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Autore: soxy88    03/07/2008    8 recensioni
Un dolce pomeriggio autunnale che sa di nostalgico… il rintocco dell’orologio che segna l’avanzare inesorabile delle ore di una giornata verso la sua conclusione… Ed ecco che le coincidenze del caso portano al ricordo di una vecchia promessa… una promessa stretta quando il profumo delle rose era ancora immaturo… Sono questi gli ingredienti utili per rendere una missione di sorveglianza decisamente più interessante del solito…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Appostamento concluso… Nessuna novità… Il soggetto non ha corso alcun pericolo durante il tragitto…” aveva detto sommessamente quell’affascinante militare, stringendosi maggiormente nel suo cappotto, che copriva la sua divisa blu oltremare di colonnello

Appostamenti autunnali

 

“Appostamento concluso… Nessuna novità… Il soggetto non ha corso alcun pericolo durante il tragitto casa-stazione…” aveva detto sommessamente quell’affascinante militare, stringendosi maggiormente nel suo cappotto, che copriva la divisa blu-oltremare di colonnello.

“Signore… mi spiega perché continua a bisbigliare in quel modo? E poi perché mai mi ha trascinato con sé? Una semplice missione di sorveglianza di tale facilità poteva affidarla perfino a Fury, senza scomodare degli ufficiali del nostro grado…” l’aveva però subito rimproverato la sua fida assistente, mentre sospirava alla sua sinistra, appoggiando poi il viso a quella siepe dietro cui si nascondevano da occhi indiscreti.

“Perché volevo sottrarmi al freddo di quest’autunno al suo fianco, tenente Hawkeye…” ma, dopo quella provocazione, si era trovato una pistola puntata alla tempia, cominciando a sorridere istericamente.

“… Ehi ehi… stavo scherzando… Non si agiti così…” ed aveva alzato le mani in segno di resa, facendola subito desistere, mentre soffiava con fare scocciato.

“Mi risponda seriamente…” ed aveva ripreso ad osservare quella giovane donna salire sul solito treno.

“Ok ok… In realtà, ero stanco di stare sempre chiuso in quell’ufficio… Così ne ho approfittato per assumermi la responsabilità del pedinamento della figlia del nominato alla carica di sostituto di suo nonno… Pare che stiano progettando un rapimento per fargli rinunciare alla nomina… e, siccome quell’uomo è molto amico del generale Grumman, hanno insistito perché partecipasse proprio lei… Così mi sono aggregato per farle compagnia…” e le aveva tirato un buffetto con le dita fredde sulla guancia, stupendola appena, mentre lei gli rivolgeva lo sguardo interrogativo.

“… Non è felice di respirare un po’ d’aria pura, invece di concentrarsi sempre su quelle scartoffie inutili che mi rifila in ufficio?” ma, subito dopo, aveva incominciato a sudar freddo, per l’aria di stizza che aveva caratterizzato il bel volto della sua collaboratrice.

“Guardi che ora che abbiamo finito, dovrà immergersi nuovamente nelle sue scartoffie, colonnello…” e, dopo quel tono irritato, si era alzata di scatto, comparendo da dietro la siepe, spaventando leggermente i passanti, per poi allontanarsi in tutta fretta verso il quartier generale, fermandosi poi più avanti per aspettarlo, sospirando appena.

Intanto, l’uomo alle sue spalle aveva sorriso istericamente, mentre poco prima l’aveva osservata camminare veloce per il parco che affiancava la strada che portava alla stazione, per poi vedere il profilo impaziente di lei che lo aspettava, e sorriderne compiaciuto.

-Eh eh… ultimamente è davvero irritata… Non le si può dire niente…- quindi aveva chiuso lentamente gli occhi.

-… Però è proprio divertente stuzzicarla quando è così…- ed aveva seguito la stessa direzione, benché con passo più lento e rilassato, aggiustandosi il cappotto scuro che indossava…

 

Da quel momento era poi passata una settimana, e Riza si era concentrata come sempre sul suo lavoro d’ufficio, non lasciandosi distrarre dal chiacchiericcio che la circondava.

Ma, poco dopo, non aveva potuto fare a meno di notare quella scrivania vuota poco più avanti, assottigliando poi gli occhi, apparentemente disinteressati, mentre cominciava a sostenersi il viso con una mano, cercando di prestare attenzione alla pratica che stava leggendo.

“Che c’è tenente? La vedo piuttosto assente stamattina…” ed il giovane Fury le aveva consegnato nuove pratiche da controllare.

Di conseguenza, lei si era subito ridestata dai suoi pensieri.

“Niente… Sto benissimo, glielo assicuro…” e si era risistemata una ciocca bionda che le era sfuggita stranamente dal fermaglio dietro alla nuca, mentre tutti in quell’ufficio la osservavano con occhi stupiti: da qualche giorno, infatti, pareva davvero strana…

“Comunque il colonnello è proprio un irresponsabile… Ultimamente si concentra unicamente sulla sua missione di pedinamento, senza mai presentarsi in ufficio, lasciando a lei tutto il grosso del lavoro… Che comportamento poco professionale…” si era quindi lamentato Havoc, facendo sorridere Breda e Falman.

“Non parli così… Infondo lo sta facendo perché il tenente Hawkeye si è rifiutata di continuare l’incarico…” ma, subito dopo, Fury si era zittito, percependo la sedia di quest’ultima strisciare nervosamente sul pavimento, gettando il silenzio nella stanza.

“Scusate… Ho una carta da archiviare…” e, detto questo con tono freddo, era uscita con gli occhi chiusi, per poi sbattendo la porta alle spalle.

“Avete visto come se l’è presa? Non è normale che una come lei si irriti in quel modo… Ultimamente quei due si comportano in modo strano… Chissà… forse dipenderà dal fatto che la figlia del nuovo generale che sostituirà Grumman è molto affascinante… Mi hanno detto che è proprio un bocconcino…” ed Havoc si era perso nelle sue fantasie.

“Ma che sta dicendo? Il tenente non è il tipo da irritarsi per simili sciocchezze…” Fury non demordeva dall’idea di farlo tacere.

“Già… È proprio questo che m’incuriosisce…” ed aveva sorriso malignamente, facendo preoccupare non poco il giovane ufficiale.

“… Domani, dato che è il nostro giorno di licenza, andrò proprio a controllare che combina il colonnello… Eh eh…”

E Falman e Fury avevano sospirato di nuovo, mentre Breda si univa a quei deliri tra i suoi sorrisi divertiti…

 

Il giorno dopo, quindi, il gruppo di quattro aveva seguito ogni mossa del superiore, tra i lamenti del più giovane, che già s’immaginava la ramanzina che si sarebbero sorbiti se fossero stati scoperti.

Ma di tutto questo, una particolare persona non ne era a conoscenza…

Riza camminava tranquilla per il mercatino della città, approfittando del giorno di licenza per fare spese e risanare la dispensa sempre troppo vuota per una donna ligia al dovere come lei.   

Aveva già tra le mani un sacco pieno di provviste, quando si era fermata su una panchina del parco lì affianco a riposare, godendosi i timidi raggi del sole che avanzavano imperiosi tra le nuvole autunnali sempre più rade.

Quindi, si era tolta il cappotto, lasciandosi avvolgere dal tiepido calore di essi, residuo dell’estate appena conclusa, esibendo senza vanto la sua camicia preferita, che difficilmente aveva occasione d’indossare.

Poi, mentre si sistemava appena i capelli sciolti dietro l’orecchio, aveva estratto dalla busta al suo fianco una mela, intenzionata a concedersi una bella colazione di ristoro.

Ma, proprio mentre cercava di addentarla, una vista inaspettata aveva attirato la sua attenzione…

 

“E voi che state facendo lì nascosti nel vostro giorno di licenza?” aveva infatti chiesto, avvicinandosi ai quattro colleghi da dietro.

Però, in quello stesso istante, si era ritrovata inginocchiata dietro alla siepe cui si nascondevano gli altri, con la mano di Havoc a tapparle la bocca.

Subito dopo, però, si era irritata, assottigliando minacciosamente gli occhi verso l’altro, facendolo sudar freddo.

“Oh… scusi…” ed aveva tolto la mano, sussurrandole il suo dispiacere di averla trattata in modo tanto irrispettoso.

“Ma si può sapere che cosa le è saltato in testa, sottotenente?!” ma si era ritrovata l’indice del collega sulle labbra, costringendosi a sgranare gli occhi stupiti.

“Non urli, la prego… se no ci farà scoprire…” e le aveva indicato la siepe, facendole ben intendere che voleva segnarle ciò che si trovava al di là di essa…

Quindi, con occhi curiosi, aveva sbirciato al di là di quel roseto, stupendosi poi per quella coppia che camminava tranquilla per il centro della città a braccetto.

Subito dopo, però, aveva celato la sua sorpresa, per poi nascondersi nuovamente dietro alla siepe, con aria scocciata.

“E voi vi divertireste a spiare il colonnello? Non avete nient’altro da fare nel vostro giorno libero? Gli appuntamenti privati degli altri non dovrebbero interessarvi…” e si era alzata da terra, pulendosi con le mani i pantaloni scuri che le avvolgevano morbidamente i fianchi proporzionati, obbligando i quattro ad ammirare la sua forma slanciata, così poco valorizzata dalla divisa.

“Ma, tenente Hawkeye…?” Havoc era l’unico che cercava di non permetterle di rimproverarli.

“Su… andate ad occupare meglio il vostro tempo… Le licenze sono doni rari per noi militari, dovreste imparare a sfruttarle come si deve…” quindi si era avvicinata nuovamente alla panchina, per poi raccogliere il cappotto e portarselo sul braccio piegato, con cui sosteneva anche il sacco della spesa.

Di conseguenza, si era allontanata per la sua strada, cercando di non farsi distrarre dagli stupidi divertimenti dei suoi colleghi…

 

Ed aveva ripreso le sue spese, benché ora l’animasse meno entusiasmo di prima, per poi ritornare allo stesso parco, incapace di scegliere un altro luogo dove fermarsi a mangiare, dato che non l’aveva ancora fatto per quello che era successo.

Quindi aveva osservato con occhi sottili ciò che aveva comprato, cercando di decidersi su cosa addentare, per venir poi distratta dal rintocco imperioso dell’orologio centrale, cominciando ad osservarlo da lontano con occhi sempre più sottili.

-Non ci credo… È già così tardi… Non credevo che ci si potesse mettere tanto per fare delle semplici spese… Dovevo essere proprio distratta oggi…- quindi aveva abbassato nuovamente lo sguardo verso la busta colma al suo fianco, facendo più amaro lo sguardo.

-… Già… oggi sono proprio distratta, al contrario di qualcun altro…- ed aveva ripensato al suo superiore abbracciato alla donna che, in teoria, aveva il compito di sorvegliare da lontano, per poi voltarsi verso la siepe dietro cui prima si nascondevano i quattro colleghi, e dietro cui lei e Mustang avevano fatto il primo appostamento la settimana prima.

Quindi, aveva afferrato la solita mela, decidendo per quella, per poi andarsi a  sedere sotto la stessa siepe, facendosi avvolgere dall’ombra pomeridiana che produceva.

Ed aveva incominciato a mangiare lentamente il frutto…

 

Però, improvvisamente, uno strano fruscio alle sue spalle, l’aveva costretta a sgranare gli occhi, per poi vedere un’ombra sinistra scavalcare in un balzo il roseto dietro di lei, per poi caderle addosso, senza darle nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa fosse realmente successo…

Quando poi aveva riaperto gli occhi, si era stupita del sorriso furbo che le intimava di fare silenzio con un dito sulle labbra.

“Non parlare o mi metterai nei guai…” quindi, dopo quel sussurro, Roy aveva voltato il viso di lato, come per scrutare oltre la siepe, lasciandola basita.

Lei, di conseguenza, aveva lentamente abbassato gli occhi, analizzando velocemente i suoi abiti eleganti, parzialmente coperti dal cappotto slacciato, fino a rendersi conto che le stava sdraiato addosso, obbligandosi a sgranare ancora di più gli occhi sorpresi.

“Co… colonnello…?” ma quel sussurro era stato nuovamente interrotto dall’occhiolino d’intesa che le aveva rivolto, mentre riprendeva a sorriderle furbamente.

“Lo sai… Ho un leggero dejavù…” aveva poi bisbigliato lui, facendola imbarazzare appena, mentre lo sentiva spostare la mano che prima le teneva sulla bocca al polso disteso accanto ai capelli biondi disposti disordinatamente sul prato.

“… Se non mi sbaglio, una cosa simile era già successa in passato…” ed aveva riso posatamente per non farsi sentire, facendole assottigliare gli occhi persi in quel lontano ricordo.

Quindi, aveva velocemente sostituito l’immagine di lui alla sua più giovane di molti anni prima…

 

“Shh! Non fiatare, se no quello mi scopre…” ed il giovane ragazzino moro aveva voltato il viso verso la porta del ripostiglio della casa in cui si era trasferito il giorno stesso per apprendere l’alchimia, dopo che vi si era chiuso dentro, trascinando quella ragazzina che gli aveva intralciato la fuga nel corridoio, vedendo poi il padre di lei superare quel punto con i suoi passi nervosi.

Quindi aveva tirato un sospiro di sollievo, volgendo nuovamente il viso a lei, stupendosi però per lo sguardo ancora impaurito dell’altra.

Di conseguenza, aveva subito allontanato la mano dalle sue labbra, imbarazzandosi appena per la situazione che si era creata, benché il buio della stanza nascondesse parzialmente quella sua espressone.

“… Scusa… Non intendevo spaventarti…” ed aveva allontanato il busto, benché continuasse a starle seduto sopra il bacino.

“Ma tu… tu chi sei?” aveva intanto bofonchiato la ragazzina bionda, mantenendo lo sguardo sbarrato verso il suo leggermente pentito.

Però, subito dopo, l’aveva stupita ancora di più, sorridendole serenamente.

“Sono il nuovo allievo di tuo padre… Piacere di conoscerti, Riza Hawkeye…”

“Come sai il mio nome?!” era proprio sbalordita.

“Il maestro non fa altro che parlare di te… Oggi era il mio primo giorno, ma lui continuava a parlare della sua adorata figlioletta, che mi sono perso nei suoi discorsi… Mi sono distratto ed ho combinato un guaio allo studio… Per questo mi rincorreva…” ed aveva sorriso ancora, imbarazzandola inspiegabilmente.

“Come ti chiami?” aveva poi cercato di riprendere lei, ancora assorta nell’osservazione del suo viso così tranquillo ed affascinante.

“Mi chiamo Roy... Roy Mustang…” quindi le aveva fatto l’occhiolino, facendole trattenere appena il respiro.

“… Ricordati in futuro del giorno in cui hai saputo il mio nome, perché, quando sarò diventato un alchimista degno di questo titolo, al punto da poter piegare al mio volere perfino chi sta alla guida di Amestris, ti sentirai orgogliosa di averlo saputo in questo modo…” e, dopo averle sorriso ancora, era uscito dal ripostiglio, lasciandola con gli occhi sbarrati a fissare il corridoio, mentre si sedeva a terra con aria stravolta, cercando di riprendersi da ciò che era appena successo…

 

Ed ora, a distanza di anni, la stessa scena si era ripetuta, impedendo alla donna di non perdersi in quel dolce ricordo.

-Se l’è ricordato… si è ricordato del giorno in cui ci siamo conosciuti…- aveva quindi pensato, sentendo la presa di lui attorno al suo polso farsi più vigorosa, quanto gentile, facendole addolcire appena il viso, sempre troppo serio ed impegnato.

“Credevi che me lo fossi dimenticato, vero?...” e lei si era stupita nuovamente del successivo sorriso tenero e nostalgico che lui le aveva rivolto.

“… È oggi, vero? È oggi l’anniversario del nostro primo incontro?”

“Colonnello…?!” ma non sapeva che dire, mentre si mordeva appena il labbro inferiore.

“Da allora sono passati tanti anni… E tu sei così cresciuta…” quindi le aveva portato l’altra mano sulla guancia, facendola perdere in quel nuovo gesto gentile che non si sarebbe mai aspettata.

“… Ma non temere… non mi sono dimenticato della promessa che ti feci… Un giorno ti renderò orgogliosa di me, diventando il nuovo comandante supremo…”

“Roy…” aveva quindi sussurrato appena, con tono talmente basso che non si era quasi sentito, specchiandosi in quegli occhi determinati.

Ma, subito dopo, aveva sgranato di nuovo i suoi, per ciò che successe dopo…

 

Lui, infatti, l’aveva tirata a sé, abbracciandola, lasciandola letteralmente senza parole, mentre irrigidiva la schiena, ora lontana dal prato.

“Shh… Non parlare adesso… Sembra che mi abbia raggiunto…” e lei aveva sentito la voce possente di qualcuno imprecare in mezzo alla strada oltre la siepe, facendosi interrogativa.

“… Fa finta di essere la mia compagna, così quello mi lascerà in pace…” le aveva intanto sussurrato nell’orecchio, facendole trattenere il respiro.

“Colonnello… ma che dice?”

“Tenente… è un ordine…” e lei si era lentamente ripresa, mentre tranquillizzava lo sguardo, per poi abbracciargli delicatamente la schiena, appoggiando la guancia ai capelli scuri di lui, sorridendo beatamente.

“Ricevuto, signore…” ed erano rimasti così, fino all’arrivo infuriato di quell’omaccione robusto e della giovane donna che Roy aveva il compito di proteggere…

 

Il giorno seguente, poi, nell’ufficio del quartier generale, i colleghi parlottavano in segreto dei loro visi serafici…

“Avete visto quei due? Chissà che gli è preso tutto d’un colpo?” aveva infatti chiesto Havoc, coprendosi un lato della bocca con una mano, come per non far notare che aveva proferito parola.

“Mah… chi lo sa… Meglio non immischiarsi…” e Falman si era immerso nuovamente nel suo lavoro.

“Ma avete sentito come è andata a finire la storia del pedinamento del colonnello?” aveva poi ripreso Breda, attirando di nuovo l’attenzione del gruppo.

“No… Che è successo?” perfino Fury si era interessato.

“Pare che, in realtà, chi la pedinava fosse l’ex-fidanzato geloso… Dopo una lite tra i due, lui non la lasciava in pace, e quindi la poverina aveva chiesto al colonnello di spacciarsi per il suo nuovo fidanzato per farlo desistere…”

“No… davvero? Che storia…” Havoc era sempre il primo ad esprimere troppo direttamente il suo pensiero.

“Già… Ma quando il colonnello ha visto le dimensioni dell’altro, pare che se la sia data a gambe… eh eh…” aveva poi ripreso Breda, sogghignando divertito.

“Non ci credo…” e Fury aveva negato con il viso.

“Ti dico che è così… La voce si sta diffondendo velocemente…”

“È impossibile… Un tipo come il colonnello non scappa davanti ad un avversario, solo perché all’apparenza è più forte…” e Falman aveva nuovamente perso interesse.

Breda, però, gli aveva avvolto il collo con un braccio, costringendolo a sentire il resto.

“Già… ma pare che avesse altro per la testa…”

“Che intendi?” Havoc aveva nuovamente animato la discussione.

“Dicono che ieri il colonnello non volesse neanche pensare alla sua missione… Pare che volesse prendersi la sua licenza per un motivo sconosciuto… Chissà cosa doveva fare di così importante?” ed aveva riso nuovamente, incuriosendo gli altri.

Ma, subito dopo, la voce appena schiarita del diretto interessato li aveva fatti irrigidire all’istante…

 

“Scusate se disturbo la vostra tranquilla chiacchierata, ma vi dispiacerebbe lavorare?!” li aveva infatti rimproverati il moro, facendoli sudar freddo.

“Sì, signore!” e tutti si erano risistemati alle proprie scrivanie, mentre Riza, impassibile come sempre, continuava il suo lavoro con tranquillità.

Ed, a quel punto, aveva fatto capolino il giovane Elric, attirando l’attenzione del colonnello, che nel frattempo si era risistemato sulla sua scrivania…

“Acciaio… qual buon vento ti porta a me?” ed aveva sogghignato con fare furbo, irritando all’istante il biondo.

“Con che coraggio mi chiede una cosa del genere, dopo che mi ha fatto sgobbare per una settimana per quell’incarico inutile, obbligandomi addirittura a redigere un rapporto?!” ed aveva sbattuto i pugni sulla scrivania, facendo sorridere istericamente i militari.

Ma, subito dopo, il giovane alchimista si era calmato, notando il viso perso nel vuoto dell’altro.

“Colonnello… ma che le prende? Perché non replica?” e si era fatto curioso, mentre lo vedeva accennare un sorriso distratto.

“Non trovi che l’odore delle rose sia davvero meraviglioso?” aveva poi chiesto all’improvviso, facendo sorridere istericamente il ragazzo.

-Ma è impazzito?- aveva quindi pensato, non notando l’improvviso stupore sul viso della donna alla sua destra.

Quindi, proprio questa aveva rievocato nella mente il finale della giornata precedente…

 

“Tu, maledetto! Come hai osato corteggiare la mia fidanzata?!” e l’omaccione, dopo aver oltrepassato con tranquillità quel roseto pieno di spine senza batter ciglio, si era scrocchiato le grosse mani possenti.

Ma non aveva fatto in tempo a rispondere, che Riza aveva afferrato il colletto all’altro, avvicinandolo a sé, mentre gli rivolgeva lo sguardo deciso, stupendo lo stesso colonnello.

“Come ti permetti di accusare il mio fidanzato?! Non vedi che ci stai disturbando?! Va da un’altra parte, se vuoi attaccar briga!” e l’omaccione si era specchiato in quelle iridi determinate, sentendo tutta la sua sicurezza vacillare…

“Ma io veramente…” però si era subito interrotto, quando l’aveva vista estrarre quella pistola, chissà da dove, appoggiandone la canna alla tempia, mentre sorrideva con fare inquietante.

“Forse non mi sono spiegata bene…” e l’altro aveva incominciato a sudar freddo.

“No no… sei stata chiarissima… Scusate se vi ho disturbato…” e, dopo aver preso per mano la fidanzata, con cui si era riappacificato, era fuggito in un lampo.

Ed, intanto, Riza aveva sorriso con fare orgoglioso, riponendo l’arma.

Di conseguenza, Roy aveva osservato il suo sguardo fiero, per poi sorridere di lato, mentre chiudeva gli occhi divertiti.

“Ottimo lavoro, tenente…” e lei gli aveva subito rivolto la sua attenzione.

“Dovere, signore…” quindi aveva chiuso a sua volta gli occhi tranquilli.

Ma, subito dopo, li aveva sgranati per l’ennesima volta, quando lui le aveva tirato un nuovo buffetto dolce sulla guancia con due dita tese, per poi massaggiarsela con incredulità.

“Lo sai… il profumo delle rose si addice proprio ad una come te…”

“Colonnello…?” era senza parole.

“Prima, quando ti ho vista distesa sul prato, circondata da tutti quei petali, ho capito che desidero ancora di più mantenere l’impegno che mi presi il giorno che ci siamo conosciuti…” e lei aveva trattenuto il respiro, quando l’aveva visto avvicinare la mano al suo viso.

“… Vedrai che un giorno riuscirò a realizzare il mio sogno…” quindi l’aveva sentito togliergli un petalo roseo che le era rimasto tra i capelli, per poi risistemarglieli dietro l’orecchio. 

Di conseguenza, lei aveva sorriso di lato, chiudendo poi gli occhi.

“Ed io continuerò a sostenerla per tutto il tempo, signore… La spalleggerò, finché non potrò davvero dire di essere orgogliosa di aver udito il suo nome quando era ancora sconosciuto a tutti gli altri…” quindi l’aveva visto alzarsi in piedi, per poi tendergli la mano.

“Guarda che ci conto…” e, dopo che l’aveva aiutata ad alzarsi, si erano allontanati dal parco con passo lento, l’una affianco all’altro, intento a portarle la busta della spesa…

 

Ed ora lei aveva accennato un sorriso, mentre rivolgeva nuovamente il viso alla pila di documenti davanti a sé.

Quindi, si era alzata dalla sedia, portando la stessa davanti al suo superiore, attirando gli sguardi basiti degli altri, ancora intenti a riprendersi dalla domanda insensata del colonnello.

“Non perda tempo in chiacchiere, colonnello! Ha ancora un mucchio di lavoro da fare…” e gli aveva sorriso malignamente, mentre tamburellava le dita su quei fogli, vedendolo sospirare.

“Lo sai, acciaio… è vero che le rose hanno un odore meraviglioso, ma sono anche tremendamente pericolose…” ed aveva appoggiato il gomito alla scrivania, per poi cominciare a sostenersi il viso scocciato.

-Ma che dice questo pazzo?- Edward, intanto, continuava a disgustarsi dei suoi discorsi smielati, mentre lo vedeva riaprire gli occhi sottili verso la collega che si allontanava verso la propria scrivania.

“E lo sai qual è il problema?”

“Non me ne frega un accidente del suo problema! Guardi il mio rapporto, piuttosto!” si era quindi agitato nuovamente il biondo, senza che lui si smuovesse di un millimetro.

“… Il problema è che, proprio in quelle spine pericolose, nascondono tutto il loro fascino…” quindi aveva accennato un sorriso, mentre la vedeva sedersi con fare soddisfatto, riprendendo nella finta indifferenza il suo lavoro…

 

Di conseguenza, dopo che Edward si era arreso alla pazzia apparente del colonnello, uscendo dall’ufficio con passo irritato per il suo rapporto deliberatamente ignorato, in quell’ufficio era ripresa la giornata lavorativa di sempre, tra la tranquillità ritrovata dopo una lunga settimana di stranezze…

 

 

 

 

 

Questa fic l’ho ideata sulla base di un’immagine scelta da me tra le 15 partecipanti ad un contest di fan fiction, tutte incentrate sul RoyAi, creato da Valy88 e Shatzy all’interno dell’omonimo forum.

È una breve storiella senza troppe pretese, scritta al solo scopo di dar vigore alla mia adorazione per questa coppia meravigliosa… Non pretendo quindi che piaccia a tutti… Spero almeno di avervi un po’ divertito nel leggerla, perché, alla fine, quello è sempre il mio scopo principale ^__^

Intanto, ringrazio tutti voi che le avete dedicato il vostro tempo, ed, in anticipo, chi deciderà di recensirla (se ci sarà…)

Alla prossima idea, quindi!

Baci baci!

 Soxy88.

  
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