pensai che fosse matto, perché avrebbe voluto sovvertire un sistema che lo rendeva uno dei più ricchi al mondo? "lo so, stai pensando che io sia pazzo, ma fidati non lo sono. Ora ti spiego" parlava con estrema lentezza, misurava le parole. "Chris, ha scoperto un metodo per far tornare tutti con lo stesso livello di tempo, noi vogliamo annullare le differenze sociali, di modo che si riesca a formare una società equa bastata sul principio della vita e non sulla legge del più forte. L'obiettivo che ci siamo preposti è quello di assorbire il tempo di tutti, ripristinare il gene dell'invecchiamento e far tornare una valuta monetaria." "come?" chiesi stupito. Come potevano far tornare un sistema scomparso quasi 500 anni prima? Era maledettamente impossibile, erano dei pazzi. Questa volta a rispondere fu Chris"Il sistema monetario è sempre esistito, almeno prima che un pazzo ci togliesse il gene dell'invecchiamento, basterà riprendere il modello utilizzato in passato e ricrearlo, questa è la parte facile. Ora il difficile arriverà quando dovremo ripristinare il gene. Ho sintetizzato la formula per sbloccarlo pochi mesi fa, grazie alla formula originale che ho trovato per caso. i test sono stati tutti effettuati ma non so come somministrarla a tutta la popolazione. Potremmo usare la rete idrica. Per quanto riguarda azzerare i contatori di ognuno manometteremo il generatore principale che si trova nella banca centrale a New Greenwich."
Non ci avevo capito nulla, chi era quel tipo? Uno scienziato? Un atleta? Una guardia? Non lo sapevo. Dio perché ero capitato in quella situazione?
"Allora vuoi aiutarci?" Non so per quale cazzo di motivo risposi si.
Due giorni dopo ero in viaggio su un treno in direzione New Greenwich, mio figlio era al sicuro nella casa di Dominic. Il primo obbiettivo era quello di far entrare in circolazione tramite la rete idrica la formula di Chris.
Per essere certi che il procedimento funzionasse dovevamo attendere due mesi e una volta esserci accertati che il tutto avesse funzionato scatenare una rivolta, partendo dal Ghetto, dove le basi erano già posate e infine scollegare il generatore. Il tutto sembrava molto complicato, ma in realtà era molto semplice. O almeno per chi ci capiva qualcosa, non di sicuro per me che mi ero catapultato in quella storia per puro caso.
Due ore dopo ero nella periferia di New Greenwich che scassinavo un tombino. Dovevo scendere sottoterra e raggiungere, attraverso i condotti di servizio, la rete idrica, aggiungere la soluzione che mi aveva dato Chris, così come era stato fatto cinque secoli prima, e far tornare gli uomini in grado di invecchiare.
Scesi nei sotterranei della città e trovai facilmente la sorgente. Vi versai il contenuto della boccetta che mi aveva dato Chris, l'acqua si colorò di rosso per qualche secondo e poi tornò limpida e pura come prima.
Presi una provetta sterilizzata e la immersi nell'acqua. Chris ne aveva bisogno per analizzare l'acqua e vedere se il composto si era legato alle molecole di partenza. Risalii in fretta in superficie, più tempo passavo lì sotto più rischiavo di essere scoperto.
L'aria pura lambì i miei polmoni poco dopo. Corsi verso il centro della città e tornai nell'albergo dove mi aspettavano Dom e Chris.
Entri in camera e chiusi la porta con un calcio, per farmi sentire dagli altri due uomini. Erano seduti sul pavimento e fumavano dei sigari, io odiavo i sigari, erano per persone con troppo tempo a disposizione. Mi sedetti accanto a loro e passai la provetta a Chris. La prese in mano e la guardò attraverso il vetro il liquido trasparente e domandò: "Quanto tempo ci ha messo a tornare trasparente l'acqua?"
"Pochi secondi" risposi con tono piatto. "Molto bene, adesso farò analizzare quest'acqua dal mio laboratorio e se tutto è andato bene procederemo con la seconda parte del piano."
I giorni seguenti passarono monotoni e una settimana dopo il laboratorio di Chris ci portò i risultati. Tutto era andato secondo i piani. Nel mese successivo preparammo una rivolta nel Ghetto e nelle altre zone povere. Tornammo a New Greenwich poco prima che le rivolte scoppiassero.
Il fuoco della ribellione prese piede molto in fretta e presto la capitale del lusso, dove la gente aveva a disposizione i millenni si ritrovò isolata. Chris, ogni giorno effettuava i test sul DNA degli abitanti, e all'alba del quinto mese dalla mia partenza scoprimmo che il gene dell'invecchiamento era tornato nella gente.
Ora eravamo pronti per la terza fase.
Entrammo nella banca centrale in tre: io, Dom e un suo collaboratore. Non incontrammo ostacoli. Da quando era scoppiata la rivolta la polizia era occupata a controllare i dissidenti. Scendemmo nel cavò, il collaboratore di Dom rimase a fare la guardia davanti alla porta. Arrivammo davanti al contatore del tempo, era collegato all'orologio temporale di ogni persona che avesse superato i 25 anni. "Allora dopo che avremo scollegato il contatore, il tuo orologio inizierà ad azzerarsi, tu non preoccuparti, rimarrai in vita. Una volta che il contatore avrà iniziato il conto alla rovescia tu sarai collegato in diretta ad ogni schermo dell'America e tu dovrai spiegare la situazione." Dom parlava con tono calmo mentre preparava l'attrezzatura, avevamo molto di cui parlare, e per la prima volta in vita mia, probabilmente, avevo tempo. Riprese dopo qualche secondo di pausa "ogni persona inizierà a dimostrare la propria età reale... Matt io ho quasi 500 anni, esisto da quando questo sistema corrotto è stato creato, quindi ti dico addio e ti ringrazio per avermi aiutato." Sapevo cosa voleva dirmi, aveva 500 anni, quindi sarebbe morto pochi minuti dopo l'accensione della macchina. Non aveva paura della morte, aveva vissuto troppo a lungo per averne paura. È il ciclo naturale della vita: Si nasce e si muore. Prima o poi tocca a tutti. E dopo molto tempo sarebbe tornato tutto normale, il ciclo sarebbe stato stabilito nuovamente.
Mi spostai davanti alla telecamera e Dom iniziò a mimare un conto alla rovescia. 5, 4, 3, 2 ,1... vidi il mio orologio che iniziava a scorrere all'indietro. Non dovevo preoccuparmi, avevo solamente 36 anni. Sarei vissuto ancora molto.
Ok ci siamo pensai mentre la luce verde della telecamera si accendeva e la mia immagine appariva su uno schermo lì accanto. E ora che cazzo faccio? Lo domandavo a me stesso senza aspettarmi una risposta. Sapevo che tutta l'America era a guardarmi, Chris si era infiltrato nella rete televisiva. Mi girai verso Dom, che invecchiava ogni secondo sempre di più, era vicinissimo alla morte. Lui si fidava di me e non volevo deluderlo. Iniziai a parlare "popolo all'ascolto, scusate se ho interrotto i vostri programmi" ero nervosissimo, tremavo e non sapevo che dire "sono un uomo proveniente dalla zona 12, chiamata il Ghetto, questa sera io e il mio collega abbiamo apportato una modifica del contatore centrale, situato nella banca di New Greenwich. Avrete certamente notato che i vostri orologi si stanno rapidamente azzerando. Chi ha superato un certo limite di età morirà come è giusto che sia, mentre gli altri invecchieranno fino alla loro età normale." durante il discorso le parole rimanevano bloccate nella mia gola e dovevo fare molte pause per pensare a come proseguire "verrà presto istituito un nuovo governo, e sarà coniata nuovamente una moneta di stato. Ecco cittadini, non dovrete più lottare per il vostro tempo, da ora siete salvi, questa è la nostra vendetta."
Il collegamento venne interrotto giusto in tempo per farmi vedere Dom che esalava l'ultimo respiro. Alla fine, il mio capo, il mio nemico, era diventato il io miglior amico e gli dovevo molto. Decisi che lo avrei ripagato in un'altra vita. Mentre tornavo con calma da mio figlio e la gente intorno a me mi acclamava e i ricchi perivano nei loro palazzi l'unica cosa che riuscivo a pensare era amore mio, ora non è il nostro tempo che fugge via, ma il loro...
Ora che alla veneranda età di 75 mi trovo sul letto di morte, a scrivere le mie memorie, ripenso alla mia vita e non mi pento di nulla. E se ci ripenso bene il giorno in cui ho vendicato Kate, quel 19 aprile, era lo stesso giorno del suo compleanno. E penso che fosse destino che proprio il giorno in cui sia nata è lo stesso giorno in cui è morto il sistema che l'ha uccisa.


My space
Bonsoir, premetto che è la prima crossover che scrivo e che è anche la prima ff sui Muse che scrivo. Il 90% di ciò che ho scritto è totalmente inventato, il resto tratto dal film In Time e dalla vita dei Muse, dato che nel film non spiega molto come sia possibile un mondo dove la gente non invecchia ho lavorato molto di fantasia. Ora vi saluto e sperp che vi sia piaciuta.
Bye :) 

 
  
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