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Autore: Doila483    22/03/2014    1 recensioni
Alex, una ragazzina di quindici anni, con un sogno, che condivideva col resto del mondo.
Il suo sogno aveva un nome: Justin Bieber. Il suo idolo. Nonostante non l'avesse mai incontrato, mai visto, credeva nel Never Say Never. Sapeva che sarebbe arrivato il suo momento... e non si sbagliava.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ciao amore mio.
Ti scrivo come se tu potessi leggere queste parole, ma ciò non accadrà mai, e non serve che mi si dica il contrario.
Allora. Da dove comincio? C'è così tanto da dire, ma alla fine dico sempre le stesse cose.
Ero già a conoscenza delle tue doti, sapevo quanto fossi spettacolare, e sapevo bene quanto fossi bravo nel far star bene le persone. Come già sai, da quando ti conosco la mia vita è diversa, nel senso più buono che possa esserci.
Sei stato capace di riempire ogni singolo mio giorno in questi quattro intensi anni. Come tu ce l'abbia fatta non so, e penso che mai lo saprò, ma devo dedurre che sia un tuo dono, e magari Dio ti ha mandato qui proprio per questo: per portare un sorriso a chi ne ha bisogno.
Sono del parere che il mondo sia un posto troppo sporco per te, ma allo stesso tempo non posso che gioire della tua esistenza. Ringrazio Dio ogni giorno, ma tu non lo sai. Ringrazio il Signore per averti dato la vita e delle ragioni per le quali viverla a fondo. Prego Dio perché tu stia sempre bene, Gli chiedo di aiutarti qualora tu ne abbia bisogno, perché non meriti di sentirti solo.
Sai, se potessi ti starei accanto ogni singolo istante, ma per qualche assurdo motivo io non faccio parte della tua vita, mentre tu, invece, sei la mia.
Non voglio esagerare, è solo che sei l'unica cosa sulla quale io possa contare, anche se non ti vedo tutti i giorni. Anche se non ti vedo mai.
So di poter contare sulla tua musica, sulla tua voce, e su tutto ciò che porti dentro di te perché, non saprei che nome dargli, ma è qualcosa di straordinario che dà vita.
Ora, straordinariamente, posso contare sulla tua presenza fisica. Non so ogni quanto mi sarà possibile guardarti negli occhi, sfiorarti la mano, o anche solo respirare la tua stessa aria, ma non mi lamenterò. Devo solo ringraziarti per quel che stai facendo. Non credevo di poter meritare tanto. 
Mi hai chiesto di lasciarti entrare nella mia vita, di farmi aiutare da te. Justin, ma proprio non capisci che lo fai già? Da ben quattro anni? Tu mi fai stare bene senza che io te lo chieda. Quando torno a casa dopo una giornata pietosa accendo l'mp3 e tu sei lì, pronto a dare una svolta a tutto. Ma chi sei, come ci riesci?
Quando mi hai chiesto di lasciarmi aiutare da te ho quasi pensato che stessi scherzando. Non potevi essere serio. Perché, insomma, io non sono nessuno e non vedo perché tu debba sprecare il tuo tempo con me, quando sei già così pieno di impegni. La tua vita è ricca, la mia è misera, in ogni senso. Perché?
Ma non riesco a dire di no. Non riesco a non lasciarti entrare nella mia vita. Non riesco a rifiutare, dopotutto è di questo che ho bisogno. E' ciò che ho sempre sognato, e per il quale sono sempre morta un po' dentro me.
Il fatto, Justin, è che io ti amo. E' semplice. Io ti amo, e qualsiasi cosa tu dica o faccia per me conta più di quanto conterebbe se fossi una persona qualsiasi. E ho paura di soffrire. Lo sai, mi fai stare così bene, e le tue attenzioni, per me, sono cose del tutto nuove che difficilmente mi sarei aspettata da qualcuno, specialmente da te. Sei stato capace di portare un sorriso sulle mie labbra che ultimamente si stavano abituando al sapore delle mie lacrime. Ma io ho paura di tutto questo. Ti amo, e so che questo non conterebbe niente per te. Mi ero messa l'anima in pace, mi ero detta di smetterla di dare un peso ai miei sentimenti, ma poi sei arrivato tu, per davvero. Hai detto di voler entrare nella mia vita, non so perché, e hai cominciato a stravolgere ogni mio piccolo piano. Ora mi trovo disarmata, non so cosa fare.
Penso che lascerò che tu ti prenda cura di me.. come hai sempre fatto, del resto. Tu, però, lascia che io mi prenda cura di te
Ti amo e potrei darti tanto. Potrei farti sorridere e impedire che tu ti senta solo o triste. Ti lascerò entrare nel mio mondo, se tu lascerai me entrare nel tuo. Sì, penso che te lo dirò non appena mi sarà possibile.
Ci aiuteremo a vicenda. E' una buona idea, no?
Potremmo salvarci, potremmo andare avanti insieme. Potremmo contare l'uno sull'altra, telefonarci nel momento del bisogno, o qualsiasi altra cosa.
Forse sto esagerando, vero? Sto fantasticando troppo. Ma è più forte di me: se non sogno non mi sento di vivere a pieno la vita. Devo pur scappare da questa odiosa realtà, no? 
Ho scoperto, comunque, che sognare non fa affatto male: finora, ho realizzato i miei sogni più grandi. 
Sì, credo che sognare sia la miglior cosa nella mia vita.. dopo te.”

Quella lettera, molto probabilmente, sarebbe rimasta in uno dei suoi quaderni, o in qualche cassetto nella sua stanza. Da una parte avrebbe voluto consegnarla a Justin, ma dall'altra si vergognava di ciò che aveva appena scritto.
Gli aveva detto che lo amava, era stata diretta, esplicita. Non che non l'avesse già fatto, ma forse lui non aveva proprio capito quale genere di amore fosse. In quel momento era diverso. Era un ti amo che stava a significare "Io sono innamorata di te, Justin Bieber, e non so più vivere col pensiero che non sarai mai mio".
Lei sapeva che Justin non credeva nell'amore che le sue fans dicevano di provare nei suoi confronti. Sapeva che per lui era tutto sbagliato, e che confondevano quelle sensazioni con un qualcosa di nettamente più grande. Lo sapeva e odiava il fatto di esserne consapevole. Odiava quel che Justin pensava, ma da una parte, forse, aveva anche ragione: era giusto pensare che l'amore arrivi solo quando si conosce veramente una persona. Ma il punto era proprio questo: anche se Alex aveva imparato da poco a guardare Justin negli occhi e a godersi la sua presenza fisica, lei sentiva di conoscerlo da sempre. Era quello che la fregava! Sentiva di conoscerlo dall'infanzia, sentiva che era il suo più grande amico, e il suo più grande amore. Chiunque avrebbe potuto dire che lei sbagliava a credere in quei sentimenti, anche Justin stesso, ma lei non vi avrebbe mai rinunciato. Era sicura di quel che sentiva, sapeva che non avrebbe dato a nessun ragazzo il permesso di baciarla. Sapeva che certe cose spettavano solo a Justin, anche se lui -sicuramente- pensava a ben altro che alle labbra di Alex, e questo le spezzava il cuore a metà. Ma non era solo questo, no, c'era di più: il suo cuore apparteneva a un'altra ragazza. Apparteneva a Selena.
Lui.. lui la prendeva per mano. La stringeva a sé, le trasmetteva il calore che Alex per anni aveva aspettato e continuava ad aspettare. Lui la guardava e nel suo sguardo c'era l'amore. Lui aveva una -chissà quanto costante- voglia di baciarla e, chissà, magari anche di farla sua.
Questi pensieri tormentavano spesso Alex, e la spingevano a buttarsi sul letto ed esternare tutto il suo dolore.
Era così struggente l'amore non corrisposto. 
Però, si ripeteva sempre, non doveva abbattersi: aveva cose -o meglio, stava cominciando ad avere cose- che molte altre Beliebers si sognavano. Cose che, fino a poche settimane prima, lei viveva solo di notte, a occhi chiusi, nel suo letto. Doveva solo ringraziare Dio per tutto quello. E, tuttavia, era bello quel che Alex viveva perché in ogni cosa c'era Justin, e si sentiva davvero piena. Era una bella sensazione.
Alex aveva da poco realizzato cosa avesse ricevuto e da parte di chi, e appena aveva finito di cenare era corsa in camera a fare i salti di gioia e, subito dopo, a scrivere quella lettera.
La foto era proprio davanti a sé, e mentre scriveva si era trovata più volte a gettarle un'occhiata. Era così bello, era più forte di lei: quella foto gliel'aveva mandata Justin, e lui c'aveva scritto quella frase dietro. Lui l'aveva pensata, lui gliel'aveva detta, lui l'aveva sentita. Era una cosa unicamente di Justin ed era più che sicura che -almeno in cose come quelle- ci fosse unicamente l'attenzione di Justin, e non che magari scrivessero altre persone per lui. Ciò la faceva impazzire, le faceva nascere un sorriso di quelli che illuminano il mondo anche di notte. Altro che la luna. Il sorriso di Alex sprigionava felicità, una felicità così sconfinata da poter arrivare a chiunque ne avesse bisogno. Tutto merito di Justin, e ciò non la stupiva minimamente.
Posò la penna sulla scrivania e lisciò il foglio, guardando la sua scrittura ordinata e immaginando di consegnarla a Justin. Avrebbe dovuto farlo? Sentiva che lui doveva sapere, ma ciò che la imbarazzava era il modo in cui gli si era rivolta in quella lettera.. i suoi "amore mio", "ti amo", eccetera. Le sembrava di essere esagerata. Certo, non per se stessa, ma per Justin. Ai suoi occhi poteva sembrare una povera cretina che non dava il giusto peso alle sue parole e ai suoi sentimenti...
Ma era proprio il suo cuore a parlare, battendo come un pazzo. E non lo si poteva fermare! Chissà se un giorno si sarebbe abituata a tutto quello. Da una parte sperava di no, era così bello sentirsi in quel modo... ci si sentiva completi, perché era un motivo, il più valido, per vivere la vita: il cuore a mille, le farfalle nello stomaco, le gambe che improvvisamente sembrano di gelatina, e il cervello in tilt. Come si poteva rifiutare tutto quello?
Ma alle cose belle sono sempre legate le cose brutte. Sì, Justin era il mondo per lei, e da come lei si sentiva e dal modo in cui se ne parla, Justin poteva sembrare davvero un suo amico, il ragazzo della scuola che con uno sguardo l'aveva conquistata. Invece, la fregatura stava nel fatto che non era niente di tutto questo, e chissà se la situazione sarebbe mai arrivata a somigliare anche solo lontanamente a una di queste.
Alex sospirò e riguardò quella foto. La prese e la strinse delicamente tra le sue dita, scrutando il viso di Justin e il suo. Quel contatto non l'aveva immaginato, allora. Non l'aveva sognato, non era stato frutto della sua immaginazione, l'aveva vissuto per davvero.
Prese il telefono di casa e compose un numero che sapeva a memoria. Voleva sentire immediatamente la voce della sua migliore amica, voleva raccontarle tutto. In realtà voleva che le vedesse, ma avrebbe rimandato all'indomani.

« Pronto? »
«SochenoncicrederaimaimaJustinmihaspeditounasuafelpaeunanostrafoto! » disse Alex tutto d'un fiato, cercando di controllare il tono della sua voce. Ormai quella storia le piaceva da morire, la faceva emozionare come una bambina.
« ..Alex? » rispose Sonny ridacchiando « Cos'hai detto? Non ho capito niente! »
Alex sospirò e riorganizzò la frase, tentando di calmarsi il più possibile, mentre un sorriso si allargava prepotentemente sulle sue labbra.
« Justin. Mi. Ha. Spedito. Una. Sua. Felpa. E. Una. Nostra. Foto »
Per Alex non fu possibile vedere la reazione della sua migliore amica, ma poteva immaginarla eccome. Il fiato di Sonny si mozzò immediatamente e ad Alex scappava da ridere. Quanto era bello essere felici, avrebbe voluto esserlo ogni giorno, avrebbe voluto provare sempre quelle emozioni così forti.
Un grido raggiunse immediatamente le orecchie di Alex che dovette allontanare di poco il telefono per non perdere l'udito. Una risata, però, le uscì spontaneamente. Rise di gusto, era così divertente.
« COSA?! » urlò Sonny « CHE CAZZO STAI DICENDO?! ALEX, OHMIODIO, DI CHE PARLI? NON PUOI ESSERE SERIA, DIMMI CHE E' UNO SCHERZO! »
Certo, al 95% l'udito di Alex era andato a chiedere una sacrosanta benedizione al Papa, ma era bello anche così. Era bastata una frase per fare andare fuori di testa la sua migliore amica; anche se, beh, non era una frase qualsiasi. Non erano cose che si dicevano ogni giorno, come "Hey, sono andata a fare la spesa" o, nel caso di Alex, "Sai, ho preso una A"..
Quale Belieber avrebbe mai potuto avere l'onore di pronunciare una frase come quella che Alex aveva detto in quel momento? Chi mai avrebbe potuto vivere un'esperienza del genere?
Strano, ma era una cosa destinata proprio ad Alex. Lei non se ne capacitava, ma chi poteva biasimarla? Era una cosa che superava i limiti della fantasia. Alex, però, aveva chiuso ormai con la fantasia. Era stato bello sognare, ma perché sognare l'impossibile quando puoi viverlo?
« No, è vero, te lo giuro! » rispose Alex ridendo dalla felicità « Mi ha spedito una sua felpa, ha il suo odore, Sonny! Ricordi il suo odore? »
« No, Alex, certo che no! Ma tu sì, immagino! Oh mio Dio, e non sai perché te l'ha spedita? Oh Dio, non ci posso credere, ti prego, dimmi che non stai scherzando »
Le lacrime cominciarono a premere per uscire. Alex era al settimo cielo. Avrebbe voluto urlarlo al mondo intero, ma sapeva che era uno di quei segreti che andavano custoditi con gelosia e delicatezza. Non era una cosa che si poteva sbandierare ai quattro venti; un segreto così, una volta svelato, è come se si dissolvesse, come se sparisse, e il tutto si sgretolasse. No, l'avrebbe custodito gelosamente.
« Non sto scherzando, Sonny, mia madre mi ha dato il pacco sapendo dentro di sé che era da parte di Justin, i-io non potevo crederci. Non- non lo credevo possibile, e tuttora non me ne capacito. Non so perché l'abbia fatto, non so perché proprio con me, ma devo- devo ringraziarlo. Dietro la foto ha anche scritto.. lascia che io ti stia accanto.. la frase che mi sussurrò al Meet&Greet »
Un gridolino eccitato che Sonny aveva appena lanciato fece impazzire ancora di più Alex dalla gioia. Quella gioia che poteva condividere con qualcuno. 
Era bello provare simili emozioni, perché aveva dovuto aspettare quindici anni per cominciare a vivere? Ora non vi avrebbe più rinunciato.
« Oh mio Dio, non ci posso credere! E' bellissimo, Alex, devi farmi vedere tutto appena vengo a casa tua! Questo, però, tienilo per te, non come il resto che è già finito in rete » 
« F-Finito in rete? "Il resto"? Cosa? »
« Sai, Alex, su Internet già ti conoscono tutti. E se facessimo sì che Justin ci notasse, con l'aiuto delle altre fan? Non lo so, magari su Twitter, visto che lui ha Twitter; oppure- »
« No, aspetta, cosa? Che significa che mi conoscono tutti su Internet? »
« Beh, visto che Justin ti ha regalato dei biglietti per il concerto qualche settimana fa, e tutti l'hanno visto, la notizia si è sparsa. Sanno anche che l'hai incontrato con un Meet&Greet, e che Scooter ti cercava! Sta tutto su Facebook, queste Beliebers non sanno stare zitte per mezzo secondo! »
Alex aveva gli occhi che quasi uscivano fuori dalle orbite. Quindi, tutti.. già sapevano? Lei era.. famosa? O cosa?
« Aspetta, sanno il mio nome? Ma c-come, oddio, non pensavo che.. »
« Andiamo, dovevi aspettartelo. Personalmente, la cosa non mi stupisce più di tanto! E sono convinta che con la "notorietà" che hai adesso sarà più facile farti notare da Justin e ringraziarlo! »
Era vero. Era leggermente più facile, aveva qualche vantaggio in più. Ma da sola? Qualcuno l'avrebbe mai aiutata? Qualche Belieber come lei?
« B-Beh ma da sola sarebbe difficile.. Forse non mi aiuterebbe nessuno.. »
« Cosa? E perché no? »
« Beh perché ho incontrato Justin più volte, lui mi ha regalato i biglietti del concerto, del Meet&Greet e.. non penso che gli altri vorrebbero aiutarmi; piuttosto, penso che preferiscano mettermi da parte visto che ho già avuto le mie occasioni.. »
« Oh ma questa è una stronzata! Tu meriti di essere notata e- »
« Lo meritano anche loro. Ce lo meritiamo tutti! »
« Sì, certo, ma io conosco solo te e so che lo meriti. Se è una grande famiglia come ti sento sempre dire, allora dovrebbero capirti e aiutarti. Certo, non pretenderemo niente, ma se l'hanno fatto con altre persone.. perché non con te? Sei una brava ragazza, sicuramente ti daranno una mano! Magari non tutte, però.. Ascolta, noi faremo il possibile! »
« Uhm.. va bene. E come- come facciamo..? »
« Tanto per cominciare, Alex, ti crei un bel profilo di Twitter e Facebook, okay? Va bene, non hai il computer, ma puoi sempre collegarti quando vieni a casa mia, oppure in biblioteca. Dobbiamo pur cominciare con qualcosa, no? Internet, al momento, è la cosa più sicura »
Sonny aveva ragione, poteva avere qualche chance di farsi notare da Justin tramite Twitter. Oh, le batteva all'impazzata il cuore solo al pensiero. Sarebbe stato un traguardo anche quello. Poteva realizzare i suoi sogni così, all'improvviso, in un battito di ciglia? Era un gran cambiamento per lei, ma lo sarebbe stato per chiunque!
« Sì, hai ragione.. Beh, puoi creare tu i miei profili? Se hai qualche foto nostra puoi metterla, magari però quelle belle, dove sono venuta bene.. »
« Non ti preoccupare, metterò la tua foto con Justin! »
Non ci aveva pensato. Lei aveva delle foto con Justin. Il pensiero sembrava così impossibile che l'aveva rimosso dalla mente.
« Oddio, le mie foto con Justin.. »
« Siete bellissimi, Alex »
Le guance di Alex presero fuoco e un lieve rossore s'impossessò delle gote. Inutile dire che le scappò un sorriso. Loro erano ..bellissimi insieme.
« Oddio, g-grazie.. »
« So che sei arrossita. Sei un amore. E, credimi, Justin l'ha notato e.. »
« ..E..? »
« E.. beh, secondo me si è preso una cottarella per te »
Il cuore di Alex fece 'boom'. Solo il pensiero le causava un terribile infarto.
Certo, questo non sarebbe mai accaduto. Tutto, ma questo.. questo no.
« Ma dai, Sonny. Che stai dicendo? Ti sembra possibile una cosa così? Justin, una cotta.. per me! »
« Sì. Che c'è di male, Alex? Cosa ci trovi di tanto strano? »
« ..Stai scherzando? Sonny.. il tuo pensiero mi fa rabbrividire, credimi. Mi fa accapponare la pelle. Ma per quanto è utopico neanche ci spero »
« Perché "utopico"? Alex, non capisco, l'hai incontrato più volte, lui ti ha regalato quei biglietti, ti ha accompagnata a casa quando sei scappata giorni fa! Ha detto che ti vuole stare accanto, e ora ti ha mandato la sua felpa e la vostra foto con su scritto quella frase! Quale cantante l'avrebbe mai fatto? Va bene, Justin è un bravo ragazzo, ma dammi retta, nessun cantante fa gesti come questi, possono compromettere la carriera. Non è tanto normale un simile comportamento nei confronti di una fan. Perché solo con te, poi? Perché proprio tu? »
Alex sperò di aver sentito bene tutto quello che la sua migliore amica le aveva appena detto, perché i battiti del suo cuore erano così forti da impedirle di sentire altro. Le rimbombavano nelle orecchie, nella testa, nelle vene. E quella sensazione alla bocca dello stomaco? Ne vogliamo parlare? Si stava divorando da sola, dall'interno. Farfalle? Può darsi, ma erano farfalle affamate.
« Sonny.. non credere che io non mi ponga queste domande ogni santo giorno, ogni santo secondo. Ma sai a cosa dovremmo pensare? Proprio al fatto che lui è un cantante e io sono una fan. Una fan, non la fan. Non sono nessuno. Ha fatto tutto questo perché ha un cuore d'oro, stop. E certo, così facendo non fa altro che stregarmi sempre di più, e io sono sempre più convinta che non amerò mai nessuno nella vita come amo lui; ma.. la cosa non è reciproca. Mettiamocelo in testa. Tu, ma soprattutto io. Credimi, mi sono venuti i brividi nel sentirti dire queste cose. Ho sorriso come una bambina davanti alla sua prima bambola, ma vorrei evitare di illudermi. Sai che ci starei solo male. Perciò, mi godo questo momento e basta. Non voglio pensare a qualcosa di più grande, perché so che sarebbe solo un sogno »
« Dicevi qualcosa del genere anche in questi quattro anni. Che non saresti stata mai niente per Justin. Beh mi sembra di vedere che ti sbagliassi di grosso, Alex, perché il destino ha voluto che fossi proprio tu a ricevere queste attenzioni. E non dirmi che non sei l'unica, so che l'ha fatto con altre fan, mi hai sempre raccontato tutto, ma non ricordo che abbia fatto simili cose. E' sempre rimasto nel normale, non ha mai oltrepassato un certo limite. Mi sembra che con te lo stia facendo, e senza pensarci più di tanto »
« S-Sonny, ti prego.. Stiamo parlando di Justin. Justin Bieber »
« Non è solo Justin Bieber, è prima di tutto un ragazzo, e lo sai. Ha un cuore, un cervello, dei sentimenti. E un paio d'occhi per vedere quanto sei bella. Perché non vuoi darmi retta? »
« Semplicemente perché so che ti stai sbagliando. Questo.. questo è diverso. Diverso da tutto quello che ho sempre detto. Questo è seriamente impossibile »
« Dunque il 'Never Say Never' non esiste, dico bene? O esiste solo per determinate cose e persone? Sii coerente, Alex. Tutto è possibile, giusto? Io sento che Justin continuerà. Non chiedermi perché, ma me lo sento. Soprattutto se ha detto esplicitamente di volerti stare accanto. Dunque.. »
« Dunque, Sonny, chiudiamola qui. Ti ringrazio. Ti voglio tanto bene, davvero. Sei la mia migliore amica, e so che non vuoi farmi del male dicendomi queste cose, ma io mi illudo e basta, e voglio evitare.. Cerca di capirmi »
« Va bene, d'accordo. La smetto. Ma vedrai che ho ragione »
« Sonny »
« Okay, scusa, ho smesso » 
Alex ridacchiò e sospirò, finalmente col cuore leggero.



*



« Justin! »
Quella voce. L'aveva sentita poche volte ma riusciva a riconoscerla perfettamente. Dentro di sé sentiva che era tremendamente familiare, come se l'avesse sentita ogni giorno per diciotto anni, eppure.. eppure la "conosceva" solo da qualche settimana.
Si girò e la vide. Capelli castani, leggermente mossi, né troppo corti né troppo lunghi.. 
Occhi che racchiudevano il cielo, tutti gli oceani e le loro meraviglie. Occhi da ritrarre, da dipingere.. se solo fosse stato bravo col disegno. 
Un sorriso piccolo e dolce che sembrava vergognarsi di sfoggiare su quel viso diafano.
In lei non trovava un difetto. Ne aveva viste di ragazze belle, ma lei.. e in quel momento..
Le labbra di Justin erano leggermente schiuse dallo stupore. Cosa ci faceva lei lì?
« Alex? »
Questa si avvicinò con la delicatezza che la caratterizzava e che a Justin piaceva, e ogni suo passo verso il cantante scatenava una strana sensazione in lui.
« Come stai? » gli chiese dolcemente. Ormai era a un passo dal ragazzo.
« Bene.. e tu? » si interessò lui « Che ci fai qui? »
Le guance della ragazza si tinsero di un tenero rossore « Sono venuta a trovarti.. ti dispiace? »
No, no che non gli dispiaceva.. Ma non lo credeva possibile.
« Certo che non mi dispiace, Alex. Mi fa molto piacere. Come hai fatto a trovarmi? »
« Uhm, varie notizie su Internet » rispose lei « Io.. volevo ringraziarti per quel pacco »
« L'hai ricevuto? » chiese stupidamente, forse preso un po' dalla vergogna. Vergogna lui? Ebbene sì. Strano, ma vero. Lo negava a sé stesso, ma era vero.
« Sì, certo » rispose con un sorriso di quelli che ti fanno sciogliere il cuore dalla tenerezza. Justin cominciava ad abituarsi a quella visione. E cominciava a credere che avrebbe voluto vedere quel sorriso tutti i giorni. 
Quella poca distanza che li divideva venne annullata da Alex, che fece un passo avanti e abbracciò il cantante. Quest'ultimo sentì all'improvviso il profumo della ragazza e di conseguenza la strinse subito a sé delicatamente, come se avesse paura di romperla. Sembrava una bambola di porcellana.
« Justin » lo chiamò in un sussurro, con le labbra a forse pochi millimetri dal suo orecchio sinistro « Ti voglio nella mia vita.. »
Justin provò un calore improvviso all'altezza del cuore ed era sicuro di non aver mai provato nulla del genere. Spontaneo fu il gesto di stringerla un po' più forte a sé, per sentire il suo petto premere sul proprio. Girò di poco la testa per affondare il viso nel collo della ragazza, e inspirò profondamente, godendosi quel momento.
« Io.. Credo di volerti nella mia » rispose lui, pentendosi subito dopo. Quel che aveva detto era vero, e proprio per questo si era pentito: forse aveva osato troppo, forse aveva appena compromesso la sua carriera, forse l'aveva spaventata.
Infatti, Alex sciolse l'abbraccio e si allontanò dal corpo del cantante. Improvvisamente, Justin aveva sentito le proprie gambe tremare, forse dalla paura. Paura che lei potesse reagire male. Ma così non fu.
E lo capì nell'attimo in cui la mano della ragazza si posò sulla sua guancia sinistra. Ora il calore che aveva dentro di sé si concentrò tutto in quella parte del suo viso. Come poteva accadere tutto questo, così, all'improvviso? Un minuto prima stava per fatti suoi e ora Alex gli accarezzava una guancia. E quella sensazione gli piaceva non poco...
Che diamine stava succedendo?
Justin la guardava negli occhi e riusciva a vedere bene la propria figura nella loro lucentezza. Le sorrise, spostando lo sguardo dai suoi occhi alla sua bocca, ai capelli che le incorniciavano perfettamente il viso, alle sue ciglia, e a quel rossore che si accendeva pian piano sulle sue gote.
« Alex.. »
Questa non rispose, il suo sguardo intenso era perso in quello di Justin che sentiva una stranissima sensazione alla bocca dello stomaco e stava lottando contro se stesso per non cascarci. Se si fosse lasciato prendere così tanto sarebbe successo un casino. Ma ormai sentiva che non poteva far finta di niente. Era una sensazione troppo bella per ignorarla così sfacciatamente.
« Alex.. » ripetè Justin. Non sapeva perché la stesse chiamando, in un sussurro. Forse voleva che lei rispondesse, così da avere la certezza che tutto quello era reale. Ma lei non rispose neanche quella volta, non a parole almeno: gli dedicò un sorriso di cui Justin cominciava a essere geloso nel profondo.
Justin cominciava a sentirsi toccare, sentiva come se qualcuno gli stesse mettendo le mani addosso. In viso, sulla spalla. Si sentiva chiamare, ma non da Alex. E davanti ai suoi occhi, questa spariva e tutto diventava nero.

Aprì gli occhi, e solo dopo alcuni secondi realizzò di essere nella cuccetta del tour bus. Con poca fatica, mise a fuoco anche il viso che aveva davanti a sé. Era Ryan, il suo migliore amico.
« Cosa stavi sognando? » chiese lui al cantante.
Justin aveva gli occhi che faticavano ad aprirsi del tutto, e non era ancora abbastanza lucido da capire la situazione. Si passò una mano sul viso, e si strofinò piano gli occhi cercando di aprirli completamente. Aveva la voce impastata dal sonno. Per intenderci, era "più di là che di qua".
« Ryan.. che cazzo vuoi? » chiese scocciato. Non solo l'aveva svegliato per chiedergli "cosa stesse sognando", aveva anche interrotto quel sogno che Justin credeva fosse realtà. Non voleva rivolgerglisi così, non l'aveva fatto di proposito, gli era uscito senza pensarci, però se lo meritava in parte.
« Hey calma, bell'addormentato » disse l'amico « Ti ho svegliato perché qui c'è chi lavora e chi dorme, e tu stavi parlando nel sonno, sembravi un bambino rompicoglioni. Cosa stavi sognando? »
Justin sbuffò e si passò una mano in fronte « Che ti importa di cosa stavo sognando? » disse.
« Placa il tuo nervosismo. Chiedevo perché continuavi a ripetere "Alex, Alex". Avrai fatto questo nome minimo cinque volte. Ma chi è questa Alex? »
Justin, nel buio, spalancò gli occhi. Aveva chiamato più volte Alex mentre dormiva? Per un attimo si sentì preso in giro, ma si disse che Ryan non sapeva assolutamente nulla di questa storia e quindi non poteva esserselo inventato. Sentì come se la sua testa stesse girando, dalla confusione. Aveva davvero detto "Alex" nel sonno, e più di una volta? Era più grave di quanto potesse pensare. Non andava bene. E poi si chiese come diamine fosse possibile, insomma, lui non conosceva quella ragazza. Sì, si erano incontrati più volte, ma ciò non poteva bastare per scatenargli simili reazioni.
...O sì?
D'altronde al cuore non si comanda.
Cuore? Ma quale cuore? Non sei mica innamorato.
Okay, non si parla ancora di amore vero e proprio, ma insomma, una cottarella ci può stare. D'altronde, Justin aveva 18 anni, Alex era di quella fascia d'età, era più che normale essere attratti da una ragazza così.
E che ragazza...
Justin si schiaffeggiò mentalmente, sentendosi un povero cretino.
« Justin? » lo chiamò Ryan, come ad assicurarsi che il cantante non si fosse nuovamente addormentato.
« Ryan » cominciò « Sto impazzendo, credo »
« Perché? »
Nel buio, appena interrotto da una fioca luce del corridoio del bus, Justin si rigirò nel letto per trovarsi faccia a faccia con l'amico che era appoggiato a un'altra cuccetta. Il cantante mise il braccio sinistro sotto il cuscino e sbuffò.
« Alex.. Alex è una fan » iniziò. Ryan era il suo migliore amico, doveva sapere cosa stesse passando Justin. « L'ho conosciuta qualche settimana fa davanti alla sala prove, ci siamo incontrati più volte »
« ...Ookayy » disse l'amico, non tanto convinto dalla situazione stessa: aveva capito dove sarebbe andato a finire quel discorso. « E.. insomma.. l'hai sognata? »
Justin annuì, ma poi, non del tutto convinto che il biondo l'avesse visto, rispose "Sì."
« Ryan, io le ho regalato i biglietti per il concerto di Los Angeles, le ho regalato il Meet&Greet, perché lei non mi aveva mai visto dal vivo prima di allora e non aveva mai assistito a uno dei miei concerti. Mi aveva fatto molto piacere darle quei biglietti. Quando ci siamo incontrati ho avvertito qualcosa di strano, ma non ho osato pensarci troppo, né tantomeno ho provato a dargli un nome, perché la cosa mi spaventava.. Ho cominciato a dirmi che non era niente, che la trovavo solo una ragazzina carina che voleva aiuto, perché ha una vita difficile, e io volevo portarle un po' di gioia. Ma la cosa.. è degenerata, in un certo senso. All'incontro prima del concerto le ho detto che volevo far parte della sua vita.. Non ho specificato, ma si è capito il senso insomma.. Non voglio far parte della sua vita solo come il suo cantante preferito, ma come una persona normale sulla quale poter contare. Un amico, diciamo.. Anche se non siamo amici. Il mio intento era ed è quello di farla star bene finché posso. Così.. le ho spedito un pacco con dentro una mia felpa, e la nostra foto del Meet&Greet.. e dietro la foto ho scritto la frase che le dissi all'incontro, ovvero "Lascia che io ti stia accanto". Vorrei sapere se l'ha ricevuto, cosa ha provato, se è rimasta contenta o se le ha dato fastidio. Forse sto esagerando, Ryan. Io non so cosa mi stia accadendo, ma.. ultimamente mi sento impazzire. Nella mia mente è perennemente vivo il ricordo dei suoi occhi nei miei. Non sono innamorato o cose simili, devi credermi, è solo che.. Non ci sto capendo niente, amico »
« Wow, Justin.. » disse Ryan, sistemandosi sulla cuccetta e inspirando, pensando a cosa dire. « Ma tu.. insomma.. la pensi qualche volta? Voglio dire.. ti è mai capitato di immaginarla come.. la tua ragazza o- »
« Ryan » lo interruppe « Io non ne sono innamorato »
« No, certo certo » rispose lui « Non dico che tu lo sia, ma ecco non ti è neanche indifferente o sbaglio? Insomma tu.. la stavi chiamando fino a pochi minuti fa. Facevi il suo nome mentre dormivi. Io non credo che sia una cosa tanto 'normale', un minimo di interesse deve esserci per forza. Rispondi alla mia domanda, voglio solo aiutarti a capire »
Justin ci pensò un po' su.
Se c'aveva mai pensato? Se l'aveva mai immaginata come la sua ragazza? Beh, non proprio. Gli era capitato di pensarla perché alla splendida città di Los Angeles attribuiva il suo viso. E in quel momento l'aveva sognata per la prima volta. A parte questo no, non l'aveva mai pensata in quel senso.
« Non ho mai pensato a lei in quel senso.. Non ho mai immaginato di baciarla o di averla nel mio letto, Ryan, però ecco, sento che non ce la porterei neanche a letto se ne avessi l'occasione »
Ryan inarcò un sopracciglio, sperando di aver sentito male. Non poteva aver detto davvero qualcosa del genere! A Justin piaceva eccome il sesso.
« Scherzi? Se tu, Justin Bieber, non vuoi portarti a letto una ragazza significa solo che è brutta »
Justin ridacchiò. « Non lo è. Per niente. Ha i capelli mossi, castani, e gli occhi azzurri.. i suoi occhi sono.. qualcosa di incredibile. Potresti capirmi solo se ti ci immergessi un attimo anche tu. E quell'attimo ti sembrerebbe infinito »
« Ahia, Justin, queste non sono parole che direbbe uno che afferma di non essere innamorato.. »
« Ma io non la conosco, come posso esserne innamorato? No, devi credermi, non è così. Lei.. sì, è bella. Tanto. Ma non la amo, né niente di simile, va bene? Mi sembra davvero una bella persona, anzi ne ho la certezza, specie quando la guardo negli occhi. I suoi occhi parlano, amico. Lei è come un libro aperto per me, glielo leggo dentro che sta male e ha bisogno di essere salvata. E io voglio salvarla »
Justin non ne fu totalmente sicuro, ma gli sembrò di sentire una piccola risata.
« Justin » disse il suo amico « Più mi parli di lei e più mi rendo conto che quando neghi di provare qualcosa menti solamente, ma non a me. Tu menti a te stesso »
« E' la verità » rispose il cantante, adesso non con la stessa sicurezza delle volte precedenti. « Io.. non posso esserne innamorato. Insomma, capisci cosa voglio dire Ryan? L'amore è per le persone che si conoscono, magari da anni. E' per le persone che passano molto tempo insieme, che conoscono tutti i loro difetti e col tempo imparano ad apprezzarli. L'amore è per quelle persone che si dicono i segreti più intimi e si cercano ininterrottamente. Io non so chi lei sia, anche se le leggo l'anima quando la guardo negli occhi. Capisco molte cose da uno sguardo, ma ciò non basta per poter dire "Okay, la conosco da una vita", perché la verità è che l'ho incontrata per la prima volta solo poche settimane fa. Io devo scoprire com'è passare un po' di tempo con lei; e non il tempo di una foto e via. Il tempo di una passeggiata, una chiacchierata; il tempo di una pizza. Il tempo di conoscersi, amico. Solo così posso dire se ne sono innamorato o meno. Ora come ora non posso dire niente, ma ho paura, come hai detto tu, che non mi sia del tutto indifferente »
Justin non poteva vederlo, ma sul viso di Ryan nacque un piccolo sorriso. Inizialmente, seppur Justin gli avesse solo detto una frase, credeva che non gli sarebbe piaciuta questa storia. Invece era bello sentir parlare il suo migliore amico in quel modo. Era bello pensare che quelle frasi che sentiva nelle canzoni non erano più fittizie. Justin cominciava a capire, molto probabilmente, i significati delle sue stesse canzoni, perché stava cominciando a vivere, a sentire sulla propria pelle le prime gocce dell'amore. E sentiva che presto si sarebbe trovato vittima di una cascata di emozioni alle quali mai avrebbe rinunciato. 
Okay, per Justin quello non era amore, va bene. Ma Ryan aveva la possibilità di vedere da fuori come stessero le cose. Justin, al contrario, c'era troppo dentro, le viveva quelle cose e non poteva rendersi conto. Perché era cieco. Era acciecato, e da che cosa fosse acciecato non si sapeva ancora. Ryan, invece, lo vedeva bene. Justin era sinceramente e completamente interessato a quella ragazza. Sì, era bello vedere il suo amico in quelle condizioni.
« Posso chiederti cos'hai sognato? » chiese Ryan. Forse, se avesse saputo di che cosa trattava il sogno, avrebbe saputo chiarire le idee a Justin. Comunque, era già abbastanza convinto che il suo amico fosse ormai irrimediabilmente cotto.
« Beh » sospirò Justin « Non ricordo cosa stessi facendo, nel sogno, prima che comparisse lei. So solo che me ne stavo per fatti miei e mi sono sentito chiamare, e ho riconosciuto subito la sua voce. Penso che la riconoscerei anche tra tante urla in un mio concerto. Mi sono girato e lei era davanti a me, e mi chiedevo come fosse possibile. Sembrava così reale. Ero contento che fosse lì con me. Si è avvicinata, aveva sempre quel sorriso che sembra abbia paura di sfoggiare ogni volta. E' un sorriso che muoio dalla voglia di scoprire. Non l'ho mai vista ridere, né cose del genere. Ha sempre trattenuto i suoi sorrisi, e quel poco che sono riuscito a vedere mi è sempre piaciuto. Nel sogno mi sentivo strano. Non so come possa essere possibile, visto che non è reale e il tutto accade mentre dormi, ma sentivo benissimo una stranissima sensazione allo stomaco. Ha detto che era lì perché voleva ringraziarmi del pacco che le ho spedito. Io mi sentivo in imbarazzo, non mi succede mai. Lei mi ha abbracciato e nel momento in cui ho sentito il suo corpo contro il mio, un calore forte si è impossessato del mio petto. Mi chiedo come possa io provare certe cose mentre dormo, ma ti assicuro che le ho provate, e per quanto erano forti sembravano reali. Sentivo anche il suo profumo, anche se ora non lo ricordo più. E poi mi ha sussurrato una frase e quando ho sentito il suo fiato caldo contro il mio orecchio mi sono sentito strano, diverso »
« Come ti sei sentito, cos'hai provato? E cosa ti ha sussurrato? » gli chiese Ryan, seriamente interessato. Quel discorso, stranamente, lo prendeva sempre di più.
« Mi ha detto "Justin, ti voglio nella mia vita". E quando l'ha detto, ho sentito un forte impulso di stringerla forte a me, accarezzare la sua pelle e riempirmi i polmoni del suo profumo. E le ho detto che anch'io la volevo nella mia vita. Lei si è staccata e mi ha accarezzato una guancia. E io non sapevo che fare, era così vicina a me, volevo godermi quelle attenzioni e volevo guardarla negli occhi. Mi sono sentito strano, Ryan, una cosa che mai ho provato. Eppure era tutto un sogno! Solo un sogno! Io non so che scherzo mi stia facendo Dio, ma ti assicuro che.. non l'ho mai vissuta una simile cose. Me ne sono piaciute di ragazze, c'è anche stato quel flirt con Selena, ma.. mai nulla del genere. Io so di non essere innamorato di Alex, è solo che.. mi prende, amico. E ho paura che questa cosa possa diventare più grande di quanto mi sia consentito »
Il biondo sospirò. Era così chiaro già dall'inizio, ma ora beh.. era proprio evidente al 1000%. Justin non desiderava l'amicizia da quella ragazza. Aveva anche detto che se ne avesse avuto l'occasione non l'avrebbe neanche portata a letto. Ciò significava solo una cosa: lui, anche se non la conosceva, ci teneva. Non voleva ferirla, non voleva che fosse come le altre, perché non lo era mai stata, sin dal principio, dal primo incontro.
« Justin.. Tu neghi di provare qualcosa per lei. Qualcosa di serio, intendo » cominciò l'amico « Ma io penso che tu debba fidarti almeno dei tuoi stessi sogni. Non hai il coraggio di ammettere che ti piace, ti piace davvero, ma i sogni parlano chiaro. Le hai detto chiaramente che la vuoi nella tua vita. Per non parlare poi delle cose che hai provato, e che affermi siano del tutto nuove. Hai davvero bisogna che io ti dica come stanno le cose? Non pensi di saperlo già dal principio? Devi solo accettarlo, Justin. E in questo momento non riesci ad accettarlo, non so per quale motivo. Forse perché hai paura, hai paura che tutto questo ti stravolga completamente la vita. Hai paura dei Media, dei paparazzi, di tutte quelle persone che ti assalirebbero e ti riempirebbero di domande. E forse, in parte, temi anche che questa farsa con Selena venga spazzata vita in un lampo. Ma, amico, secondo me devi fregartene. Devi ascoltarmi, adesso, okay? Metti da parte Justin Bieber la star, sei un normalissimo ragazzo di diciotto anni che ha appena scoperto qualcosa di importante. Non puoi aver paura dell'amore. Va bene, non è amore vero- » disse interrompendo il cantante che alla parola "amore" già stava per ribattere « -ma sei sulla buona strana e non puoi dire di no. Devi solo pensarci bene. Non avere paura di analizzare la situazione. Fallo. Perché altrimenti non lo capirai mai, o lo capirai quando sarai troppo tardi. E' evidente cosa stai passando e provando. Devi solo svegliarti, amico. Ti piace? Prenditela. Lascia perdere queste cazzate mediatiche, puoi vivere solo una vita, Dio non te ne concederà altre. Fidati di me »
Justin ascoltò ogni singola parola del biondo. Cazzo, non faceva una piega. Non sapeva che rispondere, ormai, si sentiva disarmato. Nudo. Ryan aveva messo completamente a nudo le sue emozioni. Ecco perché era il suo migliore amico, perché come lo conosceva lui non lo conosceva nessun altro al mondo. Forse neanche sua madre.
« Amico, io.. grazie. Inizialmente mi sono sentito un cretino a parlartene, non so perché. Forse temevo che non potessi accettare questa cosa solo perché sono un cantante di fama mondiale e magari "non posso permettermi queste avventure". Ora mi sento un po' rintronato, insomma, mettendo da parte il fatto che mi hai svegliato nel cuore della notte- »
« Perché tu hai svegliato me » lo interruppe il biondo divertito.
« Sì, okay, dettagli superflui. Mi hai fatto capire alcune cose. Sì, ho paura delle conseguenze, non lo nego. Ho paura di affrontare tutto questo, ma... credo, e l'ho sempre pensato, che se questa cosa stia arrivando a simili livelli, un motivo allora c'è. No? »
« Sì, lo penso anch'io » confermò Ryan.
« Dunque vedrò. Non so cosa capiterà domani o dopodomani, o tra una settimana. Non so a che punto sarà questa storia tra un mese o due. Ma vedrò »
« Sì. E anche se sono passati un sacco di anni, mi sento ancora di dirti che se dovessi sfogarti, puoi -anzi devi- parlare con me. Intesi? »
Justin sorrise, un sorriso a trentadue denti. 
« Grazie, amico »
Risero per l'immensità e la bellezza dell'amicizia che li legava, e fecero scontrare le loro nocche.
« Torniamo a dormire » disse Ryan, infilandosi sotto le coperte della sua cuccetta, di fronte a quella del cantante. « E se ti sento fare ancora il nome di questa Alex ti sbatto un cuscino in faccia »
Justin rise di gusto « Sempre meglio di ciò che liberi di notte. Ogni volta sembra stia passando un autospurgo »
Il biondo scoppiò a ridere. E' vero, succedeva. A volte lo faceva anche di proposito « Non so di cosa tu stia parlando » disse scherzando.
« Certo, certo » rise il cantante, chiudendo gli occhi, mentre Ryan poggiò la testa sul cuscino. Erano forse le due di notte, e la stanchezza si faceva sentire man mano che passavano i minuti, specialmente per Justin. L'indomani avrebbe tenuto un altro concerto, perciò era meglio dormire.
« Buonanotte » sussurrò il cantante prima di addormentarsi nuovamente.



*



Era stato più che difficile studiare dopo aver ricevuto quel pacco, Alex doveva ammetterlo. Non aveva mai avuto problemi con lo studio, ma quel giorno era stato particolarmente pesante. L'intensità del gesto di Justin le aveva scombussolato cuore e cervello.
Alla fine, però, ce l'aveva fatta. Aveva finito di studiare a mezzanotte e, stanca come non mai, si era infilata nel letto, ripensando a ogni cosa. Ripensando a quegli occhi, alla luce di quel sorriso. Ripensando a quella voce, a quella frase. Ripensando a quelle mani, a quel tocco. Ripensando a come si era sentita nell'istante in cui aveva incrociato il suo sguardo per la prima volta, e a come si era sentita nell'istante in cui l'aveva salutato per l'ultima.
Essere innamorati di qualcuno che si credeva di conoscere, e che non si aveva mai incontrato, era una cosa; essere innamorati di qualcuno reale, che ti dava attenzioni, e ti guardava e sorrideva in quel modo.. beh.. era un'altra. Non vi era paragone che potesse reggere.
Finalmente, riusciva a sentirsi come tutte quelle ragazze di cui leggeva nei libri.. o come le sue compagne di classe. Non che vi avesse confidenza, ma più volte si era trovata a sentire i loro discorsi, considerando che il loro tono di voce superava i 140 decibel.
Era bello provare quel che ogni ragazza alla sua età provava. Era bello, si sentiva.. normale, in un certo senso.
Era innamorata. Perdutamente, sinceramente, profondamente, irrimediabilmente, incredibilmente, follemente, assolutamente innamorata.
Ma l'amore, quello vero, non ti fa dormire la notte. Ha un gran potere. Più grande della caffeina, della teina. Ti tiene sveglio e su di giri.
L'amore ti accieca, l'amore ti priva di attenzioni per altre cose. Per l'amore è inconcepibile che una persona pensi a qualcos'altro come lo studio. Oh no, tu devi pensare a quella persona.
Questo era quello che Alex provava quotidianamente e quel che provava in quel momento, mentre chiudeva il libro -mattone- di Chimica. Doveva darsi una regolata e impegnarsi. L'anno era cominciato da poco, non poteva- non doveva distrarsi, anche se la distrazione era Justin Bieber. C'era un limite a tutto, e lei doveva cercare di andarci piano, altrimenti sarebbe diventata una vera e propria ossessione.
Quella giornata era stata piena: era andata a lavoro, aveva studiato Letteratura e Chimica, aveva fatto il suo dovere. E aveva ricevuto quel pacco. Ma ora era davvero tardi, era notte, doveva andare a dormire, e quelle palpebre ormai troppo pesanti minacciavano di farla addormentare all'improvviso sulla scrivania.
Si alzò con fatica dalla sedia e trascinò i piedi fino al letto, per infilarsi poi sotto le coperte e riprendere a sognare. Sognare cose che ormai viveva; sognare persone che ormai conosceva.
  
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