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Autore: Winry558    03/07/2008    9 recensioni
Siamo Aryuna e Roro, con una nuova storia!
Sango e Kagome sono due sorelle che, complice la loro bellezza, ingannano gli uomini per estorcergli denaro. Il loro sogno da raggiungere, fuggire in California!
Convintissime che l'amore sia solo d'impiccio, Kagome incappa in Koga, e poi in Inuyasha. Nel frattempo Sango viene perseguitata da una sua ex-vittima... ehm... ex-marito, Miroku, che cerca di riconquistarla.
Buona lettura e commentate in tanti!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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HeartBreakers

Vizio di famiglia








Prologo – Matrimoni e divorzi




“Lo voglio”, disse la ragazza riccia con semplicità.

Non era difficile, ormai per lei era una frase di routine.

Il matrimonio terminò, rapido, e lei si preparò al seguito del suo piano.

Miroku, amore?”, domandò avvicinandosi seducente all’uomo. Il moro, vestito con lo smoking ma con il suo solito codino, si voltò raggiante verso la moglie.

Haruna, sei bellissima”, disse abbracciandola. Lei gli schioccò un rapido bacio sulle labbra, facendosi desiderare.

Eh già, era stato un gran problema farsi sposare da Miroku, il donnaiolo più famoso del Giappone. Ma, essendo un donnaiolo, la seconda fase sarebbe stata semplice da eseguire.

“Miro, ho sonno, andiamo in camera?”, domandò suadente. L’uomo non se lo fece ripetere sue volte. Si congedò con tutti gli ospiti e portò via la sua sposa.

Lei era estremamente difficile, e non si era mai concessa a lui, dicendogli che sarebbe andata a letto solo con suo marito.

Miroku, dopo numerosissimi tentativi per dissuaderla da quel proposito, si era arreso. Quella donna era unica, e l’avrebbe spostata! Tutto pur di averla.

Aprì la porta della camera con lei in braccio, sdraiata sul suo petto. La distese delicatamente sul letto e la baciò.

Lei gli slacciò la camicia, passando le braccia sulla sua schiena e sul suo petto muscoloso. Doveva ammettere che stavolta si era scelta un marito veramente bello.

Peccato sarebbe durato poco.

Bussarono alla porta: perfetto, così non doveva inventarsi qualche scusa.

“Vado e torno”, disse lui, alzandosi e avviandosi alla porta.

La ragazza sorrise, soddisfatta.

“Ecco lo champagne”, disse il cameriere, facendo entrare il carrello nella stanza. Miroku gli diede una lauta mancia per farlo andare via in fretta, e quasi gli sbatté la porta in faccia.

Tornò nella camera della moglie, ma…

Haruna?”, chiamò confuso. Lei non rispose. Stava sdraiata con gli occhi chiusi, e il petto si muoveva ritmico ad ogni respiro.

Si era addormentata?

Miroku fissò il portaghiaccio, con la seria intenzione di rovesciarglielo addosso per svegliarla. Ma poi, vedendo quel volto angelico, con una smorfia, decise di lasciar perdere.


La donna aprì lentamente gli occhi, e la luce delicata del mattino non la infastidì per nulla.

Si alzò di scatto.

Miroku?”, chiamò, fingendosi preoccupata. Lui era lì, seduto accanto al letto.

“‘Giorno amore”, disse sorridendogli. In realtà, stava rosicando come non mai.

“Oddio, non ci credo!”, disperò lei, osservandolo dispiaciuta.

“Non ti preoccupare, eri stanca…”, cercò di giustificarla lui.

“No no, è imperdonabile! Vieni, mi faccio perdonare”, disse, gattonando sul letto.

“No, davvero! E poi ora devo andare al lavoro”, disse lui, alzandosi.

“Allora”, mormorò lei provocante, “vorrà dire che aspetterò il tuo ritorno”.

Lui sorrise, stavolta raggiante. Baciò la donna, per poi uscire dalla stanza tutto felice.

Arrivò al lavoro, deciso a far passare rapido quelle ore, aprì la porta del suo studio e…

“Buongiorno signor Houshi”, disse allegra la sua segretaria, rossa e con dei bellissimi occhi color cioccolata. Come suo solito era vestita al minimo.

“Ciao Rei”, la salutò lui, osservandola. Quel giorno sembrava ancora più provocante del solito.

La ragazza si incamminò verso la scrivania con dei fogli, inciampò e caddero tutti a terra.

“Oh, che disastro!”, si lamentò, chinandosi per raccoglierli. Gli occhi di Miroku si piantarono sul suo fondoschiena.

‘No, sei un uomo sposato adesso!’, pensò lui, accorrendo per aiutare la segretaria a raccoglierli.

Solo che i loro volti si trovarono così vicini e…

Lei lo baciò.

Miroku rimase interdetto, senza capire subito cosa era successo.

In quel momento, la porta si aprì.

“Tesoro, hai dimenticato a casa il telefo…”. La donna fissò la scena incredula.

Miroku si staccò dalla ragazza, osservando la moglie incredulo.

Haruna, non è come sembra!”, si affrettò a dire. La donna boccheggiò, osservando ora la rossa ora l’uomo.

Dopo… dopo solo un giorno, ma che dico, una notte di matrimonio!”, urlò lei, togliendosi la fede e scagliandola a terra, “Miroku, mi fai schifo!”.

Detto ciò, si dileguò oltre la porta.


Una ragazza con i capelli neri e gli occhi color cioccolata aspettava in macchina. Sui sedili posteriori c’era una parrucca rossa.

“Uffa, quanto ci mette Sango?”, mormorò tra sé e sé, tamburellando sul volante della berlina.

Poi, si riscosse, osservando una donna riccia scendere le scale del tribunale.

“Era ora, ci hai messo ore!”, disse la ragazza, mettendo in moto e partendo subito.

“Scusa sorellina, Miroku non voleva proprio cedere! Ce n’é voluto prima di ottenere i soldi”, disse l’altra, sfilandosi la parrucca e rivelando del lisci capelli scuri, che si affrettò a legare in una coda di cavallo.

Uff, odio queste truffe, lo sai!”, si lamentò la ragazza alla guida.

“Dai Kagome! O forse dovrei dire Rei?”, la stuzzicò la sorella maggiore.

“E va bene! Ma adesso direi che abbiamo abbastanza soldi no? Possiamo andare in California, giusto?”, domandò osservandola.

“Non camperemmo a lungo con i soldi che abbiamo, dobbiamo fare un altro colpo”.

Kagome sbuffò, premendo l’acceleratore.

“Stavolta mi sposo io! Devo sempre fare il terzo incomodo, mi sono stufata”, si lamentò, frenando bruscamente ad un semaforo.

“Facciamo allo stesso modo?”, domandò Sango.

Kagome deglutì: dovevano fare a gara alla prima a cui avrebbero offerto al bar. E vinceva sempre la sorella.

Incrociò le dita, osservando un bar poco lontano e un posto libero di fronte.

Incredibilmente, vinse.







Salve, siamo Roro e Aryuna!

Questa storia è ispirata all’omonimo film, il prologo è quasi identico, ma da ora in poi cambierà, promesso! >.>

E, dato che ho poco tempo e non riesco a scrivere di più di questo, lascio la storia a Roro-chan!

Aryuna

  
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