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Autore: Xenja    23/03/2014    6 recensioni
*storia ispirata alla 9° puntata della 3° stagione del Trono di Spade*
Un matrimonio combinato per unire due casate e vincere una guerra.
La giovane Gwen Stark sa che la nuova sposa del suo amato Duncan è un pericolo, glielo legge nello sguardo, nei movimenti, nei suoi sorrisi e risatine. Ma nessuno a parte lei sembra capirlo... Neppure sua madre sembra rendersene conto...
Ma ben presto un liquido purpureo allagherà le stanze e la vita della giovane Stark per l'eternità perché i Frey non si sottometteranno mai agli Stark!
Dal testo:
Lanciai un’occhiatina alla mia sinistra e notai che Scott Frey e la sua giovane moglie albina si stavano ritirando, non prima di lanciare un’occhiata d’intesa alla figlia che parve rispondere con altrettanta sicurezza. Girai lo sguardo per la stanza e come per caso mi resi conto che tutti i portoni erano stati chiusi con pesanti catenacci e che le guardie si erano addossate lungo i muri della sala impugnando numerose baionette, per ora tenute rivolte verso terra.
“Sono pazzi questi Frey” sussurrai.
*Storia dedicata a chiunque ami il genere sadico, in particolare a Rocker_wolf_love, Stella_2000 e al duo Zoey_Gwen ♥
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen, Sorpresa | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale
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Red Wedding
 
Avanzava, con passo leggero e fiero, lungo l’oscura navata centrale addobbata giusto con qualche fiore e vessillo delle due casate.
Il ticchettio del legno dei suoi alti tacchi attraversava tutta la piccola sala gremita di cavalieri, generali e nobili. Le vesti che indossavano i presenti erano semplici, un po’ poco decorose per un matrimonio. Solo io e la sposa vestivamo abiti da festa con rigidi corpetti, maniche large e a sbuffo e gonne lunghe fin sotto i piedi piene di merletti, pizzi, perle e pietruzze mentre lo sposo abbigliava la sua migliore armatura d’argento e portava al suo fianco la sua spada più fidata che l’aveva accompagnato per non molte battaglie, vista la sua giovane età.
La guardavo avanzare, sempre più vicina, sempre più tremante e misteriosa quella sposa che ora portava quel velo di pizzo bianco sul capo e sul volto impedendo di ammirarne i lineamenti.
Era un matrimonio combinato. Una cerimonia decisa da un giorno all’altro tanto per unire due casate in una soltanto e avere qualche speranza in più di vincere la guerra.
E questo spiega anche il perché di così tanta fretta. Appena arrivati a Torri Gemelle, il lord del Guado, Scott Frey, ci ha accolti frettolosamente presso la sala del trono e poi il lord mio fratello insieme a lord Frey si è accordato per un matrimonio che sarebbe stato celebrato quella sera stessa. Bisognava fare il tutto il più in fretta possibile…
Si sapeva già chi sarebbe stata la povera vittima di questa storia: Duncan Martell, il figlio del comandante delle truppe militari della casata Stark e quindi l’unico che poteva sposare una delle innumerevoli figlie di lord Frey. Mentre io, io ero Gwen Stark, figlia di lord Stark e lady Tully, i signori di Grande Inverno, degli Andali e dei primi uomini e avevo vissuto con Duncan tutta la mia infanzia e adolescenza. Lui era il mio migliore amico, l’unico che avessi mai avuto. Suo padre lavorava per i miei genitori e Duncan lavorava per me, mi proteggeva, mi faceva ridere, mi amava… ma tra poco questo bellissimo sogno durato più di 15 anni sarà finito.
Mi sentii morire quando udii pronunciare da lord Frey quelle parole taglienti e quasi sarcastiche “Signorino Duncan Martell, lei sarà il futuro marito di una delle mie bruttiss… ehm, amabili figlie” e a quel punto un intero stormo di fanciulle dai nasi ricurvi, gli occhi asimmetrici e i capelli già quasi completamente candidi nonostante la tenera età iniziarono a sfilare davanti al  figlio del comandante eseguendo una successione di inchini frettolosi e sorridendo timide scoprendo una dentatura quasi inesistente.
Solo l’ultima nata dell’intera casata, tale Courtney Frey, pareva essere l’unica che portava una bellezza quasi innaturale rispetto a tutte le altre sorelle. Il suo corpo era asciutto, ma sinuoso con seni fiorenti e messi in bella mostra con una lunga scollatura che lasciava ben poco spazio all’immaginazione. Il suo viso era pieno e innocente. Aveva un grazioso nasino all’insù tempestato di lentiggini, occhi enormi di un profondo color pece, i suoi capelli erano di uno sfavillante castano chiaro con qualche ciocca più scura e la sua pelle sembrava essere stata baciata da qualche raggio di sole per quel colorito mulatto chiaro. Era semplicemente fantastica. Dotata di una grazia maestosa e di una luce furba sempre accesa in quel mare di oscurità che dominava i suoi occhi. Poco prima di farla sfilare davanti a noi, il padre l’aveva presa un attimo per il braccio e aveva detto sghignazzando “Questa potrebbe essere la tua sposa!”  
E così fu.
Arrivata ai primi gradini del trono, Duncan alzò il velo in pizzo che copriva il volto della sua futura moglie e rivelò un visino perfetto decorato da un sorriso di falsa timidezza, ma di pura cattiveria e autorità.
Duncan rispose a quel sorriso e tirò un sospiro di sollievo, contento di non doversi unire a una ragazza che dimostrava almeno venti anni in più della sua vera età e con i denti storti e cariati.
Ammirò per qualche secondo la sua sposa studiando ogni parte del suo corpo. Non fece nemmeno caso a quel ghigno malefico stampato su quelle labbra candide.
Sentii una morsa allo stomaco e le lacrime salire piano mentre osservavo il mio amato posare il suo caldo mantello di pelliccia sulle spalle della ragazza in segno della sua eterna protezione e pronunciare al uni suono il giuramento mentre un laccio di tela bianca stringeva le sue grandi mani a quelle ossee di lei.
“Padre, fabbro, guerriero, madre, vergine, vecchia, straniero. Io sono suo e lei è mia. Da oggi fino alla fine dei miei giorni”
Avrei voluto piangere, buttarmi a terra e implorare pietà. Lui non era di nessuno, se non mio. Solo mio! Io ero la sua migliore amica e lo amavo, lo amavo con tutta me stessa! Io ero il suo unico amore, vero amore, non un’attrazione fisica per avere solo un bel faccino e un bel decolté. Io lo amavo e lui amava me… ma ora stava sposando un’altra donna, stava ammirando un’altra e le aveva giurato la sua eterna protezione  sorridendole pieno di eccitazione e bramando ogni singolo lembo di pelle scoperto. Dalle mani alle spalle, dal collo a quella modesta scollatura a V dell’abito. E lei, lei sorrideva lanciandogli occhiatine provocanti che non facevano altro che scombussolare ancora di più il cervello sempre sveglio e attento di Duncan. Non l’avevo mai visto così debole e vulnerabile… mai!
Trattenni le lacrime e i singhiozzi mentre Duncan passava davanti a me senza degnarmi di uno sguardo portando tra le braccia la nuova lady Martell, che sorrideva, ancora, sistemando dietro le orecchie con quei ditini magri e troppo svelti, le ribelli ciocche corvine che traspiravano dalla trasandata acconciatura di Duncan.
Avrei voluto saltarle addosso e riempirla di calci e pugni senza preoccuparmi minimamente di rovinare la sua magnetica faccia maligna. L’unica donna che aveva mai osato sistemare i capelli di Duncan ero io. Solo e unicamente io! Tutte le mattine trascorse a Grande Inverno, ad Approdo del Re o sul campo di battaglia, tutte le mattine, io lo pettinavo, lavavo, preparavo i vestiti e tagliavo la barba e ora una stupida ragazzina credeva di potermi sottrarre a questo compito e momento di intimità solo mio e di Duncan? Si sbagliava… o forse io mi sbagliavo…
Strinsi i pugni fino a conficcarmi le unghie nella carne e girai i tacchi in direzione della folla che seguiva la coppia di neo-sposini.
Adocchiai mia madre mentre scambiava poche battute apparentemente divertenti con lord Frey. Osservai i sui occhi arrossati e le sue guance rigate di lacrime che risplendevano al lume delle candele… Non posso credere che abbia pianto!
Non erano lacrime di pura disperazione per aver dato in sposa alla persona che sapeva io amavo una totale sconosciuta e non me, no! Quelle erano lacrime di commozione, gioia e ancora commozione.
“Allora mia piccola Gwen, hai visto come era contento il tuo amichetto?” mi chiese mia madre arruffandomi dolcemente i capelli corvini e racchiudendo la mia mano destra nella sua.
Annuii fingendo un sorriso felice ed entusiasta e poi corsi via, verso la sala dove si sarebbe tenuto il banchetto.
 
Un ennesimo ubriaco, un’ennesima rissa, un’ennesima guardia che prende per il collo i due litiganti e li butta fuori dal portone principale.
Andava avanti così da ore ed ore ed ore… non ne potevo più! Ma alla fine, è così che funzionavano i banchetti dei matrimoni a quei tempi. Boccali di vino che viaggiavano avanti e indietro per la stanza, selvaggina appena cacciata servita su teglie d’argento, dolci, verdure, pesci e poi birra, vino, musica… Un autentico matrimonio dove si rideva, beveva, ubriacava e ballava.
Io, la famiglia Martell e la casata dei Frey eravamo appostati su di un palco rialzato, dove c’era un lungo tavolo bandito di ogni tipo di cibo. Da quella postazione si poteva vedere l’intera stanza sottostante dove i nobiluomini e le nobildonne si godevano allegramente il vitto e le bevande.
Io ero seduta vicino a Courtney che tutti già consideravano la mia nuova amica visto che avevamo scambiato giusto due parole e avevamo brindato a un matrimonio duraturo e tanti figli maschi. Ma in realtà non era proprio così, io la osservavo mentre continuava a riempire calici e calici di vino a Duncan che sembrava reggere perfettamente l’alcool e più quella sostanza purpurea inondava il bicchiere, la tovaglia e gli abiti di Duncan, più io sentivo di odiare quella ragazza tutta sorrisi e risatine. Duncan ne era come ammagliato, forse perché il vino iniziava a dargli alla testa, forse perché pensava al dopo, quando alla fine della cerimonia lo sposo e la sposa sarebbero stati condotti in camera da un corteo di nobili e cavalieri ubriachi che gridavano “Letto! Letto! Letto!”, sarebbero stati spogliati e chiusi nella stanza per l’intera notte.
Lanciai un’occhiatina alla mia sinistra e notai che Scott Frey e la sua giovane moglie albina si stavano ritirando, non prima di lanciare un’occhiata d’intesa alla figlia che parve rispondere con altrettanta sicurezza. Girai lo sguardo per la stanza e come per caso mi resi conto che tutti i portoni erano stati chiusi con pesanti catenacci e che le guardie si erano addossate lungo i muri della sala impugnando numerose baionette, per ora tenute rivolte verso terra.
“Sono pazzi questi Frey” sussurrai riempendomi disperatamente una coppa di vino e mandandola giù tutta d’un sorso, ma quasi mi strozzai.... Un colpo, uno schiaffo, dato da mia madre a una guardia dei Frey.
Forse mia madre era ubriaca o forse… “Gwen…” mi urlò, ma una freccia lanciata da una baionetta dietro di me, le colpì all’improvviso un fianco facendola cadere a terra.
Non mi resi conto di che cosa accadde dopo, so che urlavo, urlavo e urlavo coprendomi le orecchie e gli occhi. Sentivo il sangue fresco scorrere sul pavimento, gli uomini cadere con pesanti tonfi, le frecce scoccare e i pugnali recidere la carne.
Tolsi per un attimo un mano da un occhio e quello che vidi mi fece rabbrividire e urlare di terrore.
Mio fratello era a terra, nel centro della sala, ricoperto di frecce conficcate nella sua pelle e nelle sue vesti ricoperte di chiazze purpuree. La sua sposa era sotto di lui, ma si potevano benissimo distinguere le innumerevoli pugnalate che aveva ricevuto al ventre e il sangue che scorreva al di fuori delle ferite che andava ad imbrattare il lungo vestito azzurrino. La chiazza purpurea sul pavimento andava via via allargandosi e il sangue si insinuava nelle venature della roccia, nelle fughe tra un masso e l’altro, sotto i sandali di cuoio e le fessure delle porte. Era come un fiume in piena che stava allagando il salone. Di mia madre non c’era traccia…
Premetti i pollici sulle orecchie, ma i rumori erano sempre più nitidi e strozzati, come se volessero violentare il mio udito e la mia mente per uccidermi.
Al mio fianco non percepivo più nessuno, se non Courtney che sogghignava, beveva vino e ringhiava ordini ai suoi soldati che assassinavano senza pietà i miei sottoposti. Sentii anche Duncan scivolare piano sotto il tavolo e coprirsi le orecchie per non ascoltare quella sinfonia sadica di frecce, pugnali, urla strozzate dal terrore, sangue che gorgogliava e tonfi.
Mi scoprii una seconda volta un occhio e la vidi.
Mia madre.
Strisciava silenziosa sotto il tavolo trascinandosi la gamba destra e stringeva tra le mani un coltello affilato usato per tagliare la carne di maiale. Courtney non si era accorta della sua presenza… era troppo impegnata a godersi le gole tagliate degli uomini che morivano uno dopo l’altro.
Mia madre con uno scatto uscì dal sotto del tavolo tenendosi stretta la gamba dolorante e il pugnale, ma la odiai per quello che fece poi.
Prese Duncan per i capelli trascinandolo via dal suo nascondiglio e gli puntò la lama alla gola “Lady Courtney, basta con questa follia! Lasciaci andare! Risparmia la nostra vita e ti giuro che scorderemo tutto questo! Te lo giro sugli antichi e nuovi Dei! Ti prego! Ti supplico! Hai già preso la vita di mio figlio, non prenderti anche quella della ragazza Gwen… prendi la mia piuttosto!” Piangeva, era disperata “Gwen! Su! Alzati e corri via!”
Ma io non mi mossi, non riuscivo a staccare gli occhi da Duncan. Un pugnale al collo e le mani di mia madre che non lo lasciavano andare… Che ne sarebbe stato di lui se io fossi andata via?
Courtney la fissò per attimo con sguardo furbo e superiore, di chi sa di avere la vittoria in tasca. Estrasse anch’essa un pugnale da sotto la gonna. Era un pugnale semplice, dalla lama rudimentale, ma alla luce della candela posata sul tavolo emetteva bagliori orribili che lo facevano apparire letale come le zanne scoperte di un lupo affamato.
“Io non mi sottometterò mai a voi, né tantomeno voglio partecipare alla vostra stupida guerra” si rigirò il coltello tra le mani, esperta, chissà quanti uomini aveva già ucciso quella ragazza utilizzando quello stesso pugnale “E per quale ragione dovrei lasciarla andare?”
Mia madre si mise ben ritta sulla sua schiena e stringendo le mani attorno alle braccia tremanti di Duncan e schiacciando il pugnale contro la sua carne pronunciò parole velenose che non avrei voluto mai udire “Sul mio onore di Tully, sul mio onore di Stark, lasciala andare e se non lo farai giuro che taglierò la gola di tuo marito!”
I bulbi oculari di Duncan si dilatarono e le sue gambe iniziarono ad agitarsi in preda al panico. Non l’avevo mai visto così nemmeno in battaglia, nemmeno quando si stava per lanciare contro il nemico con solo una spada e uno scudo a proteggerli la vita…
“No!” urlai disperata alzandomi di scatto dallo scranno, ma Courtney mi puntò la punta del suo pugnale al petto e io lessi nei suoi occhi tutto l’odio e il disprezzo che provava per noi Stark. Si voltò e le sue iridi pece sciolsero quelle chiare di mia madre “Me ne troverò un altro” sogghignò con un tono di spontaneità e crudeltà nella voce.
“N…” provai ad urlare, ma sentii la lama fredda del pugnale che impugnava Courtney bucarmi il petto, salire su per la gola facendomi sputare sangue e dividendomi le labbra candide che solo quelle di Duncan avevano toccato in due metà perfettamente uguali, fino a tagliarmi in due la faccia.
Udii le urla disperate di mia madre che implorava pietà, le risa spudorate di Courtney mentre schizzava il mio sangue sul pavimento della sala, il collo di Duncan che si apriva in due e il tonfo dei corpi del mio amato e della persona che mi aveva messo al mondo.
L’ultimo ricordo che mi rimase impresso nella memoria che piano piano scorreva via come il mio sangue prima di spegnermi del tutto fu una frase, pronunciata a gran voce da Courtney e brindata con i suoi soldati “Al grande Re del Nord! Che non ci sottometterà mai!”
 
ANGOLO DELLA SEMPRE PIU’ SADICA AUTRICE
Ehm, diciamo che non so che cosa dire, ecco tutto…
Mi è venuta in mente questa OS mentre guardavo la nona puntata del Trono di Spade *-*
Questa storia sarebbe dedicata a Rocky, Stellina e al duo Zoey_Gwen, ma credo che me la tireranno dietro… Insomma, sapete che io sono negata a scrivere storie romantiche! ù.ù
Comunque, vi lascio il video del massacro a cui mi sono ispirata a
https://www.youtube.com/watch?v=Qukv-AKl6S8
Grazie per essere arrivati fino a qui senza vomitare o svenire per la fine orrenda che ho fatto fare ai personaggi ^.^
BACIONI
Xenja ♥

 
  
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