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Autore: serensnixpity    22/03/2014    2 recensioni
"Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe!" (Alice)
Cosa succederebbe se Quinn e Puck si trovassero ad avere a che fare con una presenza piuttosto caotica, ingombrante e dai tratti latini?
Un mash-up di due menti decisamente poco stabili, bombardate da troppi prompt e che hanno trovato nella threesome la risposta a tutti i problemi. Una raccolta di eventi surreali, divertenti e forse anche un po' angst, nel mondo delle meraviglie di Quinn, Puck e Santana.
Attenzione: potrebbe contenere tracce di Quinntana romance, si consiglia di assumere con cautela.
((raccolta di shot a cura di serensnixpity e Shellyng))
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Puck/Quinn, Quinn/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...of teen and parents


- Vi odio! Siete i genitori peggiori del mondo! -

Santana chiuse gli occhi contando fino a tre e quando finì, puntuale come un orologio svizzero, il rumore di una porta sbattuta pose fine ad una discussione di cui aveva colto solo qualche boccone.

- Adolescenti -

Mormorò, posando il libro sul comodino e alzandosi con uno sbuffo.

Quando entrò in casa Fabray-Puckerman, senza preoccuparsi di annunciarsi, trovò Quinn intenta a sistemare la cucina e Puck che la osservava, grattandosi la nuca confuso. Santana conosceva bene quella situazione, tanto quanto conosceva le labbra arricciate della sua migliore amica e non fece in tempo ad aprire bocca che Quinn la interruppe

- No, Santana. Non provarci nemmeno, non ci andrà -

E con quelle parole secche, Quinn tornò a sfregare lo straccio umido sul tavolo, con così tanta veemenza che Puck e Santana pensarono che potesse rompersi il polso da un momento all'altro. Santana aggrottò la fronte, lanciando uno sguardo interrogativo a Puck che si limitò a stringersi nelle spalle.

- Ho provato a dirle che è solo una festa, ma la stai vedendo anche tu, no? Non ho intenzione di avere a che fare con mia moglie quando è isterica...è tutta tua, Santana -

Il suo migliore amico sollevò le mani in segno di resa ed uscì dalla cucina, gettandosi sul divano con un grugnito stanco, sotto lo sguardo attonito di Santana

- Tu sì che sei un uomo, Puckerman -

Borbottò sarcastica, gli occhi che rotearono teatralmente prima di soffermarsi su Quinn.

- E' un'adolescente, Quinn -

Le disse con calma, muovendo un passo verso di lei, mentre la scrutava con attenzione e un pizzico di preoccupazione quando la vide afferrare un coltello.

- Esatto! E' una ragazzina e non la lascerò andare ad una festa dove ci saranno sicuramente alcolici e ragazzi -

Quinn le agitò la lama di fronte al viso, come a voler sottolineare il punto, tanto che Santana dovette indietreggiare strabuzzando gli occhi

- Come se tu non ci fossi mai andata -

- E guarda come è andata a finire! -

La voce di Quinn raggiunse ottave che nemmeno Rachel Berry ai tempi d'oro era in grado di raggiungere. Santana conosceva bene anche quella nota stridula nella sua voce e cominciò a rimpiangere la sua solitaria serata immersa nelle pagine di un libro.

- Guardate che vi sento... -

- Stai zitto! -

Esclamarono in coro rivolte verso uno stravaccato Puckerman che non aveva ancora imparato quando era il momento di tacere. Santana si avvicinò alla sua migliore amica, le sfilò il coltello di mano e le avvolse i fianchi con le braccia, posando il mento sulla sua spalla. Quinn mandò gli occhi al cielo quando Santana le sorrise leggermente, con quell'espressione e quel modo di fare tipico di chi voleva qualcosa. Sua figlia aveva imparato quella tecnica da lei.

Tuttavia posò il capo contro quello dell'amica con uno sbuffo stanco. Fare la madre era difficile, l'aveva capito dal momento in cui aveva deciso di tenere Beth, ma fare la madre di un'adolescente con un marito ancora più infantile e una migliore amica che non sarebbe mai cresciuta, era estenuante.

- Quinn, devi iniziare a darle un po' di fiducia. Beth è sveglia, non si lascerà fregare da uno scimmione con un discutibile taglio di capelli -

- Non mi sembrava che ti dispiacesse -

Esclamò Puck dal soggiorno, facendo voltare di scatto il viso a Santana

- E chissà perché ora sono lesbica! -

Quinn non trattenne una risata, dando però una piccola gomitata nel costato a Santana. Quei due sarebbero sempre stati come cane e gatto, esattamente come lo erano lei e Santana, ma nonostante ciò si volevano bene e Quinn si era ritrovata più di una volta ad essere grata di avere anche Santana accanto a lei.

- Dicevo...lasciale un po' di spazio. Sai anche tu quanto sia difficile la vita al liceo, ha bisogno di divertirsi e di vivere un po' la sua adolescenza. I miei non mi hanno mai tenuta al guinzaglio e... -

Quinn la guardò inarcando un sopracciglio eloquentemente e Santana fermò la sua corsa di parole con aria vagamente imbarazzata

- Ok, pessimo esempio -

Ammise Santana staccandosi da Quinn e sollevando le mani in segno di resa. Un sorriso divertito fece capolino sulle labbra della bionda che annuì in accordo. Voleva bene a Santana, ma nessuno poteva negare che fosse stata un'adolescente discutibile e che anche da adulta le cose non fossero cambiate molto.

- Quello che voglio dire è che non puoi tenerla sempre in casa, altrimenti finirà per fare comunque quello che vuole, ma di nascosto. -

Santana appoggiò un fianco al bancone della cucina, guardando Quinn a braccia conserte con una scrollata di spalle. Quinn sospirò, mordendosi il labbro inferiore

- Io mi fido di lei. Sono gli altri che mi spaventano -

Ammise decisamente più calma di quando Santana le era piombata in casa. Sapeva quanto sua figlia fosse sveglia e intelligente, grazie al cielo aveva preso quasi tutto da lei, tranne l'adorabile sorriso assonnato di suo padre e, anche se stava imparando troppe cose da Santana, non le aveva mai dato modo di non fidarsi. Ma era stata adolescente anche lei e aveva vissuto un'esperienza decisamente poco convenzionale, non voleva che anche Beth incappasse in qualcosa che non era pronta ad affrontare e a gestire.

- E' tutto nella tua testa. Nessuno vuol fare del male a Beth e se dovessero provarci sai bene che ha il padre e la zia più tosti del pianeta. -

La rassicurò Santana piazzandosi sul viso quell'espressione che le aveva sempre strappato gli schiaffi dalle mani, ma che in quel momento la fece sorridere. Santana la conosceva così bene da cogliere al volo l'indecisione nei suoi occhi e ne approfittò per spingere ancora un po'

- Lasciami parlare con lei, le farò le giuste raccomandazioni, ma tu promettimi che la lascerai andare -

- Santana, tu fai parte di quelli che mi spaventano -

La latina rimase con le labbra schiuse, come quando Quinn la sorprendeva con uno schiaffo ben assestato e questo fece ridere la bionda, soprattutto quando Santana sollevò il mento stizzita in un gesto che le ricordò terribilmente Rachel Berry. Evitò di farglielo notare o non se la sarebbe più tolta dai piedi, limitandosi a far ricadere le braccia con aria affranta

- Va bene. Ma qualsiasi cosa succeda ti riterrò responsabile -

 

Quando Santana entrò nella disordinata camera di Beth Puckerman, la trovò stesa sul letto a pancia in giù, le braccia avvolte attorno al cuscino e le cuffie nelle orecchie ad un volume così alto che Santana poteva sentire nitidamente quello che stava ascoltando.

- Hey ragnetto -

La salutò sedendosi accanto a lei dopo averle sfilato una cuffietta. La ragazzina dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi sussultò presa alla sprovvista, ma rivolgendole un brevissimo sorriso triste

- Non sono più un ragnetto, zia -

Borbottò, togliendosi le cuffiette e appoggiando la guancia al cuscino per vedere meglio Santana. La latina sorrise spostandole una ciocca di capelli dal viso con un gesto amorevole. La prima volta che Puck e Quinn l'avevano vista davvero dolce con qualcuno, fatta eccezione per Brittany, era proprio con Beth e ne erano rimasti sconvolti.

- Lo so bene, ma quei due di sotto non l'hanno ancora capito, vero? -

Domandò retoricamente con uno sbuffo annoiato così da sembrare solidale con la sua pseudo nipote

- Li odio -

- No che non li odi. Ti capirei se fosse così e in effetti si impegnano particolarmente per farsi odiare, ma non lo pensi davvero -

Le disse in tono calmo, strappando un leggero sorriso alla ragazzina imbronciata. Con il passare degli anni, Beth e Santana avevano instaurato un ottimo rapporto e per entrambe era piuttosto divertente parlare male di tanto in tanto dei coniugi Puckerman

- Voglio solo andare ad una festa con i miei amici, ho sedici anni! -

Esclamò Beth pestando capricciosamente i piedi sul copriletto

- Ci saranno ragazzi? -

- Beh, sì...per forza -

Mormorò Beth in risposta, allontanando per un attimo gli occhi da Santana, gesto che fece insospettire la donna

- E ce n'è uno in particolare? -

Domandò in un modo che avrebbe dovuto essere solo curioso, come due amiche che si confidano, ma che invece suonò piuttosto inquisitorio.

- N...no zia, che domande mi fai? -

Le guance di Beth si tinsero di un rosso scarlatto e Santana si mise a ridere mettendole un braccio attorno alle spalle e tirandola verso di lei

- E' una ragazza?? -

Chiese con voce più bassa e cospiratoria, guadagnandosi un'alzata di sopracciglio in puro stile Fabray

- Per quanto tu sia da sempre la mia persona preferita, no...non sei il mio modello fino a quel punto e continuano a piacermi i ragazzi -

Puntualizzò Beth mettendo da parte l'imbarazzo e assumendo quell'atteggiamento piccato che era palese da chi avesse preso

- Come preferisci. Senti, puoi andare a quella festa, ma mi devi promettere che starai attenta, non berrai troppo e non darai retta a nessun ragazzo che vuole riportarti a casa. Se hai bisogno di un passaggio basta che mi chiami...a qualsiasi ora -

- Dici sul serio? Posso andarci? -

Beth squittì inginocchiandosi sul letto e e aggrappandosi al braccio di Santana con così tanto entusiasmo da farla scoppiare a ridere

- Sì ragnetto. Ho parlato con quella testona di tua madre e puoi andarci, ma attenta a quello che fai. Ci ho messo la faccia per te, non fare cazzate -

Le puntò il dito contro, lasciandole un buffetto sulla punta del naso sottile. Un attimo dopo si trovò una nuvola di capelli biondi premuti sul viso, avvolta da un paio di braccia che per poco non la stritolarono

- Sei la mia zia preferita, la migliore di tutto il mondo! -

Le strillò Beth nell'orecchio e Santana ricambiò l'abbraccio ridacchiando e cercando di ricordarsi il giorno in cui era diventata così rammollita

- Penso che non ti contraddirò -

***
- Che fine ha fatto il tuo “Devi iniziare a darle un po' di fiducia”? -

Domandò Quinn esasperata, strappando dalle mani di Santana il binocolo con cui stava cercando di spiare dentro la casa gremita di liceali. Quando Santana si era presentata a casa sua, esattamente due minuti dopo l'uscita di Beth, intimando a lei e suo marito di muovere i loro sederi flaccidi, Quinn aveva già intuito che sarebbero stati trascinati in una delle solite cavolate tragicomiche della sua migliore amica

- Che c'è? Ha comunque i geni tuoi e di quell'idiota che sta dormendo sul retro della mia macchina! -

Esclamò Santana, alzando la voce e lanciando una lattina vuota addosso ad uno scomposto Puck che dormiva con il viso premuto contro il finestrino dell'auto.

- Uh? Co...chi devo picchiare?? -

Il moicano si riscosse sussultando e trascinando le parole come un ubriaco. Si guardò attorno cercando di capire dove si trovasse e quando vide le due donne che lo fissavano, si asciugò la bocca con il dorso della mano, restituendo loro uno sguardo vacuo e assonnato. Santana si voltò di nuovo verso Quinn, facendo un gesto della mano in direzione del suo migliore amico, come a voler dimostrare la sua tesi.

- Questa cosa finirà male -

Sbuffò Quinn ricadendo con la schiena contro il sedile.

 

2 ore dopo

 

Quando il telefono di Santana prese a vibrare, nella vettura regnava il silenzio, fatta eccezione per un pesante russare proveniente dal sedile posteriore.

Santana sbadigliò, stropicciandosi gli occhi e cercando di sistemare la sua posizione scomposta senza premere inavvertitamente il clacson. Accanto a lei, Quinn, cercava di scovare dove la latina avesse messo il telefono. Sbuffò quando la vide sfilarlo dal reggiseno con un sorriso compiaciuto sulle labbra. Sorriso che svanì all'istante quando vide il nome sul display

- Hey ragnetto! Che succede? Stai male? Ti hanno messo le mani addosso? -

Non appena rispose, parlando in modo concitato e cercando di scacciare il sonno dalla voce, Quinn si protese verso di lei, dando uno scossone a suo marito che si ridestò con un grugnito animalesco

- Dovete rimanere appostati ancora per molto? -

Sul viso di Santana si dipinse la tipica espressione di una bambina colta con le mani nel sacco, come se dall'altra parte ci fosse sua madre e non la sua nipote sedicenne. Prese un respiro profondo mettendo la conversazione in viva voce così che la sentissero anche gli altri due. Quinn le lanciò un'occhiataccia, sapeva da subito che sarebbe finita così

- Ehm...ciao tesoro -

- Ciao principessa -

Salutarono in coro i due coniugi, sprofondando ognuno nel proprio sedile

- Mamma, papà...zia. Spero siate contenti di avermi fatta vergognare a morte -

Beth rispose freddamente, facendo capire a tutti quanto fosse delusa da loro. Santana si mordicchiò il labbro inferiore, ricevendo una gomitata da Quinn che la esortava a rispondere e a prendersi le sue responsabilità

- A parte tuo padre che sbavava contro il vetro, siamo stati discreti. L'abbiamo fatto per te, Beth -

Cercò di spiegarle la latina dopo aver lanciato un'occhiata minacciosa alla sua migliore amica

- Tu chiami discreta la tua macchina rossa con l'adesivo “Pussy Wagon”? Ne stanno parlando tutti...hai idea di quanto sia imbarazzante?? -

Piagnucolò Beth facendo sentire Santana tremendamente in colpa. Era così fiera della sua auto che non aveva considerato quanto potesse essere appariscente e di certo quelli che si spacciavano per i suoi migliori amici non avevano pensato a farglielo notare

- Solo perché sono degli ignoranti. La mia macchina è un tributo ad un sacro pezzo cinematografico e se... -

- Vi odio. Tutti quanti! E quando ti ho detto che sei la mia zia preferita è solo perché non ho altre zie! -

Santana aprì bocca per replicare, ma l'inconfondibile rumore della chiamata terminata la lasciò senza parole. Rimise il cellulare al suo posto e quando alzò gli occhi trovò Quinn che la fissava a braccia conserte e le labbra arricciate

- Non dire che non te l'avevo detto -

- Se tu l'avessi lasciata andare subito senza mettermi in mezzo, tutto questo non sarebbe successo -

Ribattè piccata sostenendo lo sguardo severo di Quinn, mentre Puck le osservava ingaggiare la loro ennesima battaglia con fare preoccupato. A volte aveva trovato eccitante che sua moglie e la sua migliore amica si accapigliassero, ma di solito era ad una distanza di sicurezza e non bloccato con loro in una macchina

- Santana, sei stata tu ad entrare in casa nostra...nessuno ti ha chiamata! -

Esclamò Quinn, sconvolta dalla faccia tosta di Santana anche se avrebbe dovuto smettere di stupirsene.

La discussione fra le due donne venne interrotta dall'inconfondibile brontolio di stomaco di Noah Puckerman che le guardò vagamente intimorito quando entrambe puntarono gli sguardi taglienti su di lui

- HotDog? -

Simultaneamente, Quinn e Santana mandarono gli occhi al cielo esasperate e Puck si schiacciò contro il sedile decidendo di tacere per il resto del tragitto non appena Santana mise in moto l'auto. Ancora non gli era chiaro dove e quando avesse firmato per una vita così difficile.
 

-serensnixpity-  

  
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