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Autore: casty    24/03/2014    3 recensioni
Cosa ci fanno Sherlock e John travestiti da Merlin e Arthur al Comicon di Londra? Cercano un serial killer, che domande! Se la dovranno vedere con un gruppo di fanciulle furbe, spietate e ossessionate da una strana passione...
[post stagione 3][rapimento]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sei ore prima.
 
«Ba-cio! Ba-cio! Ba-cio!»
John ruotò lentamente la testa verso Sherlock, allibito. Incontrò il suo sguardo impassibile.
«Ba-cio! Ba-cio!»
John deglutì. Osservò ammutolito il pubblico che li circondava, composto da una ventina di ragazze in abiti medievali, tutte armate di macchina fotografica o cellulare, pronte a scattare una foto. Senza pensarci, avvicinò una mano al collo per allargarsi il colletto in un gesto di disagio, ma quando il guanto cozzò contro la piastra pettorale si ricordò di essere vestito da cavaliere medievale.
«Ba-cio! Ba-cio! Ba-cio!»
«Mi sapresti spiegare... cosa sta succedendo?» chiese infine John.
«Ba-cio! Ba-cio!» era come il ritmo di una marcia infernale.
«Solo un bacetto!» «Pochi secondi!» fecero da contrappunto alcune voci acute nella mischia.
«Ba-cio! Ba-cio! Ba-cio!»
«Stooop!» gridò John.
Un silenzio improvviso calò sulla piccola folla, rotto soltanto da qualche sottile risatina.
Le ragazze li stavano fissando con sguardi carichi di desiderio.
Sherlock sospirò. «Non hai googlato, vero?»
«Cosa avrei dovuto googlare?»
«Merlin BBC. Tumblr. Ao3.»
«Puoi tradurre in inglese?»
Sherlock sollevò gli occhi al cielo. «Non ti sei informato sui nostri personaggi?»
«Perché avrei dovuto? Le leggende arturiane le conoscevo anche prima di fare questo cosplay, non sono ignorante come te!»

Il maledetto cosplay.
L’idea era stata di Sherlock, ovviamente. Quando c’erano travestimenti di mezzo quella primadonna esibizionista di Sherlock non si tirava mai indietro. John si era inizialmente opposto, pensando che fosse un piano ridicolo, ma Sherlock aveva insistito: l’unico modo che avevano per infiltrarsi nel cosplay contest del Comicon di Londra era diventare cosplayer in prima persona. Alla fine John aveva dovuto a malincuore concordare che era la soluzione più semplice.
Da ignorante in materia, John aveva inizialmente temuto che gli unici travestimenti ammessi a una fiera del fumetto fossero personaggi dei fumetti. Gli unici fumetti che John (molto vagamente) conosceva erano quelli supereroistici. E per alcuni, terribili momenti si era immaginato il momento in cui avrebbe dovuto spiegare a parenti e conoscenti per quale motivo la sua foto in tutina attillata e mantello svolazzante campeggiava sui principali quotidiani londinesi.
Per fortuna non era andata così, scoprì che poteva impersonare qualsiasi personaggio di fantasia. Il Comicon sarebbe stato una sorta di Halloween fuori tempo, niente di particolarmente tragico o imbarazzante. E così, dopo lunghe discussioni e ricerche su Wikipedia e IMDB dopo aver scartato i Vendicatori (tutine attillate, no grazie), Doctor Who (nessuno dei due voleva fare la compagna del dottore), Pirati dei Caraibi (John non aveva apprezzato l’eccessivo entusiasmo di Sherlock in tema pirati) e un’altra decina di titoli, avevano scelto Merlin, una serie della BBC che John non aveva mai seguito ma che sembrava essere molto popolare.
E fu così che John si ritrovò costretto a trascinarsi in giro per i chilometri e chilometri di stand della fiera inscatolato in uno scomodissimo scafandro di plastica modellata, travestito nientemeno che da Re Artù. Mentre Sherlock passeggiava leggiadro nel suo comodo completino di tela, il costume di Merlino. Una versione di Merlino che John faticava un po’ a riconoscere come mago Merlino: abituato com’era all’iconografia classica (tunica, barba lunga) questa versione giovane in pantaloni, giacchetta e capelli scuri gli sembrava strana1. Ma le fan della serie erano state entusiaste.
Forse anche troppo.

Fu riportato alla realtà da una mano che gli batteva sulla spalla, facendo risuonare tutta l’armatura.
Era Sherlock.
«Facciamo questa foto e togliamocele di torno» gli disse sottovoce «Ti ricordo che non siamo qui per divertirci. C’è una squadra di killer in agguato che aspetta solo di colpire e sono sicuro che non si nasconda tra le iscritte al fan club di Merlin» Indicò con un gesto le ragazze che ancora aspettavano trepidanti.
«Ok» rispose John «Niente bacio, però. Merlino e Artù che si baciano, ridicolo!» John scosse la testa. Poi guardò Sherlock che lo stava guardando scuotendo la testa a sua volta.
«Ok. Che c’è? Che cosa non sto capendo? Vuoi scendere dal tuo monte Olimpo e spiegarlo a un povero comune mortale?»
«Merlin BBC fanfiction. Googlalo e capirai.» disse Sherlock laconico. Poi si rivolse alle fan con il suo miglior sorriso: «Ok, ragazze. Una foto abbracciati, va bene? Niente bacio, però. Siamo timidi!»
John si nascose la faccia tra le mani guantate.
 
***
 
Due ore prima.
 
Sherlock e John erano seduti al tavolino di uno dei tanti punti ristoro del Comicon, per mettere qualcosa sotto i denti. O meglio, John si era seduto per mettere qualcosa sotto i denti. Sherlock, come al solito, sembrava deciso a digiunare: la sua tazza di ramen istantaneo, specialità du jour in onore ai tanti appassionati di manga e Giappone, giaceva intatta di fronte a lui.
«Non è affatto male.» disse John subito dopo aver ingoiato l’ultimo sorso di brodo «Provalo, Sherlock, hai bisogno di mangiare qualcosa. Hai fatto colazione stamattina?»
«Non ho fame» rispose Sherlock, guardandosi intorno: continuava incessantemente a scannerizzare e studiare tutti i cosplayer che gli passavano davanti. Poi posò lo sguardo sulla tazza vuota di John. «Vedo che hai finito, possiamo alzarci?»
«Speravo di potermi riposare cinque minuti. Abbiamo fatto due volte il giro dei padiglioni e mi fanno male i piedi. Sai, non è facile camminare con questa roba addosso!»
«Mi sarebbe piaciuto travestirmi da Artù, ma tu mi hai detto che somiglio all’attore che interpreta Merlino. Cosa che, per inciso, reputo falsa: l’unica cosa che abbiamo in comune sono gli zigomi pronunciati. Ma la forma è diversa. E gli occhi chiari. Ma sia la forma che il colore sono diversi. E i capelli scuri. Ma...»
«Ok, ok, ho capito. Siete diversissimi. E lo pensi solo tu, metà dei fan che ci hanno fermato ti hanno detto che sei uguale a lui.»
«È il motivo per cui ho scelto il costume da Merlino, nonostante pensassi di non somigliare all’attore. So che la tua opinione è rappresentativa dell’opinione media, perciò...»
«Signore e signori, ecco a voi il grande investigatore Sherlock Holmes e l’uomo medio John Watson!»
«Mi sembra una presentazione calzante, sì.»
John scosse la testa.
Sherlock si alzò in piedi con un saltello energico. «Allora, andiamo! Ti ho lasciato un altro minuto per riposarti.»
«Troppo gentile, grazie.» rispose John alzandosi rassegnato. Tanto quell’armatura era talmente scomoda che stare seduti era faticoso quasi quanto camminare.
«Prego!» rispose Sherlock sorridendo.

Il Comicon di Londra era immenso. Chilometri di padiglioni, stand e teatri, dedicati a fumetti, videogiochi, film, serie televisive. Era la prima volta che John ci andava, e fu colpito dalla quantità di eventi e dall’entusiasmo dei partecipanti: uomini, donne, genitori con bambini, signori attempati coi capelli lunghi e magliette dei supereroi, ma soprattutto ragazzi e ragazze, molti dei quali indossavano con orgoglio vistosi costumi per interpretare il loro personaggio preferito: erano i cosplayer.
Ed era tra i cosplayer che, secondo Sherlock, si nascondeva il serial killer, o meglio, i serial killer che avevano colpito in ormai sette diversi Comicon sparsi in tutto il mondo. I killercon, com’erano stati fantasiosamente soprannominati dalla stampa.
Gli organizzatori del Comicon di Londra erano all’erta: il rischio che i killer colpissero anche lì era alto. Molti servizi giornalistici, nelle settimane precedenti, avevano seminato paura e si era addirittura parlato di sospensione dell’evento.
John era stupito dalla quantità di persone che vedeva girare all’interno dei padiglioni: la notizia del killercon non era servita a tenere lontano il pubblico?
O forse l’aveva attirato?

«Ore 15. Coppia di ragazze in minigonna, una in rosa una in nero.» disse Sherlock «Chi sono?»
«Non ne ho la minima idea. Mai viste prima. Qualche manga forse?» rispose John.
«Pensavo fossi un esperto di cultura popolare» disse Sherlock, sforzandosi di pronunciare le parole cultura popolare con il massimo disprezzo possibile.
«Non sono un esperto di cultura popolare» rispose John imitando l’enfasi di Sherlock «Certo, sono un luminare in confronto a te che non sai neanche chi sia Harry Potter».
Sherlock estrasse il cellulare da un borsello di cuoio che aveva legato in vita «Non spreco neuroni per queste sciocchezze. Tieni d’occhio le due cosplayer, per favore.» iniziò a scorrere lo schermo alla ricerca di qualcosa.
«Perché quelle ragazze ti insospettiscono?» chiese John, che non riusciva a capire con quale criterio Sherlock decideva che alcuni cosplayer fossero interessanti altri no. Sherlock, come al solito, pensava che tutto fosse ovvio e che John non avesse bisogno di troppe spiegazioni.
«Non è lampante?» disse Sherlock con aria di sufficienza, senza sollevare gli occhi dallo schermo del cellulare.
John si morse un labbro per non insultarlo. «No,» disse infine sforzandosi di non alzare la voce, «non per me, almeno.»
«Ma ti ho già spiegato tutto ieri!» protestò Sherlock continuando a muovere le dita sullo schermo.
«Ok. Mi hai spiegato che il killercon non è un’unica persona ma un’associazione a delinquere, e la storia torna: hanno colpito in diverse fiere del fumetto negli Stati Uniti e in Europa, non può essere una persona sola. E per inciso: non lo dici solo tu, è anche l’ipotesi dell’Interpol e della stampa.»
«Io l’ho capito al secondo omicidio, la polizia al quarto» puntualizzò Sherlock.
John ignorò l’osservazione e proseguì. «Poi mi hai spiegato perché secondo te sono un gruppo di cosplayer: tutte le vittime avevano qualche legame con il mondo del cosplay. Certo, qualche collegamento è un po’ forzato... avrei pensato che è una teoria un po’ azzardata, se non fossi stato tu a formularla.»
«Quale collegamento forzato?» disse Sherlock aggrottando le sopracciglia «A cosa ti riferisci?»
«Al blogger che sei mesi prima di essere ucciso aveva postato un articolo di presa in giro a una cosplayer. Su un blog in cui se la prendeva quotidianamente con ogni singolo abitante del pianeta terra.»
«Quell’articolo è un collegamento. Punto. Non vedo cosa c’entrino gli altri articoli che ha pubblicato.»
«Va bene, va bene. Non voglio discutere con te, ora. Il problema è questo: è da stamattina che stiamo pedinando cosplayer a caso, non mi dici come li scegli e non ci sto capendo niente.»
«Non stiamo pedinando cosplayer a caso!» ribatté Sherlock quasi offeso. Ancora non aveva sollevato gli occhi dal cellulare nemmeno una volta.
«Dal mio punto di vista sì.»
«Perché guardi ma non osservi.» disse Sherlock continuando a fissare lo schermo.
«Non è vero. Osservo. E ragiono. Ad esempio ho notato che tutte le persone che abbiamo pedinato sono donne.» disse John.
Sherlock finalmente sollevò il suo sguardo verso di lui, solo per lanciargli un’occhiata paternalistica. «E poi? Cos’altro hai notato?»
«Be’» disse John senza troppa convinzione «Ho notato che tutte avevano dei costumi realizzati molto bene, ma non so se...»
«Bravo John, sono due buone osservazioni. Sono tutte donne e tutte cosplayer professioniste: hanno tempo e soldi da dedicare alla loro passione. Ora guarda qui.» così dicendo ruotò il cellulare verso John: tutto lo schermo era occupato da un disegno, una ragazzina dall’aria leziosa, occhioni giganteschi rosa, codini rosa tenuti fermi da due grossi fiocchi rosa, gonnellina rosa a sbuffo, calzettoni alti, scarpette rosa. Identica a una delle due cosplayer che Sherlock aveva preso di mira. L’altra aveva un vestito simile, ma declinato in nero: probabilmente faceva parte dello stesso manga.
«Puella magi madoka magica2» disse Sherlock «È il titolo dell’opera.» spense lo schermo del cellulare, ma continuò a tenerlo in mano. «E poi? Non hai notato altro? Altre caratteristiche che accomunavano le cosplayer che abbiamo seguito?»
«Uhm... Alcune erano vestite da uomo. Ma non tutte... non so, abbiamo incontrato diverse Dottoresse Who ma non hai voluto seguirne nessuna.»
«Non rilevante.» Sherlock si avviò in direzione delle due ragazze, che si stavano spostando verso l’uscita del padiglione. John lo imitò. «Non hai notato che tutti i gruppi erano in numero pari? Due o quattro, un gruppo da sei, quello dei maghi in cravatta...»
«Mh.» disse John, che inizialmente non seppe cosa pensare. Poi azzardò: «Lavorano in coppia?»
«Più o meno» rispose Sherlock.
«La vuoi smettere di fare il misterioso?» sbottò John spazientito.
John e Sherlock raggiunsero l’uscita. John vide le due cosplayer dirigersi verso il prato antistante la fiera.
«Coppie. Cosa ti fa venire in mente la parola coppia?»
John rifletté qualche istante. «Irene Adler» disse infine.
Sherlock non rispose ma John notò l’ombra di un sorriso sulle sue labbra. Ricordava ancora l’incontro con la Donna alla Battersea Station, quando lei era ritornata dalla morte. Sherlock aveva assistito di nascosto al dialogo tra lei e John, e aveva sentito lei scherzare sul fatto che John e Sherlock erano una coppia. John aveva negato, quel giorno, ma c’era un fondo di verità. Anche se non era quello che lei sottintendeva.3
«Una coppia di investigatori» disse, seguendo il filo dei suoi pensieri.
Le due cosplayer si sedettero sul prato e si presero per mano.
«Andiamo, John, non è difficile. Coppia.» lo incalzò Sherlock.
«Coppia.» disse John, pensano ad alta voce «Duo. Il dinamico duo. Batman e Robin. In fondo siamo a una fiera del fumetto.»
«Stai andando fuori strada.»
Le due ragazze si guardavano negli occhi, a pochi centimetri di distanza l’una dall’altra.
«Una coppia di fidanzati!» disse John quasi per scherzo. Poi le due ragazze, come se avessero sentito il commento di John e avessero deciso di stare allo scherzo, si baciarono.
Un bacio piccolo e delicato. Si baciarono, si guardarono negli occhi e sorrisero una all’altra.
John spalancò gli occhi per la sorpresa. Si voltò verso Sherlock che guardava la scena con una specie di mezzo sorriso.
«Bravo John, hai visto? Non era difficile.»
«Pensi che siano tutte... fidanzate o qualcosa del genere?» chiese John non troppo convinto.
«Non essere ridicolo, non sono fidanzate!» rispose Sherlock che nel frattempo aveva acceso di nuovo lo schermo del cellulare e stava scorrendo degli appunti di testo sul suo telefono. «Ricordi il fan club di Merlin? Ba-cio! Ba-cio! Ba...»
«Sì, non serve che mi fai rivivere la scena, grazie.» lo bloccò John.
Sherlock lesse dal telefono: «Madoka Kaname e Homura Akemi. Harry Potter e Draco Malfoy. Sirius Black e Remus Lupin. Rachel Berry e Quinn Fabray. Gregory House e James Wilson. Dean Winchester e Castiel. Cos’hanno in comune queste coppie?»
«Di tutti i nomi che hai fatto conosco a malapena Harry Potter e il Dottor House»
«Sono innamorati, John!»
«Non sono un grande esperto di J.K. Rowling, ma sono piuttosto certo che Harry Potter e Draco Malfoy non vadano troppo pazzi l’uno per l’altro...»
«Ma no! Non nella storia come è uscita dalla testa dei veri autori» disse Sherlock con l’aria di chi sta spiegando delle ovvietà «Sono tutti OTP di qualche shipper e sono tutti pairing slash. Come Merlin e Arthur!»
John mise le mani avanti. «Ok. Stai parlando di nuovo una lingua che non conosco. Pairing Slash? O T cosa?»
«OTP, John, informati un po’, una volta ogni tanto! One true pairing
«E... cosa significa?»
«Oh. Mio. Dio.» una voce femminile alla loro destra.
John si voltò a guardare chi aveva parlato, lievemente infastidito dall’interruzione. Probabilmente si trattava dell’ennesima richiesta di foto.
Impiegò qualche secondo a rendersi conto di quello che aveva davanti. Due ragazze. Una era un po’ più bassa: capelli corti biondo cenere, taglio maschile, jeans, camicia a quadri, giacca nera. Forse John non avrebbe riconosciuto il travestimento se non fosse stata sottobraccio a una ragazza dai capelli mossi e corvini, avvolta in un cappotto Belstaff nero con l’asola rossa e, ben calcato in testa, l’inconfondibile deerstalker in panno grigio.
John si rese conto di avere la bocca spalancata e chiuse la mandibola con uno scatto rumoroso.
«Fa sempre piacere incontrare due fan» disse Sherlock porgendo una mano al suo doppione femminile.
John Watson e Sherlock Holmes travestiti da re Artù e mago Merlino si imbattono in due ragazze travestite da John Watson e Sherlock Holmes.
Improvvisamente John provò il desiderio di darsi un pizzicotto per essere certo di non trovarsi in un incubo. Purtroppo, inscatolato com’era in quello strumento di deprivazione sensoriale che era la sua armatura, non poteva farlo. Quindi la sensazione onirica continuò ad aleggiare sulla scena.
«Non siamo fan qualunque.» disse la ragazza bionda, risvegliando John dai suoi pensieri.
«Oh, lo so benissimo cosa siete» disse Sherlock con un lampo di sfida negli occhi «Siete due shipper!»

***

Note:
Salve a tutti/e! Questa è la mia prima fanfiction, o meglio, la prima che decido di pubblicare. Commenti, suggerimenti e consigli sono ben accetti. Siate pure spietati, non preoccupatevi, ho la pellaccia dura :)
Piccola nota sulla storia: sarà una long-fic non troppo long (ho pianificato una decina di capitoli), prevedo di pubblicarne uno ogni lunedì, per cominciare bene la settimana ^^. Arrivata al capitolo 3 ho già sgarrato di un giorno e pubblicato il capitolo il martedì. Allora diciamo: prevedo di pubblicarne uno a settimana, possibilimente a inizio settimana ^^
Niente anticipazioni sulla trama, spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito e fatto venire voglia di seguirla. Se siete arrivati fino a queste note significa che il capitolo l’avete letto tutto, quindi: grazie! Vi lascio alle note del capitolo ;)

1. La nota è quasi superflua, perché immagino che tutti quelli che leggeranno questa fanfiction conoscano Merlin della BBC. Comunque, nel caso remoto ci sia qualcuno che non abbia mai visto neanche mezza puntata della serie, questi due fanciulli sono Merlin e Arthur.
2. Puella magi madoka magica: anime in 12 puntate del 2011. Queste sono le protagoniste. Madoka e Akemi (le due cosplayer) sono le prime della fila (rosa e nera). Nel caso non conosciate l'opera: non fatevi ingannare dallo stile puccioso con cui sono disegnate le protagoniste, in realtà è una storia cupissima T_T (e molto bella, la consiglio a tutti).
3. Ovviamente mi riferisco al dialogo: «We're not a couple» «Yes, you are». Ma sì che ce lo ricordiamo tutti :)

Post Scriptum alle note (22/06): navigando su tumblr ho trovato, coincidenza delle coincidenze, una buffa fanart in cui Sherlock e John sono ritratti come Madoka e Akemi di Madoka Magica XD. L'autrice è Lakuno Star.
   
 
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