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Autore: Rosette_Carillon    22/03/2014    0 recensioni
" Mi ami? " si voltò verso di lui, sorridendo innocentemente e spiazzandolo.
Lui le rivolse un sorriso enigmatico, i suoi occhi verdi brillarono " Certo, sweety. "
" E quanto mi ami? "
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                 Alice in Sorrowland

 

 

 

 

 

 

 

La notte era  limpida, soffiava solo una leggera brezza.

C’era silenzio lungo il canale  e le stelle splendevano alte nel cielo, l’unico rumore che si sentiva era quello dell’acqua che scorreva.

<< Non pensi come sarebbe bello volare? >> chiese la giovane voltandosi verso il suo accompagnatore.

Lui le sorrise dolcemente.

<< Volando troppo alto cadrei, non è vero? >>

<< Può darsi, ma io ti prenderei. >>

Lei rise, fece una giravolta  e gettò la testa all’indietro guardando le stelle e sentendo la vita scorrere in lei assieme alla voglia di libertà.

Saltò agilmente sulla balaustra in pietra e cominciò a camminare li su, ubriaca di felicità.

I lunghi capelli al vento, le braccia aperte come fossero ali dispiegate, il sorriso sul volto.

 << Mi ami? >> si voltò verso di lui, sorridendo innocentemente e spiazzandolo.

Lui le rivolse un  sorriso enigmatico, i suoi occhi verdi brillarono << Certo, sweety. >>

<< E quanto mi ami? >>

<< Quanto la durata dell’eternità. >>

<< Quanto dura l’eternità? >> chiese ancora lei.

<< L’eternità è il rancore che tua madre prova per te. >> rispose assottigliando lo sguardo crudelmente e facendola sobbalzare.

Lei spostò un piede e perse l’equilibro, cadendo nel vuoto.

Poco prima di chiudere gli occhi , vide la mano del ragazzo che la salutava.

Sentì una mano afferrarle il polso e tirarla su, subito dopo l’impatto con l’acqua gelida le tolse il respiro.

Aprì gli occhi, sollevandosi di scatto. Era seduta su un comodo, grande letto, avvolta in una calda coperta di lana viola. La pallida luce della luna filtrava dalle leggere tende arancioni appese alla finestra posta di fianco al letto, alla sua destra. Dalla porta semiaperta della camera entrava un fascio di luce. Si alzò lentamente, i piedi che affondavano nel soffice tappeto , e si sentì a casa, libera dalle preoccupazioni, dai dolori, dalle sconfitte che avevano occupato la sua vita negli anni precedenti. Uscì dalla camera seguendo la luce. Lui era seduto sul divano, di spalle, con i gomiti poggiati sulle ginocchia.

<< Danny. >>

Lui si voltò e lei rivolse un grande sorriso, poi si alzò e le andò incontro << Non dovresti frequentare certe compagnie. >> le disse col tono di un rimprovero.

<< Lui non è cattivo, è solo… >>

<< No Alice, non scusarlo: non è la persona adatta a te e ti sta facendo del male. Devi allontanarti da lui. >>

<< Non posso. >> rispose indietreggiando.

<< Puoi lasciare che lui ti faccia drogare, ma non puoi salvarti? >> le chiese piegando la testa di lato in attesa di una risposta.

<< Forse non voglio salvarmi, forse non voglio perdere l’unica cosa certa che ho. >>

<< E io non conto nulla? >>

<< Tu? Tu che sei evanescente come lo stregatto? >>  lo schernì.

<< Ora sono qui, davvero non vuoi salvarti? >> ripeté la domanda e rimase in attesa della risposta.

 

 

 

 

  
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